SENZA CENSURA N.25
marzo 2008
la sinistra in guerra
Missioni militari e progetti bellici dell’attuale esecutivo
Proviamo a dare un
quadro approssimativo dei cambiamenti delle missioni militari all’estero
dell’Italia e delle spese militari decisi nella seconda metà del 2007.
Un maggiore impegno in Afghanistan, la partecipazione a nuove missioni sul
fronte africano (Repubblica Democratica del Congo e Somalia), un consolidamento
della propria presenza in teatri “caldi” come quello kossovaro e quello
libanese, nonché la preventivata possibilità di ampliare ulteriormente gli
interventi militari come nel caso del Darfur, confermano il marcato protagonismo
bellico sul piano internazionale dell’attuale esecutivo.
Questo profilo è evidenziato anche dagli ingenti investimenti pluriennali in
progetti militari di cui abbiamo già abbondantemente scritto sulla rivista e che
qui accenniamo.
Vogliamo inoltre segnalare il maggiore contributo dato dai Carabinieri alle
missioni all’estero in funzione di addestramento delle forze dell’ordine create
dai governi fantoccio filo-occidentali nei teatri di guerra e da quanto ci
risulta, assolutamente nuovo, quello dato dalla Guardia di Finanza per mansioni
similari a quelle affidate all’Arma.
Non da ultimo il consolidamento della strategia atlantista della sinistra è
stato premiato con la nomina a guida del Comitato Militare della NATO di un
Ammiraglio italiano.
Un tesoretto embeded
Con il decreto legge 81, immediatamente presentato per la conversione in legge
alla Camera dei Deputati, con il quale il governo ha ripartito il cosiddetto
“tesoretto” creato dall’andamento eccezionalmente positivo delle entrate
tributarie nei primi mesi del 2007, l’attuale esecutivo ha inserito la proroga
di alcuni interventi militari all’estero in scadenza e l’autorizzazione
all’avvio di diverse missioni nuove.
Non sono state invece introdotte previsioni relative all’incremento del
contingente italiano in Afghanistan, deliberato a maggio e perfezionatosi nella
seconda metà di giugno.
Sono stati stanziati 17 milioni di euro per persecuzione fino alla fine anno
della partecipazione sotto la guida dell’Unione Europea della missione
multinazionale EUFOR ALTHEA in Bosnia-Erzegovina, nel cui ambito agisce anche la
International Police Unit (IPU).
Sul fronte africano sono state autorizzate la partecipazione alla missione della
UE nella Repubblica Democratica del Congo, EUSEC RD CONGO: si tratta di una
missione a guida francese che prevede la presenza di undici consiglieri europei,
e quella guidata dall’Unione Africana in Somalia, nota come AMISOM. Si tratta di
cinque ufficiali europei provenienti dalla SHIRBRIG (Stand-By High Readiness
Brigate) di stanza in Danimarca, che saranno in una cellula di pianificazione ad
Addis Abeba.
Un aspetto rilevante di questa manovra legislativa è senza l’altro
l’approvazione e il finanziamento delle missioni intraprese dalla UE in Kossovo
e in Afghanistan, per cui sono stati destinati 3,7 milioni. Si tratta
sostanzialmente di contribuire alla formazione delle forze di polizia afghane e
a di quelle kossovare.
Una delle novità più significative è la partecipazione della medesima missione
in Afghanistan da parte di personale della Guardia di Finanza a cui sono stati
destinati 314 mila euro e della missione NATO ISAF sempre nel paese asiatico,
cui sono stati destinati 1,2 milioni di euro: i militari della finanza si
occuperanno ad Herat dell’addestramento della nuova Polizia di Frontiera Afghana.
Personale della Guardia di finanzia sarà anche al valico di Rafah, sulla
“striscia” di Gaza, partecipando alla missione europea di assistenza al
controllo del valico; si tratta di un contingente aggiuntivo rispetto a quello
già inviato dall’Italia in quel teatro.
Inoltre 15 uomini della GdF parteciperanno all’Unità di Investigazione
Finanziaria dell’UNMIK incaricata di sorvegliare sulle infiltrazioni della
“criminalità organizzata” negli appalti indetti dal Kossovo Consolidated Budget.
Inoltre magistrati e funzionari amministrativi del Ministero della Giustizia
parteciperanno alla missione UE in Kossovo.
Da segnalare anche la fornitura di materiale bellico in senso ampio, per il
valore di 3,4 milioni alla Forze Armate libanesi…
L’intero blocco delle nuove autorizzazioni e proroghe al 31 dicembre ha
implicato un aggravio complessivo della spesa pubblica pari a 26,8 milioni,
portando ad oltre 50 milioni l’entità dello sfondamento delle dotazioni del
fondo “ad hoc” della finanziaria per le missioni militari all’estero.
Carabinieri a Baghdad, e militari in
Sudan?
«Rivista Italiana di Difesa» dell’ottobre 2007 nella rubrica “Obiettivo
Italia” curata da Germano Dottori scrive: «Non ha certamente contribuito a
distendere i rapporti tra le forze della maggioranza neanche l’annuncio della
decisione del Governo di disporre l’invio di un contingente di quaranta
Carabinieri istruttori a Baghdad, con il compito di contribuire
all’addestramento delle forze di sicurezza del nuovo Stato iracheno. […] Nessuna
novità, invece, è finora maturata in relazione al Darfur, teatro sul quale
Francia e Gran Bretagna paiono intenzionate a promuovere un intervento delle
proprie Forze Armate. Secondo l’ammiraglio Di Paola, intervenuto al riguardo il
5 settembre, lo Stato Maggiore della Difesa non avrebbe infatti ricevuto alcun
input dal Governo, che starebbe facendo ancora le proprie valutazioni circa
l’opportunità o meno di avviare un nuovo impegno militare.»
Rinforzi in Afghanistan, Bilancio della
Difesa, “sindrome dei Balcani”…
Il primo fatto “nuovo” prodottosi in Parlamento alla ripresa dei lavori è
senza dubbio l’intervento con il quale, il 12 settembre, il Ministro Parisi ha
comunicato alle Commissioni Esteri e Difesa della Camera la decisione del
Governo di potenziare il contingente italiano di stanza in Afghanistan con
l’invio di altri 250 uomini.
Il rinforzo giungerà in teatro entro la fine dell’anno, per rimanervi otto mesi
in corrispondenza con le responsabilità che l’Italia si accinge ad assumere a
Kabul, dove ad un generale italiano verrà affidato il Comando della Regione
Centrale afghana.
Vengono messi a disposizione, con il Disegno di legge finanziaria, approvato dal
Consiglio dei Ministri il 29 settembre cospicui fondi per la prosecuzioni delle
acquisizioni in corso, collegate alla partecipazione italiana ai principali
programmi multinazionali di produzione e di sviluppo di sistemi d’arma: 3.904
milioni di euro per i prossimi 5 anni per l’aereo di combattimento europeo
Eurofighter TYPHHON, 770 milioni alle due fregate FREMM, un lotto di
10/12elicotteri EH-101, la prosecuzione del programma aereo-spaziale satellitare
SICRAL 2 e quello denominato “Soldato Futuro” che prevede la completa
digitalizzazione delle forze anfibie e terrestri nazionali, nonché l’acquisto da
parte dell’Aereonautica Militare di un primo lotto di quindici M-346 di Alenia
Aermacchi…
Il 9 ottobre sono presentati nuovi dati sulla “sindrome dei Balcani”, nel
decennio compreso tra il ‘96 e il ‘06 avrebbero sviluppato gravi malattie 255
militari italiani già impiegati oltremare, compresi i 37 deceduti: nel solo 2006
si sono registrati 97 nuovi ammalati e nove decessi.
Molto elevato è risultato anche il numero dei soldati che nello stesso decennio
considerato hanno contratto patologie tumorali senza avere sostenuto alcun ciclo
operativo all’estero: 1.427!
Sebbene tra le file governative nessuno osi affermarlo esplicitamente il
fenomeno è legato all’esposizione alla polveri di uranio impoverito, cui fanno
le spese i territori e le popolazioni che subiscono la presenza militare
italiana negli scenari di guerra e sul territorio “italiano”.
Maggiore impegno in Afghanistan=Di Paola
ai vertici del Comando Militare della NATO
Il 14 novembre, l’ammiraglio di Paola è stato nominato alla guida del
Comitato Militare della Nato, “battendo” il candidato polacco, alla quale non ha
giovato il recente cambio di maggioranza verificatosi a Varsavia, dove ora è al
potere un esecutivo per così dire più “europeista” e leggermente vicino a
Washington.
A questo riguardo è interessante riportare ciò che ha scritto sul numero di
dicembre di «Rivista Italiana di Difesa» Germano Dottori sulla rubrica
“Obiettivo Italia”: «non ha certamente contribuito a rasserenare il clima
neanche l’esito degli incontri del Ministro della Difesa a Washington. Il 30
ottobre, infatti, Parisi avrebbe garantito a Robert Gates e Stephen Hadley
l’incremento quantitativo e qualitativo dell’impegno militare italiano in
Afghanistan, confermando che il nostro paese assumerà la guida della Regione di
Kabul nei primi otto mesi del 2008. Agli americani sarebbe stato chiesto di non
enfatizzare mediaticamente il coinvolgimento dei nostri militari nelle
operazioni di combattimento che si renderanno eventualmente necessarie.
Di contro, Parisi avrebbe chiesto il sostegno di Washington alla candidatura
dell’Ammiraglio Di Paola ai vertici del Comitato Militare della NATO»
Ancora sul Bilancio Difesa 2008…
Il bilancio difesa approvato non comprende alcune situazioni in rapida
evoluzione su cui il Governo dovrà esprimersi con l’invio di un contingente
militare più consistente come in Kossovo, per il quale è stato già approntato
uno dei battaglioni di riserva che il comando KFOR, sotto guida italiana
potrebbe essere “costretto” a richiedere, o l’Afghanistan, da cui arrivano
richieste pressanti da Bruxelles, o il Darfur, per il quale potrebbe essere
inviato se non un contingente terrestre, almeno una missione di supporto
logistico e/o operativo.
L’approccio multinazionale e multidisciplinare la fa da padrone, ne sono un
esempio i moltissimi impegni presi con l’ONU, la UE e la NATO, nonché la
partecipazione ad una infinità di forze multinazionali.
L’azienda italo-francese Edison in
corsa per il gas iracheno |
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