Lettera della sezione di Elevato
Indice di Vigilanza del carcere S. Michele – Alessandria
I detenuti sottoposti a regime E.I.V. nel carcere di S. Michele, constatato
che si vive una situazione vessatoria e arbitraria che rompe quel clima di
solidarietà tra i carcerati. Da quando è istituita questa sezione, circa due
anni, le condizioni dopo le varie lotte sono quelle di isolamento totale.
Non abbiamo nessuna possibilità di effettuare attività sportive ricreative,
culturali, non ci è permesso frequentare la scuola, la biblioteca e corsi di
attività ricreativi, non esiste educativa e i benefici penitenziari,
declassificazioni sono lettera morta. Le ore d’aria di giorno sono quattro
in un passeggio-cubicolo 5x5, anticostituzionale per legge, e fanno di tutto
per privarci della nostra dignità personale, cosa che non possono riuscire
mai a fare, perchè noi lottiamo con tutte le nostre forze per fare valere
quelli che sono i diritti umani, che qui sono stati violati ogni giorno da
questa direzione. Qui siamo in sei persone in questa sezione di isolamento.
In più un compagno è sottoposto all’isolamento diurno dopo che è uscito dal
41 bis. Qui è privato di ogni diritto. Ad un altro compagno di nome Morabido,
con una invalidità dell’ottanta per cento, gli viene negata l’assistenza di
un piantone anche avendo avuto l’autorizzazione dal medico di codesto
carcere.
Questa è una tortura e un’ingiustizia da parte di questa direzione, perchè
siamo sottoposti da sempre a quella volontà di annullamento dell’individuo e
quindi l’oppressione del sopruso è palese. Le responsabilità vanno ricercate
senza ombra di dubbio nel volere della direzione del carcere. Qui sono
arrivati due nuovi compagni dal 41 bis. Dopo una lunga detenzione nel 41
bis, in cui hanno visto i loro figli diventare uomini da dietro un vetro
divisore, dicono che come è formato questo reparto sezione E.I.V. è peggio
del 41 bis. Un esempio banale: ci impongono persino la giornata in cui
dobbiamo fare i colloqui, cioè solo il lunedì, e tutto è a discrezione della
direttrice. Per le telefonate decide solo lei; se possiamo telefonare, come
se possiamo parlare con il magistrato di sorveglianza, che qui è
inesistente, come l’educatore e l’assistenza medica. Quindi qui alla sezione
E.I.V. non vengono applicate le leggi dell’ordinamento penitenziario. La
conclusione è che in questa sezione non c’è perfettamente niente. Di fatto
piccole “vittorie”, come avere libero accesso a tutte le attività sportive e
culturali ricreative, di certo non cambieranno questo posto che resta sempre
di tortura psicologica e punitiva per chi purtroppo si trova in questo
lager, ma il nostro quotidiano vivere subirà significativamente un
cambiamento in positivo, niente di più niente di meno, perchè la sola
libertà è uscire da queste mura.
Con questa lettera vorremmo rompere l’isolamento che ci circonda, per questo
facciamo affidamento su di voi e su tutti quelli che considerano il carcere
l’espressione più disumana e vigliacca di questa società. Auspichiamo che le
nostre condizioni se vi è possibile vengano rese pubbliche con la speranza
che ci sia informazione e sostegno, secondo le modalità che ognuno ritiene
più opportune. Queste nostre rivendicazioni possono apparire palesemente
riformiste ma è sicuro che per noi hanno un valore molto importante, perchè
per noi il carcere non è da riformare o da rendere più umano, ma solo da
abbattere.
Con questo salutiamo tutti e tutte, con la speranza che la vostra
solidarietà si faccia sentire.
Ci fa piacere che questa nostra possa girare ed essere pubblicata negli
opuscoli e riviste dei compagni.
I detenuti della sezione E.I.V. del carcere S. Michele (AL) |