SENZA CENSURA N.15

NOVEMBRE 2004

 

Resistenza armata in Iraq

Comunicato politico del “Movimento di Lotta Popolare Al Kifah”.

 

“[…] Il punto di inizio del nostro programma politico è lavorare per rafforzare il fulcro più importante della lotta nazionale nella sua fase presente, per far sì che si crei un ampio fronte politico nazionale capace di confrontarsi e disfarsi dell’occupazione, che ci liberi dal vuoto politico creato dal nemico in Iraq attraverso l’occupazione e la distruzione di tutte le strutture dello Stato. Perciò andremo definendo il nostro programma di lavoro in accordo con la volontà nazionale, secondo il reale interesse del nostro popolo e col fine di raggiungere la liberazione e la reale sovranità nazionale, per cui è necessario che uniamo i nostri compiti per il bene della nazione.”.

Cari fratelli e sorelle iracheni,
considerando l’opposizione del popolo iracheno alle diverse invasioni coloniali durante la sua lunga storia, l’ultima occupazione anglo-americana rappresenta il pericolo maggiore per gli interessi dell’Iraq, la sua sovranità e il futuro delle generazioni venture, dato che questa occupazione intende cambiarne l’identità nazionale ed etnica e i suoi confini regionali. L’amministrazione statunitense e i suoi numerosi alleati hanno sfruttato la situazione in Iraq, nei paesi arabi e nel mondo; la sua autorità è data dalle risoluzioni internazionali per sancire la guerra sporca e l’occupazione illegale dell’Iraq e per controllarne le risorse.
L’esperienza degli ultimi mesi ha dimostrato senza dubbi la duplicità delle giustificazioni date dall’amministrazione USA per vendere la sua guerra di aggressione contro il popolo iracheno e l’occupazione della sua terra. In particolare, le accuse in base a cui l’Iraq possedeva armi di distruzione di massa e che aveva legami con organizzazioni terroriste, specialmente con Al-Qaeda, affermando che il Paese è una minaccia per la pace e la sicurezza mondiali. Quelle false accuse sono state elaborate per disinformare l’opinione pubblica internazionale e per promuovere la logica della guerra e dell’ostilità. La degradante esperienza dell’occupazione ha rivelato comunque i suoi reali obiettivi di rafforzare l’egemonia statunitense sulle risorse petrolifere irachene e garantire ad Israele i requisiti di sicurezza necessari per realizzare gli obiettivi del progetto sionista di creare la Grande Israele in accordo con i confini stabiliti nella Torah; un progetto il cui esito dipende dal totale annichilimento dell’Iraq, delle sue risorse militari ed umane che rappresentano un pericolo reale per le ambizioni sioniste.

La distruzione dell’Iraq: un obiettivo statunitense dagli anni ‘80
L’amministrazione statunitense fin dagli anni ’80 aveva cominciato preventivamente a distruggere l’Iraq e a controllare le sue risorse perché quello era un obiettivo fondamentale della strategia politica USA. In quel momento, l’amministrazione di Bush padre si sforzò, in coordinazione con il governo del Kuwait, di provocare l’Iraq lanciando una guerra economica contro il suo popolo in maniera orchestrata in modo tale che le forze irachene entrassero in Kuwait, lanciando quindi una guerra contro l’Iraq e imponendo un embargo opprimente contro il Paese, che portò alla distruzione dei principali centri urbani e causò al morte di più di un milione e mezzo di iracheni.
E’ chiaro che questa guerra di aggressione e la terribile occupazione rappresentano un atto di vandalismo internazionale attraverso il quale i governi USA, della Gran Bretagna e delle nazioni alleate violano tutte le leggi internazionali, i trattati e le pratiche, e ignorano il diritto internazionale in maniera vergognosa attraverso la spudorata aggressione contro uno Stato indipendente e sovrano, occupandolo con la forza e strappandogli il potere, distruggendolo e saccheggiandolo, e prendendo il controllo dei suoi beni e delle sue risorse.

Conseguenze dell’occupazione statunitense
L’autorità dell’occupazione e le milizie dei gruppi politici ad essa alleati in passato hanno praticato le più offensive e selvagge forme di oppressione, detenzioni arbitrarie, torture ed omicidi contro la popolazione del nostro Paese. I suoi crimini perversi ed aberranti ad Abu Ghraib e in altre prigioni e campi di detenzione sono la testimonianza storica del carattere disumano delle forze occupanti, dei suoi metodi selvaggi e delle sue gravi violazioni dei diritti umani degli Iracheni, pretendendo di distruggerne e negare i valori patriottici e culturali.
L’ultima occupazione statunitense in Iraq ha causato la perdita di più di 420 mila milioni di dollari, senza menzionare la perdita di vite umane. Quelle perdite sono rappresentate nella distruzione di basi militari, infrastrutture, aeroporti, armi, fabbriche di produzione di equipaggiamenti militari, così come centinaia di fabbriche e stabilimenti di altro tipo; la completa distruzione delle strutture del sottosuolo e la distruzione, il contrabbando e la vendita a prezzi molto bassi di altri beni.
L’occupazione ha causato la rovina delle risorse umane ed ha aumentato il tasso di disoccupazione attraverso politiche incoscienti, che hanno fatto perdere il posto di lavoro a centinaia di migliaia di Iracheni. A ciò va aggiunta la tragedia dell’emigrazione forzata, la pulizia etnica e l’assassinio di eruditi religiosi e di accademici ed intellettuali.

Spoliazione finanziaria e legale
L’amministrazione Bush ha sfruttato il collasso delle istituzioni irachene ed ha preso possesso degli attivi (finanziari) congelati: il che significa un totale di 17 mila milioni di dollari, oltre agli 11 mila milioni di dollari che l’Iraq ha accumulato con il programma “Petrolio per il cibo”.
Le forze di occupazione e l’Autorità di occupazione si sono presi 7 mila milioni di dollari della riserva dello Stato iracheno, il controllo delle esportazioni del greggio iracheno e i benefici economici che ne sono derivati. Inoltre, l’Autorità di occupazione ha esteso le conseguenze catastrofiche delle sue azioni promulgando una serie di leggi e risoluzioni in modo da modificare la composizione della società irachena: imponendo norme settarie ed etniche, annullando le leggi che regolavano la vita economica e imponendo la legge n° 39 che destina le ricchezze irachene allo sfruttamento straniero.

Vuoto politico
L’occupazione statunitense e la distruzione dell’Iraq hanno creato un significativo vuoto politico che è servito affinché l’Autorità di occupazione prendesse il controllo delle decisioni politiche dell’Iraq e per annullare la sua sovranità nazionale. Gli eccezionali successi politici che hanno avuto luogo in Iraq nelle ultime due decadi e la debole situazione dei movimenti politici e delle forze patriottiche, tanto all’interno come all’esterno dell’Iraq, hanno contribuito ad esacerbare questo vuoto politico. Il movimento politico iracheno ha sofferto della ambiguità traditrice delle forze esterne al Paese che promettevano democrazia, libertà, pluralismo e la costruzione di una infrastruttura nell’interesse del popolo iracheno. Allo stesso tempo, certamente, quei gruppi hanno pattuito direttamente con le forze del popolo iracheno e li hanno aiutati a creare le cause e l’atmosfera di ostilità. Quei movimenti non hanno considerato gli interessi del popolo iracheno, ma anzi hanno preferito ritirarsi dal confronto in Iraq. I suoi dirigenti hanno preferito vivere una vita confortevole all’estero, lasciando che fosse il popolo a caricarsi il fardello di far fronte alla catastrofe. Inoltre, le organizzazioni estere, istituite da agenzie di intelligence occidentali o da altre legate in un modo o nell’altro ad organizzazioni internazionali, hanno un grande interesse a perseguire la distruzione dello Stato iracheno.

A proposito dei gruppi iracheni che appoggiano l’occupazione
Hanno aiutato ugualmente a provocare una politica di prevenzione alla formazione di partiti politici di opposizione in Iraq, sopprimendo la libera stampa e con ciò privando i cittadini dell’informazione sui fatti politici, economici e sociali, mentre, in cambio, hanno creato un gruppo di forze composte da vagabondi, “eruditi”, separatisti e settari, e di partiti politici inefficaci che hanno visto una grande opportunità di giocare senza scrupoli sulla carta affinché il nemico entrasse in Iraq , lavorando fianco a fianco con gli invasori e quindi con l’Amministrazione dell’occupazione. Quei gruppi hanno fatto della caduta del regime (del Partito Baa’th) la loro unica meta, sebbene per conseguirla fosse necessario occupare e distruggere l’Iraq.
Pretendono di giustificare le politiche di assassinio e distruzione inflitte dall’occupazione contro l’Iraq e il suo popolo dicendo che il risultato di tali politiche sarà la democrazia, una vita migliore per gli Iracheni e la sicurezza per la regione. Tutto ciò in cambio di fondi e appoggio dalle agenzie con le quali sono legati e promesse che occuperanno posti importanti del potere in Iraq una volta abbattuto il precedente regime.
I successi e le restrizioni che il nostro popolo ha sofferto durante gli ultimi mesi dall’inizio della recente aggressione hanno dimostrato il tradimento degli agenti che cooperano con le autorità dell’occupazione; hanno dimostrato allo stesso modo il fracasso del loro programma e le limitazioni delle loro idee per costruire un sistema democratico basato su solidi partiti politici pluralisti.
Questi successi hanno rivelato la falsità delle rivendicazioni dei loro amici statunitensi, dalle diverse giustificazioni per prolungare l’embargo contro l’Iraq durante 13 anni fino alle loro ragioni per questa selvaggia aggressione, che ha portato all’occupazione e alla distruzione del Paese.

L’emergere di forze e movimenti popolari contro l’occupazione in Iraq
Il vuoto politico derivato dall’occupazione ha fatto emergere una grande quantità di partiti politici, movimenti e gruppi. Alcuni di tali gruppi hanno stabilito programmi patriottici mentre altri hanno lavorato con l’autorità dell’occupazione per conseguire scopi personali o settari dimenticando gli interessi del popolo e della nazione occupata. Noi stimiamo molto gli sforzi e le posizioni di molti movimenti patriottici, sebbene i loro programmi non abbiano raccolto pienamente le aspirazioni del nostro popolo e considerando che molti di loro non hanno incluso questioni relative alle minoranze. L’eccezione è rappresentata da quelli che hanno scelto di mettersi dalla parte del popolo e appoggiare la resistenza e gli eroi che lavorano per liberare l’Iraq, che sono coscienti dei pericoli del piano statunitense, e perciò si pongono a difensori dell’Iraq per fronteggiare l’occupazione e i suoi fautori.

Il “Consiglio di governo” e il “Governo transitorio” di Allawi
Dai primi giorni di occupazione, l’Amministrazione statunitense ha deciso di forzare quei gruppi affinché si alleassero con essa contro il popolo iracheno in contraddizione ai motti della “democrazia”, un “nuovo Iraq” ed altri falsi slogan. Una volta che si sono resi conto del fallimento del governo diretto dell’Amministrazione statunitense, hanno deciso per una linea dura del governo iracheno, ricorrendo ad uno spaventoso sistema di quote per scegliere il cosiddetto “Consiglio di governo transitorio” che durante gli ultimi mesi ha dimostrato di essere un totale fallimento nel trovare soluzioni ai problemi della società irachena, sia politicamente che socialmente. Tale fallimento ha obbligato il governo USA a cercare altri mezzi per rafforzare il proprio controllo sulle ricchezze irachene e , così, è ricorso ad un gioco chiamato “trasferimento di poteri” agli Iracheni. Sono stati messi nuovi agenti a garantire alcuni compiti amministrativi e mandati al governo di Iyad Allawi. Un buon numero di indicatori mostra che al governo di Allawi non andrà meglio che al Consiglio di governo transitorio. Nemmeno la legittimità del suo governo è dovuta all’appoggio popolare. Più che altro, può essere considerato un governo illegittimo imposto da un’autorità di occupazione altrettanto illegittima.
I prossimi mesi dimostreranno l’impotenza di questo accordo perverso per raggiungere risultati nazionali. Il nostro dovere consiste nel fargli fronte e nel far si il popolo lavori per sconfiggerlo poiché è una parte vitale dei piani di occupazione.

La resistenza armata contro l’occupazione
Uno dei più rilevanti e positivi fatti in questi ultimi mesi è stato l’emergere della eroica resistenza armata irachena che si è levata contro l’occupazione e i suoi collaborazionisti affermando la forza di questa nazione, delle sue efficienti forze e della sua determinazione per far fronte a questa catastrofe, così come utilizzare tutti i mezzi per affrontare l’occupazione, per sconfiggerla e cancellarne tutte le impronte. La resistenza nazionale ha conseguito risultati nazionali tanto sul campo militare come su quello politico i considerazione del fatto che è emersa recentemente e delle politiche di tirannia e terrorismo utilizzate dall’autorità dell’occupazione, delle bugie dei grandi mezzi di comunicazione, della confusione dei fatti e delle posizioni traditrici di alcuni gruppi locali. La resistenza armata è stata chiaramente capace di intervenire e di imporsi. Ha cambiato la natura e il futuro dell’occupazione non solo in Iraq: ha introdotto anche un cambiamento nelle priorità dei piani USA nella regione ed ha causato il fallimento del loro progetto di espansione militare.

Il futuro dell’Iraq dipende dalla Resistenza
Non esageriamo quando affermiamo che il futuro dell’Iraq e lo sviluppo della sua nazione arabo-islamica dipende dall’esito della resistenza e dal suo sviluppo verso un movimento di liberazione nazionale su scala globale. Perciò, tutto il popolo iracheno e le sue forze nazionali devono offrire il proprio appoggio alla resistenza ed aiutarla con tutti i mezzi possibili con lo scopo che continui la sua marcia in avanti.
Lanciamo il nostro Movimento senza aspettarci che sia un’altra aggiunta ai gruppi politici esistenti; piuttosto il nostro movimento è nato per rispondere alle necessità della nostra nazione e alle difficoltà che il nostro Paese affronta sotto l’occupazione statunitense, basandoci sul valore che diamo alla carta politica irachena e alle sue necessità.
Basandoci sulla nostra determinazione di adottare la causa nazionale pur con tutte le difficoltà, il nostro Movimento rappresenta il naturale sviluppo della nobile lotta popolare, delle sue nobili forze politiche di difesa e dei membri della resistenza che si sono messi con tutte le forze contro i piani di occupazione dell’Iraq e contro coloro che li intendono realizzare.


Programma politico del Movimento Al-Kifah
Il punto di inizio del nostro programma politico è lavorare per rafforzare il fulcro più importante della lotta nazionale nella sua fase presente, per far sì che si crei un ampio fronte politico nazionale capace di confrontarsi e disfarsi dell’occupazione, che ci liberi dal vuoto politico creato dal nemico in Iraq attraverso l’occupazione e la distruzione di tutte le strutture dello Stato. Perciò andremo definendo il nostro programma di lavoro in accordo con la volontà nazionale, secondo il reale interesse del nostro popolo e col fine di raggiungere la liberazione e la reale sovranità nazionale, per cui è necessario che uniamo i nostri compiti per il bene della nazione.”.
La metodologia del nostro Movimento politico è basata sui seguenti principi:
il rifiuto totale dei piani dell’occupazione anglo-statunitense; la convinzione del diritto del popolo iracheno e delle sue forze politiche a rifiutare l’occupazione, i suoi programmi e le sue istituzioni; la convinzione del nostro legittimo diritto a resistere all’occupazione per mezzi politici e militari e a dichiarare il nostro appoggio alla resistenza nazionale irachena in quanto diritto legittimo dei popoli oppressi sotto occupazione, espresso nel diritto internazionale e nelle convenzioni internazionali secondo l’articolo 42 della Convenzione dell’Aia del 1907, e la risoluzione 1514 (1960), 3103 (1973) e 324 (1974).
Il non riconoscimento di alcuna delle leggi, regole e sistemi legali, politici, di sicurezza, economici o sociali imposti direttamente dall’autorità dell’occupazione o da qualche altra organizzazione o amministrazione da essa designata.
Il rifiuto di tutte le risoluzioni stabilite contro il popolo iracheno, siano state emesse dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o da altre istituzioni arabe o internazionali.
L’affermazione che tutti i contratti e accordi imposti in Iraq dal 19 marzo 2003 (data dell’invasione illegale dell’Iraq) non sono validi, inclusi gli accordi, contratti e trattati ratificati dai “ministeri” e “amministrazioni di governo” istituiti dall’autorità dell’occupazione.
La necessità di processare legalmente ed esigere che siano riparati tutti i danni materiali causati dall’Amministrazione USA nella sua persistente aggressione contro l’Iraq dal 1991 ad oggi, così come i danni derivati dall’embargo economico contro l’Iraq imposto con false giustificazioni e perpetuato per 13 anni, per non citare i danni che saranno causati dagli accordi ratificati durante il periodo di occupazione. A ciò va aggiunto il processo alle imprese ed individui, sia iracheni che stranieri, responsabili dei danni; per i quali sarà necessario un compenso legale.
Un compromesso con il diritto del popolo iracheno ad essere risarcito attraverso una sentenza contro i criminali che hanno creato le ostilità contro l’Iraq ed hanno collaborato con l’occupazione straniera, che dovranno essere trasferiti a tribunali iracheni affinché paghino in base alla legislazione irachena stabilita prima del 9 aprile 2003, in particolare in base al Codice Penale e Militare iracheni.
Un compromesso duraturo per l’unità del territorio iracheno e l’unità storica del suo popolo: il territorio iracheno deve essere considerato un tutto integrato, essendo la divisione del territorio inaccettabile; quelli che reclamano la separazione saranno combattuti e le loro manovre smascherate. Lavoreremo per alzare la bandiera dell’unità in Iraq in quanto principio inviolabile. Allo stesso modo rifiutiamo qualsiasi idea, proposta o piano i cui obiettivi siano frammentare l’unità dell’Iraq, inclusa l’idea di uno Stato federale e di divisioni amministrative basate su criteri etnici e settari.
Rifiutiamo l’uso di quote per occupare posti al governo e posizioni politiche. Si rifiuta totalmente il principio di coordinazione basato su criteri religiosi, settari, etnici o confessionali. La costruzione di una società irachena libera e indipendente dipende dal principio di sviluppo della nazione, ed essere assolutamente fedeli ad essa è l’unica priorità per affidare le responsabilità di governo in tutte le istituzioni della società irachena.
Preservare l’identità storica nazionale e patriottica dell’Iraq; rifiutare nella totalità programmi tesi a cambiare la specificità storica della società irachena adottati dall’autorità dell’occupazione.
Crediamo che l’Iraq e il suo popolo siano parte inseparabile della Nazione Araba. Confermiamo la posizione del nostro popolo e della nostra nazione nella lotta continua contro i piani per risolvere la questione palestinese ed appoggiamo la lotta del popolo palestinese per creare il suo Stato libero ed indipendente.
Crediamo nella necessità di istituire una società laica e democratica basata su valori nobili, enfatizzando l’importanza di valori e principi divini, davanti ai quali si seguano i principi della fede islamica nel suo appoggio agli aspetti morali e del rafforzamento della società contro le sue stesse tendenze negative. Affermiamo che il futuro politico dell’Iraq e il suo benessere hanno bisogno di una società indipendente, libera e pluralista fondata su basi politiche ed economiche, in cui il popolo sia la fonte dell’autorità, con la meta suprema che tutta la legislazione e i programmi diano al popolo iracheno l’opportunità di esercitare i suoi diritti umani.
Il riconoscimento del diritto alla libertà di espressione dei gruppi minoritari e di praticare i loro doveri ed obblighi religiosi come per la maggioranza arabo-mussulmana. Conoscendo le diverse componenti della società irachena, rifiutiamo che tale eterogeneità sia utilizzata per frammentare la società irachena, come perseguito dal piano degli occupanti e dei collaborazionisti. L’eterogeneità che contraddistingue la società irachena, sia etnica o religiosa, è una fonte di forza per il popolo iracheno; è l’essenza della sua ricchezza culturale e costituisce parte del suo pensiero collettivo; rafforza l’Iraq nel suo contributo alla costruzione della civilizzazione umana nel corso della storia, poiché tutti questi gruppi iracheni sono parte di quella storia basandosi sulla fede e l’orgoglio di appartenere alla medesima nazione, l’Iraq.
Crediamo nel ruolo delle donne nella costruzione e nello sviluppo della società irachena, e nel loro diritto ad esercitare le proprie responsabilità sociali, secondo i propri diritti umani e politici.
Il diritto del popolo di controllare le risorse che offrono il benessere alla nazione e di garantire l’indipendenza della proprietà nazionale delle ricchezze e delle risorse naturali ed economiche. Rifiutiamo chiaramente la privatizzazione del settore petrolifero iracheno e delle industrie pubbliche.
Rifiutiamo che le risorse economiche del nostro paese siano soggette alle politiche delle istituzioni finanziarie internazionali e del capitalismo globalizzato, attualmente imposte in Iraq a spese degli interessi del suo popolo.
L’applicazione dei reali interessi nazionali. Ciò deve avvenire in seno alle nobili forze patriottiche senza interferenza degli occupanti ne’ delle forze ad essi legate, che appoggiano il nemico contro l’Iraq .
Allo stesso modo, il nostro Movimento crede che i combattenti arabi che hanno aiutato la difesa dell’Iraq lo abbiano fatto basandosi sulla propria responsabilità patriottica, nazionale e islamica nei confronti dei fratelli e delle sorelle iracheni. Dobbiamo guardare a loro con ammirazione ed orgoglio e sentirci rafforzati dalla sincerità di quei combattenti nel difendere l’Iraq e il suo popolo. Quei combattenti cercano il martirio, l’onore e la gloria della propria nazione, del proprio popolo e del popolo iracheno, unendosi a loro nel combattimento. Noi richiamiamo gli arabi e i mussulmani e tutti gli onorevoli popoli di questo mondo ad aiutarci a difendere l’Iraq, la sua civilizzazione e i suoi luoghi sacri contro il crimine dell’occupazione dell’amministrazione USA e dei suoi agenti, che hanno portato con se’ soldati e mercenari da tutto il mondo perché li aiutino ad uccidere il popolo iracheno e a contaminare la sua terra. E’ un dovere senza pari, è la necessità per chi appartiene alla nazione araba e condivide legami reciproci.

Creare comitati popolari in appoggio alla Resistenza
Il nostro Movimento chiama tutte le forze patriottiche e tutto il popolo iracheno a formare comitati popolari di appoggio alla Resistenza e ai suoi eroici membri con tutti i mezzi possibili, con il fine di rafforzare la sua esistenza e di fare in modo che perduri. Chiamiamo gli Iracheni che in questo momento sono obbligati a far parte del “Nuovo Esercito Iracheno” o delle “Forze Irachene di Difesa Nazionale” così come del resto delle truppe che si trovano sotto il governo burattino, ad abbandonare tali organizzazioni per unirsi alle fila della Resistenza in modo che la Storia non ricordi l’oscuro episodio delle loro vite per aver collaborato con gli occupanti. Coloro che non possono farlo per determinate circostanze, possono continuare a lavorare con essi, ma senza levare le armi contro la Resistenza nazionale: devono cooperare con coloro che stanno affrontando le proprie eroiche responsabilità.

Il reale esercito iracheno, la Resistenza
L’esercito iracheno, contro cui l’amministrazione nemica ha emesso una risoluzione di smantellamento, è il grande esercito del popolo e nessuno ha diritto ad emettere risoluzioni contro di esso. Dobbiamo unirci tutti a questo eroico esercito, unirci alla resistenza ed offrirle appoggio tecnico, logistico e materiale. Da parte sua, la Resistenza deve considerare la storia personale dei suoi eroici membri e non giudicare dall’alto l’opportunità che il popolo la aiuti nell’eroica lotta di liberazione dell’Iraq e di farla finita con gli invasori e i loro agenti. Chiunque abbandoni questa responsabilità nazionale sarà condannato dal popolo e dalla storia.
Il nostro Movimento lancia un appello aperto e sincero a tutte le forze patriottiche che rifiutano l’occupazione a che si uniscano nella battaglia e che si coordino fra loro per lavorare uniti contro l’occupazione, contro le forze che la rappresentano e per definire il comune denominatore del proprio lavoro e sforzo congiunto.

Al nostro caro e paziente popolo iracheno
Siamo coscienti che la responsabilità è grande e che richiede che tutte e tutti gli iracheni difendano il proprio paese e i propri valori e liberino al propria terra dall’occupazione, per edificare un Iraq forte basato sugli interessi, speranze e aspirazioni del popolo, per vivere in pace e libertà sotto un governo patriottico e democratico. Chiamiamo l’onorevole e buon popolo iracheno ad unirsi al nostro Movimento, non solo mediante il suo accordo organizzativo, ma anche attraverso l’adesione ai principi nazionali menzionati precedentemente in questo programma, unendosi al rifiuto dell’occupazione e di tutto ciò che ne deriva, incluso il governo fantoccio e tutte le risoluzioni emesse da esso o dall’autorità di occupazione. Inoltre, dobbiamo rafforzare il momento della lotta politica del movimento nazionale che sta nascendo e che cresce con energia con al ferma risoluzione che la resistenza non sarà sottomessa durante questa situazione straordinaria e che deve avere una medesima identità e metodologia per tutti i soldati patriottici dell’Iraq.
Siamo pienamente coscienti di come il potere e l’influenza dei mezzi di comunicazione ostili abituano a distorcere la verità sulla resistenza nazionale e lo schiacciante rifiuto popolare dell’occupazione e dei suoi agenti, cercando di occultare i perversi obiettivi dell’occupazione e del governo da essa originato.
Tuttavia, non dobbiamo rappresentare un ostacolo al nobile e buon popolo iracheno attivo nelle forze politiche patriottiche e nei movimenti che lavorano per il suo interesse.
Vittoria per l’Iraq e per il suo grande popolo

Baghdad, luglio 2004

[Tratto da: www.nodo50.org/csca]



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