SENZA CENSURA N.13

FEBBRAIO 2004

 

L’iniziativa di ginevra apre la strada alla liquidazione della causa palestinese
FPLP-STATO DI PALESTINA, 6.12.2003

A proposito dell’ampiamente propagandato accordo di Ginevra, il Dr. George Habash,
fondatore del Movimento dei Nazionalisti Arabi (MNA) e del Fronte Popolare
per la Liberazione della Palestina (FPLP), ha fatto le seguenti dichiarazioni:

Il documento di Ginevra e i più recenti incontri palestino-israeliani, sono degni di condanna e ripudio e costituiscono un grave esempio di rinuncia ai diritti nazionali palestinesi, con in testa il diritto al ritorno… la cui eliminazione viene a essere una priorità della politica statunitense-sionista, già preparata con la Road Map. Questa visione, rappresentata dall’associazione USA-Israele, lancia piani e iniziative con il fine di liquidare la causa palestinese – la cui essenza è il diritto al ritorno e la sovranità sulla propria patria – attraverso il sabotaggio dell’Intifada e della Resistenza.
La Direzione dell’Autorità Palestinese continua con decisione a perseguire il suo cammino fino alla firma di transazioni sospette e a basso prezzo che, senza soddisfare minimamente le aspirazioni del popolo palestinese, riguardo la libertà, l’indipendenza e il ritorno, nè minimamente la piattaforma del consenso nazionale, rinunciano agli obiettivi e ai princìpi assiomatici nazionali, per i quali il nostro popolo palestinese e la nostra Nazione Araba stanno offrendo colossali sacrifici lungo la loro traiettoria di lotta ed eroismo.
Queste manovre sospette conducono unicamente all’aborto dell’Intifada e alla liquidazione della Resistenza… La direzione dell’OLP deve trarre delle lezioni e delle conclusioni dalle sue esperienze anteriori , così come dalle tragedie derivate da queste politiche a svantaggio del nostro popolo, a iniziare dagli accordi di Oslo, passando per tutte le contrattazioni che sono state effettuate mentre si sottometteva il nostro popolo ai più abominevoli e continui massacri e crimini.
Mentre tutto il mondo sta condannando il muro razzista, e invece di intensificare la lotta e rafforzare la lotta mondiale per il popolo palestinese, con gli argomenti ed elementi per il suo sviluppo e la sua continuità, nasce il documento di Ginevra firmato ufficialmente da alcune influenti parti palestinesi, concedendo uno “attestato di assoluzione” ai sionisti per tutti i massacri da loro commessi, con l’accettazione esplicita del “carattere giudeo dello stato”; e con il principio della permanenza degli insediamenti sionisti sulle terre palestinesi occupate dal 1967, come se tutto ciò fosse poco; la rinuncia al sacro, legale e possibile diritto al ritorno, di quattro milioni di rifugiati; oltre ad abbandonare il nostro popolo palestinese delle zone occupate nel 1948.
Esortiamo al rifiuto di questi incontri e iniziative, tramite l’intensificazione del ripudio popolare palestinese dell’accordo di Ginevra e di tutti gli accordi e iniziative similari… Esortiamo il popolo palestinese rappresentato dalle sue forze vive, le istituzioni della società civile e i comitati di difesa del diritto al ritorno, a proseguire la lotta in tutte le sue forme, e a tener testa a tutti i fautori del percorso concessionista e alla trappola delle manovre sioniste-statunitensi.
Parteggiamo per lavorare con serietà e incessantemente per la celebrazione della “conferenza per il ritorno palestinese” che deve avere, fra le sue fila, rappresentanti di tutti i gruppi del nostro popolo in patria e nella diaspora, per arrivare a risoluzioni pratiche, che promuovano e sviluppino la mobilitazione popolare attuale in difesa del diritto al ritorno.
Esortiamo la Nazione Araba, le sue forze popolari e i comitati della solidarietà internazionale, ad appoggiare il popolo palestinese nella sua lotta, nella sua Resistenza e Intifada, soprattutto nel suo diritto legittimo, sacro e legale al ritorno ai suoi focolari, alle sue terre, case e città, da dove fu espulso nel 1948.
E’ necessario e indispensabile che aderiamo all’opzione dell’Intifada e della Resistenza, che è limpida e fattibile, per il recupero dei diritti inalienabili del popolo palestinese.



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