Cittadini, lavoratori, giovani e donne, attivisti di organizzazioni sociali,
politiche e dei cittadini dei paesi di tutti i bordi del Mediterraneo, ci
siamo riconosciuti nelle resistenze e nelle lotte contro il neo-liberalismo,
quelle contro il patriarcato e la guerra, ci siamo trovati nella solidarietà
con i popoli occupati, nella difesa dei diritti umani, delle donne e degli
immigrati.” Del vasto dialogo che abbiamo sviluppato attraverso le reti,
nelle diverse tribune, ed assemblee di movimenti sociali, per fare realtà
dell’obiettivo di una regione mediterranea in pace, libera da sfruttamento
ed oppressione, prospera ed interdipendente, manifestiamo ed esigiamo:
1 La «rifondazione» del progetto di cooperazione tra i paesi e i popoli del
Mediterraneo su basi giuste, egualitarie, democratiche ed interdipendenti,
dopo avere constatato il fallimento dell’asse euro-mediterraneo.
2 La realizzazione di controlli integrali e partecipati del debito dei paesi
del Sud e del Mediterraneo, per dimostrare la sua illegittimità.
L’abolizione di tutti i debiti illegittimi ed inestimabili. Il rimborso a
questi paesi, dalle potenze europee coloniali, del debito storico contratto
nel corso del periodo coloniale, come pure del debito ecologico causato dal
modello di sfruttamento imposto dalla Banca e dalle multinazionali europee.
3 Il diritto dei popoli dei paesi del Sud alla sovranità sulle loro risorse,
ricchezze e prodotti alimentari, la rinazionalizzazione senza compensazione
delle imprese privatizzate sotto il ricatto del debito e la pressione del
FMI e della BM.
4 Il riconoscimento effettivo e garanzia di tutti i diritti sociali (lavoro,
pensione, istruzione, sanità, ecc...) a tutti i cittadini ed ai lavoratori
della regione mediterranea. Gli stati del Nord coopereranno con quelli del
Sud per ricostruire o sviluppare i servizi pubblici smantellati dal progetto
neo-liberale.
5 La smilitarizzazione e la denuclearizzazione del Mediterraneo, con lo
smantellamento delle basi e delle flotte. Trasformiamo i cannoni in
trattori!, Le spese militari devono essere utilizzate per mettere in marcia
veri fondi di solidarietà gestiti democraticamente.
6 il ritiro immediato delle truppe d’occupazione europee in Iraq. Una
pressione internazionale che metta fine a quest’occupazione. La
ricostruzione dell’Iraq. Compensazioni dalle forze occupanti per i danni
causati nella guerra e con lo spoglio delle sue ricchezze energetiche e
culturali. La messa sotto processo per crimini di guerra e genocidio i
responsabili dell’occupazione dell’Iraq.
7 La fine dell’occupazione della Palestina e la demolizione del Muro. Il
ritorno dei profughi palestinesi ai suoi luoghi d’origine. L’annullamento
dell’accordo preferenziale della Ue con lo stato di Israele. La messa in
carico dei responsabili dello stato di Israele con i crimini contro il
popolo palestinese.
8 Di varare misure effettive per porre fine ai regimi autoritari e
dittatoriali nel Mediterraneo. Processo ai dittatori ed ai loro complici per
i crimini commessi contro i loro popoli. Il blocco dei conti dei dittatori
ed il rimborso ai loro popoli. La fine degli stati d’emergenza e di guerra.
La libertà dei prigionieri politici. Il pieno rispetto delle libertà e dei
diritti dei cittadini. Con il diritto dei popoli senza stato, amazigh,
catalano, corso, kurdo, saharahui, ecc., all’autogoverno ed
all’autodeterminazione.
9 Lo smantellamento “dell’Europa fortezza”, dei muri e delle chiusure alle
frontiere. La libera circolazione delle persone. La fine delle leggi che
favoriscono il razzismo e la xenofobia. La regolarizzazione senza condizione
degli immigrati senza permesso.
10 L’avvio di misure effettive che che rendano realtà la voglia di
uguaglianza. L’abolizione di leggi di patriarcato e dei codici di famiglia.
* Conferenza dei Paesi coinvolti nel Processo di Unione Euromediterranea
svoltasi a Barcellona nel novembre 2005, in occasione del suo decennale.
[tratto da:
http://www.nodo50.org/CSCA/agenda05/misc/bcn10_2-11-05.html] |