SENZA CENSURA N.19

marzo 2006

 

They make war, we make trouble

Dal 03.02.06 al 05.02.06 a Monaco di Baviera, mobilitazione: “Tutti in strada contro la conferenza bellica della NATO”

 

Sono finiti i tempi quando i progettisti della guerra potevano riunirsi a Monaco quasi senza dare nell’occhio. Ormai si devono nascondere dietro un immenso schieramento poliziesco, perché da anni migliaia di persone confrontano i generali, ministri e lobbisti dell’industria bellica con la loro resistenza. E ci sono abbastanza ragioni per questo fatto:
L’esercito tedesco ha festeggiato il 50° anno della sua esistenza definendosi una “truppa globale della pace” e ha rinforzato la partecipazione alla “guerra contro il terrorismo”, tra l’altro nell’Afghanistan; col regime di occupazione dell’Irak, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti stanno creando uno stato che significa terrore e lotta per la soppravvivenza per la popolazione irachena.
Nonostante il fallimento della costituzione europea, i padroni nell’Unione Europea stanno accelerando la formazione di una forza militare unitaria; la presunta protezione contro il terrorismo serve da comodo pretesto per la discriminazione razzista, repressione e privazione di diritti.
Per questo i rappresentanti di questa politica si troveranno dal 3. al 5. febbraio 2005 al Hotel Bayerischer Hof a Monaco.
Diamogli un bel benvenuto! é un punto importante d’incontro tra governi, militari e l’industria privata, dove vengono concordate strategie militari ed interessi economici. Negli ultimi anni i temi più importanti del programma erano le guerre globali, e come conseguenza, la occupazione militare dell’Irak e dell’Afghanistan.
Il governo tedesco usa la SiKo come forum per accelerare la militarizzazione dell’UE e per presentarsi come “Global Player” militare.
Nel 2005 ebbe luogo a Monaco, in stretta cooperazione con la SiKo, la Conferenza sul Finanziamento del Maghreb, Medio Oriente e Irak, organizzata dalla confindustria tedesca, il BDI (Bund der Industrie):
La intersezione tematica e personale delle due conferenze riflette il collegamento tra la globalizzazione capitalista e la sua protezione militare. Dopo le forti manifestazioni contro la guerra, la SiKo aveva difficoltà di legittimarsi, e cosi nel 2005 gli organizzatori della conferenza hanno invitato il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, per darsi la sembianza di una “conferenza per la pace”.
Kofi Annan, in concordanza con la tematica della conferenza, nel suo discorso giustificó le guerre preventive. La prossima SiKo servirà all’UE e agli Stati Uniti come occasione per mettersi d’accordo sui progetti di guerra contro l’Iran. Gli esponenti dei partiti democristiani tedeschi, che nel nuovo governo tedesco saranno la forza maggiore, già alla SiKo 2005 hanno richiesto un ulteriore ampliamento dell’esercito tedesco per missioni di guerra in tutto il mondo, per rinforzare la NATO e per missioni militari all’interno del paese.
Mostriamo la nostra rabbia e la nostra resistenza ai guerrafondai nel Hotel Bayerischer Hof!

Dall’11.09.2001 sta aumentando l’incitazione razzista contro persone di aspetto arabo o orientale, che nella discussione pubblica vengono dichiarati sospetti terroristi.
Questa incitazione segue le traiettorie dei vecchi dibattiti sull’immigrazione, il cui unico scopo e stato di usare luoghi comuni razzisti e culturali per inscenare come minaccia gli “stranieri”.
In questo modo, le società dell’Irak e dell’Afghanistan sembrano dei pendant barbarici dell’“occidente libero”.
In questo dibattito ormai anche esponenti del patriarcato qui regolarmente criticano l’oppressione delle donne nelle società musulmane. In realtà le invasioni militari non portano alcun cambiamento positivo per le donne: Ovunque i stati della NATO irrompano con i loro soldati e il loro seguito di personale civile e di organizzazioni non governative, avviene un’ aumento esplosivo dello sfruttamento di donne e ragazze attraverso la prostituzione forzata. La resistenza femminile contro queste condizioni, per esempio nell’Irak o l’Afghanistan, viene ugualmente ignorato come le strutture patriarcali nelle metropoli occidentali.
Con l’idea dei “valori dell’occidente”, che legittimano il sistema capitalista e patriarcale, viene prodotto un “estero” che ha bisogno di essere democratizzato con metodi violenti dalla presunta “civilizzazione”.
Per la gente dell’emisfero meridionale questa logica significa degrado, emarginazione, oppressione e guerra. Per la popolazione delle nazioni industriali dell’occidente significa paranoia razzista dell’antiterrorismo, guerre preventive e lo sfascio dei sistemi sociali.

La globalizzazione é inseparabilmente collegata con la logica capitalista, che fa uso della violenza militare come importante fattore economico e abbandona vaste parti del mondo alla miseria.
Le “democrazie occidentali” creano zone senza diritti, specialmente nei posti dove l’economia capitalista non puó più offrire una vita dignitosa alla gente:
Zone senza diritti create da occupazioni a tempo indeterminato, come nel Kosovo, dove truppe NATO, per la maggior parte dall’Europa, stanno proteggendo lo spezzettamento della Jugoslavia. Sotto la sovrintendenza delle banche tedesche vennero introdotti come valuta prima il Marco, poi l’Euro, per accelerare anche la divisione economica del paese precedentemente sovrano.
Zone senza diritto, come le frontiere militarizzate della fortezza europea, per esempio i recinti a Ceuta, dove profughi e migranti vengono allontanati con violenza letale. Zone senza diritto nei campi di profughi extraterritoriali in Nordafrica o le prigioni e i centri di tortura come Abu Ghraib e Guantanamo.
Zone di stato d’emergenza come a New Orleans, dove dopo la tempesta la Guardia Nazionale in missione contro la popolazione afroamericana aveva ordini di sparare per uccidere.
Nel nuovo sistema mondiale del capitalismo globale la differenza tra guerra e pace si sta offuscando
Nonostante la forte resistenza contro l’Europa neoliberale militarizzata e antisociale abbia causato il fallimento della costituzione europea, si cerca ancora di realizzare i soliti progetti, che saranno punti di discussione centrali della conferenza. Nella “Europäische Sicherheitsstrategie” (Strategia di sicurezza europea, ESS) e nell’“European Defense Paper” (Piano di difesa europea), i strateghi militari dell’UE proggettano dei scenari di missioni militari in tutto il mondo per “salvaguardare interessi europei” – incluso guerre d’attacco “preventivo” e l’uso di armi nucleari.
Il nucleo di questa proggetti sono i 60.000 soldati della forza d’intervento europea, a cui verranno aggiunti “gruppi di battaglia” (Battle Groups) mobili per combattere nell’Africa dal 2007.
L’esercito tedesco é una delle forze maggiori sia nella forza d’intervento europea che nelle Battle Groups e nella “NATO-Response-Force”, che dal 2003 é pronta per la guerra globale contro il terrorismo.
Le ambizioni tedesche ed europee di diventare potenza mondiale militare sono connesse con un massiccio assalto alle nostre condizioni di vita - deprivazione di diritti sociali, riduzioni dell’educazione e l’abolizione dell’autonomia tariffaria.
E proprio lí dove sta diventando più difficile trovare un lavoro, un’ apprendistato o un posto di studio senza tasse, l’esercito cerca di arruolare i giovani colla promessa di un lavoro sicuro in tempi di crisi.
Ma l’intreccio tra la riduzione delle prestazioni sociali e la militarizzazione non si ferma lí: La concorrenza capitalista sempre più accanita tra le regioni costringe la società alla “mobilitazione generale”, che prosegue nella mobilitazione militare e nella lotta mondiale per risorse e mercati.

L’ideologia neoliberale dei padroni ha bisogno della nozione che non ci sia alternativa al capitalismo globale.
Ma il numero di persone insoddisfatte cresce, che non si accontentano più delle misere condizioni di vita: gruppi femminili e studenti nell’Irak si oppongono alla violenza sessista e omofoba delle milizie religiose e lottano per la fine dell’occupazione. Operai e disoccupati si stanno ribellando contro le pessime condizioni di lavoro sotto il regime dell’occupazione.
Anche nell’Iran la sinistra resiste al regime e vuole tutt’altro che un “cambio di regime” attraverso il terrore delle bombe americane ed europee- sostenendo le lotte delle donne, dei operai e degli studenti.
Con movimenti come questi dobbiamo cercare la solidarietà pratica. Come parte di movimenti mondiali contro il capitalismo globale e contro la militarizzazione noi mobilitiamo contro la conferenza di guerra della NATO a Monaco e contro il World Economic Forum a Davos, in Svizzera. Nel 2007 con molti altri saremo a Heiligendamm per opporre la nostra resistenza al G8 in Germania.
Lottiamo insieme per una vita migliore al di là di violenza patriarcale e sfruttamento capitalista, senza guerre, repressione, discriminazione razzista e senza le ottusità nazionali e religiose- qui ed in ogni parte del mondo!
Facciamo resistenza contro le parate militari della Bundeswehr e contro le basi!
Sabotiamo le guerre dei padroni!
Mettiamo nei guai la conferenza di guerra della NATO a Monaco!

www.no-nato.de

 

FERMIAMO LA NATO! FERMIAMO LA GUERRA!

Il 9 e il 10 febbraio 2006 si riuniranno a Taormina i Ministri della Difesa della Nato.
La Nato è un’alleanza militare capeggiata dagli Usa a cui aderiscono 26 paesi tra cui
l’Italia, specializzata nelle guerre con l’uso di armi di distruzione di massa per il controllo dei mercati e delle risorse.
Le ultime “imprese” dell’Alleanza Atlantica sono state l’intervento contro la Serbia e l’occupazione dell’Afghanistan entrambe sostenute sia dal centrodestra sia dal centrosinistra. Ma la cosa più incredibile è che l’Italia paga il 37% dei costi di stazionamento delle basi Usa-Nato sul proprio territorio. Cioè noi precari, lavoratori e disoccupati paghiamo di tasca nostra la presenza di questi massacratori di popoli a casa nostra.
In preparazione della giornata internazionale contro la guerra e le occupazioni il prossimo 18 marzo, a 3 anni dalla guerra Usa contro l’Iraq, facciamo appello alla mobilitazione contro questo vertice (a cui parteciperà anche il ministro della difesa israeliano) dove continueranno a essere elaborate le stesse politiche di guerra e razzismo, che insanguinano sempre più il Medioriente ed il Mediterraneo.

- CONTRO LA PROPOSTA D’INGRESSO D’ISRAELE NELLA NATO E PER LO SCIOGLIMENTO DELL’ALLEANZA ATLANTICA
- PER IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE DALL’IRAQ E DA TUTTI GLI ALTRI PAESI SOTTO OCCUPAZIONE MILITARE
- PER LA FINE DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA DEI TERRITORI PALESTINESI E PER LA CREAZIONE DI UNO STATO PALESTINESE INDIPENDENTE
- PER IL SOSTEGNO AL DIRITTO ALLA RESISTENZA DEI POPOLI CONTRO GLI OCCUPANTI, SOPRATTUTTO DEGLI IRACHENI E DEI PALESTINESI, IN LOTTA PER LA LORO AUTODETERMINAZIONE
- PER LA SMILITARIZZAZIONE E LA DENUCLEARIZZAZIONE DELLA SICILIA E DEL MEDITERRANEO E PER LA RICONVERSIONE DELLA BASE USA-NATO DI SIGONELLA IN AEREOPORTO CIVILE
- LA SICILIA NON E’ ZONA DI GUERRA VIA LE BASI NATO DALLA NOSTRA TERRA

10 FEBBRAIO mobilitazione contro il vertice NATO a Taormina
(concentramento alle ore 14 alla stazione di Catania ed alle 15,30 alla stazione di Giardini)

promotori: Attac-Catania, CpoExperia, Giovani Comunisti, Collettivo Spedalieri, Collettivo Autonomo Studentesco



http://www.senzacensura.org/