SENZA CENSURA N.12
NOVEMBRE 2003
Contro l’isolamento carcerario
Appello per la costruzione della seconda edizione delle Giornate di Lotta contro l’isolamento carcerario che si terranno a Firenze il 19,20 e 21 dicembre 2003.
Il 20 ottobre 2000, dopo aver tentato tutte le forme di lotta contro le pratiche dell’isolamento e le prigioni di Tipo F, i prigionieri politici della Turchia hanno deciso di intraprendere uno sciopero della fame e poi un “digiuno fino alla morte” (il Death Fast). Da quel momento, a poco a poco, è cresciuto un movimento di solidarietà all’esterno delle carceri.
Nonostante questo, le autorità hanno deciso di ricorrere alla forza per sgomberare e deportare i detenuti verso le nuove prigioni di Tipo F. I prigionieri hanno, però, opposto una resistenza fortissima. L’assalto militare, lanciato il 19 dicembre 2000, fu micidiale. Dopo quattro giorni di assedio, l’esercito ha piegato gli ultimi baluardi di resistenza nelle carceri. Ma alle autorità turche ciò non bastava e hanno così compiuto un altro feroce massacro: 28 prigionieri sono stati selvaggiamente uccisi, 750 di loro sono rimasti gravemente feriti. Numerosi prigionieri, donne e uomini, sono stati seviziati.
Questa è solo la punta dell’iceberg di ciò che succede in numerose parti del mondo alle centinaia di migliaia di detenuti in condizioni d’isolamento e di privazione di ogni diritto elementare.
Essendo lo sciopero della fame fino alla morte nelle prigioni turche la più significativa resistenza contro l’isolamento carcerario, le giornate del 19-22 dicembre sono state dichiarate “giornate internazionali di lotta contro l’isolamento”.
Nel dicembre 2002 abbiamo organizzato il primo simposio contro l’isolamento carcerario a Noordwijk nei Paesi Bassi. Hanno partecipato delegazioni venute dalla Turchia, dai Paesi Baschi, dalla Palestina, dalla Spagna, dall’Italia, dalla Germania, dalla Grecia, dal Belgio, dal Libano, dal Marocco, dal Perù, dalla Francia, dall’Austria, dalla Colombia, dal Portogallo, dalla Danimarca e dall’Olanda. Questo avvenimento è stato salutato con messaggi inviati da prigionieri politici di Francia, Inghilterra, Paesi Baschi, Spagna, Belgio e Germania che hanno anche osservato, in quei giorni, uno sciopero della fame di solidarietà.
Prigioni, detenuti politici, isolamento e tortura
Per ogni organizzazione e per ogni oppositore politico, la prigionia e la repressione carceraria sono dei soggetti ben conosciuti.
Per contrastare la lotta contro lo sfruttamento e l’oppressione, i poteri degli Stati che difendono questo sistema d’ingiustizia sociale utilizzano abbondantemente la tortura e l’isolamento contro i militanti politici ed i soggetti ribelli. Nelle loro prigioni regna l’arbitrio più totale.
L’isolamento è già di per sé una forma di tortura (la cosiddetta “tortura bianca”) tra le più distruttive, poiché annienta la creatività, l’attività intellettuale e la salute fisica del prigioniero. E’ quella che si chiama deprivazione sensoriale.
I pionieri di questa forma di tortura sono, prima di tutti, gli Stati Uniti con le loro “Control Units”, la Francia ed i suoi “QHS”, la Spagna ed il suo “FIES”, l’Italia ed i suoi “Carceri Speciali”, Israele e le sue prigioni segrete come il “Deposito 1391” e, più recentemente, la Turchia con le sue prigioni di “Tipo F”.
Negli Stati Uniti ed in Europa è principalmente dagli anni ’70, in un’epoca in cui la lotta sociale era molto aspra, che l’isolamento è stato generalizzato. Per “necessità politica”.
Ed è nei paesi a forte tradizione di resistenza come la Turchia che proliferano questo tipo di complessi penitenziari basati sull’isolamento dei prigionieri. Ed è precisamente per questo che è importante, sin da subito, battersi per la legittimazione del diritto di resistenza.
Le guerre, lo sfruttamento e la repressione come strategia globale
Così come lo sfruttamento economico, anche la repressione si è intensificata. Si tratta di una strategia globale, fatta di guerre di conquista, di occupazioni, di censura, di criminalizzazioni e di “liste nere” destinate ai movimenti di liberazione e a chiunque sia d’ostacolo a questa strategia.
I “partigiani” di questa politica carceraria repressiva agiscono concordemente. Sfortunatamente, i loro oppositori non lavorano in maniera altrettanto unitaria. Tuttavia, non sono certo le motivazioni quelle che mancano.
Questo anche perché nel mirino degli oppressori, oggi, non ci sono solo le organizzazioni considerate “terroriste”, ma anche diritti democratici internazionalmente riconosciuti come il diritto alla resistenza.
Una delle conseguenze dirette, per i prigionieri, di questa campagna di criminalizzazione, è la sottomissione ad uno stretto regime d’isolamento (come in Turchia), alle torture più barbare (come in molti paesi dell’America Latina) o la cancellazione di qualsiasi diritto e qualsiasi dignità umana (come a Guantanamo).
Da questo punto di vista, quindi, emergono evidenti motivazioni politiche, umane, mediche ed anche culturali per unirsi e combattere contro l’isolamento.
Le giornate di lotta contro l’isolamento
Per discutere e trovare misure concrete per tutto questo, organizzeremo la seconda edizione del simposio internazionale contro l’isolamento carcerario a Firenze in Italia.
L’Italia è uno dei paesi dove i movimenti di lotta sono più forti ed estesi e dove, negli anni passati, è stato più intenso il movimento di lotta contro l’isolamento e la tortura sia all’interno che all’esterno delle carceri. E’ anche un paese dove, dopo l’11 settembre, sono state introdotte nuove e ambigue legislazioni “speciali” restrittive, come gli articoli 41bis e 270ter del Codice Penale, con il pretesto di combattere le associazioni mafiose o “terroristiche”. In realtà queste misure servono soprattutto a reprimere e minacciare ogni potenziale opposizione al sistema di sfruttamento capitalista.
Questo evento internazionale di confronto e dibattiti, a cui sono invitate anche tutte le associazioni ed i comitati che si occupano specificatamente del problema carcerario, si chiuderà con un festival culturale di solidarietà.. Contemporaneamente, saranno compiute diverse azioni di sensibilizzazione al margine di questo incontro come sit-in, manifestazioni ed uno sciopero della fame di solidarietà che unirà simbolicamente numerosi prigionieri politici d’Europa e del mondo.
Ogni compagno, organizzazione, comitato ed istituzione sensibile al tema dell’isolamento carcerario è invitato a partecipare a questo simposio o a sostenere questo avvenimento anche con attività locali.
Piattaforma Internazionale contro l’Isolamento
Rue Stevin 190 - 1000 Bruxelles, Belgio
Tel: 0032.2.2300866
e-mail: isolation@post.com
Comitato promotore italiano:
e-mail: 19-dicembre@libero.it
Telefono per contatti: 0039 347 1380980