Salvatore Solano
IL PIANO INCLINATO
I comunisti italiani tra prospettive rivoluzionarie e politica di unità
nazionale (1943-1948)
Saverio Moscato Editore
“Durante la seconda guerra mondiale erano venuti a crearsi in Europa molti
fattori positivi che rendevano possibile e indispensabile la trasformazione
della lotta antifascista in una profonda rivoluzione popolare. Il fascismo
aveva soppresso non solo l’indipendenza nazionale dei paesi occupati, ma
anche tutte le libertà democratiche, aveva sepolto anche la stessa
democrazia borghese. La lotta contro il fascismo doveva essere quindi non
solo una lotta per la liberazione nazionale, ma anche una lotta per la
difesa e lo sviluppo della democrazia. I partiti comunisti dovevano mirare a
collegare questi due obiettivi con la lotta per il socialismo.
Nei paesi dell’Europa Centrale e Sudorientale i partiti comunisti seppero
connettere i compiti della lotta per l’indipendenza e la democrazia con la
lotta per il socialismo. Essi elaborarono ed applicarono una politica che
portò all’instaurazione dei regimi di nuova democrazia popo lare. D’altro
canto, i partiti dell’Europa occidentale non seppero approfittare delle
favorevoli situazioni create dalla seconda guerra mondiale e dalla vittoria
sul fascismo.
Ciò dimostrava che essi non avevano compreso né applicato a dovere gli
orientamenti del VII congresso dell’Internazionale comunista. Questo
congresso raccomandava ai partiti di creare in determinate condizioni, pur
opponendosi al fascismo e combattendolo, le possibilità per la formazione di
governi di un fronte unico che sarebbero stati completamente diversi dai
governi socialdemocratici. Essi sarebbero serviti per passare dalla fase
della lotta contro il fascismo alla fase della lotta per la democrazia e il
socialismo. Ma in Francia e in Italia non portò alla formazione di governi
del tipo richiesto dal Comintern. Dopo la fine della guerra in questi paesi
vennero al potere governi di tipo borghese. La partecipazione dei comunisti
a questi governi non mutò il loro carattere.” (E. Hoxha, L’eurocomunismo è anticomunismo, 1980, Tirana)
Questa lunga citazione di Enver Hocha illustra per molti versi il nodo
centrale affrontato nel libro di Solano: la possibilità della trasformazione
rivoluzionaria della lotta antifascista. La ricostruzione della storia del
Partito Comunista Italiano viene effettuata fuori dagli schemi della
storiografia dominante, attraverso un costante riferimento a fonti inedite
ed, in primo luogo, a documenti d’archivio che danno voce e dignità storica
e politica ai militanti del partito che hanno resistito per anni alla linea
della svolta di Salerno. L’autore riesce a non idealizzare l’effettivo
potere che potevano esercitare le forze di estrema sinistra all’interno
della guerra di liberazione, ma partendo dalla reale influenza spiega il
rapporto del PCI delle formazioni comuniste indipendenti nei movimenti di
lotta verificatosi tra il 43 e il 48, difendendo l’operato di tutti i
sinceri e rivoluzionari comunisti. Buona parte del libro è consacrata
all’analisi della svolta di Salerno, dove vi è una minuziosa ricostruzione
del dibatto interno alle varie federazioni del PCI. A Salerno si consumava
una svolta che cancellava speranze e aspirazioni di tanti che avevano
combattuto non solo per la liberazione dai nazifascismi ma soprattutto per
la liberazione sociale, per una società senza sfruttatori, senza ingiustizie
di classe, per l’edificazione di una società socialista in Italia. L’autore
conclude inserendo due interessanti appendici, la prima sul rapporto tra la
linea politica del PCI e quella dell’Internazionale Comunista la seconda
sulle ripercussioni della cosiddetta “situazione greca” ovvero il dibatto
che si apri rispetto alla guerra civile in Grecia e ai falsi luoghi comuni
che sono divenuti schemi interpretativi della realtà storica in merito al
presunto “tradimento” di Stalin.
Il libro 224 pagine costa € 12,00 e si può richiederlo al seguente
indirizzo: Teoria & Prassi, Via Campofranco, 89 - 95100 CT |