SENZA CENSURA N.16
FEBBRAIO 2005
Iniziativa d’appoggio materiale alla popolazione irachena
Dal sito
www.nodo50.org
Campagna Nazionale contro l’Occupazione e per la Sovranità dell’Iraq (CEOSI) -
16 dicembre 2004 (aggiornato)
In solidarietà con la popolazione irachena
In difesa del sistema sanitario pubblico
In sostegno al personale sanitario iracheno
La sanità irachena, dopo due guerre di devastazione e 13 anni di sanzioni
economiche, è collassata. Durante l’invasione, un terzo dei centri sanitari e
tutti gli otto grandi ospedali del paese sono stati distrutti dalle bombe o dai
saccheggi davanti allo sguardo passivo delle truppe statunitensi e britanniche.
Oggi la sanità irachena affronta una situazione critica derivata dagli ostacoli
posti dagli occupanti e dalla corruzione rampante delle nuove autorità irachene.
Tutti gli aiuti esterni devono passare attraverso l’Agenzia degli Stati Uniti
per lo Sviluppo (USAID) e le truppe di occupazione trattengono i rifornimenti
umanitari per sottomettere le popolazioni ribelli.
Senza medicinali ne’ricambi, gli ospedali affrontano impotenti la valanga
permanente delle vittime della guerra. Un’equipe della Scuola di Salute Pubblica
“John Hopkins” dell’Università di Baltimora ha stabilito che “il numero di morti
relativo all’invasione e occupazione dell’Iraq è circa sui 100.000 e
probabilmente anche molto superiore”; la maggior parte sono donne e bambini. Il
rischio di morire di morte violenta in Iraq è oggi 58 volte maggiore che prima
dell’invasione. Questo incremento della mortalità della popolazione irachena è
dovuto principalmente ai bombardamenti intensivi da parte degli occupanti di
aree popolate.
“Dall’inizio della guerra nel 2003 sempre più bambini iracheni sono malnutriti e
sempre meno sono protetti da malattie del sistema immunitario e c’è stato un
incremento di malattie diarroiche”, afferma Roger Wright, direttore dell’UNICEF
in Iraq. La distruzione del sistema di depurazione e di approvvigionamento
dell’acqua durante la guerra ha determinato che il 20% delle famiglie irachene
non disponga di acqua potabile; si tratta quindi di più della metà delle
famiglie nelle aree rurali, secondo fonti ufficiali irachene. Il paese affronta
nuove epidemie di tubercolosi, tifo ed altre malattie infettive. Almeno un terzo
dei bambini e delle bambine iracheni soffrono di malnutrizione cronica. Secondo
l’Informativa mondiale dell’UNICEF del 2004, il tasso di mortalità infantile è
ora più alto che durante gli anni precedenti l’invasione, considerando anche
l’embargo: fonti ospedaliere irachene a settembre 2004 contavano una media di
100 bambini di cinque anni morti il giorno.
La malattia si unisce alla povertà generalizzata di un popolo che vive
letteralmente sul petrolio: il 27% degli Iracheni vive con meno di due dollari
al giorno; almeno il 60% della forza lavoro è disoccupato. Il sistema
governativo di approvvigionamento degli alimenti è stato in parte smantellato.
Forme molto virulente di epatiti e cancro, aborti e malformazioni legate
all’impiego di armi all’uranio impoverito stanno colpendo in particolar modo le
madri ed i loro figli. Oggi in Iraq si vive meno di 60 anni per entrambi i
generi.
I fondi approvati dal Congresso statunitense e destinati alla ricostruzione
dell’Iraq sono deviati per usi militari, in particolar modo per la formazione di
nuovi corpi di sicurezza iracheni: soltanto 29 milioni di dollari dei 18, 4 mila
milioni stabiliti nel 2003.
Mentre si afferma che saranno necessari 1000 milioni di dollari per recuperare
il sistema sanitario nazionale, gli occupanti e le autorità irachene da essi
designate prevedono la sua privatizzazione, così come quella dell’economia
irachena nel complesso: la strategia è quella di abbandonare la sanità alla sua
sorte per fare affari dopo con il suo appalto. Nonostante ciò, la grande
maggioranza del personale sanitario iracheno continua a prestare servizio ai
suoi concittadini e a difendere il carattere universale e pubblico della sanità.
Come partecipare
Nella Seconda Assemblea della Campagna Nazionale contro l’Occupazione e
per la Sovranità dell’Iraq (CEOSI), svoltasi il 30 ottobre, oltre ad altre
iniziative si è stabilito di dare vita ad una campagna di sostegno materiale
alla popolazione irachena nell’ambito sanitario, determinando secondo le
circostanze l’ospedale o il centro a cui destinare gli aiuti.
Seguendo il modello decentralizzato della campagna di raccolta e compera di
materiale scolastico denominata “Un milione di matite per i bambini e le bambine
iracheni”, sviluppata dalla Campagna Nazionale per la Revoca delle Sanzioni
all’Iraq (CELSI), piccoli collettivi, organizzazioni ed istituzioni possono
partecipare a questa nuova iniziativa dio solidarietà concreta con il popolo
iracheno raccogliendo fondi che saranno destinati ad uno o più centri sanitari
in Iraq, secondo le necessità stabilite dal personale sanitario.
Come in precedenti occasioni, il materiale raccolto sarà consegnato direttamente
al centro destinatario, senza passare dalle autorità di occupazione o dai
ministeri iracheni.
In Iraq continua la guerra e la sua popolazione vive una situazione umanitaria
disperata.
Non abbandoniamoli definitivamente.