SENZA CENSURA N.16

FEBBRAIO 2005

 

Agenzie interinali alla guerra, proletari al macello


Se con la guerra in Irak si è evidenziata la presenza strutturale all’interno della macchina bellica di società private che collaborano militarmente alla occupazione militare, di società private che si spartiscono gli appalti per la “ricostruzione e lo sfruttamento del paese, meno attenzione è stata prestata verso quelle agenzie che hanno il compito di rastrellare manodopera per quest’ultime.
Durante gli scioperi in Nepal di Settembre, a seguito della morte in Iraq degli undici operai nepalesi, furono molte le agenzie di lavoro assaltate dai manifestanti per la responsabilità che queste rivestono nel mandare al macello proletari alla ricerca di un lavoro. I dati ufficiali parlano dalle 300 alle 500 agenzie ufficialmente registrate distrutte, presumendo un vero e proprio attacco al “mercato dell’impiego”.
Questo senza giustificare in nessun modo la collaborazione con l’occupante, forse inconsapevole, ma certo da distinguere da coloro che partecipano militarmente e logisticamente alla occupazione come parte integrante della macchina imperialista: le stesse agenzie di lavoro.
Le Agenzie di lavoro reclutano la maggior parte dei lavoratori nei paesi Sud Est Asiatici ed in particolare dal Bangladesh e dall’India, e pur non disponendo di cifre ufficiali, si parla di una presenza in Iraq di qualche migliaia di lavoratori in affitto. Numerose inchieste sono state aperte in questi paesi e numerose agenzie, dietro le pressioni popolari, sono state chiuse.
Quando si parla di lavoratori non si parla di figure “tecniche” o di alto profilo professionale di cui è nota la presenza. Peraltro per queste figure esistono portali appositi facilmente raggiungibili su web(1).
La maggior parte dei lavoratori raggiungono l’Iraq attraverso il Kuwait, l’Arabia Saudita e la Giordania. Alcuni non sanno che verranno “spediti” in Iraq. Emblematico il caso di 18 lavoratori indiani reclutati da una agenzia per l’impiego di Bombay per lavoare in Giordania, ritrovandosi invece in una Base Usa nella città di Falluja.
Gli stessi lavoratori nepalesi, secondo la stampa locale e le successive indagini a carico della agenzia per l’impiego Moonlight Consultant, dovevano ufficialmente lavorare in Giordania, ma in realtà, come a loro spese hanno verificato, si sono trovati in Iraq.
Numerosi i dubbi espressi dalle organizzazioni dei lavoratori nepalesi sul perchè, nonostante sia illegale l’invio di lavoratori in Iraq, i responsabili non siano stati finora sottoposti a provvedimenti giudiziari.
Agenzie che si occupano specificatamente di “opportunità” di lavoro in Iraq sono presenti anche in Italia. Una di queste è la IBLC con sede a Roma, Usa e Bagdad.
Ma la collaborazione alla macchina da guerra e alla occupazione può riguardare altri settori di intervento.
La Adecco, presente con numerose agenzie anche in Italia, ha sottoscritto un’accordo con l’US Army, l’Adecco Accelerator Carrer, per garantire la carriera lavorativa e la formazione ai militari e alle loro famiglie. L’Adecco, a questo fine, ha creato partnership con altre compagnie per allargare ulteriormente le possibilità di impiego.
Le recenti elezioni farsa in Iraq hanno visto la collaborazione di una delle più famose agenzie di lavoro presenti anche in Italia. La Manpower ha ricevuto il compito di reclutare oltre un migliaio di lavoratori per la creazione del nuovo registro elettorale iracheno. Tale attività è stata eseguita materialmente in Svizzera e la Manpower Swisse si è occupata materialmente della questione.

E’ facile concludere che il ruolo a fianco dell’imperailismo delle agenzie di lavoro non cambia nella sostanza rispetto a quello che determinano all’interno delle nostre metropoli.

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