Il progetto bolivariano in Venezuela
Un compagno di Firenze di ritorno dal Venezuela.

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Come primo contributo all'analisi della situazione in Venezuela, nel più complesso panorama latinoamericano, riportiamo uno scritto di un compagno di Firenze di ritorno dal paese sudamericano, dove ha vissuto l'esperienza del Proceso Bolivariano. Oltre ad una ricostruzione storica delle vicende venezuelane viene approfondita la nascita e lo sviluppo del movimento popolare in Venezuela e del suo legame con Chavez.

23/1/1958-1968
- Caduta della dittatura di Péréz-Jimenez
- Accordo di Punto Fijo: Acciòn Democratica (socialdemocratici) e Copei (democristiani) sottoscrivono quest'accordo col quale stabiliscono che si sarebbero alternati al potere, mentre sarebbero stati fuori gioco gli altri partiti. Viene così messo fuorilegge il Partito Comunista Venezuelano
- Inizia la lotta armata: i gruppi principali sono il Mir e, in seguito, le Forza Armate Rivoluzionarie (FAR). Lo Stato venezuelano darà vita a una cruenta repressione. I compagni che sono presi e accusati di far parte della guerriglia vengono torturati, mutilati e uccisi. L'anticomunismo si impone così in Venezuela, quale fede e quale arma di dominio di classe. La guerriglia termina nel 1968, sfiancata da otto anni di lotta e dal fatto che è rimasta una guerra di avanguardia, in quanto a portarla avanti furono,in generale, quadri preparati ma privi di una base popolare.

Anni 70
- Dopo la sconfitta della guerriglia, la borghesia, ormai liberata dalle organizzazioni rivoluzionarie, impone un regime corrotto fondato sul clientelismo e la repressione. L'oligarchia e la classe media bianca si arricchiscono con i considerevoli proventi del commercio del petrolio e dei principali minerali presenti nel paese, così come per la creazione di enormi latifondi. Questo, mentre la maggioranza della popolazione, in genere metticcia, indigena e nera, veniva espulsa dalle proprie terre e ghettizzata nei barrios delle principali città. La polizia e la Guardia Nazionale fanno regnare il terrore: nei barrios sono frequenti le retate e le sparatorie contro quelli che erano identificati dai giornali e le Tv, come lumpen, delinquenti o emarginati; le mobilitazioni dei lavoratori e degli studenti vengono regolarmente aggredite con cariche e tiri...centinaia di compagni sono rimasti uccisi.
In questo quadro appaiono nelle principali città come Caracas, Maracay e Valencia, gruppi di guerriglia urbana che sono i primi tentativi di riorganizzazione della classe.

27 febbraio 1989
- Il governo di Carlos Andrès-Perez approva riforme economiche consigliate dal Fondo Monetario Internazionale. Aumenta il prezzo dei trasporti e del pane. Il popolo, tartassato e ormai alla fame, scende dai barrios di Caracas e inizia a saccheggiare negozi di elettrodomestici e di alimentazione. Dopo alcune ore di smarrimento, CAP ordina all'esercito di "placare" la protesta. E' un vero bagno di sangue. Sebbene, ad oggi, non sia stato inquisito nessuno per il 27F e il numero ufficiale avanzato è di 286 morti, è ormai certo che questi furono fra i 5000 e i 10.000
L'ampiezza del massacro rappresenta una svolta nella storia del Venezuela. Oltre all'enorme commozione e alla rabbia popolare, alcuni ufficiali dell'esercito, fra cui Hugo Chavez e Arìas Cardenas, iniziano ad organizzarsi con l'obiettivo, un giorno, di fare un colpo di stato con intenti progressisti. Nasce così il Movimento Bolivariano Revolucionario 200 (MBR 200).
Anche nei quartieri popolari la gente si organizza. Da una parte per rispondere a bisogni elementari come l'acqua, il gas e la luce, e dall'altra, anche come necessità di aggregazione e organizzazione di fronte al livello dello scontro. Nascono alcuni gruppi, specialmente nei barrios di Caracas come il 23 Jenero, come la Coordinadora Culturale Simon Bolivar, i Tupamaros, e cellule "civili" del MBR200....

4 febbraio 1992
- Tentativo di colpo di Stato guidato da Chavez e dai militari del MBR200. Fallisce. I ribelli vengono arrestati.

27 novembre 1992
- Secondo tentativo di colpo di stato. Secondo fallimento.

1995
- Scandalo finanziario. Corruzione e falsi in bilancio. Le principali banche del paese, insolventi, si ritrovano nell'impossibilità di dare i loro soldi ai clienti. Milioni di persone, perdono tutti i loro risparmi. Interviene il Governo, iniettando denaro pubblico, come compensazione. Bis dei banchieri. Scompaiono i soldi versati dallo Stato.

1998
- Hugo Chavez Frìas viene eletto Presidente della Repubblica con più del 60% dei voti nelle elezioni che hanno visto una partecipazione come non era mai avvenuto prima.

1999
- Chavez convoca una costituente. Viene approvata la Costituzione Bolivariana del Venezuela.
- Il governo vara 42 Decreti con i quali vuole realizzare ampie riforme economiche e sociali. I principali sono la Legge di Terra, la Legge sugli Idrocarburi, quella sugli alloggi popolari e quella sulla Pesca.

Dicembre 2001 - Dicembre 2002
- I principali partiti di opposizione, la Fedecamaras (confindustria locale) e il sindacato giallo Central de los Trabajadores de Venezuela (CTV), organizzati nella Coordinadora Democratica, danno vita a una lunga campagna di terrorismo psicologico e di destabilizzazione, grazie anche alle principali Tv private del paese come Globovision e Venevision (quest'ultima di proprietà di Gustavo Cisneros, oligarca, proprietatrio delle più importanti tv satellitari di America Latina, e grande amico di George Bush Sr.). In un anno ci sono: un tentativo di colpo di Stato, l'11 aprile 2002, fallito clamorosamente per l'insurrezione popolare e la ribellione militare di alcuni reparti dell'esercito; ci sono, poi, 5 serrate/sciopero strumentali di Fedecamaras e CTV, che hanno messo in ginocchio l'economia del paese. Non ultima quella di due mesi, iniziata il 2 dicembre scorso.
Hugo Chavez ha aperto le porte: il movimento popolare e di classe è travolgente. Milioni di persone, sfruttate e ghettizzate per decenni hanno finalmente la possibilità di partecipare e di organizzarsi liberamente.
Gli abitanti dei barrios hanno iniziato a riunirsi e a mettersi al lavoro per rispondere ai bisogni primari degli abitanti come l'acqua, le fognature, l'elettricità. Sono nati, così, centinaia di gruppi di volontari, assemblee di quartiere, comitati di terra urbana per ottenere anche la proprietà delle case popolari e i Circulos Bolivarianos.
I Circulos sono gruppi di persone, generalmente di una stessa comunità, che insieme discutono della Costituzione e delle leggi, danno vita ad attività di quartiere come il doposcuola, programmi di alfabetizzazione, feste popolari, discutono sulle prospettive della "Revoluciòn Bonita".
Nelle campagne i contadini si organizzano in Comités de Tierra per farsi attribuire terre incolte e vacanti, in base alla legge di Terra approvata l'11 novembre 2001. Lo scontro con i latifondisti e i grandi allevatori è molto duro. Questi ultimi ripudiano la nuova legge di riforma agraria. Non possono tollerare che gli venga sottratto neanche mezzo centimetro delle centinaia di migliaia di ettari di terra che hanno, anche se questa è incolta e non svolge nessuna funzione sociale. Così pagano sicari, paramilitari e in alcuni casi anche le polizie regionali per sgomberare i contadini che occupano le terre perchè privi di tutto e per ammazzare i principali leader del movimento campesino.
Gruppi di compagni organizzati, come la Coordinadora Culturale Simon Bolivar e i Tupamaros sono radicati ormai da anni nel barrio 23 Jenero di Caracas, sono riconosciuti da tutti come esperienze fondamentali del Proceso, simbolo della lotta negli anni della repressione più dura, e attori centrali nel processo di organizzazione popolare nei quartieri "difficili", diretto alla profundizaciòn de la Revoluciòn. Svolgono attività di aggregazione e di controinformazione
A livello sindacale, infine, il Proceso Bolivariano ha significato l'affermazione di una profonda spaccatura del movimento sindacale e della stessa CTV. Lo scontento dei lavoratori è enorme. Per decenni hanno visto i loro diritti svenduti con la concertazione dalla dirigenza corrotta della CTV e calpestati dai padroni di Fedecamaras. Sono così nati diversi sindacati di classe indipendenti e una corrente bolivariana all'interno della stessa CTV. In risposta all'esigenza di organizzazione dei lavoratori si sta rafforzando la Federaciòn Bolivariana de Trabajadores (FBT). Al termine del Congresso nazionale delle rappresentanze di sinistra e "bolivariane", è stato deciso di non creare una nuova centrale dei lavoratori antitetica alla CTV, ma di continuare il lavoro anche all'interno di questa, in quanto era per loro necessario continuare a far emergere le contraddizioni esistenti fra base e direzione cetevista.
Lo scontro di Classe in atto in Venezuela e il Processo bolivariano lanciato da Hugo Chavez sono una spina nel fianco degli Stati Uniti, sia perchè è di intralcio alle loro ambizioni riguardo al petrolio e ai minerali venezuelani, sia perchè si rafforza sempre di più nel subcontinente Americano una posizione di rifiuto dell'Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) tanto voluto dagli Yankee con la cui creazione sottometterebbero totalmente le economie locali, a discapito anche di eventuali ambizioni economiche dell'UE nell'area.
Per questo è necessario appoggiare le lotte degli abitanti di America Latina, in lotta per la loro liberazione e per l'affermazione del progetto bolivariano di unità dei popoli latinoamericani contro il dominio imperialista di Stati Uniti e Unione Europea, come in Bolivia, Colombia, Ecuador, Cuba, Argentina, Guatemala e Venezuela.

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