SENZA CENSURA N.16

FEBBRAIO 2005

 

Le “democratiche” astuzie borghesi


Cari compagni: vi aggiorniamo sulla situazione dei p.p. del PCE(r) e dei Gruppi detenuti in Francia, dove non avevano commesso alcun reato, su richiesta dello Stato fascista spagnolo. I compagni, come ricorderete, sono stati arrestati in due “turni”: i primi sette, nel novembre del 2000 ed i restanti nel luglio del 2002. Dopo il processo dei “sette di Parigi”, Rosario Llobregat Moreno è stata rimessa in libertà; vorrebbe tornare in Spagna, per stare con la sua bambina (11 anni, affidata ai nonni) ma l’assurdità delle leggi spagnole glielo impedisce. Antonio Lago Iglesias è stato messo in libertà nel luglio del 2004 e, in attesa del processo, non può muoversi dalla Francia (ma non può mettere piede a Parigi); questo compagno vorrebbe tornare in Italia, paese dove risiedeva da quando, finiti i suoi 20 anni di pena, era riuscito a riunirsi con moglie e figli.
L’assurdità della situazione consiste in quanto segue: tanto Antonio quanto Rosario sono stati dichiarati dallo Stato spagnolo “irreperibili”, nonostante il loro domicilio attuale sia stato scelto dai giudici francesi.
Ma... anche TUTTI gli altri p.p. del PCE(r) e dei G. risultano, secondo la Spagna, IRREPERIBILI, anche se stanno in galera e nonostante il fatto che per molti di loro sia stata concessa l’estradizione. Questa situazione di “irrepiribilità” si traduce concretamente nel fatto  che i compagni non possono nominare avvocati in Spagna, e quindi esercitare il loro diritto alla difesa perché magistrati e pm esigono la loro  presenza in  tribunale per annullare l’ordine di cattura ed avviare le procedure. Questa “irreperibilità”, tuttavia, non impedisce che i compagni che sono in prigione in Francia  vengano estradati Temporaneamente in Spagna (è il caso de Belen Lopez Calderon e di Victoria Gomez) e che poi vengano estradati definitivamente una volta conclusa la pena  Francia. Nel caso di Rosario e di Antonio significa che, dopo  essere stati rimessi in libertà e la loro estradizione rifiutata dal tribunale francese, per rientrare nel proprio domicilio dovranno recarsi davanti ai tribunali spagnoli per essere senza dubbio arrestati ed incarcerati (non possiamo prevedere le motivazioni, ma nessuno ha dubbi sul modus agendi del potere spagnolo).
Questa “irrepiribilità” , infine, non ha impedito e non impedisce che tutti i compagni siano sottomessi a tutte le procedure richieste dalla Spagna (arresto, perquisizioni, molestie ai familiari, analisi del DNA ecc. ecc.) (in Francia, almeno per quanto riguarda i p.p., non si fa nulla senza l’accordo degli spagnoli).
Chiaramente i compagni continuano e continueranno ancora a subire la vergognosa persecuzione da parte di un regime che, come nei suoi tempi peggiori, utilizza tutti i modi e tutte le “furbizie” consentite dalle sue “democratiche” leggi.


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