Aggiornamenti sul processo agli
anarchici leccesi
L’udienza dell’8 febbraio 2007 è stata molto breve, almeno per gli imputati.
All’inizio, infatti è stata letta una dichiarazione collettiva che spiegava
i motivi politici per i quali gli anarchici salentini sono ancora detenuti;
subito dopo in segno di protesta gli imputati presenti, sia quelli ai
domiciliari che quelli a piede libero e l’esiguo pubblico presente, hanno
abbandonato l’aula in segno di protesta, dichiarando di disertare anche la
prossima udienza prevista per il 22 febbraio. Fuori dall’aula alcuni
compagni hanno divulgato la dichiarazione letta in aula. L’udienza è
proseguita con l’esame di un ennesimo testimone dell’accusa (altri due
testimoni non erano presenti), il capo digos di Reggio Emilia, interrogato
sulla manifestazione tenutasi contro l’allevamento Morini nel novembre 2003.
Secondo l’accusa durante il tragitto che avrebbero fatto alcuni anarchici
salentini per recarsi a S. Polo, ci sarebbero state delle telefonate
minacciose nei confronti di gestori e medici dell’ex Cpt “Regina Pacis”. Il
testimone però ha potuto solo dire che questo l’aveva appreso dalla digos di
Lecce.
Intanto si ricorderà che contro i domiciliari concessi a Salvatore e la
liberazione di Marina, avvenuti il 21 luglio scorso, il Pm aveva fatto
ricorso al riesame e tale ricorso era stato accolto. La difesa è ricorsa in
cassazione e l’udienza è stata fissata per il 20 febbraio. Salvatore così a
poche settimane dalla probabile fine del processo rischia di tornare in
carcere e Marina ai domiciliari, nonostante l’accusa si sgretoli volta per
volta. Ma l’esito del processo non sembra poter dipendere soltanto da ciò
che sta venendo fuori dal processo.
Per tale motivo chiediamo a tutti di sostenerci nelle prossime settimane sia
nelle iniziative che comunicheremo, sia in aula a partire dal 1 marzo e per
le udienze successive, in cui alcuni compagni intendono leggere delle
dichiarazioni individuali. Lecce è lontana, ma in questo momento stiamo
vivendo un difficile isolamento.
Anarchici salentini
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Dichiarazione davanti alla Corte
d’Assise del Tribunale di Lecce
Ne abbiamo sempre più consapevolezza.
L’intenzione di mettere da parte gli anarchici in qualsiasi modo è ormai
dichiarata anche in questa aula di tribunale, come avviene in numerose altre
Procure dello Stato, frutto di una precisa scelta del potere a livello
nazionale. Il mezzo dell’associazione sovversiva sarà servito ad intralciare
le nostre vite, interessi ed affetti, e ad ostacolare un percorso di lotta
che a Lecce ha cercato di essere realmente incisivo nel territorio, facendo
di fatto scontare una pena in maniera preventiva al di là che l’inchiesta
porti o non porti ad una condanna più o meno grave.
Con ostinato impegno ci si prodiga nel negare e reprimere ogni possibile
spazio di “socialità” in aula durante le pause delle udienze, fra chi di noi
è agli arresti domiciliari e chi imputato a piede libero, per mantenere i
compagni ristretti e isolati dal loro contesto sociale e affettivo. In tal
senso va interpretata anche la negazione di qualsiasi permesso lavorativo
nei riguardi sempre dei compagni agli arresti domiciliari, che permetterebbe
loro di autodeterminare le proprie esistenze.
Gli anarchici a Lecce si sono opposti alla esistenza intollerabile dei Cpt.
Ma poiché lo sfruttamento e la repressione sono i cardini di questa società,
lo Stato ha deciso di dar loro una lezione; il fatto che a gestire il Cpt
locale ci fossero personaggi molto potenti, ha acuito la vendetta.
Ma gli anarchici sono una scintilla che può essere contagiosa, perché amano
la libertà e non tollerano chi la vuole spegnere.
Nonostante tutti i vostri sforzi, le idee e la solidarietà non si possono
ingabbiare.
Per questi motivi oggi abbiamo deciso di abbandonare l’aula, e di disertare
la prossima udienza del 22 febbraio.
Lecce, 8 febbraio 2007
Alemanno Saverio, Capone Annalisa, D’Alba Andrea, De Carlo Massimo, De Mitri
Alessandro, Ferrari Marina, Paladini Cristian, Pellegrino Saverio, Prontera
Laura, Signore Salvatore |