SENZA CENSURA N.19
marzo 2006
Contro le menzogne uribiste, cresce la Voz de la Resistencia
In uno degli articoli qui proposti sulle
dinamiche ed il fallimento strategico del Plan Patriota, quale accelerazione
del Plan Colombia e tentativo del South Com del Pentagono di frenare
l’avanzata del movimento guerrigliero in questo paese andino-amazzonico,
avevamo denunciato con argomenti inconfutabili le menzogne del regime
oligarchico colombiano, proprie della disperata guerra virtuale-mediatica di
Uribe volta a mistificare il reale andamento del conflitto sociale ed armato.
Un caso emblematico delle falsità della macchina propagandistica del Governo
della Casa de Nariño è, indubbiamente, quello della contraddizione
insostenibile in cui è incorso il suo Ministero della Difesa, autore del
recente rapporto “Risultati e sfide della politica di difesa e sicurezza
democratica”, reso pubblico lo scorso 5 dicembre 2005. Nel rapporto,
sbandierato come vessillo di una presunta “vittoria inarrestabile” contro la
guerriglia, si riconosce che l’incremento delle spese di guerra negli ultimi
tre anni è stato consistente: se nel 2003 sono stati dilapidati 4,8 miliardi
di dollari, e l’anno successivo 5,5, nel 2005 siamo arrivati a ben 6,4, con
una media di 17,5 milioni di dollari spesi ogni giorno nel vano tentativo di
piegare l’insorgenza rivoluzionaria. In sostanza, il dato aggregato che se ne
ricava è che, nei tre anni presi in esame, lo Stato colombiano e gli USA hanno
investito la cifra stratosferica di 16.7 miliardi di dollari, di cui oltre 2
elargiti direttamente da questi ultimi (senza contare il finanziamento di
operazioni occulte e dell’addestramento dei gruppi paramilitari, oltre alle
spese di vario tipo sostenute dai gringos, che per ovvie ragioni non vengono
pubblicamente riconosciuti).
Il rapporto in questione, inoltre, ha come epicentro tematico i “risultati
contundenti” ottenuti contro le FARC e l’ELN nel periodo compreso tra il 2002
ed il 2005, quello dell’attuale legislatura: 7.300 combattenti abbattuti,
5.409 smobilitati e 19.890 catturati. Sommando questi numeri, secondo il
regime uribista i guerriglieri messi fuori combattimento sarebbero 32.599.
Tuttavia, nel rapporto del mindefensa si sostiene che nel 2002 le FARC erano
composte da 16.900 guerrieri e l’ELN da 3.700, mentre due anni dopo, nel 2004,
rispettivamente da 12.515 e 3.655 (per un totale di 16.170). Tanto per
cominciare ci sarebbe da chiedersi come il governo narco-paramilitare di Uribe
Vélez faccia a sapere, con tanta esattezza, il numero di guerriglieri attivi.
Sarà grazie al piglio ed alla “professionalità” degli ufficiali a stelle e
strisce, gli stessi a capo del Plan Patriota, così bravi a scrutare coi
satelliti le profondità delle immense selve colombiane? Non crediamo proprio,
dato che nessuna delle inarrivabili tecnologie figlie del complesso
militare-industriale statunitense, sbeffeggiate quotidianamente dall’eroica
resistenza irachena, è servita a raggiungere gli scopi dichiarati del Plan
medesimo, tra i quali la cattura di almeno uno dei sette membri del
segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP.
Ma, presti attenzione il lettore, la tanto millimetrica quanto caricaturale
esattezza con cui sono presentate queste ultime cifre non è nulla in confronto
all’altra grande incongruenza contenuta del rapporto, che avrete già intuito:
com’è possibile che la quantità di guerriglieri messi complessivamente fuori
combattimento (oltre 32.000) sia pachidermicamente più elevata di quella degli
stessi attivi -secondo il Ministero della Difesa colombiano- nel 2004 (e cioè
più di 16.000)? Seguendo la logica di questi inverosimili e fallaci dati,
dovremmo arrivare alla conclusione che la guerriglia è stata sterminata,
situazione che esiste nei sogni fascistoidi di Uribe ma che è drasticamente
smentita dai ripetuti operativi condotti dalle FARC negli ultimi mesi, tra i
quali possiamo ricordare - a titolo esemplificativo ma assolutamente non
esaustivo - la distruzione della base dei fanti della Marina a Iscuandé (nel
dipartimento di Nariño), l’attacco devastante a quella di Teteyé (nel Putumayo),
le estese ed articolate operazioni condotte nell’area di Toribío (nel Cauca),
i colpi durissimi inferti ai paramilitari di Stato a San José del Palmar (nel
Chocó) ed a Puerto Lleras e Puerto Rico (nel Meta), e la presa della base
della Polizia a San Marino (montagne dell’Urabá chocoano).
Queste ed altre azioni insorgenti, che i mezzi di disinformazione
dell’oligarchia colombiana non hanno potuto ignorare e che hanno rappresentato
severi colpi alla politica della Seguridad Democratica, sono solo una piccola
parte delle migliaia di operativi (attacchi, imboscate, sabotaggi, scontri,
ecc.) realizzati dall’Esercito del Popolo dall’insediamento di Uribe,
sistematicamente occultati dai media di regime al fine d’imporre,
artificiosamente, uno scenario surreale in cui la sconfitta strategica
dell’opposizione politico-militare rivoluzionaria sarebbe imminente.
Ma torniamo nuovamente alle cifre del rapporto del Ministero della Difesa
colombiano. Ammesso e non concesso che i suddetti dati si approssimino alla
verità, non si potrebbe che dedurre una cosa sola: più il tentativo di
estirpare la guerriglia viene portato alla pratica sul campo di battaglia con
“risultati palpabili”, più essa rinasce e cresce come la fenice, conclusione
che smentisce senza possibilità d’appello il teorema ufficiale secondo il
quale lo Stato starebbe vincendo la guerra.
Eppure, la realtà sotto gli occhi di tutti, come alcuni analisti
dell’oligarchia hanno dovuto riconoscere obtorto collo, non coincide né
riflette alcuna delle due infondate conclusioni, che abbiamo volutamente
simulato e smontato. La guerriglia fariana non è stata decimata, e non è
nemmeno una fenice improvvisata. E’ un’articolatissima organizzazione
politico-militare presente su tutto il territorio nazionale, con un
radicamento di massa ed una forza consolidati in oltre quarant’anni di lotta
ininterrotta per una Colombia Nuova, in pace e con giustizia sociale, che
controlla vaste aree del paese e sviluppa senza sosta il piano
strategico-militare per la presa del potere. E c’è di più: con il fattore
tempo dalla sua ed una permanente crescita organica e politica, sta vincendo
la guerra, come dimostrano l’isteria di un Uribe che fa da oltre un anno il
presidente part-time per dedicarsi all’attività di candidato alla rielezione,
le ripetute purghe in seno alle Forze Armate di generali ed ufficiali,
accusati dal governo di non ottenere sul campo di battaglia risultati
adeguati, ed il morale in frantumi di una gran parte dei soldati e militari,
usati come carne da macello per difendere disperatamente gli interessi del
capitale transnazionale e dell’oligarchia dei cosiddetti cacaos.
Questa è la Colombia reale, dunque. Diametralmente opposta a quella virtuale,
dei rapporti ufficiali e dei media di regime. Una Colombia attraversata da
molteplici strumenti di contro-informazione, che lavorano notte e giorno per
contrastare il poderoso apparato della propaganda uribista della Colombia
virtuale, organizzare le masse e denunciare le infinite violazioni ai diritti
sociali, politici, economici e culturali del popolo colombiano. Uno di questi,
il più agguerrito e tenace, è il Network Radio Bolivariano “Voz de la
Resistencia”, delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, il cui
responsabile nelle aree di presenza ed operazione dei Blocchi José María
Córdoba e Caribe è il Comandante Jesús Santrich, membro dello Stato Maggiore
del Blocco Caribe stesso.
Per la portata strategica rivestita da questo network informativo, proponiamo
ai lettori alcuni estratti di un’intervista rilasciata di recente dal
Comandante Santrich.
“La Cadena Radial Bolivariana ‘Voz de la Resistencia’ è un insieme di stazioni
mobili che operano fondamentalmente nel rango VHF, vale a dire emittenti radio
conosciute comunemente come FM per via del modo in cui modulano il segnale che
producono. E’ un progetto di comunicazione di nuovo tipo, che ha già
all’attivo importanti realizzazioni materializzate nelle aree di tutti i
Blocchi guerriglieri; conta su un’équipe tecnica ed umana che, sotto la
conduzione delle istanze nazionali di direzione, ha la missione di portare al
popolo colombiano informazione, formazione ed orientamenti di carattere
politico ed organizzativo, nel quadro della lotta per l’emancipazione e la
costruzione di una società in cui primeggino la giustizia, la libertà e la
pace, anelate da tutti i colombiani.
Quando dico che la Cadena Radial funziona come un insieme di radio del tipo
VHF, ossia con frequenze che oscillano tra i 77 ed i 108 Mhz, è perché
esistono anche altri tipi di emissioni. Mi riferisco in particolare ad alcuni
lavori che facciamo con apparecchiature ad onde corte, anche se è
preponderante l’attività svolta dai combattenti che trasmettono i loro
programmi, dalle rispettive aree di operazione, con apparecchiature portatili
VHF su frequenze commerciali determinate, in generale variabili.
Il lavoro radiofonico delle stazioni della CRB è realizzato sulle montagne da
guerriglieri che sono stati formati a tal scopo negli stessi accampamenti
delle FARC-EP. Le stazioni sono mobili, oggi possono stare in un luogo e, in
base alle condizioni di sicurezza, nel giro di due, tre o più giorni in un
altro, sempre alla ricerca di punti alti della cordigliera o luoghi favorevoli
sotto il profilo geografico e militare nelle selve del paese. Ogni stazione
può operare autonomamente o trasmettere in collegamento con altre per
diffondere una medesima programmazione, nello stesso momento e da uno studio
centrale.
Le stazioni della CRB diffondono pronunciamenti, articoli e punti di vista dei
Fronti, dei Blocchi, dello Stato Maggiore Centrale e del suo Segretariato in
merito ad aspetti della vita politica nazionale, alle caratteristiche che
vanno assumendo lo scontro e la resistenza all’aggressione, allo sfruttamento
che il regime ha scatenato contro il popolo, ecc. Si sviluppano inoltre
diverse tematiche riferite ad aspetti d’ordine filosofico, ideologico e
d’interesse generale per i settori più deboli ed oppressi dalla classe
oligarchica. La CRB, che come indica il suo nome s’ispira profondamente agli
ideali del Libertador Simón Bolívar, esprime essenzialmente i propri contenuti
in favore della rivoluzione socialista e degli interessi delle maggioranze
nazionali, che soffrono le condizioni d’ingiustizia imposte dai potentati
economici. Di conseguenza, la CRB ha una ben fondata tendenza antimperialista
ed antioligarchica in favore della Patria Grande, dell’America Nostra, ed in
special modo della popolazione pauperizzata del continente.
Inoltre, questa rete di stazioni mobili di radiodiffusione fa parte di un
sistema informativo rivoluzionario integrato anche da mezzi di propaganda
scritta, tra i quali si distinguono i nostri bollettini dei Fronti e dei
Blocchi e le riviste Resistencia nazionale ed internazionale, oltre che da un
insieme di meccanismi come le pagine web.”
“Essendo le FARC-EP una forza politica e militare, il loro agire ha questo
stesso carattere. In tal senso, nel campo della propaganda, del dibattito
ideologico, della formazione intellettuale e dell’organizzazione delle masse,
il funzionamento di uno strumento di comunicazione - o quanto meno
d’informazione di massa - qual è una stazione radio, è una necessità per
mantenere ed ampliare il contatto con la popolazione, soprattutto nello
svolgimento del lavoro clandestino. Fin dalla sua nascita, la Cadena Radial
Bolivariana ha cercato di mettere a fuoco i propri programmi nel miglior modo
possibile, per renderli efficaci, gradevoli, e coerenti nell’ambito dei nostri
principi rivoluzionari, relativamente ai quali abbiamo sempre - ed in ogni
circostanza - collocato la verità come base del nostro discorso e del nostro
agire. Senza avere esperienza alcuna nell’uso della radio come strumento di
lotta, ci siamo messi a riflettere per arrivare a delle conclusioni con il
contributo dei combattenti e compagni in generale, ed abbiamo deciso di fare
la nostra propria esperienza e costruire una concezione propria sul senso che
avrebbe dovuto avere la radio fariana. In questo processo, che continua a
svilupparsi, abbiamo pensato che ogni passo fatto dev’essere orientamento ed
insegnamento, insegnamento ed apprendimento, non solo in merito all’uso di
apparecchiature radiofoniche, ma anche e soprattutto nel concepire,
pianificare, organizzare e realizzare trasmissioni in condizioni di mobilità e
clandestinità, per forgiarci poco a poco come una squadra organizzativa e
propagandistica che contribuisca, in qualche modo, a dare impulso alla lotta
ideologica, politica e militare rivoluzionaria in Colombia.
Mettere in funzionamento Resistencia ha implicato, dunque, non fare radio
tanto per farla, o come semplice passatempo od intrattenimento, ma farla con
propositi ideologici, politici e militari che abbiano un impatto - aderendo
alla verità, all’umanesimo ed all’interesse comune - sull’opinione pubblica, a
favore del progetto di giustizia sociale, liberazione e rivoluzione socialista
che hanno le FARC. Questo implica contribuire allo svolgimento del Piano
Strategico per la presa del potere, e quindi il compito della nostra emittente
non é solo quello che si propongono di assolvere le radio in generale, ossia
d’informare, educare ed intrattenere, ma anche quello di motivare la
riflessione e contribuire coi suoi messaggi a portare avanti l’azione
emancipatrice e liberatrice. Per le FARC, la radio é uno degli strumenti della
lotta rivoluzionaria.
Gli esperti affermano che la radio é lo strumento di maggior penetrazione nei
paesi latinoamericani. In una ricerca, l’UNESCO segnala che la radio é ‘una
tecnica avanzata di comunicazione che si é realmente inserita nel terzo mondo,
si é ampiamente espansa e fatta cultura(...) Con la miniaturizzazione e la
transistorizzazione, che permettono di avere costi molto bassi, la radio è
chiamata a rivelarsi ogni giorno di più uno strumento ben adattato alle
culture fondate sulla trasmissione orale e sui valori non scritti’.
In queste circostanze, che permettono un’ampia copertura, questo mezzo è molto
appetito ed impiegato dalla borghesia, dai latifondisti e dalla classe
sfruttatrice in generale come arma principale di alienazione, che ha la
peculiarità di penetrare nelle case senza chiedere permesso.
Avendo la possibilità di entrare nelle case della gente, ma con la speranza di
parlare di aneliti, sogni, utopie ed esperienze che raccogliamo, essendo parte
di essi, dalla quotidianità della lotta stessa dei popoli, diventa una
missione strategica - nell’ambito dei nostri piani di lotta ideologica,
propagandistica, organizzativa, politica e militare- imparare a fare radio ed
acquisire gli equipaggiamenti necessari ad una copertura locale, regionale e
nazionale, che naturalmente devono essere usati in modo adeguato e
responsabile, interpretando gli interessi del nostro popolo.
La CRB ha, in sostanza, la responsabilità di giocare un ruolo fondamentale
nella motivazione e nell’orientamento insurrezionali, tenendo presente che,
aldilà d’ogni altra considerazione, l’idea principale che ci deve muovere e
che effettivamente ci muove é un profondo sentimento di amore verso il
popolo”.
Associazione nazionale Nuova Colombia
nuovacolombia@yahoo.it
http://www.nuovacolombia.net