Per lo sviluppo di un percorso di
lotta contro l’istituzione carceraria, la tortura dell’isolamento, la
differenziazione e il 41 bis
Nelle ultime riforme carcerarie, la differenziazione, che ne costituisce il
principio cardine, ha conosciuto un ulteriore approfondimento. Con la logica
differenziatrice, che poggia sulla coppia premio-punizione, lo stato tenta
di frammentare ancora di più la solidarietà all’interno e fra l’interno e
l’esterno. Inoltre incentiva la costruzione e la privatizzazione di altre
strutture punitive “satellite” (comunità, OPG, CPT…) gestite da privati,
dalla Chiesa o dalla Crocerossa che aumentano “l’offerta” e quindi la
capillarità della carcerazione sociale. Quello che si profila è un sistema
carcerario “piramidale” con una base sempre più estesa e variegata ed un
vertice sempre più compartimentato e restrittivo.
Il 41 bis, i cui gradini immediatamente precedenti sono le sezioni a Elevato
Indice di Vigilanza e l’Alta Sicurezza, è la punta della piramide. Qui viene
codificato il massimo grado di isolamento, la totale esclusione dall’accesso
ai “benefici” e la sospensione dei diritti di base del prigioniero. In
concreto, ad essere attaccata è soprattutto la comunicazione con l’esterno,
il rapporto con il proprio essere sociale, la possibilità di un agire
collettivo e finanche individuale durante la fase processuale in quanto il
processo avviene in videoconferenza o “a distanza”.
Inoltre ostacolando il rapporto con i famigliari, attraverso le mille
angherie e in particolare il vetro divisorio eretto nei colloqui e riducendo
ai minimi termini la socialità con gli altri detenuti ed il contatto con
chiunque non sia una guardia, lo stato persegue il suo obiettivo dichiarato:
favorire il rinnegamento di sé stessi, della propria identità politica.
Con il 41 bis, lo Stato mira a formalizzare un rapporto di forza, a sé
favorevole, non solo all’interno del carcere ma anche all’esterno, per il
ruolo che svolge in un’ottica deterrente e terroristica, anche alla luce
della sua progressiva estensione, perfettamente in linea con altri strumenti
della controrivoluzione preventiva (parla per tutti l’art. 270 bis del CP)
espressione diretta del contesto di guerra dispiegata.
Negli ultimi mesi una serie di realtà, di collettivi, di compagni e
compagne, di anarchici e comunisti, provenienti da diverse città ed
esperienze di lotta stanno cercando di avviare un dibattito sul 41 bis e sui
possibili sviluppi di un percorso di lotta che ponga la differenziazione e
la tortura dell’isolamento al centro di una riflessione più ampia, capace di
uscire dal settorialismo ma anche di darsi una prima serie di obiettivi
immediati.
Il primo di questi è la convocazione di
un’assemblea generale
sabato 3 marzo 2007
ore 11.00, presso la “casa delle culture”, via San Crisogono 45 – Roma
articolata su due punti prioritari:
* Costruire una o più giornate di mobilitazione sotto il carcere dell’Aquila
e definire tempi e modalità anche del suo percorso di avvicinamento e di
altre eventuali proposte di lotta contro il carcere, la tortura
dell’isolamento, la differenziazione ed il 41bis. Il carcere dell’Aquila è
stato costruito di recente appositamente per rinchiudere prigionieri
sottoposti al 41 bis; fra i circa 150 prigionieri all’Aquila (su un totale
di 650 presenti in Italia) vi é una delle prime compagne a cui è stato
applicato il 41 bis.
* Socializzare strumenti di conoscenza e di lotta che aiutino ad affrontare
le difficoltà legate ai nuovi livelli raggiunti dalla repressione sia in
fase di inchiesta giudiziaria che detentiva e processuale.
compagni e compagne contro
la società carceraria |