Lo Tsunami uccide 155.000 persone nell’oceano Indiano
Sono morte più di 155.000 persone quando lo tsunami ha colpito le coste
occidentali e orientali dell’oceano Indiano. Altre centinaia di migliaia
sono state ferite e circa 5 milioni di persone hanno perso le loro case e
i loro mezzi di sussistenza.
La maggior parte delle vittime erano pescatori e altri abitanti poveri
delle comunità costiere.
Lo tsunami è stato provocato da un terremoto sotto la parte orientale
dell’oceano Indiano di un’intensità pari a 8.9 gradi della scala Richter—il
più forte negli ultimi 40 anni
La più duramente colpita è stata Aceh, una provincia all’estremo nord di
Sumatra in Indonesia. Sono morte più di 80000 persone ad Aceh, incluse
40000 ovvero l’80% della popolazione della città di Meulaboh. Aceh è solo
a poco più di 160 chilometri dell’epicentro del terremoto.
Onde violente hanno anche colpito la parte occidentale di Sumatra, la più
grande isola dell’Indonesia. In tutto, sono morte più di 100.000 persone
in Indonesia. Contemporaneamente, più di 30.000 sono morti in Sri Lanka,
9.500 in India e 5.000 in Tailandia. Ci sono stati inoltre morti a Myanmar,
Maldive, Somalia e Kenya.
Il Partito Comunista delle Filippine porge le sue condoglianze.
Così tanti sono morti per lo tsunami perchè non ci sono strumenti di
prevenzione per le popolazioni costiere. Sebbene i rilevatori di Tsunami
sono relativamente economici e sono già utilizzati da più di 50 anni, i
paesi che sono stati colpiti più duramente non possiedono questi
strumenti.
Sono i governi di questi paesi che hanno la responsabilità del disastro.
Il fallimento di questi governi nell’uso dei “mezzi di prevenzione dello
tsunami” costituisce una negligenza criminale e prova la loro mancanza di
interesse per centinaia di migliaia di persone del loro popolo che abitano
le coste.
Gli imperialisti USA sono stati particolarmente spietati. Malgrado le
agenzie USA già sospettassero la formazione di uno tsunami nell’oceano
Indiano, non è stata data nessuna informazione ai paesi coinvolti. Un
avvertimento, comunque, è stato immediatamente spedito alla base militare
USA Diego Garcia.
Per questa gigantesca tragedia, gli USA hanno annunciato che avrebbero
devoluto solo18 milioni di dollari per i paesi devastati. Una parte della
comunità internazionale si è infuriata davanti all’avara somma sborsata
dagli USA per le vittime, impallidisce se paragonata al budget giornaliero
degli USA per la guerra e l’occupazione in Iraq.
Il regime della Arroyo ancora una volta mostra il suo assoluto
opportunismo e la sua completa mancanza di interesse per la sorte di
milioni di vittime dello tsunami quando si gloria dei vantaggi per il
turismo filippino in vista della chiusura di molte destinazioni turistiche
nelle aree colpite.
Al contrario, le forze comuniste e rivoluzionarie, specialmente in Sri
Lanka, India e Aceh, hanno immediatamente preso il controllo delle
operazioni per coordinare l’assistenza e assicurare l’assistenza anche
alle aree più remote colpite dallo tsunami. Riconoscendogli autorità, le
agenzie umanitarie internazionali si sono coordinate e hanno collaborato
con loro.
Febbraio 2005
[Tratto da
www.philiphinerevolution.org] |