Il prestigio del terrore... Torna l’incubo nucleare in Italia
«Se il Parlamento desse l’autorizzazione tecnicamente ci vogliono 7-8 anni;
tre per l’ingegneria di base e la scelta dei fornitori; 4-5 per la
costruzione della centrale»
Fulvio Conti, amministratore delegato ENEL, dicembre 2007
A breve partirà lo studio di fattibilità per verificare la possibilità di
fare nuovamente del nucleare in Italia.
Già circa il 20% del nostro fabbisogno di energia è soddisfatto da energia
nucleare importata da Francia, Slovenia, Svizzera.
Un terzo dell’energia europea dipende dall’atomo e 11 dei 33 nuovi reattori
in costruzione nel mondo sono in terreritorio europeo.
Le linee guida, di questo revival atomico italiano, sono già state definite:
la centrale dovrebbe essere realizzata sul modello finlandese, e il
promotore dovrebbe essere un consorzio.
Altri punti fermi del progetto sono il team: Edison e Energy Lab, e l’idea
di presentare un piano già confezionato al ministro dello Sviluppo Economico
Pierluigi Bersani.
Le nuove centrali dovranno soddisfare, secondo Edison, almeno il 10% del
fabbisogno complessivo italiano che si traduce in tre o quattro centrali di
grandi dimensioni.
Così dopo una campagna martellante durata mesi la notizia appare sulla prima
pagina de «Il Sole-24 Ore» di mercoledì 9 gennaio. Nessuno o quasi solleva
alcuna preoccupazione...
La disputa energetica è uno dei fronti della guerra globale che stiamo
vivendo, in cui l’Italia ridefinisce le sue strategie a livello mondiale.
Nuovi giacimenti sfruttabili in Asia e Africa, nuove pipe-lines che
attraversano continenti, il business delle “energie rinnovabili” gestito
secondo i dettami del profitto e naturalmente il nucleare, tutto questo si
muove su uno scenario in continua evoluzione con scelte che passano sulle
nostre teste e che ricadono sulla nostra pelle.
L’accordo tra Italia e Francia in campo energetico, dopo la fusione delle
due maggiori aziende energetiche d’Oltralpe, prevedeva già un ruolo
importante dell’Italia nel business nucleare francese.
Un’intesa preliminare con la Francia prevede la partecipazione al 12,5%
dell’Enel nella costruzione e successiva gestione di sei nuovi reattori Epr
(European Pressurised Reactor). In Base a questo accordo l’Enel potrà
importare elettricità prodotta dai nuovi impianti nucleari francesi.
Va ricordato che Enel controlla già il 66% dell’Ente elettrico nazionale
slovacco, che ha attivi quattro reattori e altri due sono in costruzione.
Un primo preoccupante segnale di questa virata era stato l’entrata da parte
dell’Italia nella ricerca sul nucleare di “quarta generazione”, insieme a
Usa, Giappone, Russia e Cina e altri 12 Paesi, ufficializzata a metà
novembre nel corso del Global nuclear energy partnership che si era svolto a
Vienna.
Il debutto italiano era stato preparato da mesi con incontri con i ministri
di USA, Francia e Giappone. |