Dichiarazione Finale
Noi delegate e delegati di 22 paesi, riuniti a L’Avana in occasione della
«II Conferenza Internazionale contro le Basi Militari Straniere»,
convocata dal Movimento Cubano per la Pace e la Sovranità dei Popoli dal 7
al 10 di novembre del 2005, coscienti dei pericoli che incombono sul
pianeta,
CONDANNIAMO:
- La crescente ondata di violenza ed ingiustizia sociale che causa immense
sofferenze alla stragrande maggioranza della popolazione mondiale, la
quale si manifesta attraverso guerre di aggressione, sfruttamento
economico, diverse espressioni di terrorismo e danni arrecati
all’ecosistema che hanno provocato negli ultimi tempi disastri naturali
con un saldo di centinaia di migliaia di vittime oltretutto abbandonate da
parte delle autorità.
- Il sistema delle basi militari straniere, specialmente quelle
dell’imperialismo statunitense, molte volte imposte ai governi e sempre
contro la volontà dei popoli e in violazione della sovranità nazionale e
del diritto all’autodeterminazione.
- L’offensiva tattica imperialista di ridislocazione delle sue basi
militari nel mondo, all’interno del cosiddetto «arco di instabilità
mondiale» (Terzo Mondo), che mira al controllo delle principali riserve di
petrolio e delle altre risorse strategiche.
- Le attuali versioni della strategia imperialista che possono rendere non
necessarie nuove basi militari, a partire dalla loro sostituzione con
altre, diverse manifestazioni della presenza militare attraverso enclavi
di nuovo tipo, come l’utilizzo di porti ed aeroporti, di postazioni
operative avanzate e di installazioni di sicurezza cooperativa.
- La nefasta politica di contrasto del terrorismo attraverso la guerra e
il terrore.
Dopo una minuziosa analisi, convinte e convinti che l’umanità non è mai
stata tanto minacciata ed aggredita come ora,
DENUNCIAMO:
- L’utilizzo della presenza militare imperialista con l’obiettivo di
controllare le grandi riserve di acqua, petrolio e biodiversità.
- La strategia di dominazione degli USA basata sulla militarizzazione
dello spazio cosmico e sul cosiddetto scudo spaziale di difesa
antimissilistica.
- Le costanti aggressioni all’ecosistema naturale causate dalla presenza
militare imperialista, che mettono in pericolo l’equilibrio ecologico
mondiale.
- La violazione dei diritti umani da parte dei militari statunitensi,
attraverso varie forme, come gli oltraggi alle popolazioni, le violenze ai
danni di milioni di donne, bambini e bambine, in particolare le
aggressioni sessuali ed altri delitti che non sono puniti nei paesi dove
essi avvengono a causa dell’immunità concessa alle truppe statunitensi.
- Le conseguenze negative sulla vita sociale generate dalla presenza
militare statunitense in diverse zone del pianeta: prostituzione infantile
e giovanile, espulsione di intere comunità dai loro territori, stress tra
la popolazione civile per i movimenti di truppe, le esercitazioni, il
suono delle sirene ecc.
- Il carattere di prigione internazionale e centro di tortura in cui
l’imperialismo USA ha convertito la base militare di Guantánamo a Cuba e
che pratica in altri centri segreti ed illegali di detenzione sparsi in
tutto il mondo.
- L’attività del Comando Meridionale USA in America Latina.
- La presenza della cintura militare statunitense intorno alla zona
amazzonica.
- La presenza di militari statunitensi in Paraguay che mira a convertire
la Tripla Frontiera in una zona occupata militarmente allo scopo di
controllare le maggiori riserve di acqua del mondo.
- La Base di Manta in Ecuador come progetto complementare al Plan Colombia
che, insieme alle basi di Aruba e Curaçao rappresenta la punta di lancia
del progetto aggressivo contro il Venezuela bolivariano.
- La presenza illegale della Base di Guantánamo a Cuba, in violazione dei
diritti del popolo cubano e della sua sovranità.
- La crescente ed illegale militarizzazione del Giappone e l’utilizzo
delle basi militari di Okinawa per il controllo dell’Asia e del Pacifico e
come minaccia nei confronti della Repubblica Popolare Democratica di Corea
e della Repubblica Popolare Cinese.
- L’utilizzo della NATO come gendarme dell’imperialismo e soprattutto
degli USA nella sua strategia di accerchiamento della Russia e della Cina
e nel tentativo di liquidare qualunque possibile ribellione dei paesi
membri dell’alleanza, con la giustificazione della difesa della
democrazia, dei diritti umani, della lotta contro il terrorismo e degli
«interventi umanitari”.
- Le aggressioni di ogni tipo che si realizzano a partire dalle basi
militari USA e NATO dislocate in Italia ed in particolare in Sardegna,
dove è seriamente danneggiata la salute della popolazione, specialmente
dei bambini.
- L’occupazione illegale dell’Iraq.
- Le costanti violazioni dei diritti del popolo palestinese.
- La crescente presenza militare degli USA in Africa con l’obiettivo, tra
gli altri, di controllare le risorse minerarie del continente.
- La corsa al riarmo e l’aumento delle spese militari attraverso la
crescente sottrazione di risorse economiche alla cooperazione per lo
sviluppo sostenibile e dai piani di lotta contro la povertà.
Noi partecipanti a questa Conferenza,
DICHIARIAMO:
Che di fronte ai cambiamenti nel panorama mondiale, date le nuove
strategie di dominazione imperialista per contrastare le forze che lottano
per un mondo migliore in tutto il pianeta, riaffermiamo la nostra volontà
di continuare a lavorare sistematicamente per frenare e liquidare la
crociata terroristica portata avanti dall’imperialismo col pretesto di
combattere il terrorismo. Contro le basi militari e le diverse forme di
presenza militare straniera, occorre rafforzare le Basi Nazionali ed
Internazionali della Pace ampliando gli sforzi per ottenere l’unità di
tutte le forze che lottano per la pace nel mondo. Per conseguire tale
obiettivo, proponiamo l’adozione di un piano di azione che tenga conto dei
seguenti aspetti:
- Mobilitare tutte le forze che lottano per creare un mondo migliore per
la piena riuscita della Giornata Mondiale contro le Basi Militari e la
Presenza Militare Straniera.
- Continuare a lavorare in tutti i Forum internazionali per denunciare
questa politica criminale e genocida.
- Rafforzare il movimento mondiale per la pace, ampliando e rafforzando i
nostri vincoli con organizzazioni internazionali a noi affini.
- Definire strategie comuni in vista del Foro Sociale Mondiale
Policentrico di Caracas affinché si possa incidere anche sugli
appuntamenti in Africa e in Asia previsti per il gennaio del 2006.
- Partecipare attivamente alla Conferenza Mondiale contro le Basi Militari
Straniere che si celebrerà in Ecuador nel marzo del 2007.
- Lavorare per ampliare i movimenti per la pace ed eliminare la presenza
militare straniera nel mondo, soprattutto quella degli Stati Uniti e della
NATO.
- Rendere sistematica la celebrazione di eventi internazionali inerenti
questa tematica.
- Mantenere alta la bandiera dell’unità per difendere la sovranità.
- Propiziare la formazione di «Comitati Nazionali contro le Basi Militari»
straniere in tutti i paesi dove esse sono presenti.
- Sostenere lo sviluppo di un movimento contro le Basi e la presenza
militare straniera in Medio Oriente puntando alla partecipazione di
diverse forze e fornendogli un adeguato spazio all’interno dei consessi
internazionali.
- Lottare contro i progetti di militarizzazione dello spazio cosmico.
- Stimolare la realizzazione di grandi mobilitazioni sociali contro la
strategia imperialista sullo stile di quelle realizzate recentemente in
Argentina e in altri paesi della regione per protestare contro il «Vertice
delle Indie» e la visita del Presidente degli USA.
- Continuare la lotta per il disarmo e l’eliminazione delle armi nucleari.
- Propiziare il dialogo tra le organizzazioni nazionali che lottano per la
pace col fine di neutralizzare possibili conflitti tra paesi confinanti.
- Sostenere la campagna internazionale contro l’occupazione dell’Iraq.
L’Avana, 10 novembre 2005
(Traduzione dal castigliano a cura del «Comitato Nazionale per il ritiro
dei militari italiani dall’Iraq», che ha partecipato alla conferenza
internazionale) |