Roadmap: le condizioni di Israele Quello che segue è il testo delle 14 "condizioni" poste da Israele per accettare la Road Map, così come riportato da IMRA (Independent Media Review and Analysis). Appare evidente il carattere provocatorio delle pretese israeliane, che di fatto rendono impossibile l'applicazione della Road Map e relegano le future istituzioni palestinesi nel ruolo di collaborazionisti dell'occupazione sionista. Unitamente al proseguimento delle demolizioni di case, degli assassini di civili palestinesi, del coprifuoco e della persecuzione dei volontari internazionali, questo documento costituisce la migliore dimostrazione delle reali intenzioni dei sionisti. 1. Sia all'inizio, sia durante il processo, e come condizione per il suo proseguimento, dovrà essere preservata la calma. I palestinesi smantelleranno le attuali strutture di sicurezza e attueranno riforme sulla sicurezza nel corso delle quali verranno formate nuove organizzazioni che agiranno per combattere il terrorismo, la violenze e l'istigazione (l'istigazione deve cessare immediatamente e l'Autorità Palestinese deve impegnarsi nell'educazione alla pace). Queste organizzazioni si impegneranno in una genuina azione di prevenzione del terrorismo e delle violenze con arresti, interrogatori, azioni di prevenzione e la realizzazione delle basi legali per indagini, incriminazioni e condanne. Nella prima fase del piano e come condizione per il passaggio alla seconda fase, i palestinesi completeranno lo smantellamento delle organizzazioni terroristiche (Hamas, Jihad islamica, Fronte Popolare, Fronte Democratico, Brigate Al Aqsa e altri apparati) e delle loro infrastrutture, la confisca di tutte le armi illegali e il loro trasferimento a una parte terza affinché vengano rimosse dall'area e distrutte, la cessazione del contrabbando e della produzione di armi all'interno dell'Autorità Palestinese, l'attivazione piena dell'apparato di prevenzione e la cessazione dell'istigazione. Non vi sarà passaggio alla seconda fase senza la piena attuazione delle condizioni di cui sopra relative alla guerra contro il terrorismo. I piani per la sicurezza che dovranno essere attuati sono i piani Tenet e Zinni. 2. Risultati completi saranno la condizione per il passaggio
da una fase all'altra all'interno del piano. La prima condizione per il
passaggio sarà la completa cessazione del terrorismo, delle violenze
e dell'istigazione. Il passaggio da una fase all'altra avverrà
soltanto dopo la piena attuazione di ogni fase precedente. Non si porrà
attenzione alle scadenze di calendario, bensì a precisi indicatori
dei risultati ottenuti (le scadenze di calendario serviranno solo come
punti di riferimenti). 4. Il meccanismo di monitoraggio sarà sotto gestione americana. La principale attività di verifica si concentrerà sulla creazione di un'altra entità palestinese e sui progressi nel processo di riforme civili all'interno dell'Autorità Palestinese. La verifica verrà fatta esclusivamente su base professionale e per temi (economia, diritto, finanza) senza creare meccanismi combinati o unificati. Le decisioni sostanziali resteranno nelle mani delle due parti. 5. Il carattere dello stato palestinese provvisorio sarà determinato attraverso negoziati tra l'Autorità Palestinese e Israele. Lo stato provvisorio avrà confini provvisori e certe dotazioni di sovranità, sarà pienamente smilitarizzato senza forze militari ma solo forze di polizia e per la sicurezza interna con un numero limitato di uomini e armi, non avrà l'autorità di stringere alleanze difensive o di collaborazione militare, e Israele manterrà il controllo su ingresso e uscita di personale e merci, così come sullo spazio aereo ed elettromagnetico. 6. Per quanto riguarda sia le dichiarazioni iniziali sia la composizione finale, devono essere fatti espliciti riferimenti al diritto ad esistere di Israele come stato ebraico e alla rinuncia a qualunque "diritto al ritorno" dei profughi palestinesi dentro lo stato di Israele. 7. La fine del processo condurrà alla fine di ogni rivendicazione, e non solo alla fine del conflitto. 8. La futura composizione verrà raggiunta attraverso accordo e negoziati diretti tra le due parti, in conformità con la prospettiva indicata dal presidente Usa Bush nel suo discorso del 24 giugno. 9. [Durante il processo] non vi sarà coinvolgimento su questioni riguardanti la composizione finale. Tra le questioni che non saranno discusse: insediamenti in Giudea, Samaria e Gaza (a parte il congelamento e le postazioni non autorizzate), lo status dell'Autorità Palestinese e delle sue istituzioni a Gerusalemme e tutte le altre materie la cui sostanza riguarda la composizione finale. 10. Rimozione di ogni riferimento che non sia quello alle risoluzioni 242 e 338 (risoluzioni 1397, iniziativa saudita e iniziativa araba adottata a Beirut). Una composizione basata sulla Road Map sarà una composizione autonoma che deriva da se stessa la sua propria validità. L'unico possibile riferimento deve essere quello alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza 242 e 338, e anche queste soltanto in quanto linee generali per la conduzione dei futuri negoziati su una composizione definitiva. 11. Promozione del processo di riforme nell'Autorità Palestinese.. Sarà stesa una costituzione transitoria palestinese, verrà creata una struttura legale palestinese e sarà rinnovata la cooperazione con Israele in questo campo. In campo economico, proseguiranno gli sforzi internazionali per riabilitare l'economia palestinese. In campo finanziario, sarà pienamente applicato l'accordo israelo- americano-palestinese come condizione per la continuazione del trasferimento delle entrate fiscali. 12. Il dispiegamento delle Forze di Difesa israeliane lungo le linee del settembre 2000 sarà vincolato al rispetto dell'articolo 4 (calma totale) e sarà attuato conformemente ai cambiamenti che saranno richiesti dalla natura delle nuove circostanze e necessità create in tal modo. Si presterà particolare attenzione alla separazione delle responsabilità e dell'autorità civile come era nel settembre 2000, più che alla posizione delle forze sul terreno in quella data. 13. Compatibilmente con le condizioni di sicurezza, Israele si adopererà per ripristinare la normale vita palestinese: promuovendo la situazione economica, lo sviluppo di legami commerciali, dando incoraggiamento e assistenza all'opera di agenzie umanitarie riconosciute. Non si farà alcun riferimento al rapporto Bertini come fonte vincolante nel contesto della questione umanitaria. 14. Gli stati arabi assisteranno il processo con la condanna delle attività terroristiche. Non verrà stabilito alcun legame fra binario palestinese e altri binari (siro-libanese). (Jerusalem Post, 26.05.03)
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