Proposta di mobilitazione per la
sentenza di primo grado per i fatti di Genova 2001
Alcuni compagni solidali con gli imputati al processo per i fatti del luglio
2001 a Genova si sono incontrati per la prima volta sabato 22 Settembre 2007
per discutere i contenuti e le forme di mobilitazione riguardanti la
sentenza di primo grado. Un secondo incontro si è poi svolto domenica 14
ottobre a Genova. Sebbene in ritardo rispetto alla tempistica processuale
che riguarda gli imputati per le giornate del luglio 2001, contestualizzando
il corso degli avvenimenti e delle lotte degli ultimi 6/7 anni,si può e si
deve riconoscere già un percorso che si identifica nella critica e nella
pratica di opposizione radicale a questo sistema.
Da Seattle a Genova centinaia di migliaia di persone sono scese per le
strade dando vita ad una rivolta che ha posto in maniera chiara il proprio
rifiuto alle attuali condizioni di vita imposte dalle politiche mondiali.
Le ragioni che hanno portato in piazza 300.000 persone a manifestare contro
il G8 sono le stesse che ci spingono a mobilitarci tuttora contro la guerra,
la devastazione ambientale, il carcere e la precarietà sociale…
Chi processa i compagni imputati per la propria partecipazione attiva a
quelle giornate vuole innanzitutto stravolgere e rimuovere il significato
politico di quel “movimento” e le ragioni che lo ispirano, mentre chi li
sostiene vuole difendere con essi i contenuti e le pratiche espresse in quei
giorni.
L’opera della magistratura è in ideale continuità con la pratica delle forze
dell’ordine che si sono accanite contro i manifestanti: a noi non
interessano le differenze tra “buoni” e “cattivi” che sono proprie dei
politicanti e della magistratura, utili solo a creare divisioni per
garantirsi un maggiore controllo.
L’azione diretta non delegata, né sponsorizzata da alcuna organizzazione
istituzionale, qualunque forma assuma rimane per i nostri fini di
trasformazione dell’esistente la più opportuna e la più efficace: è questo
il portato dell’opposizione agli ultimi vertici internazionali, così come
questa estate in Germania, passando per l’11 marzo dell’anno scorso a Milano
e a Torino nel 2005.
Riteniamo che in piena continuità con questo percorso si pongano le
iniziative da mettere in cantiere contro il prossimo incontro di tutti i
ministri della difesa del mediterraneo che si terrà prossimamente a Cagliari
e il G8 del 2009 alla Maddalena.
Le discussioni, avvenute in questi due incontri, hanno riguardato anche il
panorama di alcuni processi “politici” in corso e il significato che hanno
assunto certe sentenze specifiche per “concorso in devastazione e
saccheggio” e per “associazione sovversiva”.
Il “concorso morale in devastazione e saccheggio” è stato usato con il fine
di criminalizzare la presenza ad una iniziativa di piazza, mentre
l’associazione sovversiva è stata usata per colpire sulla base della
semplice conoscenza e frequentazione tra compagni, realtà politiche
extra-parlamentari.
Questo è parte di uno scenario repressivo più ampio che tende a disconoscere
la legittimità alle forme di lotta più incisive e alle esperienze di
cooperazione più minacciose, mentre incentiva le forme di collaborazione a
tutti i livelli con lo stato, i suoi apparati e le sue articolazioni.
Siamo convinti che un movimento che non si rivendichi i propri compagni
sotto processo non possieda gli anticorpi per andare da nessuna parte, non
lasciamo che il potere imponga i suoi “giudizi” stravolgendo la natura delle
lotte passate e presenti, e ponga delle forti ipoteche su quelle future.
Abbiamo pensato quindi di organizzare il prossimo incontro per il 4 novembre
a Genova alle 14.O0 al Centro di Documentazione Borgorosso sito in Piazza
Pinelli per discutere delle seguenti proposte già “in cantiere” e altre
eventuali:
- Varie iniziative locali in previsione della sentenza, gestite
autonomamente da coloro che decidono di farle secondo le proprie modalità
- Una assemblea nazionale da tenersi a Genova con data da definire per il
mese di Novembre dove saranno invitate le varie realtà che sono state
colpite da manovre repressive e quelle interessate a costruire la
mobilitazione per la sentenza
- Un manifesto stampato
- Un corteo a Genova in prossimità della sentenza
I partecipanti
all’Assemblea del 14 ottobre a Genova
Nel frattempo, la giustizia borghese sta facendo il suo corso: Il
pubblico ministero Anna Canepa e Andrea Canciani coerenti con la linea di
colpire duro per farsi notare e raggiungere qualche alto grado da ricoprire,
hanno chiesto complessivamente per i 25 imputati 225 anni di carcere.
Lasciamo ad ogni singola persona riflettere su quanto assurda sia questa
richiesta di condanna e rilanciamo ancora una volta l’esigenza di farsi
sentire nei giorni prossimi contro l’ingiustizia che la magistratura impone. |