SENZA CENSURA N.24

novembre 2007

 

Proposta di mobilitazione per la sentenza di primo grado per i fatti di Genova 2001

Alcuni compagni solidali con gli imputati al processo per i fatti del luglio 2001 a Genova si sono incontrati per la prima volta sabato 22 Settembre 2007 per discutere i contenuti e le forme di mobilitazione riguardanti la sentenza di primo grado. Un secondo incontro si è poi svolto domenica 14 ottobre a Genova. Sebbene in ritardo rispetto alla tempistica processuale che riguarda gli imputati per le giornate del luglio 2001, contestualizzando il corso degli avvenimenti e delle lotte degli ultimi 6/7 anni,si può e si deve riconoscere già un percorso che si identifica nella critica e nella pratica di opposizione radicale a questo sistema.
Da Seattle a Genova centinaia di migliaia di persone sono scese per le strade dando vita ad una rivolta che ha posto in maniera chiara il proprio rifiuto alle attuali condizioni di vita imposte dalle politiche mondiali.
Le ragioni che hanno portato in piazza 300.000 persone a manifestare contro il G8 sono le stesse che ci spingono a mobilitarci tuttora contro la guerra, la devastazione ambientale, il carcere e la precarietà sociale…
Chi processa i compagni imputati per la propria partecipazione attiva a quelle giornate vuole innanzitutto stravolgere e rimuovere il significato politico di quel “movimento” e le ragioni che lo ispirano, mentre chi li sostiene vuole difendere con essi i contenuti e le pratiche espresse in quei giorni.
L’opera della magistratura è in ideale continuità con la pratica delle forze dell’ordine che si sono accanite contro i manifestanti: a noi non interessano le differenze tra “buoni” e “cattivi” che sono proprie dei politicanti e della magistratura, utili solo a creare divisioni per garantirsi un maggiore controllo.
L’azione diretta non delegata, né sponsorizzata da alcuna organizzazione istituzionale, qualunque forma assuma rimane per i nostri fini di trasformazione dell’esistente la più opportuna e la più efficace: è questo il portato dell’opposizione agli ultimi vertici internazionali, così come questa estate in Germania, passando per l’11 marzo dell’anno scorso a Milano e a Torino nel 2005.
Riteniamo che in piena continuità con questo percorso si pongano le iniziative da mettere in cantiere contro il prossimo incontro di tutti i ministri della difesa del mediterraneo che si terrà prossimamente a Cagliari e il G8 del 2009 alla Maddalena.
Le discussioni, avvenute in questi due incontri, hanno riguardato anche il panorama di alcuni processi “politici” in corso e il significato che hanno assunto certe sentenze specifiche per “concorso in devastazione e saccheggio” e per “associazione sovversiva”.
Il “concorso morale in devastazione e saccheggio” è stato usato con il fine di criminalizzare la presenza ad una iniziativa di piazza, mentre l’associazione sovversiva è stata usata per colpire sulla base della semplice conoscenza e frequentazione tra compagni, realtà politiche extra-parlamentari.
Questo è parte di uno scenario repressivo più ampio che tende a disconoscere la legittimità alle forme di lotta più incisive e alle esperienze di cooperazione più minacciose, mentre incentiva le forme di collaborazione a tutti i livelli con lo stato, i suoi apparati e le sue articolazioni.
Siamo convinti che un movimento che non si rivendichi i propri compagni sotto processo non possieda gli anticorpi per andare da nessuna parte, non lasciamo che il potere imponga i suoi “giudizi” stravolgendo la natura delle lotte passate e presenti, e ponga delle forti ipoteche su quelle future.
Abbiamo pensato quindi di organizzare il prossimo incontro per il 4 novembre a Genova alle 14.O0 al Centro di Documentazione Borgorosso sito in Piazza Pinelli per discutere delle seguenti proposte già “in cantiere” e altre eventuali:

- Varie iniziative locali in previsione della sentenza, gestite autonomamente da coloro che decidono di farle secondo le proprie modalità
- Una assemblea nazionale da tenersi a Genova con data da definire per il mese di Novembre dove saranno invitate le varie realtà che sono state colpite da manovre repressive e quelle interessate a costruire la mobilitazione per la sentenza
- Un manifesto stampato
- Un corteo a Genova in prossimità della sentenza

I partecipanti all’Assemblea del 14 ottobre a Genova

Nel frattempo, la giustizia borghese sta facendo il suo corso: Il pubblico ministero Anna Canepa e Andrea Canciani coerenti con la linea di colpire duro per farsi notare e raggiungere qualche alto grado da ricoprire, hanno chiesto complessivamente per i 25 imputati 225 anni di carcere. Lasciamo ad ogni singola persona riflettere su quanto assurda sia questa richiesta di condanna e rilanciamo ancora una volta l’esigenza di farsi sentire nei giorni prossimi contro l’ingiustizia che la magistratura impone.



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