SENZA CENSURA N.12
NOVEMBRE 2003
MORTE NEI MODULI F.I.E.S.
Il nostro caro compagno Francisco Ortiz Jimenez (Paco) è morto lo scorso sabato 19 luglio nel carcere di Badajoz, modulo Fies. Ha cercato la libertà per mezzo del suicidio con una dose mortale di pillole, una maniera molto dura per scappare definitivamente dalla realtà del carcere e dell’isolamento che non sopportava più. Conobbi Paco qui nel modulo Fies di Huelva più di due anni fa e lo apprezzavo molto, tutti quelli che ebbero l’occasione di conoscerlo gli volevano molto bene. Mi diceva che “amava la vita, la vera vita in piena libertà. Però non questa che avevamo qui in una sezione di isolamento. Questa non era una vita che valesse la pena vivere”. Da quando entrò in carcere l’ ultima volta, tre anni fa, tentò 7 volte di togliersi la vita. L’ultimo tentativo fu a Jaen II, tagliandosi le vene il 22 marzo ‘03, però non ci riuscì, la vita troppo forte nel suo cuore rifiutò ancora una volta la morte. Ricordo che in una delle sue lettere mi diceva: “È incredibile, sembra che sia immortale”. A Huelva, quando stava qui con noi tentò due volte, lo portarono in ospedale e tornò dopo pochi giorni come se non fosse successo niente.un po’ frastornato, questo si, però tranquillo con la sua determinazione. “La vita è un bene che appartiene a ciascuno di noi ed abbiamo l’indiscutibile diritto di fare di essa il meglio che crediamo”, mi diceva. Paco passò quasi tutta la sua vita in galera: 20 anni, lottando contro le ingiustizie del sistema penitenziario, lottando per la vita e la libertà sua e degli altri. Ed ora, dopo tanti anni, gli venne a mancare la forza per ricominciare. L’ultima volta che ci scrisse di sé raccontava la sua situazione dal momento della sua partenza da qui per un trasferimento verso Jaen II. Un trasferimento annunciato anteriormente da una notifica della direzione in cui dicevano che tale spostamento era al fine di facilitare il suo recupero: come se fosse possibile aiutare qualcuno rinchiudendolo a Jaen II (io ci sono stato e so molto bene quanto sia duro). Trasformarono il suo trasferimento in una specie di sanzione, e per di più era appena uscito dall‘ospedale. Era una falsità senza ritegno sostenere che mettere là il nostro compagno “avrebbe propiziato il suo adattamento”, lì si distruggono i prigionieri, si cerca di annientarli, togliendo quel poco di allegria che ancora gli resta. Potete immaginare come stesse male Paco nel maleodorante modulo Fies di Jaen II, in isolamento, all’oscuro, solo ed in silenzio: il luogo più simile ad una tomba. Non è un caso che anche lì cercò di togliersi la vita. Nonostante la sua situazione ed il suo stato d’animo partecipò, con gli altri prigionieri che arrivarono successivamente, ad una lotta per bloccare il progetto di convertire il Fies di Jaen II in una sezione a doppio utilizzo, cioè per prigionieri Fies di prima e seconda fase, come nel carcere di Picassent (Valencia). Le proteste di ogni tipo furono efficaci e la direzione non riuscì ad ottenere ciò che voleva, e Paco fu trasferito al Fies di Badajoz, un modulo di seconda fase dove trova la morte. E che adesso non vengano con le loro stronzate, perché per noi è chiarissimo che ogni morte in carcere è un crimine di Stato, e sono loro i responsabili delle condizioni per cui queste morti avvengono.
Claudio Lavazza Cp Huelva, Modulo 16 FIES - Carretera la Ribera s/n -21610 Huelva (España) |