SENZA CENSURA N.24

novembre 2007

 

Progetti USA per il Venezuela

“Rivoluzione Arancione” in stile ucraino e iugoslavo come piano di destabilizzazione made in USA

 

Di Eva Golinger*

 

Negli ultimi giorni il Venezuela è oggetto di una vasta operazione di destabilizzazione che ha come obiettivo il rovesciamento del governo del presidente Chávez e preparare il terreno a un intervento internazionale. Questo piano segue una traccia che è stata già messa in pratica negli anni precedenti in altri paesi come la Iugoslavia per rovesciare Milosevic o l’Ucraina con il fenomeno chiamato “rivoluzione arancione”. E’ servito anche in Georgia nella “rivoluzione di velluto”. Il copione, che è stato scritto dallo statunitense Gene Sharp, fondatore dell’Istituto Albert Einstein, promuove l’uso della resistenza civile non violenta per provocare cambiamenti radicali nella politica di un paese. Ma il manuale di Sharp di fatto contiene quasi 200 azioni e strategie di destabilizzazione sociale, politica ed economica, e include scioperi, manifestazioni di piazza, l’uso di internet per costruire un movimento (o far apparire che il movimento ha forza e appoggio) e il non riconoscere un governo come legittimo per sovvertire la sovranità del paese e aprire la strada ad un intervento internazionale. Queste tattiche tra le altre sono state utilizzate con successo da organizzazioni guidate da giovani in Iugoslavia, Georgia e Ucraina, sono state finanziate dal dipartimento di Stato USA e propiziate da Gene Sharp e dal suo collega Peter Ackerman.
Ackerman, alunno di Sharp, è attualmente presidente di Freedom House, entità finanziata dal dipartimento di stato che “promuove la democrazia” nel mondo alla maniera statunitense, e che in Venezuela ha aperto una sede nel Settembre del 2004 giustamente dopo il fallimento del referendum revocatorio contro il Presidente Chávez. Peter Ackerman ha assunto il suo incarico nella Freedom House rimpiazzando James Woosley, ex direttore della CIA, e che precedentemente rappresentava la facciata dell’intelligence e delle forze di sicurezza statunitensi. Anche Ackerman è membro fondatore dell’International Centre for Non-Violent Conflict, organizzazione che ha prodotto i documentari, “Rovesciando un dittatore” e “Rivoluzione arancione”, film che narrano le esperienze in Iugoslavia e Ucraina, e due libri “Il conflitto strategico non-violento” e “La forza più potente”.
Anche Ackerman lavora a contatto con l’organizzazione CANVAS (Center for Applied Non-Violent Action and Strategies) che è il nuovo volto di OTPOR (‘resistenza’ in serbo), l’organizzazione di giovani finanziati dal Dipartimento di Stato che sono riusciti a rovesciare Milosevic. Nella pagina web di CANVAS, c’è attualmente una sezione dedicata agli “attuali campi di battaglia” (si veda http://www.canvasopedia.org/content/battlefield/live.htm), dove segnalano il Venezuela come uno dei tre campi di battaglia dove stanno lavorando (gli altri sono Ucraina e Zimbawe). Nella pagina web, sono inclusi anche una lista estesa di armamenti che si stanno utilizzando in questi differenti campi di battaglia e che stanno lavorando insieme con organizzazioni sociali e politiche dei rispettivi paesi.
Anche l’Istituto Albert Einstein segnala nella sua ultima informativa del 2006 (si veda www.einstein.org – n.d.t. ora non in linea) che hanno organizzato una serie di laboratori e sessioni di lavoro con membri di OTPOR della Iugoslavia e gruppi venezuelani di opposizione, per appoggiare i loro piani per rovesciare il presidente Chávez. Sicuramente l’Istituto Albert Einstein sta lavorando con diversi spezzoni venezuelani dall’anno 2003.
Queste organizzazioni statunitensi, con il Freedom House e la sua sede in Venezuela, e con i milioni di dollari versati dal dipartimento di Stato per appoggiare le loro azioni, si sono messi all’opera con settori dell’opposizione venezuelana - che includono giovani - per cercare di creare un’altra “rivoluzione colorata” qui da noi. Questa ultima settimana è stata la prova che questo piano è in atto. Gruppi come la ORVEX (organizzazione di venezuelani auto-esiliati negli USA), Ofensiva Ciudadana e il Comando de Resistencia Nacional, stanno cercando di applicare il piano “Gene Sharp” per creare caos e insicurezza nel paese, provocando la repressione e giustificando in questo modo l’intervento straniero. Con le loro azioni di guarimbas (n.d.t. azioni di sabotaggio e provocazione con gruppi che scendono in strada a fare blocchi stradali e scontri con la polizia) e violenza (1) nelle strade, utilizzando il volto simpatico dei giovani venezuelani, sono riusciti a captare e a manipolare l’opinione pubblica mondiale, ottenendo il risultato che organismi multilaterali come la OEA (n.d.t. Organizzazione degli Stati Americani) e la Comunità Europea, tanto come il governo degli USA e associazioni internazionali per i diritti umani emettessero dichiarazioni critiche al governo venezuelano e che appoggiassero i gruppi de-stabilizzatori.

Nonostante non siano riusciti nei loro intenti questa volta, le prove dimostrano che continueranno a cercare di applicare queste tattiche per ottenere un maggiore appoggio internazionale, per avere forza per colpire nuovamente la democrazia venezuelana e il benessere del popolo. Per la difesa della nazione sarebbe saggio porre fine alle azioni dei gruppi come Freedom House e l’Istituto Repubblicano Internazionale (IRI) che servono da facciata per il Dipartimento di Stato e la CIA e operano liberamente qui nel paese.

(Il seguente è un estratto del Capitolo 9 “Spionaggio e Sabotaggio” del libro “Bush vs. Chávez: La Guerra de Washington Contra Venezuela” Eva Golinger, Monte Avila Editores 2006)
“Un’altra delle principali minacce che affronta oggi la nazione Andina è l’infiltrazione di migliaia di paramilitari colombiani che attraversano le frontiere, molti di loro con una sola missione: assassinare il presidente Chávez. Questa idea può sembrare ridicola o fantasiosa per alcuni, ma in Venezuela costituisce una minaccia reale. Nel maggio del 2004 sono stati arrestati più di 80 paramilitari colombiani in una fattoria situata nelle vicinanze di Caracas e di proprietà di un cubano-venezuelano, Robert Alonso, che pianificavano l’omicidio del presidente Chávez. Pochi mesi prima, Alonso, attualmente autoesiliatosi a Miami, aveva fatto un appello alla disobbedienza civile generalizzata e alla violenza in tutto il paese in qualche cosa che chiamò guarimba, con l’intenzione di provocare reazioni repressive delle forze statali e che avrebbero poi giustificato una denuncia per violazione dei diritti umani e mancanza di ordine costituzionale. La guarimba è un concetto che fu creato con l’aiuto dell’Istituto Albert Einstein (AEI) altra entità statunitense finanziata dal Dipartimento di Stato con un nome molto ingannevole.
La AEI è diretta da Gene Sharp, un autotitolato esperto di quello che lui stesso chiama “difesa non violenta” o meglio detto “cambio di regime”. Le sue metodologie sono state studiate e utilizzate dai movimenti di opposizione in Birmania, Thailandia, in Tibet, Bielorussia, Serbia, Zimbawe e Venezuela. In un informativa annuale del 2004 di questa istituzione, la nazione sudamericana del Venezuela viene indicata attualmente come una di quelle in cui si stanno realizzando azioni:
‘I venezuelani che si oppongono a Chávez si sono riuniti con Gene Sharp e altri membri della AEI per analizzare il deterioramento della situazione politica in questo paese. Allo stesso modo hanno discusso delle opzioni che hanno i gruppi di opposizione per promuovere efficacemente una lotta senza violenza. Queste incontri hanno portato a una consulta nazionale nell’Aprile del 2003. La consulta di nove giorni di durata è stata diretta da Robert Helvey e Chris Miller a Caracas per i militanti dell’opposizione venezuelana. L’obiettivo era di offrire la capacità a sviluppare una strategia non violenta destinata a ristabilire la democrazia in Venezuela. Tra i partecipanti erano inclusi membri di partiti politici e sindacati, leaders di organizzazioni non governative e attivisti indipendenti (..) Helvey ha presentato un corso di formazione sulla teoria, l’applicazione e la pianificazione della lotta strategica non violenta. Con lui i partecipanti si sono resi conto della importanza della pianificazione strategica per vincere gli attuali risvolti della campagna di opposizione contro Chávez. Ofensiva Ciudadana, un gruppo per la democrazia in Venezuela, ha sollecitato e organizzato questo laboratorio che ha permesso di avere stretto contatto con i venezuelani e di rinnovare le richieste per fare altri incontri in futuro.
Quanta amabilità quella dell’Istituzione Albert Einstein nell’aiutare l’opposizione venezuelana a trovare forme nuove e ingegnose per rovesciare Chávez. Robert Helvey, il ‘consulente’ inviato dall’AEI a Caracas per insegnare all’opposizione a sviluppare nuove strategie per il cambio di regime in Venezuela, è in realtà un colonnello ritiratosi dall’esercito statunitense, educato nel Comando dell’Esercito degli Stati Uniti, e nella scuola superiore dello stato maggiore e nella scuola superiore di guerra della marina degli Stati Uniti. Sebbene la biografia del colonnello Helvey indica che attualmente è un ‘consulente di pianificazione strategica per le organizzazioni non governative che promuove riforme politiche non violente tra i movimenti per la democrazia’, in realtà è un esperto in conflitti di bassa intensità, nella guerra asimmetrica e nei cambi di regime.
In una delle molte dichiarazioni pubbliche, Robert Alonso ha menzionato con orgoglio il fatto che stava sfruttando l’opportunità di una ‘consulenza internazionale speciale del dottor Gene Sharp, un esperto in materia con uno sguardo alle implementazioni dei suoi prossimi piani e strategie che mirano a ‘rovesciare il regime di Chávez’.
Appena alcuni mesi dopo della visita del colonnello Helvey a Caracas, Alonso e il suo gruppo hanno realizzato le guarimbas nel Febbraio del 2004, con il risultato di diversi morti e feriti e l’apparizione di zone di instabilità in tutto il paese. Sfortunatamente il piano internazionale dell’“esperto” è durato solo 4 giorni, dal 27 di Febbraio al primo di Marzo del 2004 come risultato delle misure prese dalle autorità e dai cittadini venezuelani che non vogliono appoggiare atteggiamenti tanto atroci”.

Eva Golinger
Giugno 2007
 

*avvocata giornalista venezuelano-statunitense

 

 

Note

 

(1) nel maggio del 2007 ad esempio è stata anche attaccata l’ambasciata boliviana a Caracas con una bomba artigianale dal gruppo di destra “Romulo Gallegos” che nel comunicato recitava che “E’ arrivata l’ora!”

 



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