SENZA CENSURA N.25
marzo 2008
contro la siko
No alla conferenza della NATO per la sicurezza
Pubblichiamo
questo breve resoconto delle giornate di mobilitazione svoltesi l’8 e il 9
febbraio scorsi a Monaco, redatto appositamente per Senza Censura.
Negli ultimi anni
l’obiettivo dichiarato del movimento contro la guerra era di portare la
resistenza direttamente nelle vicinanze del “Bayrischer Hof“, sede della
conferenza sulla guerra. Ma barricati dietro grate, idranti e un gigantesco
dispiegamento di polizia, i guerrafondai sono riusciti ad architettare i loro
nuovi piani di guerra senza grossi disturbi.
Per questo durante le riunioni preparatorie del Coordinamento contro la
“conferenza per la sicurezza“ della NATO si è deciso di spostare questa volta il
mirino delle proteste sul conferimento della cosiddetta “Friedensplakette“
(Targa della Pace). Dal 2005 questa onorificenza per meriti di guerra viene
conferita dall’organizzatore della conferenza, il lobbista delle armi ed
ex-consulente del cancelliere Horst Teltschik. Questo grottesco spettacolo si
tiene da allora durante un ricevimento del governo bavarese nella Residenz di
Monaco di Baviera (un grande castello reale nel centro della città. ndr). Con la
parola d’ordine „CI METTIAMO IN MEZZO!“ si voleva tentare di ostacolare o meglio
impedire i trasferimenti dall’hotel in cui si tiene la conferenza alla Residenz
di Monaco.
La reazione dell’autorità responsabile per l’ordine pubblico (KVR) non si fece
attendere a lungo. Il percorso del corteo inizialmente comunicato che portava
dal Marienplatz (dove si teneva la manifestazione) direttamente alla Residenz è
stato vietato. Il Coordinamento ha però fatto sapere chiaramente a KVR e polizia
che la manifestazione non si sarebbe fatta esiliare dal centro della città. Alla
fine è stato autorizzato (più o meno) il percorso inizialmente richiesto.
Il fine settimana della SIKO
L’inizio è stato venerdì con una “manifestazione esultante“ satirica
sotto il motto “Join the White Block!”, alla quale hanno partecipato circa 300
persone. In seguito si è tenuta un’iniziativa contro la guerra al Marienplatz,
durante la quale il giornalista iraniano-tedesco Bahman Nirumand ha incentrato
la sua critica sulla politica di guerra dei paesi della NATO nel vicino e medio
oriente. L’avvocato Michael Hofmann, impegnato durante il vertice G8 a
Heiligendamm nel “Legal Team”, ha richiamato l’attenzione sulla situazione di
repressione e la continua diminuzione dei diritti fondamentali e umani in
Germania. Il contributo di Stephen Summers (veterano del Vietnam) si è rivolto
contro il candidato alla presidenza repubblicano John McCain, coinvolto in
crimini di guerra come pilota bombardiere nella guerra in Vietnam. Entusiasmo ha
suscitato anche il saluto del poeta e teologo della liberazione nicaraguense
Ernesto Cardenal, che tra l’altro ha dichiarato: “Non esiste la Guerra Sacra, è
la pace ad essere sacra.”
Il sabato si è notato innanzitutto l’arrivo di molti più oppositori alla guerra
di quanti ci si aspettasse: le stime vanno dai 5.000 ai 7.000. In uno dei primi
interventi Andrea Licata ha raccontato della resistenza contro l’allargamento
della base militare statunitense Dal Molin a Vicenza. Ulla Jelpke, deputata del
Bundestag per i LINKEN ha ricordato i paragrafi antiterrorismo 129(a) e (b) con
i quali si cerca di criminalizzare gli oppositori della politica governativa. I
più colpiti sono gli antimilitaristi, chi lotta contro la globalizzazione e gli
appartenenti alla sinistra turca e curda.
Visto che la cosiddetta “conferenza per la sicurezza“ era stata inaugurata la
mattina dal premier turco Erdogan, erano particolarmente numerosi gli attivisti
curdi e turchi che attendevano l’intervento di YEK-KOM (Federazione delle
associazioni curde in Germania). Oruc Dapar, membro del direttivo di YEK-KOM, ha
preso una chiara posizione al riguardo: “Ci sentiamo terribilmente offesi dal
fatto che questa conferenza che porta il motto “pace attraverso il dialogo”
venga inaugurata proprio dal premier turco Erdogan. Da lui, che è
co-responsabile dei massicci bombardamenti di villaggi turchi nel nord dell’Iraq
e dell’uccisione di dozzine di membri della Gueriglia curda per mano
dell’esercito e delle forze di sicurezza turchi. Che inoltre porta una parte
della responsabilità per le campagne persecutorie in Turchia che ormai durano da
mesi, le minacce di divieti nei confronti del Partito pro-curdo della società
democratica (DTP), gli attacchi agli uffici dei partiti, alle redazioni dei
giornali e ad organismi della società civile. ...dobbiamo opporci con decisione
a ciò e ai concetti distruttivi e di sfruttamento del nuovo ordine mondiale. ...
Per questo diciamo: “dî bese – Ora basta”.
Il momento più significativo della giornata, però, è stato il conferimento del
primo premio annuale “FRIEDEN AUS ÜBERZEUGUNG“ (PACE PER CONVINZIONE), elargito
dal “Munich American Peace Committee” al disertore dell’esercito statunitense
Chris Capps-Schubert. Chris aveva già assolto una missione di guerra in Iraq
prima di arrivare alla conclusione di non voler più partecipare a nessun attacco
bellico. Nel 2007 si è sottratto al previsto distaccamento in Afghanistan,
disertando.
Il Marienplatz è stato inondato da applausi calorosi quando il destinatario del
premio ha ringraziato, visibilmente commosso: “A tutti voi che partecipate a
questa manifestazione di protesta: vi ringrazio non solo per il conferimento di
questo premio, ma anche perché mettete a nudo l’arroganza di questi leader e vi
opponete a coloro che abitualmente prendono decisioni che tolgono la vita a
persone che senza dubbio non costituiscono una minaccia per la sicurezza dei
loro paesi...”
La risposta adatta del movimento contro la guerra al conferimento annuale della
cosiddetta “Friedensplakette” (quest’anno assegnata ad un soldato canadese, a
nome di tutti i soldati che “prestano servizio internazionale per la pace
all’interno della NATO”, con queste parole di Teltschik: Guerra è servizio per
la pace!?)
Lo stesso giorno si è tenuta anche a Bologna una manifestazione nazionale contro
l’ondata di repressione; a partire dal 2000 sono state indagate più di 9.000
persone per attività politiche. Il saluto alla manifestazione di Monaco da parte
di Bologna si è concluso con le parole “LA SICUREZZA DEI GOVERNANTI UCCIDE! -
BASTA COL SILENZIO!” - Anche il Coordinamento di Monaco aveva inviato un
messaggio di solidarietà a Bologna, che era stato letto davanti a ca. 1.000
partecipanti.
Anche il partito comunista della Grecia ha letto il suo saluto. Dopodichè è
seguita una dichiarazione congiunta dei 3 compagni che sono stati indagati
l’anno scorso dopo un tentato attentato incendiario a veicoli della Bundeswehr
(l’esercito tedesco – ndr) col paragrafo antiterrorismo 129a. “...Con i
Paragrafi 129 (a) e (b) si vuole costruire un nemico assoluto interno e
combatterlo. Il potere dello stato segue solo un obiettivo: distruggere la
resistenza contro la politica governante. La nostra risposta è una solidarietà
non divisibile ed offensiva tra noi e la resistenza comune contro guerra,
tortura e terrore! Queste le parole di Axel, Olli e Florian.
Intorno alle ore 18.00 il corteo si è messa in moto, rumoroso e con le solite
difficoltà dovute al caos iniziale. Il percorso era quasi interamente presidiato
su entrambi i lati, il “Blocco internazionalista” inoltre si trovava in uno
stretto corridoio di squadre speciali. Abbiamo registrato quasi con stupore il
fatto che quest’anno non ci sono stati grossi soprusi nei confronti del blocco;
la ragione potrebbe essere che la manifestazione ha percorso una delle zone
commerciali più esclusive di Monaco. Intorno all’Odeonsplatz (sede del comizio
finale) si è poi formata una massiccia presenza della polizia che ha impedito
sul nascere qualsiasi debole tentativo di progredire verso la Residenz.
Non è riuscito il tentativo di “ostacolare la via” ai criminali di guerra, ma
almeno eravamo molto più vicini che mai prima d’ora alle sedi della conferenza.
Anche se il “Bayerischer Hof” non è mai stato visibile durante la nostra
manifestazione, i “Signori“ che si trovavano già alla Residenz non potevano non
sentire le nostre critiche. Un piccolo successo lo possiamo comunque registrare:
il conferimento dell’ordine per meriti di guerra, fulcro delle nostre critiche,
si è tenuto già nella mattinata e in forma poco appariscente nel “Bayerischer
Hof”.
Dalla
relazione del comitato d’inchiesta (Ermittlungsausschuss - EA)
“Il EA della Rote Hilfe ha registrato durante il fine settimana in tutto oltre
45 arresti. Alla fine della manifestazione hanno circondato almeno tre gruppi
abbastanza grandi nella zona pedonale e li hanno sequestrati per oltre un’ora.
Nel frattempo hanno arrestato persone, controllato i documenti e fatto riprese
video in primo piano. ... Hanno effettuato controlli meticolosi su alcune vie
d’accesso all’inizio della manifestazione, esaminando particolarmente i/le
giovani partecipanti alla manifestazioni fino ai calzini… In almeno un caso la
Rote Hilfe è in possesso di informazioni secondo cui probabili poliziotti in
civile travestiti da manifestanti volevano animare i circostanti a sfondare le
barriere della polizia. ...”
Un
commento sulla conferenza in sé
Nonostante la conferenza della guerra nel Bayerischen Hof sia un evento
privato del signor Teltschik, attinge ogni anno generosamente dalle tasche
dei/delle contribuenti. Anche quest’anno sono stati stanziati più di 840.000
Euro di denaro pubblico per il consiglio di guerra. Inoltre hanno impiegato
circa 420 soldati dell’esercito per la protezione e la logistica dell’evento. Si
tratta senza dubbio di un impiego fuorilegge della Bundeswehr nell’interno del
paese e quindi di una chiara infrazione di una legge fondamentale!
Anche se durante la conferenza i temi dominanti erano questioni pratiche -
Russia, Kosovo e ovviamente Afghanistan - essa ha costituito il primo dei
tentativi per rielaborare il Concetto Strategico della NATO dell’anno 1999 in
vista del prossimo vertice del patto a Bucarest, i primi di aprile.
Il premier turco Erdogan ha sottolineato sabato durante il suo discorso
inaugurale l’importanza strategica del suo paese. Già adesso la quarta rotta
d’importazione di energia della UE attraversa la Turchia. La sua funzione come
“corridoio d’energia” triplica l’importanza della Turchia. Inoltre rappresenta
un “paese chiave” nel centro di una regione sconvolta dalle guerre. Il premier
turco ha criticato allo stesso tempo il comportamento titubante di alcuni stati
europei nei confronti dell’ “organizzazione terroristica PKK e delle loro
organizzazioni di copertura. La PKK si finanzia attraverso la tratta di esseri
umani e il narcotraffico. In questo senso i paesi che esitano a prendere
posizione danneggiano la propria gioventù”. Ha annunciato che la Turchia
continuerà le sue operazioni militari contro il PKK nel confinante nord
dell’Iraq fino a quando sarà eliminata la minaccia per i suoi cittadini.
Una bomba mediatica scoppiata durante la conferenza stessa è stata la notizia
della DPA (agenzia di stampa tedesca) che riferiva come il Governo Federale
tedesco stia pianificando un consistente allargamento della missione in
Afghanistan. Si parla di un rialzamento da 3.500 a 5.000 – 6.000 soldati e un
allargamento dell’area d’intervento a una provincia nell’ovest del paese. Il
ministro della guerra Franz-Josef Jung ha chiesto comprensione ai suoi alleati
per il “contegno” del Governo Federale nei confronti della missione nel sud
dell’Afghanistan. Bisogna tenere in considerazione - questa la spiegazione di
Jung - che in Germania regna, a causa della “alta sensibilità legata alla nostra
storia”, uno scetticismo particolarmente forte nei confronti di missioni
dell’esercito.
E di fatti, la maggioranza della popolazione tedesca ha rifiutato la
partecipazione alla guerra della NATO. Ultimamente il 55% si è espresso contro
la missione e addirittura l’86% contro l’allargamento al conteso sud.
La maggior parte degli esperti parla ormai di una vera e proprio crisi della
NATO in Afghanistan. Persino il senatore statunitense Lindsay Graham si è
espresso alla conferenza per la sicurezza in questo senso: “Non sono sicuro che
vinceremo in Afghanistan, ma se dovessimo perdere, le conseguenze sarebbero
enormi.” Almeno in questo c’è unanimità sulle 2 sponde dell’atlantico: un
fallimento all’Hindukush non è contemplato, costi quel che costi. “Nella NATO
non dovrebbe succedere che alcuni alleati beneficino del lusso di scegliere solo
operazioni stabilizzanti e civili e costringere allo stesso tempo altri alleati
a portare un peso sproporzionato quando si tratta di combattere e morire”, ha
rincarato la dose il ministro di guerra statunitense Robert Gates.
Processo
contro le iniziative per la SIKO 2007
Il 12 febbraio - quindi subito dopo la contro-azione del 2008 - si è
tenuto davanti al tribunale di Monaco il processo contro una compagna del
comitato organizzatore della manifestazione internazionale contro la conferenza
di guerra SIKO 2007.
“La pubblica accusa rimprovera agli organizzatori di non aver impedito una
violazione del divieto di portare striscioni laterali e di usare gli
altoparlanti solo per discorsi ed esibizioni legati al tema dell’iniziativa o
per comunicazione d’ordine. Lei stessa sembra che abbia infranto il divieto.”
(dall’atto di accusa)
Già durante i preparativi è stato chiaro che sarebbe diventato un processo
“politico”. Le autorità giudiziarie sono interessate a continuare a diminuire
fortemente i diritti fondamentali come la libertà di riunione e manifestazione;
l’intenzione è di usare in futuro gli stessi organizzatori come “prolungamento
del braccio della polizia”. Qui si cerca di creare un precedente da usare per
futuri casi analoghi!
Non c’è quindi da stupirsi che l’imputata sia stata condannata alla pena
pecuniaria sostitutiva di 40 euro per 40 giorni. La motivazione della sentenza
merita senz’altro la definizione “scandalosa”. Secondo il giudice, l’imputata
avrebbe trasmesso con il linguaggio del corpo un umore “spiacevole e
provocatorio” durante l’udienza, simile a quello tenuto durante la
manifestazione del 2007.
Si è già fatto ricorso contro il giudizio. Ci difenderemo insieme da questo
attacco da parte dello stato - sia sul piano giuridico che sul piano politico -
perché:
Sul banco degli imputati sedeva solo UNA, ma intendevano noi TUTTI!
Links:
www.sicherheitskonferenz.de/
www.no-nato.de
www.gegen-krieg-und-rassismus.de
www.muenchner-friedensbuendnis.de