SENZA CENSURA N.12
NOVEMBRE 2003
Respinto l’appello di Mumia Abu-Jamal
Non certo un fulmine a ciel sereno. Ci si aspettava questa notizia, e nel corso degli ultimi mesi non ci sono stati segnali che potevano farci pensare il contrario. Nei fatti: l’8 Settembre scorso, la Corte Suprema della Pennsylvania ha respinto l’appello presentato da Mumia Abu-Jamal, motivando la decisione relativamenti ai tempi con cui Mumia avrebbe presentato le nuove prove della sua innocenza. Troppo tardi per la Corte di Stato, quindi.
E quanto mai inutili (per la Corte Suprema) sembrano essere sia le dichiarazioni di Arnold Beverly (l’uomo che materialmente uccise l’agente di polizia Daniel Faulkner il 9 Dicembre 1981 e che si è accusato dell’omicidio) che della stenografa Terri Maurer Carter, che al tempo del processo contro Mumia, sentì chiaramente uscire dalla bocca del giudice Sabo parole come “Si! Farò il possibile per friggere il negro”.
Nè un reo-confesso (!), nè una testimone importante come Terri Maurer Carter (la quale dimostrerebbe la palese natura razzista del processo originale) verranno nè qui nè in futuro ascoltati e soprattutto inseriti nel procedimento contro Mumia. “L’innocenza non è una difesa”, così aveva sentenziato il giudice della Corte Federale William H. John nel 2001. E prendendo il via proprio da questo macigno, è arrivata la decisione della Corte Suprema.
Che succederà ora?
Anche se entrambe le parti si sono appellate nuovamente ed è stato istituito un panel di tre giudici (del Distretto Federale) a questo proposito, andando a cadere l’appello di Habeas Corpus presentato da Mumia e dai suoi legali, il procedimento ora tornerà in Corte Federale, che nel 2001 aveva congelato ogni prosecuzione sul caso in attesa che la Corte Suprema si esprimesse. Il rifacimento del processo del 1981 (questa era l’ipotesi paventata dallo stesso giudice Yohn) avverrà quindi esattamente come allora.
E senza la possibilità per Mumia di presentare le nuove (tante, tantissime) prove, le probabilità di una sua scarcerazione si sciolgono come neve al sole. Infatti, l’unica alternativa alla pena capitale a cui si faceva riferimento due anni or sono, era relativa all’ergastolo. Un “fine pena mai” che negli Usa è definitivo. Lo dimostrano tutti i compagni rivoluzionari morti dietro le sbarre in questi anni. L’ergastolo è quindi una “alternativa” inacettabile. Che non possiamo permetterci. Che non vogliamo.
L’unica parola d’ordine è e rimane “liberazione”. Per Mumia. Per tutti i rivoluzionari prigionieri.