SENZA CENSURA N.23

luglio 2007

 

G8 a Heiligendamm 2007

Un resoconto e una breve valutazione

 

Questa valutazione non è il prodotto di discussione approfondita ma sono impressioni “a caldo” di alcuni compagni che hanno passato la scorsa settimana a Rostock. Sicuramente si svilupperanno nelle prossime settimane dibattiti ed analisi più profonde che porteranno ad un bilancio e, speriamo, anche ad una prospettiva. Per ora vi inviamo questo per dare un’idea di cosa è successo a coloro che non hanno potuto partecipare a questa mobilitazione.

 

Il vertice dei G8, dal punto di vista delle autorità, avrebbe dovuto diventare il più grande impiego di forze di polizia nella storia della Repubblica Federale Tedesca. 18.000 poliziotti da tutte le parti della Germania sono stati dispiegati nel mar Baltico, l’esercito tedesco ha assunto il compito di tutelare lo spazio aereo e il Baltico intorno a Heiligendamm, inoltre la Bundeswehr ha sostenuto le forze di polizia con carri di ricognizione e telecamere in grado di percepire le variazioni termiche. Il luogo del convegno dei G8 è stato isolato tramite un recinto lungo 12 km con solo due strade d’accesso previste per il transito dei partecipanti al vertice. Già 3 settimane prima che il vertice iniziasse le forze dell’ordine hanno “visitato” più di 40 case e collettivi di attivisti. Ma nonostante questa gigantesca macchina repressiva le attività contro il vertice sono state un pieno successo e i responsabili per l’enorme dispiegamento di forze d’ordine hanno dovuto testimoniare come il loro progetto sia stato spazzato via.

Gli oppositori del vertice hanno costruito tre campeggi intorno a Heiligendamm, ciascuno ospitava migliaia di persone che ci hanno vissuto, discusso, organizzato e festeggiato. Da questi campeggi sono partite le singole azioni contro il vertice, qui si sono svolte numerose discussioni e riunioni, si sono sviluppate le analisi della situazione e i programmi per i passaggi successivi. I campeggi sono stati allestiti in modo che la stragrande maggioranza dei compagni presenti avrebbe potuto raggiungere le mobilitazioni garantendo così una grande partecipazione alle singole attività.

Sabato si è tenuta la grande manifestazione a Rostock. 100.000 persone suddivise in due cortei sono scese in piazza a Rostock. Durante il corteo stesso non si sono verificati né scontri né provocazioni della polizia. Quando, però, i cortei si sono uniti al Stadthafen per il presidio finale la polizia ha cominciato ad attaccare aspramente la manifestazione dopo un attacco a una delle loro macchine; questo ha avuto come conseguenza massicci scontri durante i quali sono stati impiegati lacrimogeni e idranti contro il corteo, in cui sono rimasti feriti più di 500 manifestanti ma quasi lo stesso numero di poliziotti. Alla fine siamo riusciti con dei cordoni di manifestanti a proteggere la manifestazione e il concerto tenendo fuori la polizia dal luogo dove si è tenuto il presidio senza dover annullare tutto lo spettacolo.

Gli scontri ovviamente hanno scatenato le solite discussioni sulla violenza all’interno di vari gruppi. Rappresentanti/e del movimento per la pace e di Attac hanno richiesto il ritiro dei gruppi pacifisti dall’ “alleanza” promotrice per le giornate seguenti. Fortunatamente la base di queste organizzazioni ha contrastato un tale passo e dichiarato che sarebbero rimasti nell’alleanza. Questa decisione della base ha impedito la spaccatura del movimento all’ultimo momento.

La domenica è stata la giornata dell’agricoltura, si sono svolte proteste contro la politica dell’agricoltura e della pesca dei G8 e per un cambiamento radicale della economia agraria. L’apertura della giornata è stata sotto la Facoltà dell’Agricoltura e dell’Ambiente presso l’università di Rostock da lì è partito un corteo sotto lo slogan “Resistenza è fertile”. Il presidio finale ha avuto luogo nel centro di Rostock con relatori internazionali. Le provocazioni da parte della polizia sono, più o meno, state ignorate.

La mobilitazione del lunedí aveva come slogan Libertà di Movimento e Diritti Uguali per Tutti. Era prevista una manifestazione di massa contro razzismo a Rostock. Le forze d’ordine hanno, sin dall’inizio, ostacolato il corteo con diverse angherie per poi, dopo circa 100 metri, bloccarlo definitivamente con idranti e “sgombratori”. A causa del gran numero d’immigrati con il permesso di soggiorno “incerto” presenti al corteo, i manifestanti hanno rinunciato alla militanza per far valere il loro diritto di manifestare. Dopo diverse ore di trattative con gli sbirri il corteo è stato cancellato dagli organizzatori. Il messaggio delle forze dell’ordine per questa giornata era ben chiaro: vendetta per sabato.

Martedì è stata la giornata contro guerra, militarizzazione e tortura. Si sono tenuti diversi presidi e cortei iniziando sotto Caterpillar, una ditta che produce le macchine che vengono usate nei territori occupati in Palestina fra altro per demolire le case. Sotto la EADS, seconda azienda mondiale per grandezza tra le produttrici di armamenti, si è tenuto un altro presidio. Dalla EADS è partito un corteo verso il porto militare di Warnemünde. In testa al corteo si è formato un blocco di “Detenuti di Guantanamo” in tute color arancione. Il presidio finale era caratterizzato da contributi internazionali tenuti da rappresentanti di organizzazioni e movimenti del Giappone, dell’Italia, della Grecia, degli Stati Uniti, della Russia e di molti altri paesi.

Martedì pomeriggio si è tenuto spontaneamente un presidio all’aeroporto di Rostock-Laage dove era previsto l’atterraggio di George W. Bush. A dispetto delle massicce angherie da parte della polizia come lo sbarramento totale dell’autostrada e la cancellazione di tutti i mezzi pubblici più di mille compagni sono riusciti ad arrivare al luogo del presidio a 30 km da Rostock. Intorno all’aeroporto vi erano presenti migliaia di sbirri, carri armati dell’esercito e sgombratori preparati ad attaccare la manifestazione. A causa di questo stato d’assedio siamo riusciti a riportare tutti i partecipanti ai campeggi solo nella tarda notte.

Per mercoledì erano previste due attività di massa. Il programma prevedeva di bloccare e di manifestare partendo da quattro punti intorno all’aeroporto per dar il “benvenuto” ai partecipanti del G8, dall’altro lato rompere il divieto di manifestare intorno al recinto di Heiligendamm e di bloccare le due strade d’accesso. Le attività intorno all’aeroporto erano poche vista la stragrande presenza delle forze di polizia e militari. Alcuni compagni sono però riusciti a bloccare l’autostrada mentre una delegazione stava andando verso Heiligendamm. Ma tutto sommato non siamo riusciti a svolgere grandi iniziative intorno all’aeroporto Rostock-Laage, anche se la nostra presenza ha per lo meno costretto la polizia a impiegare più di 2000 sbirri che non potevano agire intorno a Heiligendamm.

Le iniziative intorno al recinto a Heiligendamm invece sono state un pieno successo. Il progetto preparato per quasi due anni ha funzionato e le forze dell’ordine hanno dovuto guardare più o meno perplessi come più di 10.000 manifestanti hanno invaso la “zona vietata” bloccando tutte le vie d’accesso. Non era più possibile raggiungere il luogo del convegno via terra, bisognava portare le delegazioni, il personale per l’infrastruttura e i rappresentati via nave a Heiligendamm. Una procedura che ha causato enormi ritardi. Anche il fatto che in qualche posto la polizia sia riuscita a disperdere gli attivisti usando gli idranti non ha portato alla liberazione delle strade d’accesso. Più di 1.000 attivisti hanno bloccato le strade anche di notte.
Le strade sono rimaste bloccate anche Giovedì. Per tutta la giornata Heiligendamm era tagliata completamente fuori dal mondo. Barricate incendiate e sit-in si sono alternati – il progetto di bloccare tramite diversissime attività in modo di permettere a un vasto spettro di partecipare ha funzionato. L’obiettivo di bloccare il vertice e far sapere a tutto il mondo che non li vogliamo è stato raggiunto, il progetto per il “Block G8” non aveva mai previsto l’assalto dell’albergo dove si è tenuto il vertice, si poteva dunque dichiarare “mission completed”. Abbiamo raggiunto la meta - tutti insieme senza che i protagonisti si siano fatti spaccare tra “buoni” e “cattivi”.
Anche giovedì la polizia ha tentato invano di sgomberare qualche barricata con sgombratori e idranti: le strade d’accesso sono rimaste chiuse.

Solo venerdì quando i padroni del G8 si sono fatti accompagnare dagli elicotteri all’aeroporto per partire gli attivisti si sono ritirati. Venerdì si è tenuto il presidio finale delle giornate contro il G8 a Rostock: è stata più che altro una grande festa.

Ovviamente ci sono stati tanti arresti, fermi, e persone ferite gravemente. I fermi sono stati più di 1.000, alcuni sono stati rinchiusi per tutta la settimana. Gli sbirri hanno installato “centri di accoglienza” con gabbie tipo Guantanamo per gli arrestati. Tribunali convocati per direttissima hanno condannato gli accusati a pene fino a 10 mesi.
Ci sembra, però, nonostante i feriti, gli arrestati e tutti quelli che hanno dovuto sentire l’ignoranza del potere che questi 7 giorni a Rostock siano stato un pieno successo. Nonostante il più grande impiego di forze di polizia nella storia della RFT, i tentativi di spaccare il movimento, gli inutili dibattiti sulla violenza, tutti gli ostacoli di ogni genere imposti prima e durante il vertice e la massiccia repressione siamo riusciti a disturbare il vertice percettibilmente. Nei campeggi si sono realizzate innumerevoli discussioni sul piano internazionale. Speriamo che da queste esperienze si sviluppi una collaborazione internazionale tra i diversi movimenti. In Germania siamo, dopo molti anni, riusciti a contrastare divieti e arbitrio della polizia. Speriamo che questo processo non si fermi, ma anzi che vada avanti basandosi sulle esperienze fatte sia in quei giorni che nella preparazione delle attività. Vedremo nei prossimi mesi se riusciremo a realizzare queste speranze.

Alcuni compagni presenti a Rostock
durante la settimana di resistenza contro il G8



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