SENZA CENSURA N.12
NOVEMBRE 2003
Road Map: il piano americano per la sicurezza di Israele
Intervento di ABDEL LATIF, Presidente dell’Associazione palestinese “Addameer”
Per la nostra causa noi Palestinesi abbiamo bisogno delle mobilitazioni, della solidarietà internazionale, senza le quali sarebbe più difficile andare avanti contro l’imperialismo nel mondo.
In Palestina c’è un conflitto in cui essa è vittima da cento anni. Non possiamo raccontare cento anni di lotta del popolo palestinese, ma possiamo parlare della Road Map, del progetto di pace e dei prigionieri.
Da tre anni con l’Intifada, il popolo palestinese sta facendo di tutto per contrastare con tutti i mezzi l’occupazione e l’aggressione da parte dell’esercito israeliano. Durante questa occupazione Israele ha ucciso e ferito quasi 50.000 fra bambini, ragazzi, e donne. Ha distrutto 26.000 case con le famiglie ancora dentro. Ha distrutto 50.000 alberi di ulivo. Ha chiuso tutte le città e le zone rendendo impossibile il movimento, e creando grossi problemi con acqua e luce.
Hanno fatto tutto questo contro i Palestinesi perché essi stanno cercando la propria vita e la propria liberazione. Con tutti questi mezzi l’esercito israeliano cerca di far perdere le speranze ai Palestinesi, ma il popolo Palestinese va avanti con la lotta per i propri diritti. In questo momento hanno scelto di proporre la Road Map per seppellire l’Intifada e la resistenza. Noi stiamo analizzando la Road Map: cosa ci porta, dove ci porta? A d una pace giusta o viceversa? E’ una trappola che gira intorno al problema principale per uccidere politicamente la causa palestinese.
Potete notarlo anche dopo la guerra in Iraq, perché è stata fatta con lo scopo di ridisegnare il Medio Oriente per interesse dell’imperialismo. Il sistema globale internazionale non può proporsi in quella zona senza trovare una soluzione in Palestina. Ci sono due tipi di pace per la Palestina: la prima legittimata dalla Comunità Internazionale che la presenta come buona; l’altro progetto è quello americano non legittimato dall’ONU perché non rispetta i nostri diritti.
Noi invitiamo l’America e tutte le nazioni del mondo, insieme all’ONU, ad applicare un piano di pace accettabile per il popolo palestinese.
La Road Map è il contrario della soluzione proposta dalla Comunità Internazionale, dall’ONU, perché non parla del diritto al ritorno dei profughi e degli altri punti.
L’imperialismo e il sionismo vogliono obbligare il popolo palestinese a legittimarla.
Perciò noi sappiamo bene che i nostri amici in tutto il mondo sono quelli che amano la libertà e l’indipendenza e sono con noi contro questo enorme nemico.
Semplicemente la Road Map ci porta al punto di partenza perché parla di fermare la violenza, che Israele chiama “terrorismo”. E si vuole inoltre obbligare il popolo palestinese a discutere un’altra volta i propri diritti, come è successo ad Oslo, quindi cercare sempre di trovare una soluzione senza entrare nel merito dei nostri diritti. Non dobbiamo ripetere gli errori fatti in passato perché dobbiamo imparare anche dalla storia.
L’America e Israele pensano che l’autodifesa dei Palestinesi sia “terrorismo”. Come si può chiamare la distruzione sociale ed economica che Israele apporta ai Palestinesi? Noi ci difendiamo. Il vero terrorismo è quello organizzato dallo stato d’Israele.
I prigionieri nelle carceri israeliane
Dall’inizio della seconda Intifada sono stati arrestati 20.000 Palestinesi, tra i quali ci sono donne e bambini; adesso ci sono 6.500 prigionieri di cui 500 ragazzini fra i 12 e i 18 anni. Questi vengono privati dei diritti umani nelle prigioni israeliane, e all’interno stanno conducendo la propria lotta anche attraverso lo sciopero della fame. Per fare un esempio, gli viene negato da tre anni il diritto di vedere i propri familiari. Stanno vivendo una situazione molto difficile, e sono condannati da tribunali militari; la cosa importante è che essi sono i fiori della Palestina perché difendono la propria terra e la propria causa. Per Israele sono criminali, terroristi. Perciò loro si stanno difendendo politicamente, e stanno difendendo le proprie condizioni di vita. Un bambino che tira i sassi verso un carro armato è giudicato “terrorista”.
I dirigenti politici palestinesi che fanno anche parte dell’O.L.P. come Marwan Barghouti vengono trattati in modo disumano, senza alcun diritto; quindi la Road Map non dice nulla di questi leader palestinesi, per non farli uscire e per non dargli alcuna speranza di trattare per migliorare le proprie condizioni.
La domanda è questa: come possiamo parlare di Road Map mentre i partigiani, i leader della lotta palestinese sono dentro le carceri israeliane? Che pace è questa?
E quindi anche quando si parla di liberazione dei prigionieri palestinesi, sono disposti a parlare di centinaia di prigionieri escludendo un partigiano che ha lottato con le armi contro Israele escludendo anche una persona che loro ritengono si sia macchiata di sangue israeliano; alla fine, se facciamo il conto , Israele parla di liberare solo il 10% dei prigionieri. Per questo invitiamo tutti i compagni che amano la libertà, tutte le associazioni, i movimenti, le forze politiche a sostenere ed attivarsi per i prigionieri perché è una questione molto importante.
Non possiamo dividere la giustizia, non possiamo dimenticare la loro liberazione, perciò con la vostra solidarietà possiamo combattere l’imperialismo e tutti coloro che si mettono contro di noi.