SENZA CENSURA N.18
NOVEMBRE 2005
L’intervento militare italiano
Un quadro sintetico delle missioni ENDURING FREEDOM e ISAF e il profilo del contributo italiano
Per una migliore comprensione del profilo
dell’intervento militare italiano in Afghanistan ci è sembrato utile introdurre
le varie missioni in cui è impegnata l’Italia in quel teatro, fornendo altresì
informazioni sulle caratteristiche che ha assunto questa aggressione.
Nell’articolo: “il braccio armato dell’imperialismo nostrano” apparso sul numero
16 di SC avevamo già iniziato ad analizzare le trasformazioni e il peso della
Marina Militare, qui ulteriormente approfondite, mentre in “Alla deriva...
Alcune note sulla forza e la debolezza logistica del sistema capitalista”,
comparso sul numero 11 di SC, avevamo incominciato a parlare della
militarizzazione del sistema dei trasporti e del controllo sui mari.
Il peso della Marina Militare e la collaborazione con le altre marine europee
(francese, spagnola, portolghese) aderenti all’EUROMARFOR, così come alle altre
MM aderenti alla NATO, è del tutto centrale per la strategia di controllo sui
mari dell’area, acceleratasi con l’aggressione all’Afghanistan.
La presenza di un dispositivo offensivo articolato su componenti aeree, terresti
e navali e basato unicamente in mare, e il ruolo delle forze speciali, sono
state determinanti per l’invasione di questo paese. Lo stazionamento permanente
di sostanziose aliquote navali americane ed alleate nell’area del Golfo Persico
e dell’Oceano Indiano, equipaggiate da componenti aeree, anfibie e commando, è
stata una delle conseguenze dell’inizio di ENDURING FREEDOM.
Bisogna ricordare che la coalizione creatasi per sviluppare EF ha un ampio
progetto geo-strategico che non si limita all’Afghanistan, ma interessa diversi
paesi di più contenenti.
Per ciò che concerne la Missione ISAF, è sempre importante sottolineare il
passaggio dall’ombrello ONU avuto dal gennaio 2002 fino all’agosto 2003 a quello
NATO, tavolo di prova per le capacità di operatività multinazionale e
inter-forze anche a livello di comando delle missioni, nonché il ruolo del tutto
centrale assunto dall’Italia nella strategia di penetrazione e di
“stabilizzazione” neo-coloniale in un’importante porzione del territorio Afgano.
ENDURING FREEDOM
«Il comando delle operazioni si trova nel Bahrein e coordina l’attività di tutte
le 20-25 navi della Coalizione che in questa fase pattugliano le acque del Mare
Arabico, dal Corno d’Africa fino alle coste del Pakistan. In generale,
l’attività è condotta da due distinte Task Force che operano in altrettante
aree: la TF 150 nel Golfo di Aden e la TF 151 all’imbocco del Golfo Persico.
Italia, Francia e Spagna (il Portogallo non ha inviato navi) hanno deciso di
inserire il loro intervento in una cornice Euromarfor varando l’operazione
Resolute Behaviour. Il cuore della TF 150 è quindi costituito da un Task Group
EMF affiancato da navi di Germania, Regno Unito e Stati Uniti (una unità a
testa). Il Canada ha mantenuto il comando della TF 151 nei momenti cruciali
della guerra contro l’Iraq, quando la task force fungeva da collettore per le
nazioni (Francia, Grecia, Nuova Zelanda e Paesi Bassi) che volevano rimanere
fuori dal conflitto iracheno pur continuando nella lotta contro il terrorismo.
In proposito, c’è da sottolineare che la partecipazione francese a Enduring
Freedom non è mai stata in discussione e appare quanto mai convinta.»
Saverio Zucconi,
18/2/2004 in www.paginedidifesa.it
A seguito degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 gli USA hanno dato
avvio ad una campagna contro il “terrorismo internazionale”, che prende il nome
di Operazione Enduring Freedom (OEF). A tal fine, è stata costituita una
Coalizione di Stati a guida USA. Il Comando dell’operazione è affidato al
Comando Centrale americano (USCENTCOM) situato a Tampa (Florida, USA).
L’operazione militare è parte della guerra globale che impegna la grande
coalizione nella “lotta contro il terrorismo”, denominata Global War Against
Terrorism (GWAT).
Presso USCENTCOM, è stato attivato il Coalition Coordination Centre (CCC) con
compiti di collegamento e coordinamento tra i Paesi della Coalizione e l’Alto
comando USA. Qui è presente un Team interforze nazionale (Italian Joint Cell -
ITJC) con a capo il Generale di Brigata Aerea Enrico CAMEROTTO (Italian Senior
Military Representation - IT SNR).
All’operazione contribuiscono 70 Paesi dei quali 27, tra cui l’Italia, hanno
offerto “pacchetti di forze” da impiegare, per la condotta dell’operazione
militare vera e propria.
L’area di responsabilità di US CENTCOM comprende i seguenti Paesi:
Afghanistan, Egitto, Sudan, Gibuti, Kenya, Etiopia, Eritrea, Somalia,
Seychelles, Arabia Saudita, Giordania, Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Emirati
Arabi Uniti, Yemen, Iran, Iraq, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan,
Turkmenistan, Uzbekitan, Siria, Libano e Pakistan.
Per l’Italia sono presenti circa 252 uomini, in particolare:
- 8 uomini alle dipendenze di un Generale (Italian Senior National
Representative - IT SNR), nell’ambito del team nazionale interforze di
coordinamento presso il Comando USA di Tampa in Florida, dove ha sede il
Quartier Generale del Comando Centrale statunitense, che esercita la
responsabilità operativa delle forze in campo. La cellula è composta da
rappresentanti delle varie componenti delle Forze Armate, esperti nei settori
informativi e nella pianificazione delle forze;
- 2 Ufficiali di collegamento presso comandi alleati;
- 240 uomini dell’Unità LIBECCIO i cui principali compiti svolti sono i
seguenti: operazioni di interdizione e contrasto navale, controllo del traffico
marittimo, scorta di unità della coalizione.
RESOLUTE BEHAVIOUR
L’EUROMARFOR (EMF) è una Forza Navale Multinazionale a cui partecipano Italia,
Francia, Spagna e Portogallo, la cui costituzione risale al 1995 con la firma
della “Dichiarazione di Lisbona”. Il Capo di Stato Maggiore della Difesa è
inserito nella struttura di Comando della Forza in qualità di membro del
Comitato Interministeriale di Alto Livello (CIMIN), organo di controllo
politico-militare della Forza Navale.
Dopo gli attacchi agli Stati Uniti d’America dell’11 settembre 2001, i Paesi
membri di EMF hanno dato avvio ad uno studio di fattibilità per l’impiego di un
Gruppo Navale a supporto della campagna contro il “terrorismo internazionale”.
In tale ambito, dopo l’incontro del Political Military Working Group (POLMIL WG)
di Lisbona del 7 maggio 2002, i Paesi EMF, hanno concordato e deciso di attivare
per due mesi, a partire dal mese di ottobre 2002, un Task Group (TG EMF) per
l’effettuazione di operazioni ISR (Identification, Surveillance and
Reconaissance) in Mediterraneo Orientale.
A seguito dell’Operazione “Coherent Behaviour”, il CIMIN ha approvato
l’Operazione “Resolute Behaviour” che consta della partecipazione di EUROMARFOR
all’operazione “Enduring Freedom” (OEF) tramite il dispiegamento di un dedicato
Task-Group (TG 460.01) nell’area del Corno d’Africa e l’assunzione del compito
di Comandante della Task Force 150 sotto il controllo operativo di COMUSNAVCENT.
Con il cambio di Comando della Task Force 150 - che dal 1° giugno è passato alla
Germania (Rear Adm. Nielsen) - la partecipazione dell’EUROMARFOR è stata
rimodulata, nel periodo giugno-settembre 2003, prevedendo la partecipazione di
unità a livello fregata e l’assegnazione del comando del Gruppo Navale al Cap.
Vasc. Luigi Dini (imbarcato su Nave GRECALE). In concomitanza del cambio di
Comando di EUROMARFOR (avvenuto il 16 settembre 2003) - con l’assunzione del
compito di COMEUROMARFOR da parte dell’Ammiraglio francese Alain Dumontet,
Comandante di ALFAN, in sostituzione dell’Amm. Sq. Quinto Gramellini, Comandante
in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) - è stato costituito un nuovo TG EMF che
ha iniziato l’attività operativa in Oceano Indiano a partire dal 29 settembre
2003.
Nello stesso TG EMF partecipano anche la fregata spagnola SANTA MARIA e la
fregata italiana ESPERO al comando del Cap. Freg. Daniele ROMANO.
Durante l’Operazione “Resolute Behaviour” al Gruppo Navale di EUROMARFOR sono
assegnati alcuni compiti correlati con l’Operazione “Enduring Freedom” ed altri
di interesse della coalizione di EUROMARFOR.
I compiti per OEF sono: qualora ordinato, effettuare operazioni di MIO (Maritime
Interdiction Operations); condurre attività di intelligence, controllo e
sorveglianza marittima nell’area di operazione, focalizzata alla lotta contro il
terrorismo; controllare le rotte commerciali marittime (Sea Line of
Communication - SLOC); proteggere le Unità di primaria importanza; scortare le
unità designate attraverso gli stretti; condurre, quando richiesto, operazioni
di ricerca e soccorso.
I Compiti per EUROMARFOR sono: condurre attività di intelligence, controllo e
sorveglianza marittima nell’area di operazione focalizzata a contrastare i
traffici illeciti come richiesto dal CIMIN o dalle nazioni di EMF (su base di
non interferenza con i compiti di EUROMARFOR per l’operazione “Enduring Freedom”);
condurre operazioni di presenza finalizzata alla visibilità del Task Group
460.01, sia in mare che in porto; coordinare le soste nei porti per le Unità di
EUROMARFOR.
Forze assegnate
Dal 29 settembre 2003, il gruppo navale di EMF (TG 460.01) impiegato in area di
operazioni è composto da:
- fregata francese TOURVILLE (nave sede di comando);
- fregata italiana ESPERO;
- fregata spagnola SANTA MARIA.
Il Gruppo Navale potrà disporre a rotazione di una Unità rifornitrice fornita da
uno dei Paesi partecipanti ad EUROMARFOR.
Attualmente, lo staff del CTG 460.01 è composto principalmente da ufficiali
francesi, oltre ad ufficiali delle altre tre Nazioni (compreso il Portogallo,
che non fornisce però unità navali).
ISAF
A seguito degli sviluppi della situazione politico-militare in Afghanistan, il
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato in data 20 dicembre 2001
la Risoluzione n. 1386 con la quale ha autorizzato il dispiegamento nella città
di Kabul ed aree limitrofe, per un periodo pari a sei mesi e sotto il Cap. VII
della Carta delle Nazioni Unite, di una Forza multinazionale denominata
International Security Assistance Force (ISAF).
Le Lead Nations della missione ISAF, sotto copertura ONU, sono state in ordine
cronologico:
- UK (gennaio-giugno 2002);
- Turchia (giugno 2002-febbraio 2003);
- Germania e Olanda (febbraio 2003-Agosto 2003).
L’11 agosto 2003 la NATO è subentrata nella guida dell’Operazione ISAF, con
l’attribuzione del comando di ISAF 4 (su base LANDNORTH) al Ten. Gen. (GE) Goetz
Gliemeroth, e il Joint Force Command di Brunsum (CINCNORTH) ha assunto la
responsabilità di JF Commander per l’operazione.
Il 10 febbraio 2004 è subentrato nella guida dell’Operazione ISAF 5 (su base
AFNORTH) il Ten.Gen. (CA) RICK HILLIER.
L’11 agosto 2004 è subentrato alla guida dell’Operazione ISAF 6 (su base
EUROCORPO - forza multinazionale a livello di Corpo d’Armata e composta da
militari tedeschi, francesi, spagnoli, belgi e lussemburghesi) il Ten. Gen. (FR)
Jean Louis PY.
Il 13 febbraio 2005 è subentrato alla guida dell’Operazione ISAF 7 (su base
EUROCORPO) il Ten. Gen. (TR) Ethem ERDAGI.
L’impegno italiano in ISAF 7 è stato analogo a quello già assicurato
all’Operazione ISAF 6 e 5, ma per il periodo elettorale l’Italia ha reso
disponibile un contingente a livello Battaglione tratto dal NRF 3 quale “IN
THEATRE RESERVE BATTALION” (su base del 3 Reggimento Alpini) (vds. Operazione
“Sparviero”).
Nell’ambito della rotazione dei Comandi NATO nella condotta di ISAF, l’Italia, a
partire dal 4 agosto 2005 e per nove mesi, ha assunto la leadership dell’ISAF
VIII, schierando in Afghanistan il Comando NRDC-IT (NATO Rapid Deployment
Corps-Italy - Comando di Proiezione di Solbiate Olona ) ed i relativi supporti
tattico-logistici al Comando del Generale di Corpo d’Armata Mauro DEL VECCHIO (COMISAF).
Dal COMISAF dipendono il reparto per la gestione dell’Aeroporto Internazionale
di Kabul ed attualmente i Provincial Reconstruction Team (PRT) di Maymana (UK),
Mazar-e-Sharif (UK) e Konduz (GE), Feyzabad (GE) e Fole Khumri (NL) nell’area
Nord dell’Afghanistan, nonché i PRT di Herat (IT), Farah (US), Chagcharan (LI) e
Qal e Now (SP), nella parte occidentale del Paese.
L’ISAF opera sulla base di un Military Technical Agreement (MTA) siglato il 4
gennaio 2002 dalle Autorità provvisorie afgane, comprende militari di 36 Nazioni
ed è posta sotto Comando NATO dall’11 agosto 2003 (ISAF 4).
L’Italia e la Missione ISAF
L’Italia partecipa a ISAF fin dalla sua costituzione. L’impegno nazionale
nell’area di Kabul è attualmente di circa 1.700 militari.
Il Corpo d’Armata di Reazione Rapida (NRDC-IT) di Solbiate Olona (VA), con il
proprio Comandante, Generale di Corpo d’Armata Mauro DEL VECCHIO, ha assunto dal
4 agosto la guida della missione ISAF a Kabul con 390 militari italiani. Dal 20
luglio 2005 la Brigata Alpina “Taurinense”, sotto il comando del Generale di
Brigata Claudio Graziano, è subentrata alla guida della Kabul Multi-National
Brigade (KMNB), con circa 1.300 uomini. Il Senior National Representative (IT-SNR)
è il Generale di Brigata Sergio GIORDANO.
Inoltre, dal 21 giugno 2005, il Colonnello Gerardo Vincenzo RESTAINO è al
comando della Task Force ISAF (ITALFOR-ISAF).
COMPONENTE TERRESTRE
La Brigata Multi-Nazionale Kabul (KMNB) ha alle proprie dipendenze le seguenti
unità:
- il Reparto Comando e Supporti Tattici della Brigata Alpina Taurinense;
- il National Support Element (NSE), per il supporto logistico alla Brigata;
- il Battaglione Genio Multinazionale (MNEG), con una compagnia comando e
supporti logistici, una compagnia genio e due nuclei EOD (Explosive Ordnance
Disposal);
- una unità a livello compagnia del 9° Reggimento Alpini per la sicurezza del
Comando ISAF;
- una compagnia NBC (Nuclear Batteriological Chemical);
- una compagnia del 9° Reggimento Alpini con compiti di QRF (Quick Reaction
Force);
- una compagnia trasmissioni, costituente la Task Force C4;
- due distaccamenti Ranger del 4° Reggimento Alpini Paracadutisti;
- due distaccamenti del 185° RAO dei paracadutisti.
Alle dipendenze del Generale di Brigata Claudio GRAZIANO quale NCC (National
Contingent Commander) vi sono inoltre:
- il Contingente ITALFOR 11, costituito da circa 300 militari sulla base del
Reggimento di Supporto Tattico e Logistico del Corpo d’Armata di Reazione Rapida
di Solbiate Olona (VA);
- il Gruppo di Supporto di Aderenza (GSA), che assicura il supporto nazionale
per i rifornimenti, il mantenimento ed i trasporti.
COMPONENTE MARINA
Il 4° Gruppo Elicotteri della Marina Militare è presente con 50 miltari e tre
elicotteri AB 212.
COMPONENTE AEREA
Un Nucleo Aeroportuale Interforze (NAI) composto da 80 militari circa - divenuto
a settembre 2003 il 7° ROA a Comando Aeronautica Militare - con due velivoli da
trasporto C 130J (dislocati presso l’aeroporto militare di Al-Bateen – Emirati
Arabi Uniti), assicura il ponte aereo necessario al rischieramento ed al
sostegno logistico.
COMPONENTE CARABINIERI
Un nucleo di Polizia Militare ed un Plotone Carabinieri di circa 30 militari, il
cui Comandante è anche alla guida del Reparto di Polizia Militare
Multi-Nazionale della Brigata KMNB VIII.
ALTRI CONTRIBUTI
A livello interforze, per il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, è
presente un Ufficiale medico anestesista presso l’Aeromedical Staging Unit, in
località AL BATEEN.
Sono, altresì, presenti due infermiere della Croce Rossa Italiana in supporto
del nucleo medico della Brigata Alpina “Taurinense” a Kabul.
Regional Area Coordinator (RAC),
Provincial Reconstruction Team (PRT), Forward Support Base (FSB)
La strategia NATO per assistere il governo afgano nell’opera di
consolidamento della propria autorità prevede che ISAF espanda la propria
responsabilità sull’intero Teatro afgano, nell’ambito della Fase 2 (Espansione),
attraverso un processo articolato in quattro Stages che, in senso antiorario, a
partire dall’area Nord (già in corso) del Paese, interessa tutte le regioni
afgane.
Ogni Stage richiede la costituzione di una Forward Support Base (FSB) necessaria
per fornire supporto operativo e logistico ai Provincial Reconstruction Team (PRT)
presenti nella stessa regione. Nell’ambito dello Stage II (area Ovest, che
comprende il capoluogo di Herat, e le provincie di Farah, Chaghcharan, Qaleh-Ye
Now) della missione NATO (prima con l’Operazione “Enduring Freedom” e dal 31
maggio 2005 sotto egida ISAF), l’Italia fornisce il Regional Area Coordinator/Commander
(RAC) (con il Generale di Brigata Giuseppe SANTANGELO) e ha il ruolo di Lead
Nation del PRT di Herat.
La provincia di Herat ha una rilevante importanza geo-strategica in quanto area
di congiunzione tra l’Afghanistan e l’Iran.
La Task Force “LINCE” per l’Operazione “PRAESIDIUM” (PRT) ha il compito di
sostenere le Autorità locali nel processo di stabilizzazione e ricostruzione
della regione svolgendo, in particolare: attività finalizzate alla realizzazione
dei progetti di ricostruzione nazionale e internazionale, mediante la componente
civile (MAE: Ministero Affari Esteri) per i macro progetti e la componente
militare (CIMIC); attività informativa (in particolare HUMINT) di prevenzione ed
esplorazione; Force Protection; attività di supporto generale per la mobilità e
la protezione di elementi civili designati dal MAE; concorso all’attività
addestrativa nell’ambito della Security Sector Reform (SSR); assistenza alle
forze impegnate in Non-Combatant Evacuation Operations (NEO) a favore di
concittadini presenti nel Teatro afgano.
La Task Force “AQUILA” per l’Operazione “NIDUS AQUILAE” ha il compito di
contribuire alla costituzione/funzionamento della FSB di Herat a guida spagnola
e, in particolare, svolgere: gestione attività aeroportuale; Force Protection;
attività addestrativa nei confronti del personale civile locale operante nel
settore del traffico aereo sull’aeroporto di Herat; assistenza alle forze
impegnate in Non-Combatant Evacuation Operations (NEO) a favore di concittadini
presenti nella regione di Herat.
[L’elaborazione del seguente contributo è centrata sull’informazioni contenute
sul sito del Ministero della Difesa: www.difesa.it nella sezione: “Operazioni
militari” e sulle considerazioni contenute sul sito:
www.analisidifesa.it]
Addestramento per 26 specialisti del
Afghan National Army |
Addestramento della polizia locale a
Kabul Nel quadro delle attività svolte dal contingente italiano in Afghanistan, il 13 settembre si è concluso a Kabul un corso addestrativo della locale polizia, condotto dal reparto di polizia militare multinazionale a guida italiana della Kabul Multi-National Brigade (Kmnb-8). Ammessi alla frequenza del corso erano 59 ufficiali della polizia di Kabul (Kcp, Kabul City Police), dell’esercito afgano (Ana, Afghan National Army) e del ministero della Difesa. In seguito a una richiesta degli organi centrali afgani, intenti a costituire un proprio organo di polizia militare, i militari del reparto di polizia militare hanno condotto una serie di lezioni aventi per oggetto le tecniche investigative di polizia criminale, le scorte Vip e lo specifico addestramento antisommossa durante manifestazioni o eventi di rilevante interesse per l’ordine pubblico. Il reparto multinazionale della Military Police di Kmnb-8 è composto dalle polizie militari di sei paesi della Nato (Bulgaria, Croazia, Danimarca, Germania, Italia, Romania) per un totale di circa 130 uomini della MP, compresi 30 carabinieri, provenienti dai reggimenti inseriti nella 2^ brigata mobile di stanza a Livorno, che giornalmente assistono il Generale Graziano in compiti che vanno dal mantenimento della sicurezza delle istallazioni militari a quelli del controllo del traffico militare nella capitale afgana unitamente alle attività di investigazione e scorta. Il reparto di polizia militare multinazionale, oltre a specifiche funzioni di polizia giudiziaria e di investigazione per i reati militari, ha l’importante compito di coadiuvare le autorità locali nell’addestramento di componenti della polizia e dell’esercito, contribuendo cos? al processo di ristabilizzazione delle istituzioni democratiche che la International Security Assistance Force si prefigge di raggiungere in Afghanistan. [da www.paginedidifesa.it] |
Bosnia: concluso il semestre di
Comando Italiano della MNTF SE |