SENZA CENSURA N.20

luglio 2006

 

ETA si è arresa...?

Sui recenti passaggi della storia politica basca e le scelte della sinistra indipendentista

 

Articolo di JON KEREJETA, militante indipendentista basco comunista. preso dal sito di “Euskal Herriko Komunistak”, www.mundurat.net/ehk, e si trova sul sito: www.autistici.org/irrintzi
[traduzione a cura di: “Solidali con Euskadi Herria”, Genova]

Premessa
Questo interessante documento sull’attuale fase della lotta nei Paesi Baschi non si limita a dare degli elementi di informazione sulla situazione specifica ma ripercorre le scelte strategiche attuate di fronte alla costante iniziativa dello stato spagnolo dalla sinistra indipendentista basca..
Queste opzioni hanno evidenziato una capacità di tenuta in grado di far sfumare la costante e strutturale offensiva contro-rivoluzionaria del governo di Madrid, sia che essa si concretizzasse in una pratica repressiva tout court sia che mirasse alla liquidazione politica delle istanze più avanzate del Movimento di Liberazione Nazionale Vasco.
Bisogna ricordare che l’azione delle stato, infatti, non è stata solo di natura meramente repressiva, ma anche indirizzata a fare approdare il Movimento di Liberazione Nazionale Vasco verso i pacifici lidi delle compatibilità socialdemocratiche, promuovendone la spaccatura e la “auto-liquidazione” politica delle espressioni di resistenza più incisive e promuovendo tra l’altro accordi sulla pelle del popolo basco costantemente rigettati dalla lotta.
Riteniamo che tra i motivi di maggiore interesse di questa analisi sia l’evidenziare come le forze che contribuiscono allo sviluppo del profilo strategico di classe in Euskadi Herria si alimentino del processo di auto-organizzazione popolare nei vari passaggi della sua storia recente, riaffermando il valore delle formulazioni della V° Assemblea di ETA degli anni sessanta che definiva come “Contraddizione Principale” la lotta di classe che contrapponeva il Popolo Lavoratore Basco contro Lo Stato.
Questo documento mette in luce la strategia del “Costruire Resistendo” che tenta di porre già nel qui e ora le basi per l’alternativa continuando a: «creare strutture di costruzione popolare, di contropotere, che siano la base per cui in un momento concreto, nella realtà ci siano due poteri contrapposti; e dal contropotere incominciare a costruire in positivo l’embrione della nuova E.H. utilizzando la forza repressiva del nemico, progredire nell’egemonia ideologica e politica del paese basco di fronte allo stato e continuare autoorganizzando lo scontento convertito in nuova alternativa.»

“Il marxismo si distingue da tutte le forme primitive di socialismo nel fatto che non lega il movimento a nessuna forma speciale di lotta” (LENIN - La guerra di guerriglia, 1906)

Quando in questo paese si parla di negoziazione, di cessate il fuoco, di pace.. solamente chi non ricorda, non sa o non vuole sapere, sente un’ingenua allegria.
Un’altra volta il pessimismo della ragione ci avvicina dati della storia.
Mentirono ai nostri genitori, li ingannarono ogni volta che parlarono loro di pace.
Da quel “falsario” che mentì ed utilizzò la religione contro il “vecchio regno”, fino ai figli di Sabino (Arana, fondatore del PNV, NdT) che oggi ci mentono. Mentirono gli Austrias, i Borboni, i Gonzalez, Aznar e Carrillo; i Maroto e Dorregaray gli Unzueta ed Onaindia.. Solo Franco non ci mentì.
I ricordi della pace di Bergara, l’abolizione del 1876, la truffa di Santoña, l’inganno della transizione, la Costituzione, lo statuto. Ci hanno fatto sapere che, quando essi parlano di pace non è quello che noi chiamiamo pace, dato che la loro libertà non è la libertà di tutti; non è la nostra libertà.
Dobbiamo essere sinceri per forza. La nostra forza è il paese che lotta perché si conosce. Il nostro paese deve sapere che torneranno a mentirgli. Utilizzarono sempre quell’arma. E stanno dicendo già che ci siamo arresi (“Domuit Vascones”).
Qui in E.H è da molto tempo che si disprezza la retorica dei negozianti della speranza, sofisti che non credettero mai e che ora ingannano appena. Parole poche e fare, tacere e lottare.
Stiamo assistendo alla mobilitazione continua della Volks Wagen di Irunea nella quale l’Assemblea dei lavoratori ha superato il sindacato maggioritario per portare avanti la lotta. In Gasteiz lo sciopero di “Caballito” resistette per 2 anni con intervento poliziesco ed abbandono dei vecchi sindacati, UGT e CCOO. Le vecchie organizzazioni sindacali hanno abbandonato, tradito.. scomparse; e la classe lavoratrice basca continua. Ha raccolto la staffetta delle vecchie lotte operaie EUSKALDUNA, TORFINASA, BANDAS, CAF.. che incominciarono in L’ORCONERA, la FRANCO BELGA. coi principi dell’esplosione industriale nella Bizkaia del 1890.
Oggi come ieri la capacità di auto-organizzazione del nostro paese ha mantenuto la creatività ed il fuoco ribelle delle antiche matxinadas (rivolte popolari, NdT). E la nuova classe lavoratrice basca ed il movimento popolare sono figli del vecchio movimento operaio, di un secolo fa, di quei primi indipendentisti e di precedenti insurrezioni che non si arresero mai.

Cambiamento sociale
Progressivamente nuovi settori del nostro paese hanno assunto che tanto la cornice statutaria come la cornice costituzionale, come la democrazia imposta e tutto il resto, sono finiti. Ma contemporaneamente sono esaurite anche le strutture politiche e sindacali che sono parte di quelle cornici. È necessario generare, sviluppare, auto-organizzare nuove forme di relazione sociale dentro nel nostro spazio ed in relazione con gli altri. In questo momento supera l’80 percento la popolazione che chiede una cornice politico-sociale nuova che sia decisa dal paese di E.H..
Quando iniziati i 90, nel MLNV (Movimento di Liberazione Nazionalista Basco, NdC) si arriva alla convinzione che “la realtà sociale, popolare, andava davanti a noi.” La nostra capacità organizzativa, mantenendo la sua forza ed influenza, non arrivava alle nuove realtà che stavano emergendo.
Dopo la repressione dell’anno 92, sotto il governo di F. González, un’altra volta si pose nell’IA (Sinistra Indipendentista Basca, NdC) la necessità di riprendere l’iniziativa. È la ragione dell’Alternativa Democratica
La risposta del governo socialista alla “Alternativa Democratica” di aprile 1995 sarà, il procedimento che finì con l’incarceramento della direzione nazionale. D’altra parte si fomenta in E.H lo scontro tra comunità.
Alla fine degli 80, il PSOE di Redondo aveva iniziato una forte campagna di fomento di 2 comunità contrapposte (case regionali..) la spagnola contro la basca.”: Nonno, quando tuo nipote ti domanda in basco chi era Cervantes e non lo sai spiegare perché non capisci il castigliano, renditi conto che la Spagna è sparita. Vota Partito Socialista Operaio Spagnolo.”
Appare Sabater, Juaristi, Ibarrola il laccio azzurro (PSOE PP, PNV, iu )… e le vittime.
Il nuovo governo del PP completa il processo di incarceramento della direzione nazionale iniziato dal PSOE alla fine del 95 precisamente quando la direzione nazionale presentò il video dell’Alternativa Democratica.
Non dimentichiamo la repressione statale col governo PSOE (1981-1995).

Il piano Zen.
Creazione del ”GAL” gruppo terroristico di stato, per sequestrare, torturare ed ammazzare attivisti baschi.
La nuova polizia basca si implica nella repressione contro lavoratori, studenti, sinistra indipendentista basca.
Le forze armate dello stato torturano ed assassinano in commissariato Xabier Kalparsoro e Gurutze Iantzi.
Nel 1984 si produce la media di 150 detenzioni per mese.
Incomincia la politica di dispersione delle prigioniere e prigionieri baschi.
Patti di Madrid, Ajuria-Enea ed Iruñea contro la sinistra indipendentista basca.
L’Alternativa Democratica supponeva la presa dell’iniziativa per l’IA di fronte alla repressione politica e culturale alla fine del 95. Supponeva un cambiamento della strategia dell’IA ed incominciava l’attuale processo di costruzione della nuova E.H.
Passava dal “resistere per costruire” a “Costruire Resistendo”
Noi ed anche lo stato spagnolo, eravamo coscienti a metà dei 90 di una realtà di fondo che ci superava tutti, calando massicciamente nella società basca. Qui non serve la Costituzione, e lo statuto da Gernika è finito. Si era superato il dibattito sul trapasso delle competenze. Il paese basco, il paese di tutta E.H doveva decidere.
ELA, (sindacato maggioritario), rompe i legami col PNV e si allea con LAB, e certi settori di IU e del PSOE incominciano ad esporre che bisogna incominciare nuove dinamiche
Vince il PP le elezioni del 96. E nel PNV, beti belala (come sempre, NdT), si produsse una scommessa chiara sul PP. Nel seno del PNV sorgono tensioni tra le due anime che storicamente coabitano nel partito di JEL.
La direzione del PNV spiega il suo appoggio al PP con l’argomento di” bisogna contenere questo processo.” Oggi pure hanno risposto al “cessate il fuoco” cercando di fermare il processo, e tranquillizzando più tardi Madrid con la loro rinuncia all’indipendenza nella possibile consultazione al paese basco.
Quando i nazionalisti diedero il loro avallo ad Aznar nel 96 scendendo a patti col PP; Aznar solo compì gli aspetti economico-amministrativi dell’accordo: denaro per Euskaltel e concessioni per la burocrazia del PNV. E ricomincia un periodo di forte repressione contro l’IA imprigionando la direzione nazionale.
E nella nuova situazione, sotto il governo del PP, le contraddizioni si moltiplicano. Aumenta la repressione ed aumenta la risposta. “L’organizzazione” (ETA, NdC) attacca duramente, attenta contro Aznar, si acuisce l’attività armata e si produce l’esecuzione di Blanco e più tardi quella di un consigliere comunale del PSOE (Orio).
La dialettica tesa degli avvenimenti; mette all’aperto 2 grandi operazioni, da Madrid e da E.H.
Il PP dimostra l’enorme capacità di controllo sui media che finiscono operando come apparato di stato, trascinando tutti i partiti istituzionali (PSOE, PNV, iu.) e sindacati, CCOO, ELA. Il primo segno si da con Ermua. Si gonfia la falsa contraddizione tra” democratici e violenti.” Non ci sono oramai problemi nazionali, né sinistre e destre, né classi.; ci sono solamente baschi assassini e vittime.” È un processo che tracima in tutta la società spagnola e nella “mesocrazia basca.” Scodinzola ancora.
In E.H le contraddizioni raggiungono un settore dell’IA. ELA rompe le iniziative unitarie con LAB, brandendo l’argomento della violenza, lancia un’opa ostile su settori dubbiosi dell’IA come Zutik ed Aralar, per creare già un terzo spazio tra l’IA ed i partiti costituzionalisti sulla linea iniziata da Elkarri. È un piano per disattivare tutto il movimento e resistenza popolare con un’uscita socialdemocratica. I servizi (CESID...) dello stato non sono estranei all’operazione.
In questa congiuntura incominciano contatti ed iniziative di militanti comunisti dell’IA e di altre vecchie organizzazioni che cercando di superare le loro differenti culture, tante volte settarie, cercano un necessario spazio rivoluzionario che contribuisca al profilo strategico di classe del movimento popolare. Sono gli inizi di EHK organizzazione ML che si integrerà in BATASUNA come corrente comunista, coincidendo con lo scoppio di Aralar e Zutik. Non c’è alternativa rivoluzionaria fuori dal movimento popolare.
LIZARRA-GARAZI: In piena campagna repressiva del governo del PP, contro il movimento popolare, demonizzato mediaticamente e giuridicamente come “ambiente di ETA”, con la direzione nazionale di HB in prigione si produsse un cambiamento nel panorama politico basco che suppone una prima battaglia vinta contro lo stato e la prospettiva che l’uscita dal vecchio conflitto sia possibile.
L’iniziativa appoggiato dall’accordo scritto tra PNV, EA e “l’organizzazione” è stimolato dalla maggioranza sindacale basca (ELA, LAB, STEE-EILAS, EHNE, IRU), ed assunto dalla sinistra sociale, culturale e politica. Si è ripresa l’iniziativa da parte del movimento popolare, rompendo il fronte iniziato sotto il potere politico, mediatico e giuridico dello stato spagnolo che utilizzando la falsa contraddizione, violenti e democratici, ha iniziato la sua operazione di” riconquista spagnola” utilizzando la maledizione del” ambiente.” L’alternativa sarà la” libera decisione del paese di E.H”. Presto caglierà in assemblee” Lizarra txikis” nei paesi di E.H, nonostante il PNV. Ed un’altra volta si manifesta il riflesso della” autoorganizzazione” popolare, ed incomincia un processo che insinua nuova transizione, coi conseguenti processi di insubordinazione, rottura e costruzione nazionale.
UDALBILTZA: La prima conseguenza del nuovo processo è l’apparizione dell’unica istituzione democratica di tutta E.H a partire dai rappresentanti eletti dei municipi dei 7 herrialdes. Le istituzioni attuali dividono il territorio basco in tre spazi istituzionali stagni, ripartiti tra 2 stati.
La nuova situazione, con un progressivo avanzamento del protagonismo popolare che assume il processo di decisione, provoca la vertigine di chi assume la politica come potere di negoziare e decidere tra stati maggiori. Il PNV, EA ed iu, spinta dal PCE, decidono di abbandonare il treno di Lizarra. Ed un’altra volta il possibilismo e servilismo di alcuni si trasforma in repressione, emarginazione, quando non confusione dentro il movimento popolare. La campagna esercitata dai transfughi di Zutik ed Aralar sotto la pressione esercitata con tutti i mezzi (mediatici, giuridici, polizieschi.) dello stato colpisce in alcune basi. Perfino in EHK si producono posizioni liquidazioniste da parte di militanti che non lo sono oramai più.
In questa situazione era necessario mantenere la coerenza, la struttura ed avere ben chiari i principi. Quando” l’organizzazione” rompe la tregua dopo la fuga di PNV ed i suoi accoliti, perdiamo 80.000 voti nelle elezioni. HB era stato la 2ª forza, 900 consiglieri comunali e 100 sindaci,
E tutta la repressione statale sotto il governo del PP si incentra sull’IA
Continuano gli assassini con l’intervento delle forze armate (Josu Cabala, J.A Bustintza, Gaizka Gaztelumendi, Inaxi Zeberio e José Luis Geresta)
Come risultato della politica criminale di dispersione si allunga la lista di carcerati morti e di parenti morti nelle strade.
Continue le retate contro cittadini e cittadine basche, con utilizzo sistematico della tortura nei commissariati.
Col PP si produce una maggiore unificazione di tutti i poteri dello stato che controlla totalmente il potere giuridico che insieme al massiccio controllo dei media e l’acquisto di figure storiche della liquidata sinistra storica fanno non necessaria la guerra sporca dell’epoca PSOE.
Come nel franchismo, il PP, appoggiato dal PSOE, illegalizza partiti politici, chiude mezzi di comunicazione, proibisce manifestazioni, si chiudono le sedi ed incominciano una catena di detenzioni e processi arbitrati della “udienza nazionale” che mettono allo scoperto l’autentica faccia di un stato i cui poteri esecutivi scoprono il loro intervento in istituzioni politiche, magistratura e mezzi di comunicazione. Si mette allo scoperto l’inganno della transizione.
E si producono elezioni” non democratiche” che sviliscono il senso delle loro proprie istituzioni.

Batasuna-Bategines
La celebrazione dell’Assemblea di BATASUNA è l’occasione sfruttata affinché i quadri tiepidi, ossigenati dal PNV e i media, abbandonino la sinistra indipendentista basca, Zutik, Batzarre ed Aralar. EHK si integra come tale in BATASUNA.
Se l’IA non avesse mantenuto il nord contro vento e marea, in tutto il movimento popolare; le sarebbe successa la stessa cosa che alla sinistra spagnola nella transizione ed ultimamente con la lotta contro l’antiglobalizzazione, la guerra dell’Iraq, contro il Prestige, contro la LOU, contro la guerra in Iraq, per l’ 11-m.
Che cosa rimase di quello?

Patto di Stato

Illegalizzazione di Batasuna
Il culmine del processo regressivo dello stato si da con il Patto Di Stato” Per Le Libertà E Contro Il Terrorismo” che fonde la strategia del PP e PSOE in un comune obiettivo per salvare l’integrazione ed integrità dello stato spagnolo eliminando il MLNV, il suo principale nemico.
Si verifica l’illegalizzazione di BATASUNA siglando la veridicità e la pratica conseguente di quella formulazione con cui ETA negli anni sessanta (Vª A.) definisce come “Contraddizione Principale” nella lotta di classe; quella che contrappone il Popolo Lavoratore Basco contro Lo Stato.
In E.H oltre alle grandi repressioni, le grandi chiusure, illegalizzazioni, detenzioni massicce, soppressione di radio, chiusura di giornali. abbiamo superato tre prove elettorali. Essendo illegali abbiamo chiesto alla nostra gente il voto nullo. È l’unica esperienza in un paese capitalista dove si chiede la disubbidienza pacifica attiva, 3 volte di seguito nel termine di 2 anni e mezzo, per dare voto nullo ad un’organizzazione illegale, con osservatori che registravano tutto, etc. si conosce nell’ambiente europeo alcuna esperienza simile?
Esistono dati che confermano la preparazione di un certo salto qualitativo nella repressione, non essendosi prodotti avvenimenti imprevisti (11-m) che superarono, e confusero i propri apparati repressivi e poteri dello stato.
Ed in questo (14M) arriva il PSOE al governo. L’IA si trova in pieno processo di recupero di fronte all’illegalizzazione. La struttura interna e l’attività del movimento popolare funziona a pieno rendimento. La repressione contro” l’ambiente” continua a funzionare sotto il consenso PP-PSOE.

Le elezioni di aprile del 2005 ed il Partito Comunista delle Terre Basche - EHAK
Lo Stato soppresse ognuna delle possibilità elettorali dell’IA. In BATASUNA eravamo coscienti che il movimento popolare riprendeva un’altra volta l’iniziativa, avevamo la struttura, la nostra gente era fiduciosa, bisognava continuare come fosse e bisognava esporre un’altra dinamica, ma sapevamo che il PSOE andava assolutamente ad illegalizzare tutto, in funzione del suo rifugio nel Patto Di Stato; per tutto ciò si decise e si lavorò con totale ermeticità.
È importante conoscere la reazione del PNV in queste circostanze. Apporteranno dati, un’altra volta, che saranno utili per analizzare ogni processo in futuro.
Il PNV attraverso portavoci, dopo aver reiterato il suo desiderio di partecipazione senza esclusioni di tutte le alternative; con doppia morale, portavoci del PNV manifestarono pubblicamente il loro stupore davanti alla possibile accettazione della candidatura di EHAK. Utilizzando mezzi che conosciamo, sapeva di questa alternativa e decise di boicottare. Furono giornalisti del PNV e la loro pagina Web che arieggiarono l’informazione, dopo essere stata bloccata a Madrid la 1ª candidatura, 15 giorni prima della votazione domandano al Ministero degli Interni sulla possibile attuazione legale contro EHAK
Il PSOE decise di non illegalizzare per 2 ragioni. La prima ragione, EHAK era legale. Con tutta la previsione del mondo, era stato legalizzato ed iscritto, 4 anni prima, stando il PP al governo. Sembrava trattarsi di 4 di sinistra, al margine di BATASUNA, ed essendo una candidatura comunista, supporrebbe la debacle per quella” piccolo-borghesia nazionalista” dell’IA. e lasciarono correre. La strategia era ben pensata, e con molto anticipo.
Al PSOE, interessava fermare i piedi al PNV che non approfittasse di voti possibilisti dell’IA, interessava avere il PNV indebolito, situare un IA al ribasso e così negoziare a tre bande”. Che cosa succede?. Il PSOE sperava che noi tirassimo fuori 4. Il PSOE si prese una batosta. Sperava, autentico, di tirare fuori 2 in più di quelli che tirò fuori nelle ultime elezioni, cosa che indica che il suo soffitto era arrivato ad un limite. IU sperava di tirare fuori più 3, e retrocesse. Il PSOE perdendo voti migliora la sua posizione relativa con la caduta del PP. Il morto che dicevano dell’IA, continuava a godere di buona salute. Noi tiriamo fuori 9 seggi. Saremmo potuti arrivare a 10, se non fosse per Aralar, che in pieno scrutinio elettorale condiziona la sua dissoluzione al deputato di Guipuzcoa che esce per 150 voti.
La “piccola borghesia nazionalista” votò comunista senza titubare. Fummo gli unici che sommammo voti. Solamente nelle vascongadas, nella 4ª elezione, essendo illegali, tiriamo fuori 150.000 voti, la seconda più alta nella nostra storia. Si apre un panorama nuovo. Il Piano Ibarretxe stava per rompersi.
Che cosa era stato il Piano Ibarretxe?
La prima parte assumeva la proposta dell’IA” Euskal Herria è una nazione che ha diritto a decidere” tutta Euskal Herria, 7 herrialdes, ed insieme a quello che decidiamo noi baschi deve essere rispettato. Quello l’avevamo approvato tutti. La seconda parte era il contrario: preparare la negoziazione e la resa davanti a Madrid con la proposta di adesione libera allo stato. E BATASUNA nelle organizzazioni di base, con 3 mesi di anticipo decide la scena di Dicembre: si daranno 3 voti Sì, e 3 voti No. Sì alla prima parte del Piano Ibarretxe e No alla seconda parte.
Il PNV entra in crisi ed esplode internamente. Ci sono due tendenze che si odiano a morte che nemmeno si parlano tra loro. Ci sono dati impressionanti dello scontro tra essi. L’espressione di alcuni dirigenti quella notte di Dicembre davanti alla rivelazione di Otegi diceva tutto.
Un’altra volta l’IA, nelle circostanze che tutti hanno conosciuto, da fuori della legge, esce vincendo. Il movimento popolare ed il paese lavoratore basco hanno avuto la meglio sulle burocrazie dello stato ed i loro autonomisti liquidanti.

La nuova strategia antirepressiva
Nel 94, quando si prevedeva la chiusura di EGIN che venne più avanti, si produsse un dibattito profondo nel MLNV. Grandi settori della società basca assumevano le proposte dell’IA. La repressione diretta dal governo PP si estendeva ad un “ambiente” progressivo. Che cosa fare? C’era” massa critica”. Bisognava resistere. E bisognava costruire
1-rispondere colpo su colpo: se essi ci chiudono EGIN, dopo noi garantiamo che non si vende un solo giornale in Euskal Herria. E dopo?
2-utilizzare il colpo del contrario per farli cadere: ci chiudono EGIN, evitiamo il confronto diretto, e screditiamo il nemico con la sua stessa attuazione, guadagniamo appoggi, e creiamo un altro giornale. Incominciamo a costruire resistendo.
Lasciamo il pugilato per lo judo.
E, se di seguito c’incominciano a chiudere organizzazioni intere, non bruciamo Euskal Herria, come era una possibilità, crediamo scalini di riserva che sostituiscano le direzioni cadute, e così via. Allora si fece tutta una campagna interna, preparando direzioni successive e tavoli nazionali in tutte le organizzazioni. I bruciati si aggiornerebbero, etc., etc. Ma si tentava di continuare a preparare graduatorie successive che andassero coprendo le brecce nella misura in cui continuavano a cadere quelli davanti, come nella guerra.
La nuova strategia supponeva, Il MLNV scommette sulla nuova strategia. Si tenta di “incominciare a costruire paese, avanzare nel processo rivoluzionario e di liberazione giornalmente.” E se essi ci chiudono un giornale, noi ne creiamo un altro. Se ci proibiscono di avere una nostra televisione che andavamo a costruire, allora prendiamo tutte le radio libere, le coordiniamo e creiamo un sistema informativo in forma di rete in tutta Euskal Herria, etc. E continuiamo a creare strutture di costruzione popolare, di contropotere, che siano la base per cui in un momento concreto, nella realtà ci siano due poteri contrapposti; e dal contropotere incominciare a costruire in positivo l’embrione della nuova E.H. utilizzando la forza repressiva del nemico, progredire nell’egemonia ideologica e politica del paese basco di fronte allo stato e continuare autoorganizzando lo scontento convertito in nuova alternativa. Si tentava di iniziare definitivamente la nuova fase di autodeterminazione. Così cominciò ad usarsi l’arma della disubbidienza che tanto sorprende gli intelligenti di Madrid e di qui. La Proposta Di ANOETA; una proposta di negoziazione realizzata dalla forza, e che provoca movimenti nel PNV, PP e PSOE

La proposta di Anoeta
Che cosa era la Proposta di Anoeta? Si propose di negoziare in due tavoli separati. Uno, quello della “smilitarizzazione multilaterale”, etc., etc., e d’altra parte la “normalizzazione politica” con tutto quello che implica, di movimenti popolari, sociali, etc., attivando tutto quel processo. “La mobilitazione sociale sarà l’unica garanzia del processo.” L’esperienza di Lizarra-Garazi, la mancanza di mobilitazione sociale provocata dall’atteggiamento burocratico del PNV ed accoliti, paurosi di un possibile processo di autoorganizzazione popolare appoggiata nei Lizarra-txikis che non potrebbero controllare, fu il principio del fallimento di Lizarra.
Un’esperienza simile sta succedendo con la “Udalbiltza del PNV” dal quale ha iniziato il decollo EA. Dopo aver denunciato la sua degenerazione burocratica.
Il Movimento Popolare che è stato l’autentico protagonista della resistenza basca e sta essendolo, conseguentemente, del processo di costruzione nazionale; è il risultato dei numerosi processi di autoorganizzazione che si orientano verso un’alternativa globale concorde con la costruzione nazionale in E.H. Il movimento operaio ed i diversi collettivi sociali, contro la repressione, per i prigionieri, per la liberazione della donna, l’euskara, un modello educativo basco, l’emigrazione e multiculturalità, lo sport, il trasporto, contro il TAV.... , si calcola specificamente in un 10 percento la componente sociale piccolo-borghese di motivazione culturalista. Tutto ciò è sfociato dopo un lungo processo in “NAZIO EZTABAIDAGUNEA” (“ Foro Nazionale Di Dibattito”) che integrato da 55 organizzazioni civili, elabora il progetto della nuova E.H e sono la garanzia affinché l’attuale processo lo sia di autodeterminazione, del paese, di E.H e non degeneri in una canzonetta satirica delle burocrazie di partiti.
Che problema metodologico possiamo prevedere?
Né il PNV né UPN-PP né PSOE, né iu, hanno militanza attiva perché l’hanno epurata. Il doppio linguaggio con cui affrontano il loro politico parlamentarista ha vuotato o smobilitato le loro antiche basi militanti che vivono i problemi della strada.
Questi partiti stanno da venti e più anni facendo politica istituzionale e hanno dovuto limare ogni volta la loro militanza, ed ora non hanno gente per lottare nei quartieri, nelle fabbriche.., etc. Perché UGT è un ospizio, CCOO è corrotta; ELA incomincia perfino anche già a sentire la mancanza di staffetta generazionale
I divini liquidazionisti e riformisti senza base sociale (Zutk, Aralar, iu..) sono congregazioni di antichi alunni desiderosi di uscire in qualunque foto.
L’avanguardia operaia si identifica con LAB, STEE-EILAS, EHNE, IRU che sono il nucleo più organizzato del movimento popolare.
La garanzia del tavolo di risoluzione del conflitto esercitata dal movimento popolare può venire discussa per l’inerzia burocratica dei vecchi partiti che non contano su altre possibilità, né pretendono altre strade che quelle istituzionali.
La politica parlamentarista deve essere subordinata e sottomessa ai movimenti popolari, alle decisioni assembleari e le decisioni sindacali in un’interazione permanente.
1- perché il nostro paese non ha un unico parlamento né un’unica istituzione. Ha tre realtà istituzionali chiuse
2- perché le vecchie istituzioni sono copia del vecchio scenario della sfortunata storia che cerchiamo di superare.
3- perché crediamo che sia momento affinché tutto il paese basco decida il suo futuro strutturando la nuova Euskal-Herria.
4- perché sappiamo del potenziale rivoluzionario delle masse popolari, oltre i partiti e le istituzioni.
In questa situazione l’IA dopo avere ripreso l’iniziativa politica mantiene una coerenza interna assoluta. Ed i prigionieri ed esiliati, il cuore del movimento popolare, l’hanno ben chiaro. Nella recente riunione di ASKATASUNA in Biarritz, davanti alla nuova congiuntura, è rimasto chiaro che nessuno sarà disposto ad inginocchiarsi. E è giunto ad un accordo sui temi da portare al tavolo di negoziazione tra ETA e lo stato: i prigionieri, la smilitarizzazione, le vittime di uno e l’altro lato..
Il processo sta uscendo, come tutto prima, per la pressione del movimento popolare che si è andato autoorganizzando in numerosi movimenti sociali e specialmente per il qualitativo apporto di una maggioranza sindacale che viene definendo da tempo le posizioni maggioritarie del movimento operaio basco che spezza la qualifica gratuita d i nazionalisti piccolo-borghesi” con cui ci hanno liquidato dai loro comodi sedili tutte le divine retroguardie.
Siamo arrivati fino a qui. Siamo di più e continuiamo. Continuiamo aggiungendo resistendo e costruendo contemporaneamente.
Qui sappiamo che pace è solamente Pace = Non Dominazione
AUTODETERMINAZIONE INTEGRALE E COSTRUIRE NAZIONE, INDIPENDENZA E SOCIALISMO. Sono mete concrete, ma non separate.
Saremo indipendenti essendo socialisti. Indipendenza e socialismo come liberazione nazionale ed internazionalismo sono il dritto e rovescio della medaglia.
L’indipendenza non ce la regalano in questo angolo dell’Europa. Non siamo Lituania, né Montenegro, e speriamo di non essere la Cecenia che la Russia ingannò come Madrid ai saharawi.
Ma l’indipendenza ed il socialismo sono costruzioni inseparabili e che al margine del loro riconoscimento e realizzazione totale sono processi che abbiamo iniziato come movimento popolare.
Lo dice la parola “Permanente”, lunga e senza pausa. Ma permanente non vuole dire eterna. Quello sarebbe metafisico E stiamo in una volta ed in uno spazio in cui, fino ad oggi, solo ci siamo mossi noi. E come in ogni negoziazione, ogni tavolo ha due lati.
Permanente non è irreversibile. Non si riconosce ancora il Diritto di Autodeterminazione.
Non è un processo di pace. È una battaglia nuova nel processo di liberazione
Permanente è la lotta rivoluzionaria.

Eta si arrende?
Ricordiamo con tristezza una lunga serie di abbandoni di quanti si vollero ingannare ed ingannarono il nostro paese. Ricordiamo, e molti di quanti oggi lottano in E.H nella sinistra, nel movimento popolare in BATASUNA, sanno di liquidazioni, nei sessanta, nei settanta e specialmente nel pentimento degli ottanta. Pentiti che non credono più nel socialismo e nell’indipendenza. Non sanno del loro paese e della loro classe. Coprirono con quei verbali di” Riconversione”, nella quale non credettero mai, i sacrifici, e le vite di molti lottatori, e scambiarono la lotta accumulata del popolo lavoratore col piatto di lenticchie col quale vivono divinamente
Ed il popolo lavoratore continuò, e seguì il movimento, e continuò la lotta.
Quelle proposte di “Indipendenza E Socialismo”, quella “contraddizione principale” nella lotta di classe si sono radicate in un movimento popolare che oggi segna le agende dello stato. E quel processo di Autodeterminazione con cui 47 anni fa si incominciò, oggi si è socializzato all’80 percento dei baschi.
Abbiamo utilizzato molti mezzi, armi che sono servite in ogni situazione e potranno continuare ad essere utilizzate quando le circostanze lo richiedano.
Non c’è tregua nelle lotte di liberazione.
Chi crede che ETA si sia arresa?

04/05/2006



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