SENZA CENSURA N.15
NOVEMBRE 2004
La lotta delle operaie e degli operai della DaimlerChrysler
Tratto da Gegen die Stroemung - luglio 2004
Nel giugno 2004 i capitalisti del monopolio DaimlerChrysler hanno annunciato ed
introdotto un massiccio inasprimento dello sfruttamento. Ciò è accaduto un anno
dopo lo sciopero nell’est Germania per le 35 ore, sciopero stroncato dal
capitale e sabotato dalla direzione sindacale,ed anche dopo il sollevamento di
numerose “clausole di apertura nei confronti dell’orario di lavoro”, dopo la
definizione di una nuova tariffa salariale nell’industria metalmeccanica per il
2004 e dopo la reintroduzione delle 40 ore settimanali, senza conguaglio, nelle
fabbriche Siemens di Bocholt e Kamp Lintfort. Questi accordi si trovano in
connessione con la rapina sociale introdotta dai piani Hartz e Agenda 2010 (vedi
Senza Censura n.11).
DaimlerChrysler ha minacciato il licenziamento di 6.000 operai/e dalla fabbrica
di Sindelfingen e il trasferimento della produzione da questa verso Brema o il
Sudafrica, se non fosse stato raggiunto un accordo per quel che riguarda i
“risparmi sui costi”, da ottenersi mediante tagli al salario, il prolungamento e
la flessibilizzazione dei tempi di lavoro, la cancellazione delle pause pagate.
La notizia di questi propositi ha suscitato l’immediata indignazione dei
lavoratori.
Il tentativo di ricattare e di mettere le persone occupate le une contro le
altre, non è riuscito ad impedire l’avvio di una lotta collettiva.
Immediatamente sono partite azioni di protesta estese all’intera fabbrica,
scioperi di breve durata, manifestazioni, blocchi stradali e assemblee in
fabbrica.
3 Luglio: Nelle fabbriche di Sindelfingen e Untertuerkheim la produzione viene
bloccata con il rifiuto degli straordinari e la convocazione di assemblee nei
reparti. In queste assemblee ai manager è stato impedito di parlare con cori di
fischi. Manifesti e striscioni hanno effettivamente reso le assemblee azioni di
protesta.
9 Luglio: 20.000 operai nelle fabbriche di Sindelfingen,
Stoccarda-Untertuerkheim, Mannheim e Brema interrompono il lavoro per un’ora.
10 Luglio: 12.000 operai e impiegati, della fabbrica di Sindelfingen, senza
preavviso non si recano sul posto di lavoro.
15 Luglio: Più di 60.000 operai della DaimlerChrysler protestano e manifestano
contro gli attacchi pianificati dall’azienda:
- Il turno di notte presso la fabbrica Daimler di Duesseldorf sciopera e
percorre con fiaccole il centro cittadino in corteo. Nelle altre fabbriche, da
Amburgo fino a Sindelfingen (Brema, Berlino, Kassel, Gaggenau, Woerth, Rastatt)
il primo turno continua l’iniziativa di lotta.
- A Stoccarda-Untertuerkheim, davanti alla porta centrale, 10.000 lavoratori di
fabbriche del territorio circostante danno luogo ad una manifestazione di
protesta e di solidarietà. Arrivano delegazioni da diverse fabbriche, fra le
altre: Porche, Alcatel, Siemens, Bosch, Hirschmann. Mentre da numerose altre
fabbriche (VW, MAN, Opel, MTU e dall’ospedale civile di Stoccarda, ecc.)
arrivano dichiarazioni di solidarietà. Rappresentanti del Centro disoccupati e
precari di Stoccarda giungono con striscioni per solidarizzare con la giornata
dello sciopero Daimler.
- 2.000 lavoratori della fabbrica di Mettingen marciano sulla strada principale
paralizzandolo il traffico di un’importante arteria stradale per un’ora..
Urlano: “Non ci lasceremo ricattare”. Davanti al corteo è posto uno striscione
con la scritta “Rapina sul salario + annientamento del posto di lavoro - i
lavoratori Daimler-Chrysler sanno difendersi”. Tanti e tante automobilisti e
camionisti manifestano la loro simpatia nei confronti del blocco.
- Nella fabbrica di Sindelfingen in 20.000 prendono parte alla manifestazione e
successivamente marciano per il centro città. Su di un manifesto è scritto
“Questa è guerra”. Su di uno striscione invece è stato scritto:” Chi semina
ricatti raccoglierà scioperi”.
- A Rastatt si raccolgono 1.500 lavoratori per una manifestazione davanti alla
porta 3 della fabbrica motori DaimlerChrysler.
- Nella fabbrica di Berlino scioperano in 1.000 per circa due ore. Alla
manifestazione di protesta prendono parte anche operai di altre imprese, fra le
quali Siemens e Osram.
- A Mannheim alla manifestazione davanti alla fabbrica partecipano 8.000
lavoratori. A Woerth (Renania-Palatinato) e Brema rispettivamente 5.000
manifestanti. Anche ad Amburgo c’è stata una manifestazione di protesta.
20 Luglio: Il turno di notte a Sindelfingen interrompe il lavoro.
21 Luglio: I carrellisti a Sindelfingenn portano avanti uno sciopero di due ore.
Le dichiarazioni di solidarietà
La lotta alla DaimlerChrysler ha riscosso ampia simpatia presso operai di tante
altre imprese, come risulta dalle numerose dichiarazioni di solidarietà e dalla
partecipazione alle manifestazioni.
Riportiamo il contributo di solidarietà del sindacato IG Metall della Opel di
Bochum:
"Al personale DaimlerChrysler
La vostra lotta vale il nostro pieno sostegno, la nostra piena solidarietà.
Potete essere orgogliosi della giornata di lotta, degli scioperi e delle
manifestazioni. Avanti così fino a quando i piani del consiglio
d’amministrazione non saranno caduti!
Ci ha particolarmente impressionati la solidarietà di Brema. La coesione del
gruppo ha un futuro. Mentre grandi imprese come DC, General Motors e Siemens
accumulano profitti, noi dobbiamo rinunciare al salario e lavorare più a lungo.
Quel che ci rimane ci viene preso dal governo attraverso la riforma delle
pensioni e della sanità e le leggi-Hartz.
La lotta alla DC riguarda tutti noi. Non soltanto a causa degli accordi sulle
tariffe salariali. Perciò sia nella nostra impresa come in tante altre, la
vostra lotta viene seguita con tanta simpatia. Se il cda DC vince, questa
diventa la linea di marcia del governo e delle imprese per la soluzione di altri
conflitti.
Anche il cda Opel vuole tagliarci i salari ed ampliarci i tempi di lavoro. Ma
teme anche la lotta. Alcune settimane fa ha dovuto pagare l’aumento della
tariffa sul salario Opel per la risolutezza della lotta condotta dai lavoratori.
Nel 2000 abbiamo difeso con successo, con cinque turni di scioperi autonomi,
l’unità dei lavoratori.
Intanto nei reparti tanti dicono: ‘Perché non facciamo come alla DC? Tutti gli
operai insieme è la cosa migliore!’
Non ci sono basi per le trattative con i ricattatori e per fare concessioni Chi
dice dunque che possiamo trattare soltanto sul grado dei peggioramenti? E’
arrivato il tempo di ribaltare la situazione e riprendere l’offensiva! Uniamoci
in tutte le imprese indipendentemente dai settori e dai confini. Questa è la
prospettiva!
In questo senso saluti combattivi e solidali,
VKL Opel Bochum
A. Felder (rappresentante sindacale)"
Fra i messaggi di solidarietà dei dirigenti Ig Metall si distingue Hoesch da
Dortmund che in una lettera del 19 luglio sottolinea la lotta contro l’ideologia
frazionista:
“…Noi ci congratuliamo coi colleghi di Brema che non si sono impelagati in
questo gioco della posizione concorrenziale. In tal modo essi hanno scelto la
giusta strada per rispondere all’inasprimento della concorrenza, conseguenza
dell’internazionalizzazione della produzione: la decisione per una lotta comune
che superi le imprese e i confini dei paesi,che vinca la spirale che conduce
alle peggiori condizioni di lavoro e di vita! Questa è la prospettiva! E’ dura!”
Nella dichiarazione di solidarietà di Ig Metall del dirigente di Festo ad
Esslingen inviata il 20 luglio viene particolarmente sostenuto il blocco
stradale della B10 a Mettingen:
“Con la più grande simpatia abbiamo appreso la notizia che i lavoratori di
Mettingen, nel giorno di lotta 15 luglio, marciavano sulla B10. Il diritto
garantito nella costituzione alla libertà di manifestazione avrebbe dovuto
essere utilizzato più spesso sulle strade federali. Anche perché il governo
aiuta gli attacchi degli imprenditori con le sue cosiddette ‘riforme’ di Agenda
2010. Ne troviamo conferma in questi giorni nei piani ‘Hartz IV’. Bisogna
impegnarsi al massimo per contrastare questi attacchi ininterrotti.
A tal proposito DaimlerChrysler carica attualmente su di voi una particolare
responsabilità.
Noi non vogliamo soltanto dirvi in bocca al lupo, ma anzi dichiararvi la nostra
disponibilità a sostenere le vostre azioni con tutta la forza. Già sulla B10 vi
accompagnavano alcuni nostri rappresentanti come delegazione. Ritorneremo più
spesso e più numerosi!”
La rete del Nord Reno Westfalia contro la rapina sociale, si è dichiarata
solidale con i combattivi operai della DaimlerChrysler di Duesseldorf e
sottolinea in particolare la necessità dell’alleanza fra tutti i colpiti
dall’aumento dello sfruttamento e dal progressivo immiserimento:
“Noi troviamo giusto che con la vostra fiaccolata per le strade di Duesseldorf,
abbiate fatto sì che la gente in città si sia interessata pubblicamente a voi.
Nella vostra lotta non ci sono in gioco soltanto i vostri interessi, ma, al
contrario, le condizioni di vita e di lavoro di tutti coloro che sono
direttamente o indirettamente dipendenti dal lavoro salariato. Perciò anche le
speranze della Rete del Nord Reno Westfalia contro la rapina sociale si
indirizzano verso voi e la vostra lotta, e siamo uniti a voi più che
solidalmente.
Noi speriamo che, nella difesa dalle pretese avide di profitto della direzione
della vostra impresa, conseguiate un grande successo e che altre persone
combattive ripongano un segno di speranza nella lotta contro il prolungamento
del tempo di lavoro e la riduzione del salario.
Ma siamo anche sicuri che l’attacco complessivo contro le nostre conquiste
sociali realizzate in decenni di lotte lo possiamo affrontare soltanto se
portiamo avanti la lotta con alleanze aperte a tutti.”
In una dichiarazione di solidarietà delle commissioni interne delle diverse
imprese fornitrici dell’industria automobilistica VW della Sassonia, viene
particolarmente sottolineata la necessaria unità degli operai opposta ai
tentativi di divisione:
“Dove andremo a finire, se gli occupati si ‘fanno concorrenza’ fra loro,
posizione contro posizione, est contro ovest, tedeschi contro colleghi
stranieri?! Alla fine staremo tutti peggio! Per questo la vostra giornata di
lotta nazionale è proprio la risposta giusta – perché soltanto insieme noi siamo
forti!”
Importanti sono anche le dichiarazioni di solidarietà e le azioni compiute dai
lavoratori DaimlerChrysler in altri paesi, in particolare Messico, Sudafrica,
Uruguay e Brasile.
La seguente lettera di solidarietà della commissione di fabbrica dell’impianto
Daimler Chrysler di Sao Bernardo Do Campo e del sindacato metalmeccanico nel
territorio industriale ABC/Sanpaolo, nella giornata di lotta del 15. luglio è
stata letta fra grandi applausi davanti ai cancelli di Mettingen, e alla
manifestazione di Brema:
“Colleghe e colleghi,
con grande interesse anche noi qui in Brasile seguiamo le vostre azioni.
Nell’edizione odierna del nostro giornale sindacale informiamo su come l’impresa
voglia togliervi i diritti acquisiti. Vogliamo far conoscere anche qui in
Brasile a quali tentativi di ricatto siete sottoposti. Domani, 15 luglio
sosterremo le vostre azioni anche qui nella nostra fabbrica con una
manifestazione. Noi possiamo avanzare soltanto insieme!
Se voi vincete queste lotta, vinceremo anche noi.
Noi dobbiamo difenderci dall’idea che qualcuno deve sempre essere pagato meno.
Questo pensiero concorrenziale deve sparire!
Noi siamo convinti della vostra disponibilità alla lotta, voi potete contare
sulla nostra solidarietà!
Noi sosteniamo i lavoratori e le lavoratrici di DaimlerChrysler in Germania.”
Come la direzione IG Metall ha imposto
nell’interesse del capitale un accordo controverso contro gli interessi degli
operai
Gli occupati DaimlerChrysler il 15 luglio hanno dimostrato la loro
disponibilità alla lotta. Tale disponibilità è stata pari a quella messa in
campo nella lotta del 1996 per la continuità del pagamento in caso di malattia,
quando governo e sindacalisti furono costretti, dagli scioperi di massa
spontanei nelle fabbriche situate nel Baden-Wuerttemberg, a ritirarsi dai loro
propositi.
La direzione IG Metall e il suo apparato, si sono adoperati sin dall’inizio per
far ingoiare ai lavoratori un finto risultato. Per questo fine hanno utilizzato
strumentalmente sia la giornata di lotta che le assemblee.
Da settimane la commissione interna conduceva, senza mandato dei lavoratori o
dei delegati, trattative sui peggioramenti pianificati dalla direzione. Già in
marzo la commissione interna generale –l’inchiostro sotto l’accordo tariffario
per l’industria metalmeccanica non era ancora asciutto- aveva offerto
pubblicamente al cda di portare nella regione di Stoccarda a 40 ore settimanali
l’orario di tutto il personale delle sezioni sviluppo, ricerca, pianificazione
(circa 20.000 lavoratori).
In obbedienza anticipata il sindacato, già prima del luglio 2004, prima che
DaimlerChrysler chiedesse i 500 mln di “risparmio sui costi”, aveva proposto la
“riduzione” del salario agli operai per un ammontare pari a 180 mln di euro.
Nella giornata di lotta del 15 luglio si parlava addirittura di 200 mln di euro.
Il 23 luglio alle cinque del mattino viene sospesa la lotta dalla direzione del
sindacato. Nelle assemblee i rappresentanti IG Metall tentano di vendere come
successo un risultato fasullo. Il loro strumento di propaganda principale, per
placare operaie e operai, è la presunta “briscola” di una supposta assicurazione
del mantenimento dei livelli occupazionali fino al 2012, tutt'altro che
compensativa delle perdite subite.
Questa vertenza ha confermato ancora una volta che con la direzione sindacale e
il suo apparato non è possibile condurre nessuna lotta conseguente, che il
sindacato è addirittura uno strumento decisivo nell’imposizione
dell’inasprimento dello sfruttamento e del peggioramento della condizione della
classe operaia.
In particolare sono emersi tre aspetti:
In primo luogo i politici borghesi e i capitalisti hanno fatto di tutto affinché
la direzione sindacale strangolasse il più presto possibile la lotta dei
lavoratori della DaimlerChrysler. Essi avevano il timore che questa lotta,
agisse come primo anello di una catena di scioperi e di altre azioni di protesta
anche in altre imprese, quel che poi avrebbe potuto mettere realmente in
pericolo l’imposizione senza attrito dei piani governativi Hartz IV e di Agenda
2010.
La direzione IG Metall fa passare l’intesa del 23 luglio 2004 come un grande
successo: “I posti di lavoro in DaimlerChrysler sono assicurati sul lungo
periodo. Il personale ha sicurezza sul proprio reddito. Non c’è intervento sui
contratti tariffari.” In realtà il controverso risultato ottenuto, il cui testo
fino ad oggi rimane sconosciuto, viene edulcorato attraverso mezze verità e
bugie.
La realtà più evidente è che i capitalisti DaimlerChrysler hanno pienamente
raggiunto il loro scopo di risparmiare 2.500 mln sui costi del personale. In
base ai calcoli, a cominciare dal 2007, ogni lavoratore perderà in media circa
3.200 euro l’anno, cioè 267 euro al mese.
Sulla cosiddetta “garanzia del posto di lavoro” per le 160.000 persone oggi
occupate nelle fabbriche DaimlerChrysler nella Rft, il capo di Mercedes (che è
parte di DaimlerChrysler) Hubbert ha prontamente affermato che su questo si
dovrà tornare a discutere a seconda del variare della situazione economica.
Il contratto sulle tariffe verrebbe applicato, per il momento, “soltanto” ad una
parte del personale, per lo meno in alcuni punti. Così per i circa 6.000
“addetti ai servizi” è pattuito un prolungamento, non pagato, del tempo di
lavoro da 35 a 39 ore la settimana. Inoltre la pausa di cinque minuti ogni ora
di lavoro che venne conquistata nel 1974 proprio a Sindelfingen per dare un
cambio a chi lavorava alla catena, (per un totale di 2,2 ore nella settimana di
35 ore, 3,3 ore con l’orario portato a 40 ore) verrà cumulata in un conto e non
sarà più pagata ma semplicemente impiegata per un’ulteriore formazione.