SENZA CENSURA N.17
LUGLIO 2005
San Precario… eversivo!
Comunicato del “Comitato Cittadino 270” di Bologna in solidarietà con gli imputati dell’inchiesta per eversione
Numerose sono state le provocazioni giudiziarie
in quest’ultimo periodo, e numerosi sono stati i comunicati, le riflessioni, i
commenti a questa nuova ondata repressiva che ha attraversato da nord a sud
tutta l’Italia e trasversalmente le più diverse aree politiche.
Tra i tanti, ci sembra che questo comunicato del collettivo che a Bologna si sta
impegnando a promuovere i lavori della “Campagna Nazionale contro l’art. 270 e
contro tutti i reati associativi” abbia il merito di sforzarsi di collocare
questo singolo episodio repressivo all’interno di un quadro più generale di
analisi.
In merito alla accusa di eversione per
San Precario a Bologna
Gli avvenimenti bolognesi di questi giorni ci portano come compagni e
compagne del Comitato Cittadino contro i Reati Associativi a porre in modo ancor
più evidente l’urgenza di una riflessione sulla repressione.
In Italia viviamo in un periodo di recessione, dove la precarietà sociale inizia
a lambire i margini di benessere dei ceti medi. Già larghe fasce di lavoratori
subiscono da anni la precarietà lavorativa e abitativa, normata da leggi quali
il pacchetto Treu del centro sinistra e la legge Biagi del centro destra. E’
evidente che la forbice sociale si sta ampliando. I processi di crisi economica
si riscontrano anche sul piano internazionale, e si manifestano con una
crescente aggressività imperialista.
Anche nella “ricca” Bologna si assiste, da ormai diverso tempo, ad una
precarizzazione diffusa del tessuto lavorativo. Le fabbriche sono veri e propri
laboratori dove si sperimentano tutte le tipologie contrattuali e dove fra
flessibilità produttiva, precarietà contrattuale, cassa integrazione e
licenziamenti, si stritolano i lavoratori.
Lavoratori precari per lo più immigrati dal sud Italia, dall’Africa e dall’Asia.
Operai che vanno a riempire i moduli nelle agenzie di lavoro temporaneo, e
trovano case tramite gli strozzini.
L’edilizia copre una grande fetta di precariato, dove muratori italiani e
dell’est Europa, per paghe da fame in nero fanno turni massacranti.
La precarietà inizia a toccare settori sociali scolarizzati, che sono massa per
i nuovi lavori, ad esempio nei call center. L’università diventa sempre più
selettiva per censo, si lega sempre più a doppio filo a logiche aziendali e di
profitto.
Le politiche antioperaie sul lavoro si accompagnano a una politica speculativa
selvaggia sugli affitti. Tutto questo dentro un completo smantellamento dei
servizi sociali: istruzione, sanità, trasporti.
Dentro questo quadro, è evidente che vi siano lotte contro la precarietà sociale
diffusa portate avanti dai settori sociali colpiti, che a vari livelli esigono
maggiori garanzie per sè. Il processo di crisi trova nella resistenza dei
lavoratori la sola barriera di contrasto. Resistenza che si manifesta in mille
modi, e su piani diversi.
La società in cui viviamo si basa su rapporti di forza, e gli spazi che di volta
in volta i lavoratori si garantiscono sono conquistati a caro prezzo. Oggi gli
spazi di democrazia si stanno pian piano chiudendo: una semplice protesta, come
l’aver deciso di non pagare il biglietto al cinema, fa assumere allo Stato un
atteggiamento durissimo. Gli spazi di mediazione si stanno sempre più
restringendo, maggiore è la crisi e maggiore è l’arroganza del potere che si
sente minacciato, sia a causa della resistenza dei lavoratori, sia per
l’impossibilità di acquistare consenso, visti i minori margini di benessere.
Quindi l’unico imperativo è colpire, distruggere, soffocare ogni dissenso, prima
che si diffonda come un virus. Ovviamente il meccanismo del potere non si può
basare solamente su repressione e controllo, ha bisogno del consenso, che trova
ancora attraverso i margini economici che ci permette il “primo mondo”.
Diversi compagni e compagne sono accusati di vari reati con l’aggravante di
eversione, per aver deciso di vedere un film senza pagare. Il PM Giovagnoli vuol
colpire non tanto il gesto, ma lo spirito che muove chi lo compie. Gli apparati
repressivi dello Stato tentano di porre un freno alla capacità di reazione e
resistenza dei precari o meglio dei lavoratori tutti.
Per fare questo il PM ha utilizzato l’apparato legislativo che lo Stato italiano
possiede, il Codice Rocco di epoca fascista (che contiene il famigerato art.
270, cioé l’associazione sovversiva), aggravato dal Decreto Cossiga dell’inizio
degli anni 80. Il Decreto Cossiga introduce il 270bis, attraverso un estensione
delle tipologie di associazione sovversiva e della pena, rispetto al 270 del
Codice Rocco. Nello stesso Decreto si introduce l’aggravante per eversione. Il
decreto Cossiga, così come il Codice Rocco, vennero promossi dallo Stato come
leggi eccezionali, tuttavia, la loro applicazione è divenuta definitiva. Per lo
Stato il processo di controrivoluzione non si arresta mai, anzi progredisce
sempre, sperimentando in periodi di alta conflittualità sociale leggi
emergenziali che diventano poi la regola.
In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una impennata dell’utilizzo
dell’associazione sovversiva, anche a Bologna. L’utilizzo dell’associazione
sovversiva, e dell’aggravante per eversione, è tuttavia mutata; nei primi anni
80 l’applicazione di massa di questi capi d’accusa serviva per far scontare
svariati anni di carcerazione preventiva a migliaia di compagni, ora serve per
lo più a tenere sotto pressione, indagare, dividere tutti quei compagni e
situazioni che sostengono il conflitto tra le classi, indipendentemente dalla
tipologia d’azione o d’organizzazione.
Reati associativi che non colpiscono solo militanti o strutture della sinistra
rivoluzionaria e antimperialista, ma che servono in ultima istanza a colpire i
lavoratori.
La criminalizzazione e l’uso della polizia sono la dimostrazione di come il
sistema economico stia attraversando un periodo di crisi, e dove le concessioni
si tramutano sempre di più in pene, manganelli e manette.
Come un tempo nelle grandi battaglie sindacali si chiedeva il pane ma anche le
rose, i manifestanti che hanno deciso di non pagare il biglietto hanno chiesto
le rose, ma ancora una volta lo Stato e la magistratura hanno dato in cambio
spine.
Bisogna iniziare a porre il problema dell’uso indiscriminato dei reati
associativi e lottare contro le leggi fasciste, rompendo le barriere che
esistono tra lavoratori e tra compagni.
Rompere l’isolamento di chi è colpito è fare della solidarietà un’arma contro
Stato e padrone (fate attenzione…).
Troppo spesso la criminalizzazione e l’isolamento sono stati presenti anche tra
compagni. Contrastare questo atteggiamento liquidatorio è un primo ma
significativo passo per non subire l’arroganza dello Stato e dei suoi sgherri.
Solidarietà con i compagni colpiti dalla repressione!
Contro la criminalizzazione delle lotte!
Per continuare la liberazione!
No alle leggi fasciste!
Comitato Cittadino contro il 270
e i reati associativi – Bologna
Bologna, 1 aprile 2005
[da
http://www.inventati.org/reati_associativi]
Campagna contro l’art. 270 e contro
tutti i reati associativi I materiali raccolti in questo fascicolo, a cura del Comitato Promotore della Campagna Nazionale, sono stati pensati per avere una spendibilità nella costruzione delle iniziative locali all’interno della campagna contro il 270 e i reati associativi. Anzitutto trovate la proposta di lavoro della Campagna. Seguono una serie di scritti da usare come materiali informativi, per costruire comitati cittadini e/o di zona, e per organizzare iniziative e momenti di informazione, che sono stati raccolti nel kit in differenti sezioni, con una breve premessa che ne propone delle possibilità d’utilizzo. Sono intesi come materiali versatili e modificabili, senza alcun problema di “copyright” o di firma. Prendeteli, tagliateli, ricomponeteli, usatene le parti che vi convincono maggiormente o che vi possono essere utili, perché sono stati pensati per essere modificati e adattati alle esigenze locali e alle specifiche realtà in cui ognuno si trova ad agire. Buon lavoro a tutte/i! [su: www.inventati.org/reati_associativi] |