Dalla Corsica per
Euskal Herria
Proponiamo questo comunicato dell’organizzazione còrsa “Unità naziunale”,
che fa un quadro chiaro in particolare sulla situazione dei prigionieri
politici baschi sequestrati dallo stato francese. Al di là del referente
istituzionale a cui si rivolge, che poco ci interessa, questo testo ci pare
particolarmente interessante anche riguardo alla collaborazione fra gli
stati francese e spagnolo e alla denuncia della possibilità per la polizia
spagnola di agire in Francia.
Comunicato di “Unità Naziunale”
Per iniziare, vorremmo ricordare la situazione nella quale ci troviamo: fino
a oggi 712 prigionieri politici baschi di cui 170 sono dispersi in 35
prigioni dello Stato francese. Nello Stato francese come al di là dei
Pirenei, i prigionieri subiscono condizioni inaccettabili, dovute alla
politica vendicativa praticata dal governo.
A titolo d’esempio, 15 di loro sono in isolamento; Cédric Garai, Pantxo
Flores e Xabier Susperregi, incarcerati senza un’accusa valida, non hanno,
quattro mesi dopo la loro carcerazione, il diritto di incontrare i loro
compagni; Mizel Barnetxe ha fatto dieci giorni di sciopero della fame per
denunciare il montaggio poliziesco di cui furono oggetto, e abbiamo tutti in
mente le estremità alle quali è stata spinta la giovane Joan Bidart;
numerosi prigionieri sono dopo più di sei anni in detenzione preventiva, in
attesa del processo; e subiscono tutti la politica criminale di dispersione,
doppia pena poiché rompe i contatti con le famiglie. Non possiamo
dimenticare Nati, diciassettesima parente di un prigioniero basco uccisa
nelle visite. E come se tutto ciò non bastasse, le condanne sono state
inasprite considerevolmente.
Tutto questo non è dovuto al caso. È, al contrario, il frutto di una
politica ben calcolata. È uno stato d’eccezione. È innegabile che il governo
francese persegue una politica diretta contro la società basca, e che essa
influisce su tutti noi. Per citare un solo esempio, abbiamo il risultato
dell’ultima riunione fra Sarkozy e Zapatero: ora i torturatori spagnoli
hanno il diritto di agire sul territorio francese, nella più totale
impunità.
Ma non cadiamo in errore: il governo non è il solo responsabile di questa
situazione: non potrebbe perseguire questa politica a meno del silenzio
complice dei suoi collaborazionisti locali, i nostri eletti. È già trascorso
molto tempo da quando la popolazione di Ipar Euskal Herria (i territori
baschi occupati dallo stato francese, NdR) si pronunciò in blocco contro
questa politica della dispersione. Ma essa non ha fatto che intensificarsi.
Dunque la voce di un popolo non ha alcun valore? La campagna per le prossime
elezioni sta iniziando, e sarà piena di promesse, come sempre. Per questo,
abbiamo deciso di rivolgerci a tutti i candidati alle cantonali e alle
municipali invitandoli a prendere degli impegni decisi per il rispetto dei
diritti dei prigionieri politici baschi e contro la repressione, per passare
dalle parole alle azioni.
Non chiediamo nulla di straordinario, non chiediamo favori. Chiediamo un
impegno attivo nella difesa dei diritti dei prigionieri e dei cittadini
baschi, nella difesa della loro dignità, nelle seguenti modalità:
- denunciando pubblicamente la politica di dispersione e allontanamento;
- nei villaggi dei prigionieri:
* Domandando notizie della loro situazione al comitato o alla famiglia, o
chiedendo il diritto di visita;
* Chiedendo delle condizioni degne all’amministrazione penitenziaria;
* Chiedendo al ministro della Giustizia di far rispettare tutti i diritti di
questi prigionieri; chiedendo il raggruppamento dei prigionieri baschi;
chiedendo che tutti i prigionieri malati e che abbiano scontato la pena
siano liberati immediatamente;
* Impegnandosi a sostenere finanziariamente le famiglie che si trovano in
questa situazione;
- nei villaggi dove ci sono dei comitati, assicurandosi che la popolazione
sia a conoscenza della situazione;
- chiedendo l’abrogazione delle leggi e dei tribunali speciali, principale
garanzia di tutti gli abusi indegni di una democrazia.
[…] Possiamo tutti, ed è nostra responsabilità, fare qualcosa per il
rispetto dei diritti dei prigionieri, delle loro famiglie, di tutti i
cittadini baschi, di Euskal Herria.
Basterik gabe, jaso ezazue agur bero bat.
Euskal Herria, 23 gennaio 2008
[www.unita-naziunale.org] |