SENZA CENSURA N.20
luglio 2006
Contro il G8, per una sinistra efficace
Come lavora la sinistra antagonista in Germania
Il materiale seguente è un articolo pubblicato
nel primo numero della rivista “Gxtra”, un giornale tedesco che accompagnerà la
campagna contro il G8. La Gxtra si è data come obiettivo di essere un mezzo per
facilitare la comunicazione tra le varie situazioni, idee, contenuti e attività
intorno al G8 nel 2007 a Heiligendamm in Germania. La rivista si è anche
dedicata a un’attività pretenziosa: iniziare la discussione sulla questione
dell’organizzazione tra la “nuova” e la “vecchia” sinistra in Germania. La
rivista è una coproduzione tra diversi collettivi di redazione come per esempio:
“so oder so” , “ak” e “Arranca!” nonché gruppi locali e iniziative nazionali di
tutta la Germania come ALB, Avanti, Fels, Krieg ist Frieden, Libertad e molti
altri. L’idea di questa rivista è scaturita da un’iniziativa nazionale che
nacque circa due anni fa come progetto per combattere la dispersione della
sinistra antagonista in Germania. Il progetto si è dato il nome
“Interventionistische Linke”. Interventionistische Linke significa una sinistra
che intervenga, non è un’organizzazione nel senso che abbia un programma vero e
proprio ma piuttosto è il tentativo di creare la base per una collaborazione
responsabile e impegnativa tra le varie situazioni in Germania, basata sull’idea
che solo uniti si possa intervenire.
Dalle direttive della “Interventionistischen Linken”:
“(…) Il rifiuto del neoliberalismo è diventato evidente e percettibile in tutto
il mondo anche se si esprime in modi diversi. In questa situazione evocare
l’immagine di un rivolgimento radicale è solo una dichiarazione d’intenti,
particolarmente di fronte al fatto che come sinistra antagonista non siamo
neanche in grado di fermare singoli progetti del potere come per esempio “Hartz
IV” (un pacchetto di leggi che ha portato i più gravi tagli sociali nella storia
della RFT).
Proprio in questa fase praticare il tentativo di un cambiamento reale significa
riuscire ad agire sia nel campo riformista che in quello rivoluzionario: Bisogna
non chiudersi nella retorica antagonista ma cercare una cooperazione costruttiva
e leale nelle alleanze, propagando le proprie posizioni anticapitaliste e le
proprie forme d’azione. (…)
(…) Una sinistra antagonista sarà in grado di trovare risposte solo nella
prospettiva dell’appropriazione. La necessità dell’antagonismo diventerà
visibile e combattiva nella dimensione delle concrete richieste sociali, nel
fatto che i desideri ribelli e le esigenze emancipatorie non possono essere
soddisfatte nel compromesso con il capitalismo ma solo nella politica della
rottura rivoluzionaria con il dominio capitalista a lungo termine. (…)”
NOTIZIE DAL PIANETA ROSSO
Countdown per la mobilitazione contro il vertice del G8 a Mecklenburg-Vorpommern
Il progresso nasce sempre dalle lotte. Da parecchi anni i vertici del G8 sono
diventati punti di coagulazione per le proteste e la resistenza. In piazza, nel
dibattito, nei campi militanti, e nelle numerose iniziative durante i
contro-vertici centinaia di migliaia di militanti hanno espresso un collettivo
NO di fronte alle guerre di distruzione economica e militare lanciate dal
capitale globale. Il numero dei protagonisti, l’ampiezza del movimento, la
composizione internazionale e la radicalità manifestano già da lungo tempo un
ciclo di globalizzazione popolare alternativa.
Le zone rosse del potere imperiale sono state attaccate da proteste, blocchi o
azioni dirette che hanno mandato i vertici dai centri delle città nella
periferia. Le impressioni cambiano: il bagno di folla populista fa parte dello
scorso millennio. Dopo Genova i vertici si sono spostati a porte chiuse negli
alberghi di lusso lontano dai centri, dietro il filo spinato, protetti dai
missili antiaerei e da una massiccia presenza delle forze d’ordine. L’ultimo
vertice a Gleneagle, in Scozia, ha reso evidente che si tratti di un semplice
inganno quando i leader mondiali invitano a sedersi e “discutere il problema
insieme”. La mostruosa mossa propagandista della cancellazione volontaria dei
debiti non è stata altro che un autoinganno. L’unica cosa che si possa discutere
con Tony Blair e George W. Bush è il loro progetto globale di guerra e il suo
costo. L’unica cosa che si possa discutere con i capi di stato dell’UE sono gli
assetti delle frontiere e le loro conseguenze. Il mediterraneo è diventato la
più grande fossa comune d’Europa. Negli ultimi anni 15 000 persone sono annegate
tentando di raggiungere le coste dei paesi Schengen.
Parleranno i rappresentanti della Banca Mondiale con i ministri delle finanze, i
capi del G8 discuteranno con i loro ministri per la sicurezza, tutti costoro
faranno conferenze con il presidente del FMI e con i membri dei consigli di
amministrazione delle multinazionali. Per quanto riguarda il problema centrale
sono tutti d’accordo: Il comando globale deve essere approfondito, la struttura
del potere rafforzata. Non esiste nessuna partecipazione reale al di fuori delle
sfere del potere. Sono queste le leggi della forza di gravità. I movimenti
devono, dunque, sviluppare i propri progetti, le proprie pubbliche relazioni e
la propria prassi tramite i quali possano articolare un contropotere e un
progetto ragionevole di fronte alla pazzia capitalista.
Creare una collaborazione tra le varie
iniziative!
Uniti conto
il vertice!
In Giugno 2006 il G8 si terrà nella ex-residenza degli Zar a St.
Petersburg, e nell’estate 2007 il vertice ci aspetta in Germania; i leader del
mondo si incontreranno nel Grand Hotel “Kempinski” a Heiligendamm sulla costa
baltica, nella ex-DDR.
Vorremmo già oggi creare le condizioni per organizzare giorni potenti di
resistenza a Heiligendamm.
Manifestazioni, assemblee, eventi di musica e cultura devono rendere visibile e
udibile che non saremo mai soddisfatti finché perdura il sistema capitalista
globale, ovunque si esprima.
Per realizzare questo scopo tutti devono divenire visibili e udibili, dai
militanti delle proteste contro i tagli sociali, ai movimenti ecologici, al
movimento per la pace, ai sindacati, ai gruppi per la tutela dei diritti umani,
alle auto-organizzazioni dei migranti, ai no-global e alla sinistra antagonista
militante. Se riuscissimo a organizzare una comunicazione tra tutte le
situazioni invece di chiuderci ognuno nelle proprie strutture, i giorni a
Heiligendamm potrebbero diventare un forum dell’opposizione extraparlamentare,
una possibilità di sperimentare alternative sociali.
Per un intervento di sinistra
Di una sinistra che non sia caratterizzata da forme di azione, protesta
od organizzazione identiche e nemmeno da un programma comune. Che non sia
caratterizzata dalla concorrenza con dei partiti che realizzano solo i propri
progetti nei quali gli altri sono il “pubblico”. Che non si limiti a una
convivenza indifferente. Ma una sinistra che cerchi di sviluppare un’alternativa
sociale che crei un movimento che muova qualcosa, un alternativa
anticapitalista, antiimperialista, antirazzista e antipatriarcale. Questa non è
una semplice politica delle alleanze rivolta verso ogni parte e neanche una
dichiarazione di principio che sia politically correct . Si tratta piuttosto del
contropotere in movimento: nella preparazione del controvertice, nella
mobilitazione, nel momento della delegittimazione diretta del blocco
imperialista, durante il vertice; e ovviamente e dappertutto nel periodo dopo il
vertice: ogni giorno e in più posti possibili.
Si potrà definire di sinistra, si potrà definire radicale, un intervento che sia
stato in grado di prendere la palla al balzo.
[Info: www.heiligendamm2007.de]