Plan Colombia e America Latina
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Intervento dell'Associazione Nazionale Nuova Colombia.
Nello scenario mondiale attuale, caratterizzato da una
marcata politica espansionista ed imperialista degli Stati Uniti del Nordamerica,
la Colombia riveste un ruolo strategico e centrale sul piano degli sviluppi
e delle forme storiche concrete della contraddizione imperialismo-antimperialismo.
Paese dalle incalcolabili ricchezze, già all'inizio degli anni
'60 era stata definita dal Pentagono come "pietra angolare"
per gli Stati Uniti in America latina. Bagnata da due oceani, con migliaia
di pescosissime coste ed una varietà infinita di microclimi che
permettono di coltivarvi ogni tipo di prodotto durante tutto l'anno, la
Colombia è l'ottavo esportatore mondiale di greggio, il terzo di
caffè, il secondo di banane ed il primo di smeraldi e fiori, oltre
a possedere ingentissime risorse di legname, oro, uranio e carbone. Inoltre,
è tra i primi tre paesi al mondo per ricchezze idriche e biodiversità.
Considerata non a caso la "porta d'accesso" al Sudamerica per
gli Stati Uniti, rappresenta per l'imperialismo nordamericano un tassello
di primaria importanza per elevare il suo coefficiente di dominio e controllo
nel sub-continente, indispensabile a garantirgli una base d'accumulazione
capitalistica - in termini di saccheggio delle materie prime, iper-sfruttamento
della forza lavoro e collocazione delle merci - necessaria al mantenimento
di un'egemonia mondiale nella piramide dei paesi imperialisti.
Dominio e controllo che gli USA ambiscono a totalizzare nella regione
attraverso l'imposizione, entro la fine del 2003, dell'Area di Libero
Commercio delle Americhe (ALCA), una sorta di grande "accordo"
giuridico-politico che investirebbe tutte le Americhe (dall'Alaska alla
Patagonia) in materia commerciale, finanziaria ed economica, e che consentirebbe
a Washington di plasmare ulteriormente le già deboli e dipendenti
economie latinoamericane in funzione dei propri interessi. Tra le altre
cose, il passaggio all'ALCA implicherebbe per le multinazionali una posizione
di potere incontrastabile (anche sul piano giuridico) a detrimento dei
diritti - sempre più negati - dei lavoratori e della già
calpestata sovranità degli stati nazionali del sub-continente..
Negli ultimi anni, la crescente avanzata politico-militare del movimento
guerrigliero colombiano (in particolar modo delle Forze Armate Rivoluzionarie
della Colombia-Esercito del Popolo) e la ricomposizione di quello popolare,
così come la ripresa energica delle lotte e dei processi di liberazione
in quasi tutta l'America latina (Venezuela in primis), hanno moltiplicato
gli ostacoli all'imposizione di questo progetto strategico dell'imperialismo
gringo, che si è visto "obbligato" a fabbricare un braccio
armato per spianare la strada all'entrata in vigore dell'ALCA. E' stato
così concepito il Plan Colombia, piano sostanzialmente militare
di ben 7500 milioni di dollari di "aiuti" allo Stato colombiano
(di cui oltre 2000 erogati prima da Clinton ed adesso da Bush) che ha
portato nel paese andino elicotteri da guerra Black Hawk ed Huey, aerei-spia
OV 7-Bronco ed aerei da guerra, tecnologie belliche di punta, l'addestramento
e la dotazione bellica di vari battaglioni contro-guerriglia e truppe
speciali dell'esercito colombiano da parte delle centinaia di assessori
militari del Pentagono, così come di mercenari presenti in territorio
colombiano sotto la copertura d'imprese di "lavoro interinale",
ed esempio la Dyncorp, che ricevono in realtà dal Comando Sud degli
USA appalti per condurre operativi contro-insorgenti.
Il Plan Colombia, che nasce e viene presentato con il pretesto della lotta
al narcotraffico, mira a garantire il controllo nordamericano sul polmone
verde della Terra, l'Amazzonia; a proteggere gli interessi e le infrastrutture
appannaggio delle multinazionali, come nel caso dell'Occidental Petroleum
(OXY) e dell'oleodotto colombiano Caño Limón-Coveñas,
del progetto di costruzione di un nuovo canale interoceanico nel nord-owest
della Colombia e della costruzione dell'Autostrada Panamericana; a frenare
la crescita del movimento guerrigliero colombiano, attraverso una reingegneria
delle forze armate del paese andino, per poi arrivare a sconfiggerlo sul
terreno militare; a sabotare ed impedire lo sviluppo ed il consolidamento
di processi quali quello bolivariano in Venezuela, e quelli che si stanno
dando in paesi come l'Ecuador, la Bolivia o il Brasile, tanto per citarne
alcuni, che in un modo o nell'altro, aldilà delle contraddizioni
che evidenziano e delle diverse possibili prospettive interne, rappresentano
un ostacolo per l'ALCA e rientrano in un quadro più generale di
effervescenza sociale e ricerca di alternative al modello economico ultraliberista
in America latina.
Collateralmente o intrinsecamente al Plan Colombia, gli Stati Uniti stanno
operando un riposizionamento geostrategico e militare nel continente attraverso
una serie di passaggi e forzature, di cui vale la pena sottolineare i
più significativi: l'assunzione del controllo della base militare
di Manta, col pretesto della lotta al narcotraffico, nel nord dell'Ecuador
ed in prossimità della frontiera con la Colombia; l'istallazione
di una base operativa ad Aruba e Curacao (giurisdizione olandese); l'operazione
"Nuevo Horizonte", che prevede l'insediamento di oltre 10.000
marines nella Repubblica Dominicana; l'arrivo di migliaia di soldati a
stelle e strisce in Guatemala, ufficialmente per lavori umanitari; l'insediamento
di una base militare e d'intelligence altamente specializzata nell'amazzonia
boliviana, camuffata da istituto di ricerca biologica e smascherata recentemente;
la messa in moto della cosiddetta "Iniziativa Regionale Andina",
con oltre 800 milioni di dollari, che estende ai paesi limitrofi il Plan
Colombia stesso; la dislocazione di effettivi militari nel dipartimento
colombiano di Arauca, in cui si estrae la quasi totalità del milione
di barili di petrolio prodotto dalla Colombia, e la dotazione di apparecchiature
satellitari e d'intelligence di punta della base militare di Tres Esquinas,
nel sud del paese, che ne fanno la più avanzata, nel suo genere,
in America latina.
Nell'ambito del Plan Colombia, e nel contesto del delirio guerrafondaio
di Bush che si è recentemente e criminalmente abbattuto sul popolo
iracheno, negli ultimi mesi sono giunte in Colombia centinaia di marines
e soldati statunitensi che, come ha dimostrato la recente cattura da parte
delle FARC-EP di tre agenti della CIA conseguente all'abbattimento dell'aereo-spia
su cui viaggiavano nel sud del paese, sono parte attiva di un intervento
militare diretto e permanente.
La possibilità di un'invasione, anche se per gradi, è oggi
all'ordine del giorno ed è reclamata a gran voce dal presidente
narco-terrorista Uribe Vélez, protagonista di un processo accelerato
di fascistizzazione del regime colombiano e fervido sostenitore della
politica della guerra globale. La vietnamizzazione del conflitto sociale
e armato colombiano, che dura da oltre 50 anni, è attualmente una
realtà così come lo è la sua internazionalizzazione
che specularmene registra l'inizio di una corsa agli armamenti dei paesi
limitrofi, preoccupati dall'aumento spropositato e smisurato del potenziale
bellico della Colombia, conseguente al Plan.
Tuttavia, le FARC-EP non solo non arretrano ma avanzano portando la guerra
con sempre maggiori forza e contundenza nelle città, sviluppando
e ramificando il Movimento Bolivariano per la Nuova Colombia (quale organizzazione
ampia e di massa, ancorché clandestina) ed il Partito Comunista
Colombiano Clandestino, ed esigendo uno Scambio di prigionieri di guerra
e la smilitarizzazione di due dipartimenti nel sud del paese quale condizione
per iniziare un processo di dialoghi.
Il movimento popolare, nonostante il terrorismo di Stato che l'ha massacrato
per anni, è in una fase di ricompattamento e crescita e le lotte
di contadini, lavoratori, studenti, sfollati, donne, ecc. si estendono
e si capillarizzano intorno alle rivendicazioni più immediate,
così come al progetto di costruzione di una nuova Colombia, in
pace e con giustizia sociale.
La resistenza e l'avanzata del processo in Colombia e di quello bolivariano
in Venezuela, ne fanno le trincee più dinamiche e solide della
lotta all'imperialismo monopolistico, alle oligarchie nazionali ed al
progetto di neo-colonizzazione (incarnato nell'ALCA e nel suo braccio
armato, il Plan Colombia), lotta che si radica e radicalizza sotto la
bandiera del bolivarianismo. In tutto il continente aumenta e si diffonde
la consapevolezza della necessità di conquistare la seconda e definitiva
indipendenza dell'America latina, strategica non solo per i suoi popoli
ma anche per tutti quei popoli che stanno portando avanti una lotta di
liberazione nazionale e sociale.
Associazione nazionale
Nuova Colombia
Mail: nuovacolombia@yahoo.it
http://www.nuovacolombia.net
Tel: 335-8059837
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