SENZA CENSURA N.15
NOVEMBRE 2004
La Guerra di Popolo e il problema dello sviluppo del Fronte Unito
Tratto da PROBLEMI E
PROSPETTIVE DELLA RIVOLUZIONE IN NEPAL, raccolta di articoli del comandante
Prachanda e di altri leaders del Partito Comunista del Nepal (Maoista)
Un largo fronte unito del popolo delle regioni, delle nazionalità, delle classi
antifeudali e antimperialiste è una precondizione inevitabile per il successo
della Guerra di Popolo sotto la leadership del Partito e per la realizzazione
della Nuova Rivoluzione Democratica. La base per un simile fronte unito è
l’unità lavoratori-contadini.
Per quanto esista una teoria di base comune sul fronte unito, questo può
realizzarsi diversamente a causa di particolari condizioni nei diversi paesi e
al livello di sviluppo della rivoluzione. Le esperienze di fronte unito in un
paese specifico non possono essere meccanicamente applicate in un altro paese.
Al contrario, il Marxismo-Leninismo-Maoismo ci ha insegnato che i Partiti dei
diversi Paesi devono trovare da soli le loro proprie forme di fronte unito e
praticarle in accordo con le proprie specificità storiche, con il livello dello
sviluppo della rivoluzione e guidati dai principi base del fronte unito.
L’esperienza di un anno di Guerra di Popolo guidata dal Partito comunista del
Nepal (Maoista) ha richiesto una riflessione specifica sul fronte unito. La
Guerra di Popolo ne ha fatto una necessità immediata per trovare la soluzione da
un nuovo punto di vista: uno strumento di lotta e un embrione di potere statale.
Una corretta soluzione alla questione del fronte unito ha un diretto rapporto
con la continuazione e lo sviluppo della Guerra di Popolo ed è così intimamente
associata al successo della Nuova Rivoluzione Democratica.
Prima dell’inizio della Guerra di Popolo per noi il fronte unito era uno
strumento di propaganda e lotta. Oggi la situazione è cambiata. Oggi
l’importanza del fronte unito è da un lato quella di uno strumento di lotta
cruciale per il futuro della Guerra di Popolo, e dall’altro lato quella di uno
strumento per lo sviluppo dal piano locale al potere statale.
Così la questione del fronte unito è diventata prioritaria per lo sviluppo della
Guerra di Popolo e per la creazione di un nuovo potere statale. Qui dobbiamo
liberarci completamente dall’ottusa percezione prevalente nel mercato politico
revisionista nepalese che intende la questione del fronte unito come un’alleanza
tra differenti gruppi opportunisti.
Per la continuazione e lo sviluppo della Guerra di Popolo per noi è fondamentale
capire e praticare il fronte unito in due direzioni.
La prima consiste nell’intendere e praticare il fronte unito come un strategia
continuativa per isolare i principali nemici e unire la più ampia sezione di
popolo possibile in ogni attività quotidiana pubblica o segreta, militare o non
militare sotto la guida del Partito.
Nonostante ogni cambiamento della situazione nazionale e internazionale,
l’importanza di una estesa unità di persone sotto differenti nomi e forme in
accordo con l’orientamento suddetto in differenti attività a livello locale,
rimane valida.
La seconda consiste nell’intendere la questione del fronte unito come il
problema di come unificare a livello centrale le persone di tutte le classi, le
nazionalità e le religioni oppresse che si battono contro il feudalesimo e
l’imperialismo nel contesto dello sviluppo storico del Nepal.
Non è accettare un compromesso, ma significa affrontare le contraddizioni nello
scontro politico. Infine il maggior problema per noi da risolvere è il fronte
unito a livello centrale nell’attuale congiuntura.
Siamo tra la vita e la morte per la Nuova Rivoluzione Democratica contro il
feudalesimo e l’imperialismo.
Sappiamo in generale che la lotta antimperialista è legata al nazionalismo e la
lotta antifeudale è legata alla democrazia.
Oggi a causa delle specificità dello stato attuale dell’imperialismo e della
rivoluzione proletaria, imperialismo e feudalesimo sono profondamente legate e
l’imperialismo saccheggia i popoli delle nazioni oppresse tramite il
feudalesimo.
Qui nei paesi semi-feudali e semi-coloniali doppiamente sfruttati e oppressi dal
feudalesimo e dall’imperialismo, si deve intraprendere una lotta nazionale per
la democrazia e una lotta democratica per il nazionalismo.
Questo vuol dire che non c’è nazionalismo senza democrazia e non c’è democrazia
senza nazionalismo. Mentre parliamo di un fronte unito per la realizzazione del
nazionalismo e della democrazia strettamente correlati, dobbiamo prendere in
considerazione il processo di sviluppo storico del Nepal.
Con la formazione dello Stato feudale centralizzato in Nepal e l’inizio del
processo di resa all’imperialismo per la sua stessa sopravvivenza, la via
dell’indipendente sviluppo culturale, politico ed economico del popolo nepalese
è stata ostacolata.
A questo punto il popolo nepalese è stato sottoposto al simultaneo sfruttamento
di un imperialismo esterno e di un feudalesimo interno. […] A questo punto la
lotta per il nazionalismo non è stata più solo una lotta contro il nemico
esterno, e non è stata neanche confinata alla lotta contro la classe dirigente
feudale basata sullo sciovinismo di casta hindu sostenuta dal nemico esterno che
usurpa gli interessi economici, politici, linguistici e culturali delle
nazionalità oppresse, ma è diventata una lotta contro l’imperialismo.
La classe dirigente in Nepal sta cospirando da lungo tempo per nascondere il suo
carattere antinazionale, che esprime dividendo e opprimendo varie nazionalità
all’interno del paese, creando l’illusione che il nazionalismo sia legato solo a
fattori esterni.
Similmente anche l’imperialismo ha cospirato per nascondere il suo carattere
genocida, diffondendo la menzogna che democrazia significa lottare solo contro
il feudalesimo. Per lungo tempo i revisionisti in Nepal hanno direttamente o
indirettamente giocato un ruolo in questa cospirazione di feudalesimo e
imperialismo.
Oggi, per quanto riguarda il nazionalismo, è ugualmente imperativo per noi non
solo lottare contro il nemico esterno, ma distruggere la classe dirigente
feudale basata sullo sciovinismo di casta hindu, che ha perseguito la politica
del divide et impera.
Le stesse cose valgono per la democrazia. Come un’inevitabile conseguenza di
questa collisione tra feudalesimo e imperialismo, l’ineguaglianza regionale e
l’oppressione nel paese si sono aggravate per lungo tempo. Il trattamento
riservato ai popoli delle regioni del Terai e del Kamali è un chiaro esempio di
questo. Per uno sviluppo bilanciato delle regioni è necessario distruggere
feudalesimo e imperialismo.
Cosi, in Nepal, la lotta contro l’oppressione nazionale e regionale, o la lotta
per il nazionalismo e la democrazia, sono intimamente connesse con la lotta di
classe contro feudalesimo e imperialismo.
Perciò fino a quando non ci sarà un’imponente forza nell’unità di lotta delle
persone di tutte le classi, le caste, le nazionalità e le regioni che lottano
contro lo stato feudale, che agisce come cane dell’imperialismo, i reazionari
continueranno a preservare il loro paradiso di guadagno attraverso la politica
del divide et impera.
Oggi il Partito deve andare avanti formando un fronte unito del popolo con la
politica dell’“unità e lotta” contro la politica del nemico del divide et
impera.
Il grande processo della Guerra di Popolo ha fortemente ispirato questa
necessità storica del fronte unito in Nepal e l’ha messa in pratica. Una cosa
che è stata ampiamente provata dalle esperienze di un anno di Guerra di Popolo è
che il suo impatto è stato profondissimo fra i contadini e i lavoratori più
poveri, fra le masse delle regioni più arretrate e fra le nazionalità più
oppresse della società nepalese. Questo è di buon auspicio per la formazione di
un fronte unito del popolo nepalese.
E’ alla luce di questa ideologia e prendendo in seria considerazione le
condizioni storiche del Nepal che il nostro Partito ha posto la massima enfasi
sul diritto all’autodeterminazione delle nazionalità oppresse.
Abbiamo chiarito che nell’attuale situazione mondiale e nel contesto sociale
specifico nepalese il diritto all’autodeterminazione può essere realizzato nel
miglior modo attraverso una autonomia nazionale.
Per quanto, alla luce delle nuove possibilità ed esperienze nate dopo l’inizio
della Guerra di Popolo, questa dichiarazione politica generale non è più
sufficiente.
Oggi abbiamo bisogno di un programma pratico e concreto per assimilare la lotta
contro l’oppressione nazionale e regionale al fronte unito necessario per la
Nuova Rivoluzione Democratica.
Quello che dobbiamo chiaramente affermare oggi è che con le dinamiche storiche
del Nepal e l’odierna situazione geopolitica sarebbe impossibile innescare il
grande processo per la Nuova Rivoluzione Democratica senza l’iniziativa
indipendente e creativa delle masse popolari.
Se il proletariato non adempie alla sua responsabilità storica allora le forze
feudali e imperialiste saranno vittoriose nella distruzione della rivoluzione
nepalese, intensificando le attività locali con la politica del divide et
impera.
Dobbiamo renderci conto dell’importanza sfaccettata e a lungo termine di questa
questione e concentrare i nostri sforzi per estendere l’organizzazione al popolo
delle classi, delle caste, delle nazionalità e delle regioni oppresse.
Dobbiamo iniziare un serio dialogo, sia a livello locale che centrale, con
organizzazioni e personalità diverse che lavorano per la liberazione di classe,
regionale o nazionale qualsiasi sia il loro livello di sviluppo politico,
lavorando onestamente contro l’oppressione […].
Dobbiamo fare sforzi per studi e ricerche serie sulla natura dell’oppressione
nazionale e regionale del popolo di differenti aree, sul loro retroterra
economico, politico, culturale e geografico, per preparare un piano concreto per
l’autonomia nazionale e per costruire un fronte unito.
Nelle zone principali di sviluppo della lotta di classe, mentre inizia la
pratica di potere statale locale dobbiamo provare a sviluppare la politica
dell’autonomia in accordo con le diverse situazioni nazionali e di classe.
Alla luce dei bisogni di una diversa situazione è necessario da un lato
sviluppare un fronte centrale che rifletta il suo carattere di lotta contro
l’oppressione e condurre una propaganda e un’agitazione pianificata, dall’altro
fare iniziative concrete e locali per la formazione di un fronte esteso.
Solo attraverso questi sistematici sforzi saremo in grado di realizzare grandi
risultati per una genuina unità nazionale di tutto il popolo nepalese, e una
vera democrazia.
Com. Prachanda
Aprile 97
N.B. Per maggiori informazioni e materiali sulla guerra popolare in Nepal potete
contattare le seguenti strutture di supporto e solidarieta:
NEPAL guerra popolare,
foglio nazionale dei comitati di solidarieta Nepal
indirizzo e-mail: vettarossa@libero.it
Comitato di solidarieta con il popolo nepalese
Questo comitato da poco staccatosi dai CSN edita il foglio Maoismo Nepal
indirizzo e-mail gramsci_mao@tin.it
CSPN c\o slaicobas V.Orti 24, 38100 trento