SENZA CENSURA N.18
NOVEMBRE 2005
Processo contro l’Aufbau
Avviato in Svizzera l’iter per una legge “per il rafforzamento della sicurezza interna”
Pubblichiamo questo resoconto sul
processo-montatura contro una esponente del gruppo svizzero Aufbau, che ben ci
descrive come anche in svizzera, sotto la ormai onnipresente copertura della
“guerra al terrorismo” vengano reinterpretati gli articoli di legge in
funzione preventiva, e come anche in loco si sia avviato un riadeguamento
delle leggi ai nuovi “standard internazionali”, esecutivizzando le procedure
d’indagine e concedendo sempre più ampi e indiscriminati poteri nelle mani
della polizia e dei servizi.
[Tratto da www.anarcotico.net]
Sul processo contro la compagna Andi
dell’Aufbau
Un buco nell’acqua
Il 7 giugno a Zurigo si è tenuto un ulteriore processo contro la nostra
compagna. La sentenza: 2 mesi di galera senza la condizionale invece dei 12
mesi senza condizionale richiesti dal PM! Il tentativo di colpire ancora la
nostra compagna si è rivelato un buco nell’acqua; con l’assoluzione per i
seguenti tre capi d’accusa: violazione dell’ordine pubblico (presumibilmente
compiuta a Basilea in occasione di una manifestazione contro la guerra),
tentata violazione dell’ordine pubblico (presumibilmente compiuta il 1° maggio
2004 a Zurigo), furto del telefonino di uno sbirro (presumibilmente il 30
aprile 2004).
Una condanna è stata invece emessa per l’accusa di violazione dell’ordine
pubblico (presumibilmente in occasione di una manifestazione in solidarietà
per le prigioniere politiche ed i prigionieri politici il 1° giugno 2002) e
per l’accusa di partecipazione ad una manifestazione non autorizzata l’8 marzo
2004, collegata al processo davanti alla corte d’assise contro Marco Camenisch.
Con le sue accuse la procura intendeva anzitutto estendere il reato di
violazione dell’ordine pubblico [in futuro chi partecipa ad una manifestazione
dovrebbe essere condannabile per (tentata) violazione dell’ordine pubblico
anche in assenza di danneggiamenti] e in secondo luogo togliere per parecchio
tempo dalla circolazione la nostra compagna. Entrambi i loro intenti sono
falliti.
Una prima valutazione
Nella campagna precedente, il processo è già stato ampiamente
commentato oralmente e per iscritto. Gli sbirri hanno raccolto con notevole
zelo elementi contro la nostra compagna raffazzonando un guazzabuglio di capi
d’accusa parzialmente demenziali. Si sono serviti quasi d’ogni mezzo - dalla
molotov apparsa come per magia (manifestazione contro la guerra a Basilea,
vedi arringa del difensore Beni Rambert) fino ad atti segreti (sulla
manifestazione in solidarietà per Marco Camenisch, vedi arringa del difensore
Mathis Brunner*). La procura ha rinunciato spontaneamente ad alcune cose
(manifestazione a Berna, danneggiamento e violazione dell’ordine pubblico,
presumibilmente commesso in un treno dove si trovava un gruppo consistente di
manifestanti), ma altri punti continuarono a utilizzarli con molto zelo.
Difficilmente la giustizia di classe ha scoperto delle simpatie per le forme e
i contenuti della nostra politica. Ma credere che un ammasso sfrenato di capi
d’accusa pazzeschi, di montature grossolane in connessione con un processo
pilota per l’introduzione di misure preventive (“tentata violazione
dell’ordine pubblico” e l’approvazione indiretta della lunga detenzione
preventiva) potesse portare ad un successo, è stata un’espressione di
arroganza del potere.
La strategia della difesa politica (vi fa parte la mobilitazione politica) era
fra l’altro di mettere a fuoco e rendere trasparente il significato
socio-politico di questa accusa. Concretamente significava mostrare che questo
ulteriore attacco s’inserisce perfettamente nella tendenza generale della
repressione, consistente nell’allargamento del suo raggio d’azione e dei suoi
mezzi preventivi (strategie dell’accerchiamento, divieti di frequentare zone
particolari, articolo per l’allontanamento di persone e gruppi “non
desiderati”, detenzione preventiva, intercettazioni, ecc.). Obiettivo della
difesa è inoltre rendere più possibile di pubblico dominio il processo tramite
una campagna pubblica, e mettere così i giudici, ormai alla luce della
ribalta, nella condizione di dover rispondere alla questione se sono
disponibili ad assolvere il compito a loro assegnato di autorizzare anche a
livello di giustizia le misure preventive già da molto tempo praticate dagli
sbirri e dai PM.
La sentenza emessa il 5 luglio (notificata il 12 agosto) evidentemente non
prende la palla al balzo in questa forma ed a queste condizioni. Ma la 1°
sezione del tribunale circondariale di Zurigo, in modo tipicamente svizzero,
non ha respinto la questione in modo coerente e dopo tante fatiche sbirresche
e della procura non li ha lasciati del tutto nei guai accogliendo almeno
un’accusa per una (classica) violazione dell’ordine pubblico e per una
partecipazione a manifestazione non autorizzata (anche se fu autorizzata
nell’ultimo momento da parte dei dirigenti degli sbirri impiegati sul posto)!
Tirando le somme
Abbiamo contrapposto la nostra iniziativa all’attacco degli sbirri e
della procura e per il momento abbiamo impedito l’estensione di misure
preventive.
La solidarietà di tanta gente in Svizzera e dall’estero ha avuto un ruolo
centrale. Sono stati creati molti nuovi contatti, ripresi alcuni vecchi e
approfonditi quelli già esistenti, riducendo così molte limitazioni.
La realizzazione della parola d’ordine “quando attaccano una/o di noi
intendono tutte/i” prende così una forma, partendo dalla quale la solidarietà
può diventare veramente un’arma.
Bozza per una “legge federale per il
rafforzamento della sicurezza interna”
Per illustrare il quadro entro il quale collocare questo attacco contro
la nostra compagna ecco alcuni frammenti della bozza per una “legge federale
per il rafforzamento della sicurezza interna” elaborata dal DAP (Dipartimento
Analisi e Prevenzione dei servizi federali):
Art. 10 comma 2 (nuovo)
“L’ufficio federale dirige il centro d’analisi della situazione della
federazione per la continua descrizione, valutazione e diffusione dei dati
sulla situazione e per questo è autorizzato a gestire un sistema elettronico
di descrizione e diffusione .”
Art. 14i (nuovo)
Misure per la raccolta speciale d’informazioni.
Osservazione dello svolgimento di fatti in luoghi non pubblici e non
generalmente accessibili mediante impiegati dell’ufficio federale o dei
cantoni.
1. Impiego d’apparecchiature tecniche di sorveglianza in luoghi non pubblici e
non generalmente accessibili.
2. Perquisizioni occulte d’appartamenti, di veicoli e d’altre località.
3. Perquisizioni di una persona senza notificarne od occultandone i motivi.
4. Sequestro occulto o sostituzione occulta d’oggetti con altri.
5. Recupero di dati elettronici o d’altra natura mediante la penetrazione in
un sistema d’elaborazione dati non proprio, e particolarmente protetto contro
l’accesso.
6. Attrezzare e impiegare terze persone per il recupero d’informazioni per
l’ufficio con un’identità e una storia modificata.
Possono essere ordinati per una durata fino a tre mesi.”
Art. 14k (nuovo)
Mandato di comparizione.
“b. per il recupero o la verifica di informazioni sulle persone naturali o
giuridiche ed il loro ambiente.
c. per accertare dei movimenti e dei contatti di persone”
Art. 18a (nuovo)
Divieto d’organizzazioni pericolose.
“Il dipartimento può vietare delle associazioni, organizzazioni e
raggruppamenti che direttamente o indirettamente o in altro modo propagano,
sostengono o promuovono attività sovversive terroristiche o violentemente
estremiste minacciando la sicurezza interna o esterna della Svizzera”
Art. 18b (nuovo)
Divieto di determinate attività.
“L’ufficio federale può vietare a gruppi o singole persone determinate
attività quando si sospetta che queste propagano, sostengono o promuovono in
altro modo direttamente o indirettamente attività sovversive terroristiche o
violentemente estremiste.”
Art. 23° (nuovo)
Sistema di documentazione
ed informazione sugli eventi.
“L’ufficio federale può, in vista di misure per la protezione di persone e
d’edifici. trattare delle informazioni che sono necessarie per la protezione
di persone, organizzazioni o manifestazioni minacciate. Per la realizzazione,
gestisce un sistema d’informazione e documentazione riferiti all’evento
particolare sulle persone minacciate e gli eventi collegati con questa
persona; possono essere trattati dei dati e dei profili personali
particolarmente degni di protezione; possono esserne messi a conoscenza:
uffici civili e militari della confederazione, gli organi di polizia interni
ed esteri.”
Art. 23b (nuovo)
Sistema d’informazione
e documentazione sulle minacce.
“Possono essere assunti dei dati di persone che possono minacciare la
sicurezza d’autorità, persone ed edifici che devono essere protette
dall’ufficio federale e di persone che sono in pericolo. Si trattano i
seguenti dati: religiosi, politici, opinioni sindacali, stato di salute e
mentale della persona che costituisce un pericolo, appartenenza, registrazioni
audio e video, avvenimenti rilevanti per la pericolosità o la minaccia di
persone, l’accesso mediante procedimenti di reperimento online. Hanno uffici
che si occupano della valutazione della minaccia, compiti di protezione di
persone o investigazioni per la protezione dello Stato.”