SENZA CENSURA N.19
marzo 2006
I comunisti iracheni, la sinistra araba e la resistenza irachena
Questo contributo si basa
sulla parziale trascrizione di un incontro pomeridiano avuto con diversi
compagni a Viareggio, durante una serie di iniziative organizzate a Dicembre
da differenti compagni in diverse città (Padova, Cremona, Bologna, Torino,
Genova, Viareggio e Milano) con il contributo del Coordinamento di Lotta per
la Palestina di Milano
[coordpalestina@yahoo.it].
Questa trascrizione cerca di far luce sull’evoluzione della politica del
Partito Comunista Iracheno fino alla sua attuale scelta di essere parte del
governo fantoccio al soldo delle forze dell’occupazione e sull’atteggiamento
dei comunisti nei confronti della resistenza.
Sul numero 14 di SC e sul numero successivo è comparsa una breve ricostruzione
storica dell’Iraq moderno divisa in due tranches: “Appiccate il fuoco...Alcune
note sulla storia sociale irachena” e “Iraq:1964-1990. Appunti di storia
irachena dalla presa del potere del Baath alla prima crisi del Golfo”, in cui
veniva particolarmente messa in rilevanza la storia del movimento comunista in
questo paese.
Ricordiamo che i compagni di Red Link, in un comunicato del febbraio del 2004,
avevano apertamente denunciato il fatto che Rifondazione comunista: «è
gemellato solo con il partito comunista che partecipa al governo fantoccio
insediato dai bombardamenti “liberatori” degli Usa. Nelle assemblee, sul
giornale, si guarda bene dal rendere pubblico questo gemellaggio. Solo
recentemente ha pubblicato un articolo di un esponente di questo partito
ospitato in Italia per 25 anni, ed appena rientrato in Irak dove si spiega
appunto la scelta di tale partito di far parte del governo alla cui testa c’è
un notorio uomo della Cia. Ma ciò beninteso solo come semplice reportage
giornalistico informativo, in cui ancora una volta non si ha il coraggio di
rivendicare le amorose relazioni tra i due partiti. E si capisce il perché.
Tuttavia, in camera caritatis, non solo i membri di questo partito sono
esplicitamente considerati fratelli, ma vengono anche sostenuti nella loro
eroica iniziativa politica.» [1]
Riportiamo in parte l’appello dei compagni del Coordinamento di MI per la
costruzione di tali iniziative: «Il Coordinamento di lotta per la Palestina di
Milano, con lo spirito di contribuire a un nuovo sviluppo del movimento contro
la guerra imperialista, lancia un appello a mobilitarsi e a sostenere ogni
iniziativa che fa conoscere le ragioni della Resistenza irachena ed è solidale
con essa. Questo perché, oggi essere realmente contro la guerra Usa, significa
appoggiare l’eroica Resistenza del popolo iracheno che combattendo contro
l’occupazione mette in difficoltà i piani guerrafondai dell’amministrazione
Bush su tutta l’area e sull’intero pianeta.
Alla strada di orrore e di sangue che gli imperialisti hanno intrapreso e
continueranno a percorrere, costretti dalla crisi in cui è piombato lo sporco
sistema dello sfruttamento capitalista, si oppongono con eroismo interi
popoli. Unirsi ad essi è indispensabile se si vuole fermare la guerra che
riguarda direttamente anche l’Italia visto che le sue armate “umanitarie”
partecipano all’occupazione dell’Iraq. Per far conoscere le ragioni della
lotta del popolo iracheno, attraverso una serie di conferenze di
controinformazione, il Coordinamento di lotta per la Palestina invita in
Italia due compagni iracheni: Ahmed Karim, ex appartenente del Comitato
Centrale del Partito Comunista Iracheno e oggi leader della Opposizione
Patriottica del Partito Comunista Iracheno e Haiat Hweik, scrittrice e
giornalista.
Per capire chi è Ahmed Karim utilizziamo una sua frase che ci sembra
descrivere bene la sua figura : “Noi comunisti iracheni partecipiamo alla
Resistenza senza i dirigenti reazionari del partito”. E’ una dichiarazione che
chiarisce la posizione di tutti i quei compagni iracheni che, usciti dal
vecchio partito traditore vendutosi agli occupanti, hanno scelto la strada
della lotta contro l’invasore a fianco del loro popolo».
Intervento di Ahmed Karim e di Haiat
Hweik
AK - Il discorso che abbiamo fatto in questi giorni è quello di fare una forte
pressione per il ritiro delle truppe perché questo toglie quella automatica
legittimazione di carattere internazionale all’occupazione e un discorso di
delegittimazione dell’attuale leadership del Partito Comunista Iracheno.
HH – C’è da aggiungere una cosa... Bisogna cercare di aiutare a dare la reale
immagine della resistenza, perché questa è stata distorta, è stata messa in
cattiva luce per vari motivi. Voi sapete che fa parte del programma della
propaganda psicologica anti-resistenza, il cui fine è soprattutto, davanti
l’opinione pubblica occidentale, quello di mettere in cattiva luce la
resistenza.
AK – Qua in Italia c’è un movimento comunista e le sue varie organizzazioni,
non c’è un partito comunista unico, però ci sono delle fazioni e dei partiti
che hanno avuto rapporti con questi dirigenti. Bisogna perciò far pressione e
smascherare questa dirigenza in modo che questi non continuino ad avere
rapporti con la dirigenza della Green Zone.
Io penso che voi abbiate chiaro che è inimmaginabile che un comunista possa
collaborare con un invasore, con l’imperialismo americano, oppure che può
tradire la sua gente, la sua classe ed i suoi valori in questo modo: questo
assolutamente è un finto comunista, si fa chiamare comunista…
Noi siamo riusciti a spiegare la nostra realtà a tante organizzazioni
comuniste nel mondo, per cui loro, di conseguenza si sono rese conto e hanno
preso atto e hanno rotto il loro rapporto con questa dirigenza.
Noi, insieme ad altri compagni, abbiamo la possibilità di rifondare il partito
anche con lo stesso nome, ma non è ciò che ci interessa come varie correnti
del movimento comunista, la questione se utilizzare lo stesso nome o no, la
cosa che ci interessa realmente è la pratica di lotta che facciamo, che è
completamente antagonista, e diametralmente opposta a ciò che fa o proclama
questa dirigenza.
Noi abbiamo lavorato da tempo con la nostra base, la base comunista ma anche
della sinistra irachena, per isolare l’attuale dirigenza e abbiamo fatto dei
passi da gigante.
Faccio un esempio, che all’interno dell’Iraq, questa dirigenza è completamente
isolata,
Stiamo lavorando per fare un collegamento tra i simpatizzanti e
l’organizzazione all’interno dell’Iraq, e di creare continuità di rapporto con
l’organizzazione al di fuori del paese.
Questo tessere di nuovo un rapporto serviva a rifondare il partito, però
questa dirigenza ipocrita inganna i comunisti nel mondo e gli altri con cui
avevano rapporti e dicono: noi collaboriamo con l’occupante in maniera tattica
perché questo serve al popolo iracheno.
Come voi sapete le tattiche servono alla strategia, e questa tattica già di
principio è un fallimento per tanti motivi, il primo di questi motivi è che
questi dirigenti sono entrati nel paese assieme ai carri armati degli
occupanti e avevano rapporti da anni con i futuri occupanti.
Sempre a proposito di questa tattica, io mi domando cosa questa abbia sortito,
che cosa hanno realizzato, se questa è una tattica per il popolo iracheno, ma
anche per il partito comunista iracheno...
Noi pensiamo che loro hanno preso la loro mancia per svendere il partito, il
prezzo che è stato pagato era esiguo rispetto al nostro grande partito, sono
entrati nel governo provvisorio, hanno preso il ministero della cultura: “la
cultura dell’occupante”.
Per dimostrare il loro isolamento tra la nostra popolazione: non hanno avuto,
anche nelle zone dove riuscivano a spacciarsi, neanche 60.000 voti e hanno
fatto entrare nel parlamento due personaggi che erano il segretario e il suo
vice, e questo noi pensiamo sia stato dovuto ai servizi forniti all’occupante.
Pensate quanto era necessario avere per l’occupante un nome di un comunista in
un governo provvisorio collaboratore per dire all’opinione pubblica irachena e
a quella del mondo arabo specialmente, “vedete che collaborano con noi anche i
comunisti!”.
Questi qua, se notate l’elezioni di oggi, non sono riusciti a trovare nessun
alleato, gli unici che si sono alleati con loro era il gruppo di Allawi,
quello che è arrivato con loro insieme l’occupante, la lista Allawi è stata
scelta bene dagli Stati Uniti,
Si comincia a spacciare questa lista come se fosse la lista laica, e come
abbiamo verificato: non c’è nessun candidato in questa lista che ha un nesso
con la sua popolazione o anche un discorso generico di patriottismo.
Io ho verificato il programma di questa lista, bene, parlano di tutto, parlano
della libertà, parlano del progresso, criticano anche tanto il governo di
Jaffary attuale, però non abbiamo sentito parlare di una cosa che è la
principale questione: l’occupante e l’occupazione. Badate bene che non parlano
nemmeno del ritiro programmato delle truppe dall’Iraq, al contrario, loro in
questa propaganda sostengono che la presenza di queste truppe è necessaria per
garantire la loro sicurezza.
E quindi la mia domanda, se questi fanno parte di questa lista e se questo è
il programma della lista, questa gente qua non penso che ha nessun legame da
vicino o da lontano con un comunista o con i comunisti.
E mi domando chi sostiene e tiene rapporti con questa dirigenza, facendo
uscire alla luce chi sono, se uno tiene rapporti con questa dirigenza la
domanda è successiva, questi rapporti di questi partiti che hanno rapporto con
questa dirigenza io non penso che abbiano nulla a che fare con il comunismo...
HH – Vorrei aggiungere una cosa, vorrei parlare di che influenza ha la
situazione irachena sulla sinistra araba in generale. Perché teniamo una
posizione araba comune in tutti i paesi arabi, chiaramente escludiamo gli
stati e i governi collaboratori con gli Stati Uniti.
L’opinione pubblica diffusa della gente considera che qualsiasi rapporto di
qualsiasi tipo con l’occupante per la gente è un alto tradimento. Chiunque sia
il collaboratore, può essere un islamico, può essere un comunista, può essere
qualunque persona di qualsiasi colore, quindi se c’è qualcuno che si spaccia
per essere comunista e si presenta a collaborare per gli americani, questo non
fa una buona propaganda per i comunisti arabi in generale, la gente semplice
pensa: “se questi qui fanno così, c’è la paura che gli altri che si propongono
di sinistra, comunisti, sono uguali a quella dirigenza traditrice”.
Io non vi sto dicendo queste cose qua in termini teorici, e siccome mi occupo
di media conosco anche l’opinione della gente e la sento l’opinione della
gente e quindi ci sono delle voce nei giornali che parlano della sinistra
traditrice, la sinistra che collabora, la sinistra con l’occupante, e quindi
questo fenomeno ha danneggiato tantissimo l’immagine dei compagni.
Noi, io sono una donna di sinistra anche se non sono comunista, però troviamo
grosse difficoltà nel difendere la posizione reale dei comunisti iracheni e
del partito comunista iracheno nel spiegare, guardate questa è una piccola
dirigenza venduta e non centra con la nostra storia.
Nei mezzi di comunicazione, di propaganda della sinistra araba, sono usciti
fuori le voci tese a difendere la reale posizione della sinistra araba e
questo è stato espresso in vari modi, da scrittori, da poeti, da gente che
comunque incide sull’opinione pubblica della gente.
[...]
Noi siamo costretti a fare una battaglia di difesa su due fronti:
Uno perché vogliamo difendere la nostra patria, le nostre risorse, la nostra
gente, il nostro popolo, ma siamo anche costretti a difendere la sinistra, i
comunisti, per colpa di sta gente qua.
Voi avete avuto in Europa delle occupazioni e si sa cosa vuol dire il
collaborare con l’occupante... Devono passare cento anni prima di levargli
l’onta del titolo di collaborazionista.
Se vedete in Francia attualmente, sono passati quasi 60 anni dalla seconda
guerra mondiale, la cosa peggiore che può si dire a un francese è che suo
nonno era un collaboratore e pensiamo che è una cosa valida anche per
l’Italia. Voi potete immaginare quando questa situazione non è di una singola
persona, ma di un gruppuscolo che viene considerato collaborazionista. Voi
potete immaginare che nelle nostre battaglie che facciamo anche di confronto,
anche con le parti reazionarie islamiche, con queste defezioni qua ci
strappano delle armi di difesa e di attacco.
Quindi penso che le vostre capacità di analisi dei fatti vi inducano a capire
che questa gente non è per caso arrivata con gli occupanti e si trovano al
governo provvisorio, potete immaginare che è un percorso di compra-vendita che
è nato da un po’ di anni...
AK – Vorrei aggiungere una cosa, parliamo non solo dell’attualità, ma anche
degli ultimi anni. Adottando questa politica, questa dirigenza, ha lasciato un
vuoto, uno scombussolamento all’interno del partito comunista.
E questo vuoto non è stato riempito subito da compagni, ma è stato riempito
dagli islamici. Però sul terreno uno spesso è costretto a confrontarsi con dei
movimenti islamici.
Una altra cosa che ripeto, che questo tradimento non è che è avvenuto una
settimana prima dell’occupazione. Noi abbiamo pensato che questa data del
tradimento è ancora prima dell’embargo all’Iraq, quindi ancora prima degli
anni novanta, prima dell’embargo c’era la guerra Iran-Iraq, questa dirigenza
ha sostenuto l’Iran e hanno fatto come perno centrale della loro battaglia
l’aggressività di Saddam Hussein, e hanno avuto questa posizione anche quando
l’Iran era vicina a Bassora con l’esercito. Noi sappiamo che questi hanno
utilizzato il partito per dare informazione all’Iran, nella zona del nord
dell’Iraq, informazioni militari di spionaggio, e hanno sostenuto l’embargo
all’Iraq sostenendo che era un mezzo per indebolire e far cadere il regime.
E da lì è nato e si è consolidato un rapporto in questi anni di questa
dirigenza e i nemici del nostro popolo, non solo americani, ma hanno avuto un
rapporto con altri che sono i nostri nemici.
Noi abbiamo dei documenti, delle testimonianze del rapporto di questo attuale
segretario che finge di essere segretario del partito. Aveva degli incontri
con il responsabile politico del ministero degli esteri americano della zona
del nord del Golfo, si sono incontrati nel ‘98.
[...]
Noi abbiamo documentato e denunciato questo incontro, loro hanno glissato,
giustificandosi con il fatto che il fine di questo era alleviare l’embargo e
per incontrare le loro organizzazioni comuniste irachene negli Stati Uniti
d’America...
HH – Le loro organizzazioni comuniste nel Pentagono!
AK – Io penso che gli USA per quello che sono, non diamo neanche un semplice
visto d’ingresso negli Stati Uniti ad una persona anche progressista,
figuriamoci un comunista...
Io ho la mia memoria storica, non ho mai sentito che un partito comunista e un
suo segretario mai è stato negli USA per un incontro ufficiale, escludendo i
dirigenti sovietici, Castro, ecc....
Però quelle persone non sono andate là ad aspettare nelle sale di fronte ad un
impiegato dell’amministrazione americana.
In maniera semplice questi dirigenti tradiscono la nostra patria, il nostro
popolo, hanno tradito il nostro partito.
Con il mio rispetto di tutti, io penso che chiunque abbia rapporto con questi
signori, io sinceramente ho forti dubbi sulla sua politica e sulle sue
tendenze.
La storia del partito comunista iracheno era un esempio guida di avanguardia,
anche per gli altri, oggi siamo costretti a difendere anche l’appartenenza del
partito ai valori minimi di rivendicazione della nostra gente.
Note
1 L’intero comunicato si può leggere sul sito de “Il Pane e le Rose: Classe,
Capitale e Partito a Padova e nel Veneto”:
http://www.pane-rose.it/ e precisamente alla pagina web:
http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o2670.
CREATO IL FRONTE PATRIOTTICO NAZIONALISTA ED
ISLAMICO DELL’IRAQ [1]
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