Dall'inferno di El Khiam
Intervista a Sleiman Ramadan, compagno del Partito Comunista Libanese
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in _blank format] In questi mesi abbiamo avuto il
piacere di conoscere un compagno libanese, Sleiman Ramadan, ex detenuto
per 15 anni nel terribile carcere di El Khiam, che con la sua testimonianza
ha riempito umanamente e politicamente decine di assemblee, di incontri
e di riunioni in tutta Italia. La campagna di solidarietà nei confronti
di questo compagno, che ha portato alla possibilità di realizzare
una protesi per la sua gamba amputata, ha rappresentato un momento di
solidarietà con la lotta di tutto un popolo che coraggiosamente
sta resistendo alla barbarie del sionismo e dell'imperialismo e ci sentiamo
fieri di aver contribuito alla sua realizzazione. Come Redazione di Senza
Censura ringraziamo Sleiman, tra le altre cose, per il contributo pubblicato
qui di seguito; come compagne e compagni ci stringiamo a lui in un abbraccio
fraterno e rivoluzionario nella speranza di poterlo ritrovare presto al
nostro fianco. Vinceremo!
Che cosa era il carcere del Khiam, quali erano le condizioni di
detenzione, chi lo gestiva?
Il campo di El Khiam, ed ogni carcere o prigione nel mondo, non può
essere altro che una scuola rivoluzionaria, specialmente per coloro che
sono portatori dei principi rivoluzionari. In essi, con il passare del
tempo, si consolida e cresce la convinzione in questi principi. Nessun
tempo e nessuna tortura possono far cambiare loro ideologia.
Così i carcerieri diventano dei prigionieri, e loro saranno liberi
sempre "perché chi limita la libertà degli altri, non
può essere libero."
Non posso raccontare tutto quello che mi è successo durante questi
lunghissimi 15 anni in poche righe, ma spero che un giorno, con l'aiuto
di qualcuno, riuscirò a scrivere la mia storia in un libro.
Il campo di El Khiam, e di conseguenza tutti quelli che ci stavano dentro,
ha passato tre fasi importanti:
1) la prima fase, dal 1985 al 1989, è stata la fase dell'inferno
(torture bestiali, condizioni mortali).
2) la seconda fase, dal 1989 al 1994, è stata la fase delle ristrettezze
(non c'era niente, solo la fame la sete, il freddo...).
3) La terza fase, dal 1994 al 2000, è stata la fase del "benessere"
(rispetto ai periodi precedenti, ovviamente); questa fase è iniziata
dopo l'entrata della croce rossa internazionale nel campo. E' da segnalare
che chi visita oggi il campo [abbandonato dagli israeliani nel 2000 a
seguito della liberazione da parte della resistenza del sud del Libano,
NdR] vede soltanto ciò che ne è rimasto, principalmente
dall'ultima fase, e comunque lo descrive come il campo del terrore, della
miseria disumana, delle torture bestiali. Figuratevi cos'era nelle fasi
precedenti!!!!
A proposito di chi lo gestiva?
Il campo di EL khiam nella reatà era gestito da Israele, con i
generali dei suoi servizi segreti (come Yaghi, Alberto, ed altri), che
erano direttamente responsabili delle torture e delle prime fasi degli
interrogatori. Ma per tutto il mondo, almeno apparentemente, era gestito
soltanto dai suoi alleati, cioé dall'esercito del sud del Libano,
al comando del generale Antoine Lahed.
Di fatto Israele non gestiva direttamente soltanto il campo di EL khiam,
ma possiamo dire che l'intero esercito del sud del Libano era sotto il
suo controllo.
Quando e perché sei stato arrestato, a
quale organizzazione appartenevi?
Sono stato catturato il 17 settembre 1985, durante una operazione partigiana
della resistenza libanese sui colli del monte di GABAL ELSHEIKH, dove
e' caduto il mio compagno, HASSAN MUSSA, ed io sono stato ferito gravemente.
Ero, lo sono tutt'ora, e spero sarò per sempre comunista, un militante
del partito comunista libanese.
Puoi farci un breve excursus sulla resistenza
libanese/palestinese contro l'occupazione sionista?
Dall'alba di ogni occupazione, a causa della sua stessa esistenza, della
sua tirannia, della sua schiavitù, della presenza militare che
impone sulla terra di altri contro la volontà del legittimo popolo,
è normalissimo nasca una Resitenza.
All'inizio degli anni settanta, con l'arrivo della resistenza palestinese,
i Fidaiin, provenienti dalla Giordania dopo i massacri del settembre nero
fatti dal regime fascista del re giordano Hussein, è cresciuta
la forza materiale della resistenza patriottica libanese palestinese.
E' così cominciata, a partire dal sud del Libano (minacciato ogni
giorno dalle bombe lanciate dagli aerei israeliani) la lotta militare
contro la forza occupante israeliana. Per noi la causa palestinese è
stata una cosa sola con la nostra causa.
Il partito comunista libanese ha avuto un ruolo centrale: ha infatti fondato
la Guardia Popolare che è stata fondamentale nella resistenza contro
i continui attacchi israeliani, aiutando il nostro popolo a resistere
e a rimanere nella sua terra e nei suoi villaggi. Abbiamo perso tanti
compagni, martiri e feriti, durante questi scontri eroici contro l'invasore,
fin dall'inizio del 1982, in primavera, durante l'invasione israeliana
del Libano con l'operazione chiamata pace in Galilea!
Abbiamo resistito, nel sud, nel monte del Libano, e soprattutto a Beirut,
la prima capitale araba occupata dagli israeliani dopo Gerusalemme: una
resistenza storica contro un esercito super armato, che avanzava da terra,
dal mare e dal cielo.
E non possiamo dimenticare l'assedio di Beirut, 80 giorni senza acqua
luce, carburanti; le bombe al fosforo, pesanti, da tutte le parti. Eravamo
soli, le spalle contro il mare.
L'assedio è finito con l'accordo (la trappola) di far uscire le
forze della resistenza palestinese da Beirut, assicurando la protezione
internazionale dei civili palestinesi e libanesi rimasti nei campi e a
Beirut ovest circondata. E dopo, con la scusa dell'uccisione del presidente
falangista neo eletto, BACHIR GEMAYEL, alleato con Israele, l'esercito
sionista e suoi alleati (i fascisti libanesi) hanno invaso Beirut ovest,
il 15-16 settembre 1982, e hanno commesso i crimini più neri nella
storia dell'umanità, e soprattutto i massacri di SABRA e SHATILA.
I comunisti libanesi non hanno aspettato molto, e hanno accolto subito
l'appello alla resistenza patriottica popolare libanese lanciato dal segretario
del partito assediato e rivolto a tutti i partiti e a tutto il popolo
libanese.
E all'alba del 16 settembre stesso c'è stata la prima operazione
dei compagni contro l'esercito invasore sionista.
Il 16 settembre è il giorno della nascita di questa resistenza
che ha illuminato il buio assoluto di quell'epoca di sconfitte nella nostra
storia moderna.
E così i compagni hanno continuato, un'operazione dopo l'altra,
sacrificando tutto per cacciare via l'esercito sionista occupante. Questo
dopo qualche giorno se ne è scappato gridando con gli altoparlanti:
"Popolo di Beirut non sparate, stiamo andando via!".
Era la prima sconfitta vera dell'esercito israeliano: il ritiro da Beirut.
La prima vittoria della resistenza. Per questo affermiamo che il ritiro
avvenuto recentemente, nel maggio 2000, non è stata realmente la
prima sconfitta dell'esercito sionista, come molti invece vogliono far
credere.
La seconda sconfitta, poi, e' stata il ritiro dal monte del Libano, nel
1983; ed è stata una delle battaglie più importante degli
ultimi anni, perché abbiamo combattuto non solo contro l'esercito
sionista ed i suoi alleati fascisti libanesi, ma anche contro l'esercito
libanese stesso, e le forze della NATO tutte. La Nato, infatti, era presente
con le suoe navi militari e portaaerei giganti davanti alle coste libanesi.
I suoi aerei bombardavano ogni giorno i nostri villaggi, e la New Gersey
ha lanciato anche missili che pesavano delle tonnellate.
E voglio sottolineare che la nostra resistenza non era soltanto militare
ma anche politica, perché abbiamo rifiutato tanti accordi vigliacchi,
delle vere e proprie trappole maligne, utili solo a dividere il paese
ed alimentare la guerra civile interna su base religiosa.
Da citare, come esempio, il famoso accordo del 17 maggio tra Israele e
l'autorità libanese, con la benedizione dell'imperialismo mondiale.
La terza sconfitta, è stato il ritiro dalla Bekaa e da gran parte
del sud: da Sidone, Tiro, Nabatyeh...etc. Questo è stato possibile
per la solida unione tra tutte le forze nazionaliste e di sinistra, di
tutti i partiti e di tutte le organizzazioni che hanno lottato in questa
resistenza. Ed il partito comunista libanese ha avuto un ruolo centrale,
con circa 5000 compagni comunisti che hanno partecipato a più di
1200 operazioni di qualità nelle quali abbiamo perso tanti compagni,
martiri, feriti, ed arrestati.
Voglio qui ricordare che abbiamo ancora in prigione, dal 1987, il nostro
compagno ANWAR YASINE, ed approfitto per lanciare un appello a tutte le
associazioni europee e mondiali che potrebbero aiutare a liberarlo, il
più presto possibile, assieme a tutti i suoi compagni detenuti,
(come Samir Kuntar dal 1978, ed altri) nelle carceri fasciste israeliane.
Da non dimenticare anche il fatto che abbiamo ancora 31 compagni caduti,
martiri del partito comunista libanese, le cui salme sono trattenute da
diversi anni dall'esercito sionista.
Israele ha paura sempre del comunista libanese, vivo o morto che sia...!
Dopo la terza vittoria, come dicevo, è rimasta soltanto una piccola
fetta di terra, chiamata dai sionisti "striscia di sicurezza",
controllata da loro direttamente con l'aiuto dei loro cani alleati, i
libanesi dell'esercito del generale Antoine Lahed.
Quali sono stati e quali sono i rapporti con
la resistenza islamica?
La resistenza islamica non è nata dal nulla, ma si è data
come continuità della lotta popolare iniziata da noi comunisti
con la resistenza patriottica libanese.
Noi siamo con qualunque persona che combatta l'occupazione, qualunque
sia il colore della sua bandiera, malgrado le nostre divergenze ideologiche
e politiche e la nostra visione sulla causa, sulla lotta, sugli obiettivi
finali, i suoi metodi, ed i suoi elementi e mezzi.
A questo proposito voglio rivoltere un saluto calorosissimo, grandioso,
a tutti i caduti del nostro popolo, i martiri della resistenza e a tutti
quelli che hanno combattuto l'occupazione.
La sinistra europea ha molto sottovalutato il
ritiro dell'invasore sionista dal sud del Libano, avvenuto nel maggio
2000, per la forte presenza islamica nella resistenza: cosa ne pensi?
La sinistra europea non ha sottovalutato solo l'importanza del ritiro
dal sud del Libano soltanto a causa della presenza della resistenza islamica,
ma il suo ruolo era e continua ad essere debole ed insignificante, sottovalutando
l'importanza di questa lotta, di questa causa e di questa resistenza giusta
contro l'occupazione fascista sionista militare criminale sia in libano
che in Palestina.
Non abbiamo ricevuto un aiuto significativo dalla sinistra europea, né
dai suoi partiti, se non attraverso delle iniziative personali dei compagni.
Ma noi comunisti crediamo che la lotta contro il sionismo sia una lotta
soprattutto ideologica, a prescindere dal luogo e dal tempo, e non soltanto
in Palestina e o nel mondo arabo.
Il sionismo è una forma bestiale di fascismo, che rappresenta la
punta dell'imperialismo mondiale. E la situazione attuale è una
chiara dimostrazione dell'assenza di questa sinistra e del suo ruolo.
Inoltre vorrei aggiungere che ci sono tante altre cose e tante altre date
altrettanto importanti di cui la sinistra europea potrà interessarsi
ed occuparsi.
Puoi descrivere l'attuale situazione in Libano/Palestina?
Brevemente: in Libano siamo minacciati ogni giorno ed ogni ora dai sionisti.
In Palestina, l'Intifada eroica del nostro popolo palestinese continua
da sola, malgrado le pessime condizioni, contro questo complotto e contro
questa alleanza criminale dell'imperialismo mondiale con il sionismo,
sostenuta dalla partecipazione dei suoi cani fedeli, i regimi fascisti
arabi .
L'intifada palestinese lotta e resiste contro tutti questi attacchi e
tutte queste guerre, studiate ed indirizzate contro le classi povere arabe,
non solo in Palestina ma anche in tutta la regione: in Libano, in Iraq
ed in tutto il mondo.
E' molto importante sostenere l'Intifada con tutti i mezzi possibili,
altrimenti tutta la regione sarà divorata dalla ferocia dell'imperialismo
criminale e dai suoi progetti distruttivi.
Noi stiamo morendo di una morte lenta, e tutto il mondo è muto,
muto, muto..
W la resistenza ora e sempre.
Un saluto a tutti i compagni martiri della resistenza libanese e dell'Intifada.
Libertà per tutti i detenuti.
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