SENZA CENSURA N.17
LUGLIO 2005
Un passo indietro di 800 anni
Nuova legge antiterrorismo nel Regno Unito. Una relazione sulla situazione repressiva in GB da “A world to win”.
Il parlamento britannico ha adottato il Prevention of Terrorism (POT) Bill che
spazza via importanti diritti conquistati nei secoli in Gran Bretagna.
Il progetto di legge è stato proposto dal ministro del Labour Charles Clarke
dopo che la legge precedente, utilizzata per tenere 10 extracomunitari nella
prigione di Belmarsh senza imputazione per oltre tre anni, è stata dichiarata
incompatibile con l’Atto Europeo dei Diritti Umani, poiché depriva gli
extracomunitari di diritti fondamentali garantiti ai cittadini. La risposta del
governo non è stata introdurre i diritti fondamentali per gli extracomunitari,
ma al contrario l’abolizione dei diritti anche per i cittadini. Grazie alla
nuova legge approvata l’11 Marzo, il governo può emettere degli ordini di
detenzione amministrativa che gli permettono di porre un soggetto sotto
differenti forme di controllo poliziesco che spazia dalla limitazione di
incontrare e comunicare con altri a 24h di arresti domiciliari. I giuristi del
Labour hanno tentato di presentare questa legge come niente di diverso da ciò
che è comune in paesi del continente i cui sistemi legali sono basati sul codice
civile napoleonico, come la Francia. Se questo fosse vero, il governo britannico
non avrebbe avuto bisogno di escludersi dall’Atto Europeo dei diritti Umani, ed
è esattamente ciò che sta facendo.
Il POT percorre una lunga strada per rovesciare il diritto dell’ habeas corpus,
che stabilisce che nessuno deve essere privato della propria libertà eccetto che
da una sentenza della giuria, un diritto stabilito 800 anni fa dalla Magna
Carta. Questa legge trasforma il governo e nello specifico l’M15, i servizi
segreti britannici, in giudici, giuria e carceriere. Secondo i termini di legge,
l’arrestato non ha diritto di conoscere le imputazioni che gli vengono
contestate, né di vedere le prove su cui sono basate le accuse. Tutte le
procedure sono condotte segretamente, con il Ministero dell’Interno responsabile
per la determinazione finale delle misure cautelari da disporre.
La persona arrestata ha il solo diritto di entrare in contatto con uno speciale
avvocato designato dal governo. Lo “standard di prova” richiesto per trattenere
la persona non è più lungo del livello richiesto in un caso criminale, oltre
ogni ragionevole dubbio, ma per misure cautelari restrittive, inclusi gli
arresti domiciliari, la bilancia delle probabilità si sposta sul legittimo
sospetto. La persona può essere tenuta sotto misure cautelari per un tempo
indefinito, e ogni infrazione dell’ordinanza può portare all’incarcerazione.
Poiché le prove sono raccolte in quasi tutti i casi dall’M15, la nuova legge
vuol dire che da oggi chiunque nel Regno Unito può essere trattenuto per anni
come un terrorista sulla mera parola di un poliziotto dei servizi segreti.
Il Ministero dell’Interno ha inoltre stabilito che continuerà a utilizzare le
prove che sono state raccolte attraverso la tortura per prendere decisioni in
merito alle misure cautelari della detenzione amministrativa, anche se il suo
portavoce ha detto che, ovviamente, la Gran Bretagna è contraria alla tortura.
In ogni caso gli addetti dell’intelligence inglese giocano un ruolo nel network
della tortura internazionale che gli USA hanno organizzato in Afghanistan, Iraq
e in tutto il mondo, dire che si è contro la tortura ma pensare che è bene
utilizzarne il risultato è come dire che si è contro la droga e dare il
benvenuto al denaro che genera!. Il precedente Ministro dell’Interno Jack Straw
aveva già annunciato questa politica, ma nell’agosto 2004 gli attivisti per I
diritti umani in Inghilterra furono scioccati quando questa politica fu
sostenuta dalla Corte di Appello. Il POT ha provocato accese dispute in ambito
parlamentare, con continui incontri delle due Camere in sessioni continue per 30
ore, la più lunga seduta in più di 100 anni.
Tutto questo include il bizzarro spettacolo di alcuni iper reazionari che
condannavano i social-democratici del Labour per aver attaccato i diritti
democratici. Il giornale britannico per gli affari dell’establishment, il
Financial Times, che ha un record irreprensibile per l’intera sua esistenza nel
sostenere ogni campagna reazionaria dell’imperialismo britannico, lamenta che,
spesso tristemente, il governo Blair ha posizioni illiberali, le sue proposte
sono populiste e autoritarie.
Il Daily Telegraph, che non ha nessun rivale nell’asservita devozione alla
reazione, ha tuonato alla prospettiva di arresti domiciliari poichè la Gran
Bretagna non è Burma! Perché dei difensori della reazione duri a morire si sono
svegliati con un tale stato febbrile?
Cosa c’è in gioco dal punto di vista dei ricchi e vecchi Pari della Camera dei
Lord come per la stessa baronessa Margaret Thatcher che è rimasta in piedi notte
e giorno per opporsi agli sforzi di Blair per stringere il paese in una morsa
repressiva? Compreso colui che è stato il mentore di Blair per lungo tempo, Lord
Irvine, l’uomo che gli ha dato il suo primo lavoro, che gli ha presentato sua
moglie Cherie e colui che è intervenuto in momenti decisive della sua carriera
per ridargli linfa vitale? Prima di tutto è importante chiarire che, a dispetto
di tutto il gridare e dei meeting all-night long, alla fine tutte le parti hanno
fatto quadrato attorno alla parte più repressiva della legislazione. Il leader
del Tory, Michael Howard, ha chiesto lo champagne perchè i Tories sono stati
capaci di costringere Blair ad accettare una revisione della legislazione dopo
un anno, una misura a cui Blair ha resistito, ma che non cambia minimamente il
contenuto di ciò che verrà applicato.
L’opposizione è anche stata capace di forzare attraverso un emendamento la
richiesta di una revisione giudiziaria delle misure stabilite dal Ministero
dell’Interno. Il piano iniziale del Labour era semplicemente di avere una
consultazione dei servizi segreti e del Ministero dell’Interno e l’emissione di
un ordine per gli arresti domiciliari punto e basta.
Questo è stato ampiamente criticato poichè significava che un politico e un
poliziotto potevano arrestare chiunque volessero. Tuttavia, anche se la versione
approvata impone i controlli dei giudici per la sola revisione della procedura,
il risultato finale non è molto diverso, sebbene l’esistenza di una revisione
giudiziaria indubbiamente ha rassicurato i politici che nessuna repressione
basata sull’esecutivo sarà portata avanti nella direzione sbagliata, in altre
parole contro di loro. Anche così, molti giudici hanno detto che si opporranno
alla legge nella sua applicazione che effettivamente li rende creature
dell’esecutivo.
Il pro-Labour Guardian ha proclamato l’intero episodio parlamentare come il
migliore, cosa che ha lasciato molti lettori del giornale speranzosi di non
vedere mai il peggio del parlamento. Benchè i tre maggiori partiti britannici
abbiano approvato unitariamente questa legge completamente reazionaria e
pericolosa, è anche vero che la battaglia attorno al POT rivela alcune cose
importanti rispetto alle maggiori sfide a cui vanno oggi incontro i legislatori
e la netta divisione al loro interno. Blair ha fatto chiarezza dicendo che lui
crede che la civiltà occidentale stessa stia affrontando sfide senza precedenti,
che solo gli USA hanno il potere globale per affrontarle, e che lui è
determinato a far stare il Regno Unito a fianco degli USA nella strada che hanno
deciso di intraprendere.
In ogni modo, più crede personalmente nella necessità per l’UK di mantenere le
sue speciali relazioni con gli USA e di giocare un ruolo nella sua maggiore
campagna estera, più Blair va in contro a maggiori difficoltà di Bush. Era già
andato in guerra in Afghanistan e poi in Iraq con un paese molto più diviso
degli USA e senza quel tipo di movimento di estrema-destra fondamentalista
Cristiano che Bush può spronare a suo sostegno, per accanirsi contro
l’opposizione al suo programma.
Blair ha inviato i soldati inglesi in Iraq subito dopo una manifestazione di due
milioni di persone nelle strade della capitale, che ha preminentemente messo in
evidenza i membri principali del suo stesso partito così come i leader
liberal-democratici dell’opposizione.
La classe dirigente britannica è inoltre attraversata da tensioni dovute al
coinvolgimento del Regno Unito su due fronti, Irak e Afghanistan, a ostilità
crescente: questa è la “relazione speciale” con gli USA, con cui fa passi da
gigante grazie a mutui investimenti e ad altri vincoli storici ed economici come
pochi tra i maggiori paesi hanno, e contemporaneamente nell’Unione Europea è il
suo maggiore partner commerciale.
Blair rappresenta le forze della classe dirigente britannica determinate a far
allungare il passo all’UK politicamente e militarmente sulla scena mondiale in
un modo che non è stato possible per decenni, questa volta non come impero
indipendente, ma come il partner minore della stretta di potere globale degli
USA portata avanti sia contro i paesi oppressi che contro i suoi rivali
imperialisti, alcuni dei quali hanno avuto vicino alleati inglesi. Le
contraddizioni all’interno della classe dirigente sulla valutazione di questo
corso si sono intrecciate con la forte opinione pubblica contro la guerra in
Iraq, che ha creato opposizione al programma di Blair più che in qualsiasi altra
circostanza.
In un certo senso si può parafrasare Donald Rumsfeld che rispetto alla
situazione di Blair ha detto: “sta andando verso una serie di guerre
imperialiste non con il paese che vuole, ma con il paese con cui deve e con cui
sta facendo ogni cosa per fare affari!”.
Gli attacchi ai diritti democratici sono parte di un più grande sforzo per
costruire uno zoccolo duro a sostegno della reazione e dell’impero, così come il
cancelliere Gordon Brown richiamato in modo infame a smetterla di avere vergogna
dell’impero britannico e ad essere orgoglioso della “nostra” eredità, un’eredità
che la maggior parte del popolo britannico rigetta. Ci sono anche stati
tentativi di intimidazione dell’opposizione più morbida, come la campagna
governativa contro la BBC che è apparsa pochi mesi fa con una ridefinizione
forzata dei due dirigenti esecutivi, soprattutto per aver osato ventilare
tiepide critiche alla preparazione della guerra da parte di Blair. Il POT è
stato solo l’ultimo e più drammatico passo in una serie che Blair ha intrapreso
per rafforzare l’apparato repressivo del paese per poter affrontare la
tumultuosa opposizione che il governo si aspetta di dover affrontare nei
prossimi anni.
Queste misure includono limitazioni severe al diritto al silenzio dell’accusato;
ripetuti sforzi per restringere il diritto a un processo con giuria; un accordo
di estradizione con gli USA che elimina il bisogno di svolgere almeno un
processo; la legislazione che introduce la carta d’identità nazionale; il
Terrorism Act del 2002, che trasforma in un crimine l’incitamento al
rovesciamento di un governo in uno Stato estero; e molto altro. Per giustificare
queste manovre il governo ha martellato sul tema del “pericolo terrorista per la
nazione”, cercando di creare un clima di isteria da guerra per stringere a sè il
popolo, argomentando che ridurre le libertà individuali è necessario per
garantire la sicurezza nazionale.
Durante il dibattito sul POT, Blair ha dichiarato che 200 terroristi addestrati
in campi di Osama Bin Laden, vagavano per le strade dell’UK, cercando obiettivi
per stragi. Il capo dimissionario della polizia di Londra ha dichiarato che i
rapporti su ciò che i terroristi stavano pianificando: “mi fa drizzare I
capelli!”, e che “se anche voi aveste accesso a queste cose sareste molto
spaventati”.
Queste dichiarazioni potrebbero ritorcersi contro Blair. C’è la convinzione
diffusa che egli abbia consapevolmente guidato il paese alla guerra in primo
luogo su una trama di menzogne e inganni, inclusa la falsa dichiarazione dei
servizi britannici in merito a Saddam che avrebbe ottenuto uranio dalla Nigeria
per costruire testate nucleari, e Blair stesso dichiarò più volte che Saddam
possedeva armi di distruzione di massa che minacciavano l’UK e che potevano
essere lanciate in 45 minuti.
Anche il conservatore Daily Telegraph si sentì obbligato a richiamare alla
cautela Blair per il rischio di “giocare alla politica con la sicurezza
nazionale non fa un Aznar”?, così metteva in guardia, riferendosi al Primo
Ministro spagnolo cacciato, dopo aver tentato di manipolare le bombe sul treno
di Madrid a suo vantaggio, da un elettorato che non lo ha dimenticato per aver
spedito le truppe spagnole in Iraq. E come per mettere in pericolo la gente, le
decine di migliaia che hanno manifestato il 19 Marzo riflettevano un sentimento
diffuso, cioè che nessuno ha fatto più di Blair stesso per portare il popolo del
paese in una situazione di pericolo, con la sua serie di guerre imperialiste
all’estero e la sua campagna repressive in casa, senza parlare del pericolo che
è stato portato al popolo iraqueno.
Questi tipi di attacchi ai diritti democratici stanno minando le ragioni di
Blair, cioè che gli USA e l’UK stanno combattendo per portare la democrazia ai
popoli arabi. Parlare di diffondere la democrazia suona debole in un paese dove
il governo sta portando avanti una guerra che lo stesso Blair ha ammesso è
contro il volere della maggioranza delle persone. Come possono essere credibili
queste dichiarazioni vedendo come il governo britannico sta portando avanti un
attacco senza precedenti ai diritti democratici in casa propria, e
particolarmente violenta contro i mussulmani? Il governo ha arrestato migliaia
di mussulmani dall’11 settembre, fino ad oggi solo 14 sono stati imputati di un
crimine. Sta inoltre portando avanti una propaganda martellante sul governo
modello con cui L’UK è stato amministrato.
Una delle lezioni che ogni scolaro britannico impara è che si trova nella “più
vecchia democrazia del mondo”, con il primo parlamento occidentale, e che dalla
Magna Carta del 1215 in poi “l’apparato legislativo” è stato la pietra miliare
della società britannica.
Decine o addirittura centinaia di migliaia di persone, inclusi un certo numero
di intellettuali, che hanno sempre guardato ai social-democratici del Labour
come la migliore o almeno come la sola speranza reale per una società migliore,
adesso vedono Blair con odio e disgusto.
Una pubblicità a tutta pagina che attaccava il POT è stata pubblicata in molti
dei maggiori giornali britannici: “La nostra corte suprema ha descritto la
detenzione senza processo sulla base dei servizi segreti come un soggetto da
incubo”.
Siamo d’accordo.
[www.awtw.org]