SENZA CENSURA N.14
GIUGNO 2004
Ordinaria illegalità...
Una lettera del compagno Maurizio Falessi, sequestrato dai Servizi al Cairo insieme alla compagna Rita Algranati.
Roma 25 Marzo 2004
Alla redazione di Senza Censura
Cari compagni,
sono Maurizio Falessi, prigioniero presso il reparto Alta Sorveglianza del
carcere di Rebibbia (Rm).
Vi scrivo, innanzitutto, per ringraziarvi del vostro gesto solidario di inviarmi
la vostra ultima pubblicazione.
Prendo l’occasione, attraverso questa lettera, per denunciare, ai settori più
coscienti ed organizzati del movimento operaio e popolare anticapitalista ed
antimperialista italiano, di essere stato sequestrato dagli uomini
“dell’Antiterrorismo” e dei Servizi di Sicurezza dello Stato italiano, insieme
alla compagna Rita Algranati, al Cairo con la collaborazione attiva dei servizi
segreti egiziani, a seguito di una deportazione manu militari dei servizi
segreti algerini, dalla nostra casa verso l’aeroporto di Algeri.
Un’operazione pianificata nel corso di un accordo vergognoso ed illegittimo, tra
il Presidente del Consiglio dello Stato borghese, Silvio Berlusconi, e l’indegno
Presidente del Glorioso Stato algerino e rivoluzionario, Abdelaziz Boutaflika.
Un Presidente, quest’ultimo, emulatore dei peggiori collaborazionisti delle
forze d’occupazione francesi, detti anche Harki, che nel corso del suo mandato
presidenziale si è macchiato dell’infamia come quella di aver amnistiato i
“combattenti della libertà” sostenuti attivamente da Bush I° e,
indifferentemente, dai Governi che si sono susseguiti in Italia dal ‘92 ad oggi
e che hanno causato uno dei più orribili genocidi di questo ultimo decennio,
come quello nei confronti del popolo algerino, fiero erede di una lunga ed
estenuante guerra di liberazione anticolonialista ed antimperialista, costatagli
1 milione e mezzo di morti.
Questo stesso presidente algerino in questi ultimi mesi ha scatenato
un’offensiva politico-repressivo-militare proprio contro coloro che più avevano
contribuito a difendere gli ultimi spazi d’indipendenza dell’Algeria, come
chiaramente stanno a dimostrare lo smembramento del Fronte di Liberazione
Nazionale (FLN), avanguardia storica del popolo algerino; l’esautorazione del
suo Segretario Generale, Benflis, attraverso una manipolazione giudiziaria del
Ministro della Giustizia algerino, lo stesso che ha firmato l’accordo sottobanco
con l’omologo italiano, Castelli, per la nostra deportazione; il tentativo di
eliminazione fisica del Segretario Generale dell’UNJA, la storica organizzazione
giovanile affiliata al FLN, a seguito della campagna di odio contro i militanti
della causa nazionalista, algerina e araba, così come nei confronti di centinaia
di militanti comunisti, progressisti e democratici.
L’accordo ipocrita e vile tra l’attuale governo algerino ed il governo della
borghesia subimperialista italiana, che ha portato al nostro arresto è stato
condiviso, sostenuto ed applaudito “bipartisan” dai due “poli” della stessa
carica energetica sfruttatrice ed oppressiva.
Infatti, io e la compagna Rita, abbiamo appreso che della nostra “cattura” si
sono rallegrati praticamente tutti, o quasi, i partiti del Parlamento borghese.
Da quelli della compagine guerrafondaia di Berlusconi-Fini-Bossi,
“all’oppositore” Bianco, presidente della Copaco che da “buon cristiano” dà
l’avallo all’Antiterrorismo ed ai Servizi Segreti per il rilascio del nullaosta
dell’asilo politico nei confronti dei massacratori e torturatori algerini
appartenenti al GIA e al GSPS, tra l’altro attualmente processati per attività e
sostegno logistico in Italia a quelle stesse organizzazioni, ma... a piede
libero!?
Responsabili diretti ed indiretti, come si può facilmente leggere sui mandati
d’arresto internazionali emessi dalle autorità algerine o sugli stessi
quotidiani di quel Paese, del genocidio di 200mila* persone, prevalentemente
donne, bambini ed anziani, oltre che militari, patrioti e comunisti.
Un’allegria che ha contagiato sia l’ammirtore dei “giovani repubblichini
fascisti di Salò” Luciano Violante che il comico pseudogiustiziere Di Pietro.
Nessuno, però, di questi ardenti “difensori” delle garanzie legali e del diritto
umanitario, nelle case altrui, si è minimamente posto il problema di come ci
hanno “catturato e trascinato” in Italia.
Il consenso ed il contagio repressivo e forcaiolo della borghesia
lumpenimperialista è il collante con cui, oggi, i partiti che la rappresentano
intendono governare e dominare le profonde e laceranti contraddizioni
economiche, sociali, politiche, diplomatiche, militari ed ideologiche frutto
della crisi, generale ed irreversibile, in cui sta sprofondando il sistema di
sfruttamento e di oppressione imperialista internazionale.
Prendo, inoltre, l’occasione per sottolineare “con fermezza che il nostro
arresto non ha nessun precedente in Italia, per quanto riguarda i metodi
e le implicazioni politici, diplomatici, giuridici, repressivi e militari ai
quali, ci tengo ad aggiungere quelli di tipo economico e finanziario, tra 3
diversi Stati.
Infine concludo sottomettendo dialetticamente, attraverso voi, a tutto il
movimento di classe anticapitalista ed antimperialista italiano, il nostro
percorso politico, ideologico ed organizzativo complessivo, rimarcando sempre,
io e Rita, di aver avuto la piena consapevolezza di essere stati il prodotto
dialettico di quel ricchissimo e meraviglioso movimento rivoluzionario di massa
dai connotati, altresì, altamente contraddittori che hanno contribuito
profondamente a caratterizzare non solo la nostra esperienza, ma quella
dell’intera società italiana negli anni ‘70.
Il bilancio su quegli anni, lo affermiamo con chiarezza, convinzione e senza
alcuna ambiguità, non lo possiamo consegnare nelle mani di coloro che hanno e
continuano sistematicamente a sfruttare, reprimere, corrompere, opprimere e, non
ultimo, a decomporre moralmente la società ed in particolare le grandi masse
lavoratrici.
Allo stesso tempo rivendichiamo con incontenibile fierezza e coerente dignità,
la solidarietà espressaci da quelle popolazioni e Stati che si sono trovate e
continuano collocandosi all’avanguardia della lotta di resistenza e di
contenimento della politica del sistema di dominazione imperialista a
fondamentale guida statunitense (non “americana”!).
Una calorosa e premurosa solidarietà che si è espressa non tanto nei confronti
di due “latitanti”, ma nei confronti di comunisti appartenenti al riconosciuto e
stimato movimento operaio e popolare rivoluzionario italiano degli anni ‘70, del
quale riteniamo essere stati, in qualsiasi situazione, sebbene con i limiti del
nostro debole e contraddittorio contributo, dei coerenti e degni appartenenti.
Termino questa lettera invitandovi a non spezzare questo esile filo che ci
unisce e che è iniziato con l’invio del vostro materiale, anzi, vi invito
calorosamente, sempre qualora lo riteniate utile e proficuo, a rafforzarlo
inviandoci, quante più pubblicazioni e scritti da voi prodotti o che anche solo
possiate ricevere e che, ovviamente, riteniate possano avere per noi, come per
voi, un qualche interesse.
Un forte e caloroso abbraccio comunista
Maurizio
La solidarietà è un’arma
che non ha confini, né tempo!
L’unità è una necessità improrogabile!
*ultima fonte Assia Djabbar, la più nota scrittrice algerina, durante
un’intervista rilasciata a Rai Shukran e Rainews24, nel mese di marzo 2004.
Indirizzi:
Rita Algranati,
via B. Longo, 92 (Rebibbia femminile)
00156 Roma.
Maurizio Falessi,
via R. Majetti, 70 (Rebibbia maschile)
00156 Roma.