Ancora una volta la Sardegna è stata scelta
come sede di esercitazioni militari per addestrare i militari di paesi
diversi e impiegare nuove tecnologie di guerra; la prima di un ciclo che
durerà sei mesi è già in corso: dall’8 al 24 maggio si svolgono nella nostra
isola due operazioni congiunte: l’Aeronautica Militare organizza la sua
esercitazione annuale più importante, la “Spring Flag 2006”, a cui
partecipano anche l’Esercito Italiano, la Marina Militare, nonché forze
Nato, francesi, inglesi, olandesi, belga e israeliane; mentre l’E.A.G (European
Air Group, composto da Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Germania,
Italia e Spagna) svolge l’operazione “Volcanex 06”. Tra Alghero e
Decimomannu vengono simulate attività COMAO (Operazioni aeree complesse) e
C-SAR (Ricerca e soccorso in zona ostile), che fanno parte della cosiddetta
“Peace Support Operation “. Tra i mezzi utilizzati ci sono aerei ed
elicotteri da guerra, contraeree, supporti per la guerra elettronica e per
il rifornimento in volo; vengono impiegate sostanze tossiche come l’amianto
(proibito da leggi italiane e europee) e la torina.
Nell’attuale contesto internazionale le esercitazioni sono indispensabili a
mantenere la guerra all’ordine del giorno, con l’impiego di risorse umane ed
economiche che questo comporta (basti pensare che la sola Italia ha 8.514
militari impegnati in 28 missioni in 19 Paesi più 3 aree geografiche); per
questo motivo riteniamo che dire no a queste esercitazioni significa anche
dire no a questa guerra permanente, no a questi attacchi e occupazioni
militari che distruggono paesi e decimano le popolazioni che la subiscono,
no all’invio di giovani donne ed uomini fra le braccia della morte.
Da più di mezzo secolo la Sardegna si accolla il peso di ospitare questo
tipo di esercitazioni, che sono utili al bilancio dello stato italiano ma
distruggono ampie porzioni di terra e di mare sardi, impediscono lo sviluppo
di tutta una serie di attività produttive e causano deformazioni e tremende
malattie che provocano atroci sofferenze e morte; lo stato italiano e la
classe politica sarda, asservita ad interessi esterni al popolo sardo, sono
coscientemente responsabili. In questa situazione i diritti alla vita e al
lavoro dei cittadini sono totalmente calpestati; la democrazia è un concetto
che scompare, e con esso ogni possibilità di autodeterminazione del popolo
sardo. Di basi militari si è parlato spesso ultimamente, anche per i
discorsi pubblici di alcuni uomini politici che chiedono lo smantellamento;
partecipare alla manifestazione darebbe loro l’occasione di dimostrare che
le loro non sono solo parole ma si impegnano realmente in questo senso.
Dire No! a queste esercitazioni, dire NO! all’occupazione del nostro
territorio da parte di basi militari su cui nessuno ci ha MAI interpellato
significa AFFERMARE il nostro diritto a rivendicare l’autodeterminazione del
nostro destino, l’autodeterminazione dell’utilizzo e della salvaguardia del
nostro territorio e delle sue risorse!
Per questi motivi chiamiamo tutto il popolo sardo, giovani e vecchi,
lavoratori, studenti e disoccupati, cassaintegrati e pensionati, a
partecipare alla manifestazione contro le esercitazioni militari.
COMITATO SARDO CONTRO LE ESERCITAZIONI MILITARI
ADESIONI: A Foras - Atòbiu casteddayu contras
- s’ocupadura militari - Sardigna Ruja - A Manca Pro S’Indipendentzia -
Sardigna Natzione Indipendentzia - PRC Oristano - GC Oristano - Comitato
Sardo Gettiamo le Basi - Associazione Amicizia Sardegna Palestina - Circolo
Bandiera Rossa - Rivista telematica Liberamenti - Comitato di Decimo -
Circolo del PRC Gramsci – Cagliari - Progetto comunista Sardegna - Cagliari
Social Forum - Carovana sarda della pace - LA NOSTRA LOTTA - Shardhack -
Tzirculu Comunista Natzionalitariu - “28 de Abrili” - UDU di Cagliari -
Verdi - Legambiente - Cobas scuola |