Ferrovie, oltre i licenziamenti la repressione.
128 indagati per proteste
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in _blank format] La Magistratura milanese ha inviato
128 avvisi di garanzia ad altrettanti lavoratori degli appalti ferroviari
operanti nella regione Lombardia. L'accusa è interruzione di pubblico
servizio ferroviario. L'indagine si riferisce a fatti avvenuti l'11 febbraio
del 2002, quando i lavoratori occuparono gli scambi della stazione di
Milano centrale bloccando il traffico dalle 9 alle 17. La protesta era
stata organizzata per la difesa del posto di lavoro e contro la politica
di deregolamentazione decisa dalle Ferrovie dello Stato, accusata di scardinare
l'intero settore.
L'inchiesta è portata avanti dal Procuratore Pomarici, esperto
di antiterrorismo, lo stesso che indaga in merito alle azioni di solidarietà
in favore dei compagni incarcerati sotto il regime delle carceri speciali
spagnole, FIES (nello specifico l'invio di pacchi bomba).
Le denunce sono state possibili grazie a solerti segnalazioni di sindacalisti
da sempre pronti a servire le forze dell'ordine che hanno visionato i
filmati delle telecamere che controllano la stazione. Contro questo clima
le organizzazioni sindacali di base e ufficiali non sanno far altro che
appellarsi alla stessa magistratura. Danno così l'ennesima dimostrazione
di fiducia nell'apparato statale e nell'autonomia del diritto, illusione
democratica che restringe il loro campo d'azione, decreto su decreto,
sentenza su sentenza. Questa assurda riverenza porta tali organizzazioni
alla completa arrendevolezza. Invece di cercare gli infami che hanno permesso
le denunce e reagire immediatamente, ricorrono a cavilli burocratici,
quegli stessi che permettono ai padroni di licenziarci, di fermare uno
sciopero... Come se non fosse abbastanza evidente che fra eguali diritti
ha sempre deciso la forza.
Era da tempo che il problema del controllo sociale, delle forze repressive
dello Stato e della loro presenza nello scontro sociale, non veniva avvertito
dai lavoratori. Le recenti schedature davanti ai cancelli per controllare
operai iscritti a sindacati, non completamente allineati, e le denuncie
per i blocchi sono elementi che devono far aprire gli occhi. Il problema
repressivo, non più legato ai soli "politici", è
sempre più pervasivo, è la stessa condizione proletaria
ad essere criminalizzata. Sempre più spesso la magistratura utilizza
gli artt. 270 e 270/bis, associazione sovversiva e banda armata, e si
assiste a un ulteriore inasprimento delle condizioni carcerarie attuato
con l'estensione dell'art. 41/bis (isolamento e carcere duro).
L'azione dei lavoratori, per essere incisiva, deve materialmente danneggiare
gli interessi dei padroni. L'inevitabile conseguenza è l'intervento
delle forze di polizia e dei vari apparati di Stato. Pensar di poterli
utilizzare a proprio favore, oltre ad essere ingenuo, è pericoloso.
Ingenuo in quanto chi comanda non offre le sue strutture al più
debole, la magistratura è una struttura di classe, prodotta dallo
Stato, un elemento organizzativo e di comando del capitalismo. Pericoloso
poiché si spaccia l'azione di classe per battaglie in tribunale,
si rincorrono parole quali giustizia, rappresentatività, libertà,
quando queste sono mutuate solo dal rapporto di forza tra le classi.
Per chi volesse avere maggiori informazioni sulla lotta
dei lavoratori delle pulizie ferroviarie, può consultare il testo
"Lotta Sporca Luci e ombre nella lotta dei lavoratori delle pulizie
ferroviarie". Questo libro documenta la lotta dal settembre 2001
al luglio 2002, con materiali dei collettivi e sindacati coinvolti nella
lotta, interviste, e una ricca cronologia degli avvenimenti. Il testo
è stato curato dal Centro di Ricerca per l'Azione Comunista. Il
volume di 120 pagine costa 5 Euro + spese di spedizione. E' disponibile
anche un video in VHS che documenta i fatti accaduti.
Per richieste:
infocrac@virgilio.it - Diego Negri CP 640, 40124 Bologna, o nei locali
di movimento.
da Senza Freni n.0 - inverno 2003
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