SENZA CENSURA N.21

novembre 2006

 

Contro la riunione del consiglio della NATO a Rabat il 6 ed il 7 aprile 2006

 

Annahj Addimocrati e la PADS, due partiti della sinistra radicale marocchina, hanno organizzato un sit-in riuscito dinanzi al Parlamento (Rabat- Marocco).

Questa iniziativa, sostenuta dalla AMDH (associazione marocchina per i diritti umani), ha visto la partecipazione massiccia di militanti anti-imperialisti, di difensori dei diritti umani e di sindacalisti. Infatti, la NATO, organo d’aggressione imperialista, inizia ad interessarsi alla sua estensione verso la riva sud del Mediterraneo dal 1999, data nella quale quest’organizzazione militare, sotto il truffatore imperialismo americano, ha cambiato la sua vecchia strategia di “difesa” a favore di un’altra: la strategia offensiva e d’aggressione.
(…) Dopo la caduta del muro di Berlino e l’adesione della Polonia alla NATO nel 1999, la Casa Bianca ha deciso di fare di questo “consorzio militare”, un organo d’aggressione ed un ombrello protettivo del liberalismo selvaggio in ricerca di mondializzazione. La prima esperienza, di questa nuova strategia, ha visto la luce il 24 marzo 1999 in occasione dell’aggressione contro la Yugoslavia allo scopo di “balcanizzare i balcani”, farne dei piccoli stati vulnerabili.
Il centro di gravità della NATO inizia a muoversi dall’Europa occidentale verso la regione denominata “Eurasia” in attesa di isolare la Russia dalla sua sfera di influenza tradizionale e rallentare l’espansione economica della Cina e salvaguardare la supremazia economico e militare degli USA per alcuni decenni ancora. È dal 1999 che la NATO si interessa all’estensione verso il Magreb, peraltro i capi di stato dell’alleanza atlantica si sono accordati nel 1999 a Washington per approfondire e consolidare maggiormente la collaborazione politica e di sicurezza con i paesi della riva sud del Mediterraneo.
Gli eventi tragici di cui New York è stata sede nel settembre 2001 non sono dunque all’origine dell’interesse dimostrato dall’imperialismo americano a questa regione, che si trova sotto il truffatore economico e finanziario francese da lungo tempo. Questi eventi non hanno fatto che accelerare il processo ed hanno permesso di trovargli una parola d’ordine ingannevole: “la lotta contro il terrorismo”. Un “terrorismo” che l’imperialismo americano si dà il diritto di andare a cercare ovunque. In realtà, la nuova strategia consiste nel garantirsi delle basi ovunque in attesa di proteggere gli interessi imperialisti delocalizzati nel quadro della mondializzazione del liberalismo selvaggio.
Dopo la «balcanizzazione dei balcani», l’ imperialismo americano ha imposto al G8 imperialista, nel 2004, la sua nuova visione del mondo arabo e del mondo musulmano: “Grande Medio Oriente e Africa del Nord”, regione che andrebbe divisa in piccoli stati la cui popolazione non dovrebbe superare, per singolo stato, qualche milione di unità. Le ragioni sono facili da indovinare; come ha scritto l’accademico americano Michael Klare, autore del libro “Resource Wars” (La guerra delle risorse): “Controllare l’Iraq significa controllare il petrolio come potere piuttosto che come fonte d’energia. Se si controlla il Golfo Persico, si controlla l’Europa, il Giappone e la Cina.”
Rumsfield non diceva che il suo esercito d’occupazione non sarebbe intervenuto in una guerra civile in Iraq. Nella sua politica aggressiva e di pacificazione l’imperialismo americano avrebbe bisogno di centinaia di migliaia di soldati per mantenere “l’ordine” fra le popolazioni dei paesi conquistati. La NATO si occuperà di questo lavoro sporco. Zoppica di subappalto la Forza Internazionale d’Assistenza alla Sicurezza, diretta dall’alleanza atlantica e creata per l’occasione.
Dopo l’abbandono da parte degli americani dei loro vecchi alleati, i taliban “soldati della libertà” ed altri anticomunisti, hanno affidato alla NATO la pacificazione dell’Afganistan nell’agosto 2003 perché l’esercito americano potesse concentrarsi sulla conquista del Iraq che ha cominciato nel marzo dello stesso anno. Per potere garantire la sostituzione dell’esercito americano in ogni paese pacificato nella regione del “Grande Medio Oriente ed Africa del Nord”, la NATO avrebbe bisogno di centinaia di migliaia di soldati supplementari. Del resto, la NATO non è ancora arrivata a coprire la totalità delle province dell’Afganistan per mancanza di uomini. Quale sarà dunque la situazione in Iraq, quando gli americani decideranno di concentrarsi attorno ai giacimenti del petrolio in attesa di liberare le loro forze per occuparsi di altri stati?
La riunione del consiglio della NATO a Rabat, il 5 ed il 6 aprile 2006, in presenza della totalità dei paesi del Magreb e dell’Egitto, si è svolta sotto la parola d’ordine ipocrita di “dialogo mediterraneo”, mentre si tratta di una riunione che si iscrive nel quadro dell’operazione “Active Endeavour” e che consiste nell’andare cercare il «terrorismo» dove si trova, in mare, a terra... in Iraq. Lo scopo della riunione non è dunque il dialogo, poiché i governi del Magreb e dell’Egitto non sono nelle condizioni di poter dialogare. Alla loro dipendenza economica, si aggiunge il fatto che gli americani tengono in mano i loro “islamisti moderati”, all’esempio del PJD turco profondamente “pro Nato”, che ambiscono ai posti attualmente occupati da dirigenti sufficientemente screditati. È dunque una riunione di diktat del segretario generale dell’Organizzazione del trattato Atlantico del Nord, Jaap de Hoop Scheffer, che si prepara alla sostituzione dei soldati americani in Iraq con gli eserciti del Magreb e dell’Egitto, poiché la caccia all’uomo, nel quadro della lotta contro “il terrorismo”, gli USA sono capaci di condurla da soli. È dunque una riunione che prepara un’aggressione rinnovata contro il popolo iracheno. Le realtà della sinistra radicale Annahj addimocrati marocchina (via democratica, http://annahjaddimocrati.org/fr) e la realtà dell’avanguardia democratica e socialista (PADS) possono soltanto denunciare la tenuta di questa riunione di guerra e d’aggressione nel nostro paese.

Tratto da:
http://annahjaddimocrati.org/fr/



http://www.senzacensura.org/