SENZA CENSURA N.16
FEBBRAIO 2005
Lavoro interinale e legge Hartz
Tre interventi sulle mobilitazioni in Germania
Chiusura delle Agenzie del lavoro: un
bilancio provvisorio
(dai Gruppi Chiusura delle Agenzie del Lavoro)
La maggior parte dei media ha ridimensionato la partecipazione all’azione di
chiusura delle Agenzie del lavoro (Al) del 3. 1. 2005, ed ha reso alla posizione
centrale del governo ancora un poco di gioia. Tuttavia il bilancio sulla
chiusura delle Al è considerevole. 83 città, in definitiva, hanno preso parte
all’azione; particolarmente i luoghi dell’est si sono assunti, per un tempo
relativamente breve, di essere presenti all’azione estesa all’intero paese.1
Anche se direttamente sul luogo, cioè davanti alle Al, di mattino presto nel
primo giorno di lavoro dell’anno si sono trovate poche persone, (imparare dalle
manifestazioni del lunedì dell’estate scorsa), esistono pochi esempi di un
simile successo per una protesta comunque estesa all’intero paese ed imperniata
sulla questione sociale.
Da Labournet (la rete organizzativa della lotta, ndt) finora sono state raccolte
notizie da 43 città, presumibilmente nei prossimi giorni questo numero
aumenterà. L’idea dell’azione di chiusura delle Al emerse nel congresso tenuto
nel 2004 “I costi si ribellano”: Uno dei gruppi di base ha avviato la
mobilitazione alla quale, poi, si sono associati i social forum e leghe
dell’est: questa la realtà che non si vuol comprendere!
Una mobilitazione preparata senza grosse organizzazioni (sindacati e ong come
Attac), senza possibilità di finanziamento, di infrastrutture pubbliche e di
uffici stampa alle spalle, rimane un segno positivo di un coordinamento
decentrato riuscito (anche se con un paio di carenze che la prossima volta
possono e debbono essere evitate).
In barba a tutti i malauguri, il 3 gennaio 2005 erano presenti alla protesta
anche gli interessati (le persone colpite, ndt). Chiaro, esse avrebbero potuto
essere di più, ma è sempre difficile per i disoccupati autorganizzarsi, proprio
perché le autorità ce la mettono tutta per individuare coloro a cui vengono
ridotti i sussidi (a partire dall’1/1/2005, ndt) e quelli destinati al posto di
lavoro da 1 euro l’ora. Quando furono inviate le lettere dichiaranti la
riduzione dei sussidi, tutte le persone interessate ne rimasero colpite e
spaventate, le stesse persone che occupano un posto fisso riconobbero la
ripugnanza della legge Hartz. Anche il ceto medio iniziò ad essere preoccupato
rispetto all’affitto e all’assicurazione-vita. Il pericolo di scivolare in una
situazione di impoverimento generale è apparso chiaramente all’orizzonte di
tante persone.
Le azioni per la chiusura delle Al non possono essere direttamente comparate
alle manifestazioni del lunedì dell’estate scorsa. Unire delle persone sulla
strada il mattino, alle 10, è più difficile che farlo alla sera o per il fine
settimana. Dall’estate scorsa una massiccia macchina di propaganda, scatenata
contro la protesta alla legge Hartz, ha messo in campo divisioni, ed il governo
si è installato su posizioni inflessibili senza fare concessioni. Però il
massiccio sbarramento poliziesco del partito centrale, l’Spd, durante le
manifestazioni del lunedì svoltesi nell’agosto/settembre 2004, ha dimostrato
quanto cadano nel panico i governanti di fronte alla protesta spontanea nata dal
basso.
Nelle mani dei governanti è rimasta la carta delle diversità fra est ed ovest,
rispetto alle posizioni di partenza. Il rapporto del numero delle persone in
cerca di lavoro in relazione ai posti, ad est è incomparabilmente più alto,
parlare di una disoccupazione del 18, anche del 20%, come “problema connesso
all’ intermediazione”, è lucido cinismo. Il calo degli abitanti nelle località
dell’est crescerà ulteriormente, perché adesso non esistono certamente tanti
posti di lavoro in misura delle persone che cercano un posto. Qui un’esistenza
ragionevole sarebbe resa possibile soltanto da sussidi incondizionati.
Nel frattempo i media ci fanno sapere che, nonostante tutti i piccoli posti
(mini jobs) da 1 euro2, l’Io spa (sorta di partita iva, ndt), e l’estensione del
periodo di formazione-lavoro, la disoccupazione crescerà ulteriormente. La
“riforma del mercato del lavoro” non funzionerà, anche se l’Al federale si è
svenata in una massiccia campagna-stampa del tipo “Hartz IV avviata senza grossi
guasti”. Anche se dall’alto viene affermato il contrario, Hartz IV non è una
ricetta per la creazione di posti di lavoro. I salari vengono inesorabilmente
ridotti . I posti di lavoro regolari sono soppiantati dai posti senza diritti da
1 euro, e la povertà aumenterà. Esattamente da qui dovrebbe essere impostata la
discussione per la prossima azione estesa a tutto il paese e per non fermarsi a
formule astratte quali “eliminare il capitalismo” e “tutto per tutti e
senz’altro gratis”. Le proteste contro Hartz debbono venir collegate al
quotidiano delle persone e le idee per le alternative debbono venire da chi
compie i lavori più noiosi. Sarebbe bello proporre forme d’azione che non creino
eccessivo spavento sulle persone colpite. Lo spumante stappato nell’Al di
Berlino posta sulla Storkower strasse e le manifestazioni con le discussioni
divertono e destano interesse, senza dubbio sono un buon inizio.
1 A Colonia il giorno dell’azione si sono trovate di fronte all’Al 100
manifestanti;a Gelsenkirchen 40 manifestanti sono riusciti a tenere chiusura la
locale Al per 45 minuti. In tutto il paese, scrivono i gruppi organizzatori,
della “chiusura delle Agenzie del lavoro”, il 3/1/ 2005 hanno preso parte alla
lotta 15.000/20.000 persone. L’intervento più grosso della polizia ha avuto
luogo a Berlino-Wedding, qui l’Al è stata completamente sbarrata ai 700
manifestanti dall’impiego, da parte della polizia, di gas lacrimogeni e gas al
pepe.15 manifestanti sono stati arrestati.
All’Al di Berlino-Mitte (centro) i manifestanti erano circa 400 ed anche qui
sono stati attaccati dalla polizia, che ha sparato gli stessi gas ed ha compiuto
arresti provvisori. Parola d’ordine “Fine della moderazione”. A Gottinga,
invece, le 10 000 persone scese in strada sono state accettate persino dai capi
locali dell’Spd, i quali hanno dichiarato “Comprendiamo senz’altro la protesta”,
e su questa linea si è attestata anche la polizia.
2 I “mini Jobs” sono nati nel corso degli anni 90, ma solo nell’aprile 2003 sono
stati ampiamente legalizzati, al punto che l’impresa che ne fa uso è stata
esentata dal versamento dell’assicurazione ed altre imposte rispetto alle
persone assunte per posti senza qualifiche particolari. Nello stesso aprile 2003
il parlamento alzò la paga mensile di chi venisse assunto in questi posti, da
325 a 400 euro. In tal modo l’assunzione a tali condizioni è cresciuta: nel 1999
le persone occupate a simili condizioni erano 3,7 milioni, divenute 6,5 milioni,
di cui il 65 percento donne, in gran parte occupate, per ordine di grandezza,
nei settori del commercio individuale, dell’industria manifatturiera, call
center, sanità, ristorazione, pulizie, edilizia. Inoltre qui dominano
incontrastate flessibilità, indeterminatezza rispetto alla durata e durezza
della giornata lavorativa. Esistono settimane di 20 0re ed altre di 50, e via di
questo passo proprio di una vita disgraziata.
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Presumibilmente le riforme debbono
creare posti di lavoro.
da un pezzo scritto da “una guastafeste”
Nella realtà i posti di lavoro vengono abbattuti, le prestazioni sociali
ridotte, i salari diventano magri e precari mentre il tempo di lavoro viene
aumentato , viene introdotto il lavoro in affitto. La pressione della
concorrenza fra lavoratori qui e sul piano mondiale è giocata sempre e sempre di
nuovo su chi entra nel mercato del lavoro. A tal proposito Hartz IV in sostanza
istituzionalizza tutto ciò che da anni, per i migranti, è realtà. Con Hartz IV
sono fissati nella legge rapporti di lavoro insicuri e precari, che un tempo
erano riservati in gran parte ai migranti e alle donne. Hartz IV è la logica
prosecuzione della forma sociale capitalistica entro cui è giustificata solo
l’esistenza dei singoli; se sono sfruttabili per quella forma sociale, se
lavorano ad ogni prezzo.
Ma, quali sono veramente gli scopi dei singoli in questo gioco sociale, che
spessissimo è tutt’altro che un gioco? Supposto che subentri per un momento una
pausa nel piano del gioco, esisterebbe la possibilità lontana di scegliere il
campo, di scegliere in quale società vogliamo veramente vivere.
Ci prendiamo il diritto all’esistenza, indipendentemente dall’essere sfruttati,
dal sesso o dalla nazionalità.
Non siete pensabili per cose che non avete mai scelto!
Il 3 gennaio 2005 prendete parte alla chiusura delle Al!
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Rostock vince contro Hartz IV
dall’ “uomo di natale”
L’annuncio è arrivato via etere, gli abitanti di Rostock hanno raggiunto una
vittoria contro Hartz IV! Nessuno sfratto – nessun posto di lavoro ad 1 euro
l’ora…
Questo deve essere di ampio incitamento ad entrare in lotta ancor più
intensivamente contro Hartz IV, per rendere realmente inattive il 3. 1. 2005
tutte le Al! Hartz IV è il ripiegamento del diritto!
Il Comitato di lotta locale, assieme all’Alleanza contro la rapina sociale ed ai
partecipanti alle manifestazioni del lunedì, ha incitato, anche dopo che il Pds
e la Dgb (sindacato federale generale) hanno tolto la propria adesione, ha
sostenuto ancor di più la protesta. Dopo che la protesta contro Hartz IV è
scemata in tutto il paese, abbiamo presentato con la nostra deputata al
consiglio comunale, Christine Lehnert, un programma immediato contro Hartz IV:
invece di un posto da 1 euro, posti di pieno valore, nessuno sfratto, assunzione
piena di tutte le voci salariali, ticket sociale per il trasporto pubblico
locale.
Nel consiglio comunale di Rostock quel programma è stato rifiutato da tutte le
frazioni. Ma il Comitato di lotta insieme all’Alleanza contro la rapina sociale
ha organizzato numerose proteste: raccolta di sottoscrizioni, manifestazioni del
lunedì e presenza alle sedute del consiglio comunale per dire in faccia ai
politici in carica che la loro politica è rifiutata. La presenza alle sedute
comunali con dozzine di manifestanti è qualcosa che mai si era visto nella
storia di Rostock. La presidentessa del consiglio ha perciò invitato la nostra
deputata “a contenere la sua gente”.
Queste e parecchie altre attività hanno determinato la pressione sufficiente a
raggiungere il punto affinché il consiglio decidesse che in Rostock non esisterà
nessuna specie di sfratto per chi beneficia dei sussidi, anzi, ogni persona in
simile situazione potrà così conservare la propria abitazione. Inoltre è stato
deciso che saranno introdotti posti di lavoro da 1 euro solamente se consentiti
dalle persone interessate.
Spd e Pds hanno scoperto nel corso della loro campagna elettorale per l’elezione
del borgomastro la loro “coscienza sociale” e chiedono che, a cominciare dal 1.
febbraio 2005 tutte le persone che beneficiano dei sussidi possano utilizzare i
mezzi pubblici con la tariffa ridotta. Questo significa, ad esempio, che debbono
pagare un terzo in meno del biglietto singolo e del biglietto valido per tutto
il giorno. Solo fino a poco tempo prima, tanto la Spd che il Pds avevano
rifiutato la richiesta del Comitato di lotta relativa ad un forte abbassamento
dei prezzi. Ma, messi di fronte alle proteste sono stati costretti a fare
concessioni. Questa proposta realizzata significa che i viaggi di chi beneficia
dei sussidi saranno sovvenzionati con 370 000 euro l’anno, cifra che rimane
nelle tasche di coloro che adesso ricevono i benefici (tagliati)
Il Comitato di lotta non si siede sulle conquiste raggiunte, ma, anzi,
proseguirà la lotta per altri miglioramenti e per la soppressione di Hartz;
anche se queste misure sono state decise nel consiglio comunale, noi non abbiamo
nessuna fiducia nella politica borghese, non abbiamo fiducia che queste
decisioni vengano applicate nell’interesse delle persone disoccupate.
E’ dimostrato che soltanto con la mobilitazione dei disoccupati, degli occupati
e dei giovani e con il portare avanti il conseguente rifiuto di Hartz IV, in
generale, vengono raggiunti miglioramenti. Il Pds di Rostock, che ha votato per
l’introduzione di Hartz IV e, di conseguenza, voluto soltanto piccoli
adattamenti, ha dato dimostrazione di essere incapace di raggiungere
miglioramenti, ha così mostrato di essere parte compresa del sistema politico
stabilito…