CONTROINFORMAZIONE INTERNAZIONALE N.6

PARLANO I WASHINGTON SIX

Dai carceri speciali U.S.A. - prima parte - Intervista con A.Berkman, M.Buck, S.Rosenberg, T.Blunk, L.Evans, L.Whitehorn; Carcere di Washington DC, ottobre 1989 [Infoburo fur Gefangenen, Paulinerstr. 15e, 2000 Hamburg 36]

Quella che segue è la prima partedi un'intervista rilasciata nel 1989 da un gruppo di compagni antimperialisti bianchi, questa parte parla in generale del movimento rivoluzionario negli USA.

La seconda parte, che ci riserviamo di pubblicare nel prossimo numero della rivista, parla in specifico della questione della prigionia politica negli USA.

Potete parlare delle indagini delle forze di sicurezza nei vostri confronti e delle ragioni per cui lo Stato sostiene l'inchiesta "Resistance Conspiracy", accusandovi dell'attacco con cariche esplosive al Campidoglio nel 1984?

Crediamo che l'inchiesta su di noi sette abbia preso il via a partire dalle indagini del FBI sulla resistenza armata clandestina all'interno della lotta di liberazione nera e del movimento di indipendenza Portoricano, e sui loro legami con gli antimperialisti rivoluzionari qui negli USA.

Questa inchiesta ha preso corpo dopo gli attacchi politici (con cariche esplosive) avvenuti dal1982 al 1985, attacchi che sono stati rivendicati da una serie di organizzazioni armate clandestine: l'United Freedom Front e le altre organizzazioni imputate di azioni armate in questo processo: il Revolutionary Fighting Group, la Armed Resistance Unit e Red Guerrilla Resistance.

Abbiamo seguito questa inchiesta fin dal convegno internazionale sulla sicurezza dal titolo "Guerra contro il terrorismo internazionale", che si è tenuto a Portorico nel 1978, promosso dagli USA e a cui parteciparono Israele ed Uruguay, nonché la RFT che vi ebbe una parte attiva.

Questo è il momento in cui, secondo la nostra analisi, ha inizio e si consolida la moderna strategia di counterinsurgency contro i gruppi rivoluzionari in USA.

Potete fare alcuni esempi delle tattiche promosse da questa strategia?

Credo che vi siano parecchi aspetti. Uno è quello militare, un'altro è quello psicologico, entrambi indirizzati tanto contro i rivoluzionari quanto contro la popolazione. E ci sono, naturalmente, aspetti politici, di propaganda.

Farò esempi di ognuno di questi aspetti e di come questa strategia si è articolata all'interno degli USA.

Ritornando al convegno, il suo significato fu quello di inserire la guerra contro i rivoluzionari all'interno degli USA - sia gli appartenenti ai movimenti di liberazione nazionale dentro gli USA che i loro alleati bianchi - nel contesto della "guerra internazionale contro il terrorismo", che quindi ebbe un fronte interno, come articolazione della strategia globale dell'era reaganiana sulla "guerra internazionale contro i terroristi" contro i movimenti rivoluzionari.

Uno degli sviluppi di questo convegno è stata la formazione della Joint Terrorist Task Force (JTTF) del FBI nel I980.

In realtà l'idea della JTTF nacque subito dopo la fuga da un ospedale carcerario di William Morales, un combattente indipendentista portoricano e dopo la fuga da un carcere di massima sicurezza, nel I979, di Assata Shakur, una dirigente del Black Liberation Army (BLA). Alcuni compagni dell'inchiesta "Resistance Conspiracy" sono stati imputati per aver contribuito ad entrambe queste evasioni. La JTTF ha rappresentato uno sviluppo ulteriore nel controllo poliziesco e nella counterinsurgency dal momento che ha unificato le forze di polizia ad ogni livello sotto la direzione del FBI. Ciò ha significato più risorse e più soldi, un sistema computerizzato incredibilmente sofisticato e articolato a livello federale e, naturalmente, più gente e molti più esperti disponibili a collaborare.

E' stata proprio la JTTF ad indagare su noi sette e a dirigere l'inchiesta contro il movimento indipendentista portoricano e contro il movimento rivoluzionario nero. Il 1981 è stato un momento decisivo per la JTTF che ha avuto la capacità di seguire un enorme numero di piste dopo un fallito esproprio ad un furgone blindato della Briks nel nord dello stato di New York.

Vennero arrestati parecchi rivoluzionari neri e con loro parecchi antimperialisti bianchi. Nel corso delle indagini della JTTF, un compagno africano, Mteyari Shabaka Sundiata, venne assassinato a sangue freddo dalla polizia alla fine di uno scontro a fuoco. Il compagno che era con lui fu torturato e ci sono voluti tre mesi di ospedale per riportarlo in condizioni fisiche normali. Ed è stato grazie alla tortura che ottennero un testimone, una terza persona, a favore dello Stato. C'é stata quindi una mega inchiesta del Grand Jury con molte comunicazioni giudiziarie, trasformate poi in arresti nel tentativo di costringere i compagni a testimoniare. Alan Berkman, che è uno degli imputati in questo caso, è stato uno di quelli che sono stati citati in giudizio in quell'inchiesta e che hanno preferito andare in carcere piuttosto che testimoniare.

Potete descrivere alcuni dei metodi delle indagini del JTTF su di voi?

Seguendo a ritroso le tracce di parecchi rivoluzionari portoricani arrestati nel 1981 e nel 1984, la JTTF riuscì ad identificare uomini e metodi di lavoro e nello stesso tempo ad intimidire qualcuno spingendolo a tradire, a testimoniare, a fornire altre informazioni sull'attività interna delle organizzazioni clandestine e sull'identità di molti attivisti dei diversi movimenti.

Questo ha permesso loro di avere informazioni su come agivano i compagni in clandestinità. Per esempio la JTTF ha ricercato i compagni accusati degli attacchi rivendicati dall'United Freedom Front e che avevano i figli in clandestinità con loro, andando negli asili nido e nelle scuole e diffondendo foto dei bambini come si fa per gli adulti ricercati. Contro noi sette la JTTF, quando seppe che alcuni rivoluzionari mangiavano cibi integrali, fece lo stesso nei negozi di alimenti macrobiotici. Nello stesso tempo cercarono di costruire un'ampia rete di confidenti e di collaboratori del FBI.

La JTTF per catturare i rivoluzionari ha effettuato blocchi stradali sulle autostrade, controlli casuali sulle macchine, ha distribuito foto di ricercati agli automobilisti, ha fatto pubblicare articoli sensazionalistici corredati delle nostre foto segnaletiche sul Reader's Digest, che si trova in ogni biblioteca, edicola, negozio e sala d'attesa degli USA. Ha effettuato perquisizioni domiciliari e intercettazioni di telefoni pubblici senza alcuna autorizzazione giudiziaria. (Sebbene non risulti formalmente opera del FBI, è stato confermato in tutti i successivi processi di quest'inchiesta che gli USA hanno una rete sistematica di controllo di telefoni,e abitazioni). La JTTF infine ha effettuato moltissime irruzioni in sedi politiche e in case di famigliari e sostenitori, e, naturalmente, ha di nuovo usato le citazioni a giudizio del Grand Jury e le minacce di arresto.

Potete spiegare dettagliatamente perché lo Stato porta avanti l'inchiesta "Resistance Conspiracy" dal momento che avete già avuto 14 altri processi e che 4 di voi sono stati già condannati a pene da 45 a 70 anni?

Noi siamo stati condannati ad un totale di 235 anni e ce ne vogliono dare altri 258. Perché lo stato sostiene quest'inchiesta quando ci ha già condannato praticamente per il resto della nostra vita?

Bisogna risalire alle tattiche politiche e psicologiche della strategia di counterinsurgency. Questa è stata l'ultima inchiesta politica portata avanti dal Dipartimento di Giustizia di Meese, prima del suo siluramento.

Al momento dell'inchiesta, la gente negli USA cominciava ad essere più determinata nell'opporsi agli interventi statunitensi in centro America. C'erano state numerose manifestazioni dopo l'invasione americana di Grenada... e gli attentati al Campidoglio di cui siamo imputati noi.

La gente era scandalizzata dalle sfacciate violazioni della legge degli USA e di quella internazionale che erano emerse dallo scandalo Iran/Contras così come cresceva l'opposizione al sostegno USA al Sud Africa razzista, in particolare tra gli studenti. Per continuare a sviluppare la propria politica estera aggressiva, gli USA avevano bisogno di controllare, reprimere e bloccare l'opposizione politica interna.

L'inchiesta contro di noi è quindi parte di una strategia di controllo e di intimidazione del movimento di resistenza, in particolare dei settori più militanti. Questa inchiesta è stata diretta ad impedire che gli attivisti e i militanti più seri sviluppino qualsiasi capacità di resistenza clandestina e qualsiasi strategia rivoluzionaria che includa la lotta armata. E' stata anche un tentativo di distogliere l'attenzione dallo scandalo Iran/Contras e dal ruolo che i più alti funzionari USA hanno giocato in esso.

C'é anche un secondo aspetto: il tentativo del governo americano di dividere il movimento progressista sullo spartiacque della violenza/non-violenza, della resistenza illegale/protesta legale per definire i confini del movimento di resistenza e per poterlo controllare.

Negli USA c'é molta riluttanza a violare le leggi sul piano della costruzione di un movimento di protesta, grazie anche alle manipolazioni del governo USA che mistifica le attività illegali come terrorismo. In questo senso sono riusciti in qualche misura a costruire un muro tra i settori più militanti del movimento di resistenza e chi è coinvolto nella resistenza ad un livello diverso, senza violare la legge, ma partecipando alle manifestazioni.

C'è un equivalente del paragrafo 129a che in RFT viene usato contro i rivoluzionari e la resistenza legale?

Qui non c'è nulla di simile. Quello che hanno fatto - e che rende molto difficile per noi una difesa politica - è insistere perché fossimo processati nel modo più rapido, penalistico e tecnico possibile. Hanno ottenuto questo in due modi: uno è quello di accusare molti rivoluzionari di "racketeering" e di essere membri di organizzazioni dedite al racketeering, ponendoci allo stesso livello della mafia. Scopo di questa manovra è sfruttare l'aura dei traffichi e dei profitti collegati al mercato della droga, mentre in realtà nessuno dei rivoluzionari accusati in base a questo decreto è stato poi condannato per questa imputazione.

L'altra cosa che hanno fatto, e che è importante sul piano della criminalizzazione, è quella di aver accusato alcune persone, in particolare combattenti indipendentisti portoricani, di "cospirazione sediziosa" con l'intenzione di rovesciare il governo degli USA. Possono permettersi di farlo specialmente con i portoricani perché essi stanno combattendo una lotta di indipendenza anticoloniale. Hanno usato questo espediente, e lo stanno usando attualmente anche contro alcuni antimperialisti bianchi che sono sotto processo nel Massachussetts, conosciuti anche come gli Ohio 7, o in un altro processo che abbina le accuse di racketeering con quelle di cospirazione sediziosa.

Nel vostro processo voi siete imputati di "cospirazione". Questo significa che il governo deve provare che siete stati materialmente voi a portare a termine l'attacco con cariche esplosive al Campidoglio, oppure anche solo che avete cospirato per farlo?

Io credo che ci sia un'altra ragione per cui il governo ha portato il processo a questo punto. Vogliono ampliare ulteriormente il campo di applicazione delle leggi sulla cospirazione.

E la risposta alla tua domanda è "NO". Non devono provare che qualcuno di noi ha realizzato materialmente l'attacco con l'esplosivo al Campidoglio o gli altri attacchi con l'esplosivo di cui siamo accusati. Non ne hanno alcuna prova diretta, e lo ammettono. Non hanno alcun testimone oculare, non possono provare che noi ci trovassimo sul luogo di quelle esplosioni.

Quello che tentano di fare è usare prove indiziarie ed indizi politici per dimostrare che eravamo comunque d'accordo con chiunque fosse coinvolto in questa "cospirazione". Cospirare significa per loro "influenzare, opporsi e cambiare con mezzi illegali e violenti la politica e la pratica degli USA in campo internazionale e nazionale,". Gli obiettivi della cospirazione, cioè influenzare, opporsi e cambiare, così come sono stati definiti dal governo, sarebbero di per sé assolutamente legali negli USA. Essi intendono criminalizzare le nostre organizzazioni politiche e vogliono dimostrare che conoscendoci tra di noi, essendo d'accordo politicamente, avendo lavorato insieme in varie organizzazioni, per questo siamo colpevoli di cospirazione, in pratica per avere un obiettivo politico. Il modo in cui tutto questo verrà utilizzato nello specifico per condannarci per gli attacchi con l'esplosivo, è una combinazione dell'applicazione delle norme sull'"assistenza e la partecipazione", che significa che qualsiasi cosa si faccia per sostenere uno degli attacchi può essere considerato "assistenza e partecipazione"; anche solo far circolare un comunicato, fare un certo tipo di carta d'identità, affittare un appartamento che poi viene usato dai rivoluzionari. Tutto questo può essere considerato "assistenza e partecipazione" e si può essere accusati degli attacchi con l'esplosivo come se li si avesse materialmente eseguiti.

Questo criminalizza il lavoro legale di sostegno?

Potenzialmente sì.

Parte del lavoro di sostegno intorno a questo processo è focalizzato concretamente anche sul prossimo processo. Sembra che le condizioni che lo Stato sta creando per il processo siano molto simili alle condizioni dei processi di Stemmheim.

La militarizzazione dell'aula è senza precedenti. Hanno costruito una parete blindata nell'aula, hanno installato, per la prima volta in una Corte Federale, telecamere di controllo del FBI che sono puntate sugli imputati e sugli spettatori. Questo fa parte della loro strategia globale di presentarci come "terroristi". L'atmosfera in aula, la propaganda dei media è diretta ad isolarci e ad intimidire chi ci appoggia.

La militarizzazione dell'aula è parte integrante di questo piano: la gente avrà paura di seguire il processo, perché fa paura entrare in un'aula quando si vede che l'intero luogo è circondato dai "marshals" (servizio d'ordine). Ci sono elicotteri sopra l'aula, ci sono sparatori scelti sul tetto dell'aula, tutti hanno giubbotti antiproiettile. Avranno una scorta ad alta velocità con sirene della polizia e molte macchine della polizia che ci porteranno ogni giorno attraverso le strade di Washington DC al tribunale, in modo che tutti possano vedere e dire "là passano i terroristi".

L'atmosfera creata intorno al processo è diretta ad atterrire la giuria, in modo da indurla a pensare che siamo colpevoli, ancora prima che il processo inizi.

Un altro aspetto contro cui dovremo lottare duramente è che già in passato, in altri processi politici, hanno formato giurie anonime. Abitualmente negli USA, gli avvocati difensori, la corte e la pubblica accusa sanno in anticipo quali persone possono essere scelte come giurati. Quindi c'è la possibilità di avere qualche giurato simpatizzante o di mente aperta. Cercare di formare una giuria anonima vuol dire terrorizzare i giurati, isolandoli negli alberghi per tutta la durata del processo, sotto protezione armata dei "marshals" USA e informandoli che è per loro protezione perché gli imputati sono "pericolosi".

Penso che un'altra ragione per cui lo Stato sta portando avanti questa accusa è in realtà quella di cercare di riabilitare l'FBI.

C'è stato un periodo di restrizioni dopo le illegalità degli anni '6O, e dopo che il programma COINTELPRO dei primi anni '7O è stato smascherato. Ora, ed in particolare sotto l'amministrazione Reagan, l'FBI sta risorgendo. Sta ottenendo più potere e i suoi obiettivi sono stati ampliati.

Vogliono risolvere il caso dell'attacco al Campidoglio per dimostrare che la loro strategia "antiterrorista" ha avuto successo. Questo servirà poi a giustificare tutte le attività illegali che hanno commesso.

Pensate che nonostante le condizioni speciali che hanno creato intorno al processo sarà veramente possibile difendervi come rivoluzionari?
Le leggi sulla cospirazione permettono una difesa politica?

Come ho detto prima, le norme in base alle quali siamo processati sono norme penali. Questo significa che il giudice può automaticamente limitare la quantità di informazioni politiche che possiamo portare al processo.

Lo stesso processo sarà per noi terreno di battaglia per trasformarlo in un processo politico e per il governo per mantenerlo un processo strettamente penale.

Quello che progettiamo di fare - e speriamo di riuscirci - riveste due aspetti politici differenti. Il primo è quello di presentarci come rivoluzionari per mostrare quale è stata la storia del nostro lavoro in molti settori dei movimenti progressisti, di presentarci come sostenitori dei movimenti di liberazione nazionale, qui negli USA e nel mondo; dimostrare che siamo parte di un movimento progressista che in questo paese sta combattendo per un cambiamento per bloccare il razzismo e gli attacchi razzisti, per sostenere la liberazione delle donne e porre fine alla repressione delle lesbiche e dei gay, per sostenere i diritti umani fondamentali di tutto il popolo ad avere una casa, cibo, istruzione, assistenza medica e lavoro.

La seconda cosa che vogliamo fare è smascherare il governo USA come un governo fuorilegge in base al diritto internazionale, e mostrare tutti i modi, o almeno tutti quelli che i giurati possono comprendere, in cui gli USA violano il diritto internazionale, violano ogni giorno i diritti umani fondamentali dei loro stessi cittadini. Poiché alcuni di noi hanno combattuto come attivisti contro il Ku Klux Klan, speriamo di riuscire a dimostrare come il governo USA incoraggi la supremazia bianca; e di smascherare di fronte alla giuria le organizzazioni bianche suprematiste come i nazisti ed il KKK qui negli USA.

Vogliamo svelare le attività illegali del governo nella guerra dei contras contro il Nicaragua e El Salvador, come pure il suo sostegno al sionismo ed all'apartheid.

Progettiamo di far testimoniare esperti di diritto internazionale, e di spiegare alla giuria le nostre motivazioni come parte del movimento di resistenza. Questo non significa dire "sì, abbiamo compiuto gli attacchi dinamitardi", ma "sì, siamo parte di un movimento di resistenza che ha molti aspetti diversi ed è impegnato in diverse tattiche di resistenza"; questo è un movimento legittimo, cioè giustificato dai crimini degli USA nel mondo.

Questo è quanto vogliamo fari emergere dal processo e naturalmente è molto importante il tipo di sostegno esterno che riusciremo a costruire.

Nei precedenti processi non c'è stata una grande campagna dei media. Le informazioni non erano dirette ad un pubblico vasto ma alla comunità progressista. Pensate che questo modello verrà interrotto in questo processo?

No, non lo penso. Il suo carattere di processo-spettacolo sarà ristretto soprattutto all'aula ed alla comunità di Washington DC.

Nel convegno di Portorico del I978 c'è stato un esplicito accordo tra la stampa ed il governo USA, per cui i media si impegnavano a non raffigurare i rivoluzionari come esseri umani e ad ignorare il contesto politico delle loro azioni. I media collaboreranno con l'FBI nel dipingerci soltanto come criminali e terroristi, e questo accordo è stato rispettato finora perfettamente dalla stampa.

Ci sono stati alcuni servizi della stampa alternativa, della stampa lesbica, gay e femminista, ma nel complesso abbiamo dovuto lottare per far emergere il nostro punto di vista nel processo. E penso che continuerà ad essere veramente difficile.

Prima dell'arresto tutti voi eravate stati per lungo tempo attivisti in diversi movimenti progressisti pubblici. Potete descriverli sinteticamente ed eventualmente spiegare perché avete deciso di intraprendere una lotta più militante contro il sistema?

Tutti noi ci siamo formati nel culmine degli anni '6O, quando i movimenti di liberazione nazionale erano in espansione in tutto il mondo e sfidavano l'egemonia dell'imperialismo USA.

Per noi questa è stata una esperienza sotto diversi aspetti formativa: eravamo tutti antirazzisti e ciascuno di noi era stato attratto dal movimento per i diritti civili e si era unito alle attività di sostegno delle masse Nere del sud che manifestavano e rischiavano la vita per il diritto di voto, per porre fine alla segregazione e per combattere per i diritti umani.

Eravamo colpiti dal fatto che una cosa così semplice come il diritto democratico al voto avesse bisogno che la gente rischiasse la vita e si sollevasse contro il Ku Klux Klan ed il potere dello Stato.

Negli anni '60, quando il movimento per il potere Nero parlava di nazionalità, di diritto all'autodeterminazione, questa ci sembrò la strategia corretta per porre fine al razzismo. Nello stesso tempo quando abbiamo visto che il popolo del Vietnam era stato capace di vincere contro gli USA, anche questo ci ha detto qualcosa sulla potenzialità di cambiare le cose, non solo protestando e restando insoddisfatti, ma combattendo attivamente.

Tutti noi abbiamo vissuto il rapporto con la lotta di liberazione Nera come l'aspetto più formativo della nostra politica. La lotta di liberazione Nera ha sollevato la questione del potere e di come si possano ottenere dei cambiamenti. Ha anche sollevato la questione dei valori della società e del contenuto della nostra vita, delle cose per cui lottiamo. Parecchi di noi siamo stati fin dal primo momento interni alla costruzione di organizzazioni di solidarietà con il movimento di indipendenza portoricano. Tutte queste cose hanno formato la nostra politica. Ci hanno portato anche allo scontro diretto con le forze dello Stato, in particolare con l'FBI. E come risultato siamo diventati oggetto dei programmi di controspionaggio degli anni '60.

Tutto questo ha giocato un ruolo importante nel convincerci che non era possibile costruire alcun tipo di movimento di resistenza, non necessariamente un movimento rivoluzionario, che combattesse la politica colonialista del governo americano, dentro i confini statunitensi ed in tutto il mondo, senza avere una componente clandestina. Questa è una delle ragioni per cui tutti noi ci siamo impegnati nella costruzione di un movimento armato clandestino.

Nel momento in cui avete scelto, o siete stati costretti a scegliere, la clandestinità, sembrava che la prima ondata di lotta armata organizzata negli USA fosse stata soffocata dal COINTELPRO e dalla dispersione sostanziale dei Weather Underground. In che modo vi rifate alle loro esperienze e come vi collegate ai movimenti di massa, per esempio al movimento di solidarietà con il Centro America, dal momento che eravate tutti in clandestinità?

E' una domanda difficile. Prima di tutto è vero che durante gli anni '60, quando c'era un massiccio movimento contro la guerra, il movimento di resistenza era molto vasto e comprendeva forme diverse di resistenza.

C'erano altri gruppi armati, non solo i Weather Underground. E' anche vero che i Weather Underground abbandonarono la lotta armata ed il sostegno alle lotte di liberazione nazionale nella metà degli anni '70. Tuttavia il Black Liberation Army (BLA) ha continuato ad esistere anche nel corso degli anni '80. Le FALN (Fuerzas Armades de Liberacion Nacional) del movimento indipendentista portoricano hanno continuato ad essere in attività.

Una delle cose che ci hanno influenzato di più è il fatto che eravamo sempre impegnati nella solidarietà rivoluzionaria nei suoi diversi livelli. Ci simo opposti e abbiamo cercato di porre fine ai crimini di guerra degli USA, e questo ci rende parte del movimento centroamericano, e nello stesso tempo ci differenzia da molti settori del movimento.

All'interno del movimento ci sono alcune correnti che vogliono tentare di intervenire per bloccare i crimini di guerra degli USA ed altre che vogliono soltanto informare la gente sulla politica USA. Questa corrente crede che non si debba violare la legge e usare forme militanti di lotta. Poiché però la politica del governo contro il Centramerica sta continuando, il settore più militante del movimento si è avvicinato alle nostre posizioni. C'é più solidarietà nei nostri confronti ora, che quando eravamo in clandestinità. Credo che in parte dipenda dal fatto che ora siamo in carcere, siamo più accessibili alla gente, ed essi possono lottare con noi. Ora abbiamo più rapporti con alcuni movimenti di massa.

Ogni volta che ci sono serie di arresti come i nostri o come quelli delle altre organizzazioni della resistenza clandestine, bisogna riadeguarsi. Bisogna riadeguare sia la strategia che la tattica. Non si può dire che si è trattato solo di errori tattici. Ci devono essere stati necessariamente anche errori strategici. Sei di noi non fanno parte di un'organizzazione rivoluzionaria e stiamo riflettendo su molte cose. Ma penso che sia giusto dire che non abbiamo abbandonato il nostro impegno a resistere.

Avete detto in precedenza che siete stati fortemente influenzati dal movimento di liberazione della donna; a che cosa vi riferite esattamente?

Alcuni di noi sono donne, ed hanno esperienze comuni alle altre donne in questa società: essere esposte a tutti i tipi di violenza, essere umiliate, essere trattate da cittadini di seconda classe ed essere costrette sempre più spesso ad interiorizzare certe forme della propria oppressione.

La nostra risposta a questa oppressione è stata quella di identificarci con gli altri oppressi e di lottare per la nostra liberazione. Per noi il movimento di liberazione della donna aveva aperto speranze non solo per la nostra uguaglianza e libertà e per il diritto a partecipare pienamente a questa società, ma anche per il concetto stesso di liberazione. Si trattava di un'idea rivoluzionaria in base alla quale io credo che non ci possa mai essere un movimento di liberazione nazionale di lungo respiro al di fuori del contesto di un movimento rivoluzionario.

In generale il concetto di liberazione sessuale ed umana è parte di ciò che significa, per le donne, conquistare la liberazione: per le lesbiche la loro liberazione è fondamentale per cambiare tutti i valori su cui è costruita questa società.

Vorrei tornare su questo. Tu e Linda vi dichiarate lesbiche. Non vedete alcuna contraddizione nel lavorare in un gruppo antimperialista misto?

Linda ed io, e Marilyn e Susan, abbiamo tutte fatto parte di organizzazioni femministe indipendenti, ma mai separatiste.

La differenza sta nel fatto che il movimento separatista femminista e il movimento separatista delle lesbiche hanno una diversa analisi di chi sia il nemico: esse definiscono come nemico il patriarcato e l'uomo, per opporsi all'imperialismo ed alla supremazia bianca.

Ho potuto lavorare con gruppi separatisti, ma solo su una base molto limitata, perché io guardo alle lotte di liberazione nazionale come ad un mio alleato, mentre esse guardano solo alle donne come loro alleate, e agli uomini di qualsiasi nazione come loro nemici.

Noi crediamo fermamente nella necessità che le donne abbiano comitati, gruppi e organizzazioni separate. Essere parte di gruppi autonomi femministi o di comitati femministi oppure tentare di creare un programma separato per le donne non è tanto il riflesso del fatto che è difficile lavorare con gli uomini, cosa che succede spessissimo, quanto che ciò è parte, a mio avviso, dello sviluppo di un processo rivoluzionario che alla fine costruirà una società diversa da quella che esisterebbe se non avessimo questo programma.

In Europa, la gente ha visto per lo più solo quello che l'amministrazione Reagan ha fatto a livello internazionale, ma forse potete parlare di quello che è cambiato internamente e di come questi cambiamenti abbiano influenzato ogni tipo di opposizione interna al sistema?

La politica dell'amministrazione Reagan era caratterizzata sia internazionalmente che internamente dall'aumento del dominio e dello sfruttamento, da un'accumulazione senza precedenti di risorse militari e di industrie militari. Tutto nel tentativo di riaffermare l'egemonia degli USA come potenza imperialista.

L'attacco alla prima nazione socialista Nera in questo emisfero (Grenada) e l'assassinio di Maurice Bishop hanno mostrato quale era la posizione dell'amministrazione Reagan rispetto all'autodeterminazione.

L'era di Reagan ha avuto un impatto devastante su tutti, eccetto che sulla classe dominante. Ha avuto riflessi su ogni classe ed in particolare sulle comunità delle nazioni oppresse.

E' aumentato il livello di genocidio culturale; la cosiddetta "guerra alla droga" è stata in realtà una guerra contro il popolo nero ed il popolo latino-americano, portoricano e messicano.

E sono riusciti molto bene a rigirare le cose (quello che George Orwell ha chiamato il "parlare nuovo") in modo da renderle l'opposto di quello che sono. In realtà lo Stato ha creato le condizioni per cui la gente è senza casa, non ci sono programmi sociali ed assistenza medica.

Perfino il minimo di riforme che la gente aveva conquistato negli anni '60 e '70 è stato tagliato e spazzato via. In sostanza lo Stato ha detto: "ognuno per sé". Tutto questo è avvenuto soprattutto a spese dei Neri, della classe operaia bianca e delle donne.

Credo che l'era reaganiana sia stata molto devastante all'interno, e in larga parte questo è il risultato di un certo consolidamento, di quello che essi chiamano "vincere i cuori e le menti".

Questo è quanto hanno imparato dal Vietnam: sono riusciti a dividere la lotta, a dividere il popolo.

Lo Stato ha determinato le condizioni per cercare di creare un nemico interno. Così ora gli antimperialisti come noi sono il nemico interno. Anche i Neri sono il nemico interno perché usano la droga, sono poveri ed oppressi e così rubano. Il governo crea i nemici al fine di distogliere l'attenzione dal razzismo e dall'idea di supremazia bianca, e per nascondere la vera questione di chi sia il nemico e di che cosa sia il nemico.

Tutti voi parlate degli USA come di un impero e di una nazione coloniale, sia a livello nazionale che internazionale. Potete spiegarlo e specificare quali effetti ha sulla lotta negli USA?

Il principale effetto del fatto che gli USA siano un impero, è che non c'é una lotta omogenea, perché ci sono colonie interne che vengono mantenute da un solo governo in un unico territorio; non c'é una sola classe operaia, non c'é un solo movimento, e così il settore antimperialista del movimento si è formato, è cresciuto e maturato in rapporto alle avanguardie dentro i movimenti di liberazione nazionale, all'interno delle colonie mantenute internamente.

Credo che questa sia la differenza più sostanziale fra noi e gli altri movimenti europei, oltre al fatto che noi ci troviamo proprio nel centro di quello che fino a poco tempo fa era il centro stesso del sistema imperialista, dove sono stati più evidenti gli elementi di contraddizione.

Questa situazione è stata per noi, anche da un punto di vista analitico, lo strumento di distruzione di questo paese. Poiché ci sono colonie interne, poiché ci sono oppressi e poiché è un impero che ha riunito in un unico Stato federale popoli diversi, la chiave del suo cambiamento, del suo cambiamento totale, qualsiasi forma possa prendere, viene prima di tutto dal popolo del Terzo Mondo all'interno di questo paese.

Quando le lotte di liberazione nazionale raggiungeranno il livello dell'autodeterminazione, l'impero si frantumerà.

Gli otto anni del regime Reagan hanno radicato un'ideologia fascista in questo paese ed un sistema economico che la sostiene. Ma la lotta delle colonie interne è il fattore più dinamico, sia a causa del suo carattere nazionale, sia perché gli appartenenti alle colonie interne sono la parte più militante della classe operaia. Poiché il genocidio degli oppressi e dei poveri è così avanzato, c'é stata una forte reazione che crescerà ancora. Per esempio le comunità Nere hanno capito perfettamente il ruolo della polizia come forza d'occupazione degli USA per mantenere il dominio ed il controllo sulle comunità stesse.

A New York c'é stata una forte opposizione da parte di diversi neri e africani americani.ma in questo momento l'opposizione non è in una situazione di sviluppo molto organizzato anche se sta emergendo di nuovo con decisione.

Penso che negli anni '90 ci sarà una lotta di massa sulle condizioni sociali con quel tipo di coscienza politica che deriva dal razzismo e dall'oppressione nazionale.

Nell'ultimo periodo ci sono stati una serie di assassinii di Neri da parte di bianchi in tutti i maggiori centri urbani. E c'é stata una risposta da parte della comunità Nera a New York. L'hanno chiamato il giorno dello "sdegno": parecchie migliaia di persone hanno occupato il centro di Manhattan in segno di protesta. E' solo un esempio del livello di sviluppo raggiunto. Non è necessariamente un nuovo sviluppo, ma è parte di un processo politico attraverso cui nuove strategie ed opinioni possono cominciare ad emergere. Credo fermamente che se ci sarà un cambiamento, rivoluzionario o riformista, grazie alla lotta degli oppressi.

Ci sono altri esempi rispetto al movimento portoricano. Vorrei dire in breve che Portorico è stata una colonia diretta degli USA, e come antimperialisti crediamo che sia nostra responsabilità lottare per l'indipendenza di Portorico.

E' una lotta tuttora in atto, e che procede insieme al movimento di solidarietà con il Centro America, nel senso che questa deve necessariamente includere anche Portorico perché il governo americano occupa il 60% del territorio di Portorico con basi militari.

Il potere militare e nucleare degli USA domina la vita dell'isola.

Attualmente, gli USA stanno cercando di spingere i portoricani ad un falso referendum, soprattutto per nascondere le proprie illegalità agli occhi della comunità anti-interventista.

Poiché le nazioni centramericane e caraibiche riconoscono Portorico come parte dei Caraibi e della lotta di quella regione, e fino a quando queste nazioni continueranno a protestare contro il dominio USA su Portorico, gli Usa sentiranno qualche pressione e dovranno risolvere il problema, perché Portorico è anche molto utile, ed assicura alti profitti.

Ed anche importante dal punto di vista militare. Infatti è dalla base navale "Roosevelt" a Portorico che partirà ogni tipo di operazione militare americana in ogni parte del Centro America. E' la loro unica opzione dopo la perdita del Canale di Panama.

In questo momento ci sono numerose mozioni su Portorico, e non è ancora chiaro se il movimento di liberazione saprà sfruttarle positivamente.

Ma ciò che è veramente importante per chiunque abbia a cuore la sinistra USA, è che il movimento di indipendenza non venga distrutto dagli USA.

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