SENZA CENSURA N.20

luglio 2006

 

Esercitazione Spring Flag e partecipazione aeronautica israeliana

 

Sardegna e Svezia contro la Spring Flag
A partire da Lunedì 8 Maggio fino al 27 partirà da Decimomannu la più importante esercitazione militare dell’Areonautica italiana, la Spring Flag, alla quale prenderà parte anche la E.A.G., ossia la European Air Group. L’area di tiro i tiro preferenziale è il poligono di Capo Frasca - 1416 ettari a terra più l’area a mare prossima alla costa e l’immensa zona a mare denominata ‘Danger 40’, collegata alla base di Decimomannu dalla zona aerea interdetta ‘R 54’. L’imponente manovra di guerra, ovviamente, si dispiegherà anche nei poligoni di Teulada e Quirra.
Come già gli anni scorsi a questa esercitazione prenderà parte anche il famigerato AMX. Uno di questi aerei, il 20 ottobre dello scorso anno, è precipitato in un campo coltivato vicino alla base aerea di Decimomannu. Ancora non sappiamo se il terreno sia stato bonificato. Ricordiamo bene che nel campo si aggiravano persone dotate di tutti i sistemi di protezione, tute, Maschere e quant’altro. L’AMX, soprannominato la “bara volante”, è un cacciabombardiere da 70 miliardi prodotto da Finmeccanica e Brasile protagonista di una lunga serie d’incidenti apertasi nel 1984 con la caduta del prototipo e la morte del pilota collaudatore, il comandante Manlio Quarantelli. L’Amx è al centro di varie inchieste della Procura di Roma, Pesaro, Treviso, Padova.
Ma quest’anno una novità eclatante ha dato qualche problema in più ai toni trionfalistici, tra il poetico e il patriottico, che animano solitamente i comunicati dell’Areonautica italiana in merito a questa esercitazione. Ci ha pensato il governo svedese a guastare parzialmente la festa ai giochi di guerra della NATO. Il 26 Aprile scorso il portavoce del ministero degli esteri svedese Nina Ersman ha annunciato il ritiro dall’esercitazione delle unità aeree, affermando che lo Spring Flag “e’ stato organizzato per operazioni di mantenimento della pace e noi non desideriamo prendervi parte a causa della partecipazione di Israele’’. “Sembra poco probabile” prosegue il portavoce svedese “che Israele possa partecipare a tali operazioni. Israele non partecipa attualmente a nessuna operazione di mantenimento della pace”.
Fermo restando che anche gli altri aerei da guerra coinvolti in questa esercitazione non partecipano ad operazioni di mantenimento della pace (comprese quelle italiane) ma fungono da supporto o operano direttamente in contesti di occupazione militare e di guerra, quali l’Iraq e l’Afghanistan, concordiamo in pieno con la Svezia per aver posto un limite alla collaborazione con Israele. La rinuncia dell’Areonautica svedese ha sollevato la reazione stupita ed indignata del capo di stato maggiore dell’Areonautica italiana Tricarico, affrettatosi ad esprimere “comprensione e solidarietà” nei confronti del governo israeliano.
Al di la della sudditanza del governo uscente nei confronti di Israele, al generale Leonardo Tricarico, così come a buona parte della classe politica italiana, crediamo sfugga un elemento centrale: l’Areonautica israeliana partecipa quotidianamente alla politica di occupazione e distruzione del popolo palestinese. Gli F16 israeliani che verranno ad esercitarsi in Sardegna sono gli stessi che bombardano ogni giorno la Palestina facendo strage di uomini, donne e bambini, con il più totale dispregio di numerose risoluzioni ONU e di qualsiasi norma di civiltà. Collaborare, permettere e partecipare ad esercitazioni di mezzi militari coinvolti in azioni di guerra è una violazione palese della convenzione di Ginevra, così come stipulare accordi di cooperazione militare, come ha fatto il governo Berlusconi.
Era necessario che ci fosse un atto di chiarezza del governo svedese perché anche in Italia si mettesse all’ordine del giorno un inqualificabile collateralismo nei confronti della distruzione e della occupazione della Palestina? Al nascente governo Prodi serve un atto di chiarezza e di civiltà politica e una svolta per una politica estera di pace. Nessuna collaborazione militare con lo stato di Israele fino a quando non riconoscerà il diritto ad uno stato palestinese entro i confini del 1967 con Gerusalemme Est capitale, e, così come previsto dalle risoluzioni ONU, il diritto al ritorno per i profughi. Sospensione delle esercitazioni in Sardegna e apertura di una fase di smilitarizzazione del territorio. Revoca del trattato di cooperazione militare con lo stato di Israele. La Sardegna vuole essere ponte di dialogo e amicizia, ripudia il ruolo che le è imposto di palestra della guerra, complice del massacro di altri popoli.

Associazione Amicizia Sardegna Palestina
(http://xoomer.alice.it/asspal/)
Comitato Sardo Gettiamo Le Basi
(http://freeweb.supereva.com/gettiamolebasi/index.htm)



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