Quale sicurezza? Contro il terrore della guerra e del capitalismo!
Quello che segue è il documento di convocazione delle iniziative contro il WEF di Davos e contro la conferenza sulla sicurezza di Monaco. Combattiamo uniti contro il WEF a Davos il 25 gennaio 2003 e contro la conferenza della NATO sulla sicurezza dal 7 al 9 febbraio a Monaco.
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Negli ultimi anni il termine sicurezza è diventato lo slogan centrale della propaganda politica, economica e mediatica. Dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001, il panico di massa, specialmente nelle società occidentali, è stato usato per imporre nuove guerre a livello internazionale e per aumentare la repressione all'interno delle società. La guerra americana contro l'Afghanistan, l'escalation della guerra civile in Colombia e della guerra d'occupazione a lungo termine d'Israele contro la popolazione palestinese e la presenza militare di truppe americane, europee e NATO su tutti i continenti rappresenta la versione imperialista di sicurezza internazionale. Anche all'interno delle società, la propaganda dopo l'11 settembre ha radicato nella mentalità della gente la necessità della guerra da parte del cosiddetto mondo civilizzato. Nuove leggi e autorità investigative dovrebbero garantire maggiore sicurezza, quest'ultima dovrebbe esserlo anche grazie a nuove pratiche di autocontrollo e denuncia considerate normali. La sicurezza è la nuova grande promessa che i governi occidentali usano per assicurarsi il sostegno della popolazione. Non importa se si creano nuove leggi sull'immigrazione all'interno dell'UE o della Svizzera, se i partiti stanno facendo campagna elettorale, se gli Stati progettano guerre o se ai cittadini viene consigliato di aiutare la polizia, ovunque e in ogni campo la parola d'ordine è sicurezza. Di conseguenza il nome della conferenza di Monaco sulle possibilità di difesa (Wehrkundetagung) è stato cambiato in conferenza sulla sicurezza. Quest'anno avrà luogo dal 7 al 9 febbraio, due settimane dopo il forum economico mondiale (WEF) che si terrà tra le alpi svizzere il 25 gennaio. Horst Teltschik, l'organizzatore della conferenza militare di Monaco, a capo della fondazione "Herbert Quandt" proprietà della BMW e consigliere del precedente cancelliere tedesco, spiega il cambiamento in questo modo:"Quello che il WEF di Davos è per i massimi rappresentanti dell'economia internazionale, la conferenza sulla sicurezza è per i membri dell'alleanza strategica.
La libertà e la sicurezza discusse in questa conferenza dai leaders dell'economia, dai politici e dai generali significa guerra in tutto il mondo, sfruttamento degli esseri umani e della natura, dominazione dell'uomo sulla donna e oppressione razzista. A livello globale essi organizzano la sicurezza dei loro siti di produzione, del traffico delle merci, del flusso di capitali e dell'accesso alle risorse naturali e stanno pianificando di continuare la lunga e duratura guerra al terrorismo. I piani militari per un attacco contro l'Iraq sono discussi pubblicamente. Noi diciamo: La conferenza militare di Monaco e l'incontro del WEF a Davos sono due facce della stessa medaglia - così, a Monaco e a Davos, porteremo insieme nelle strade la resistenza internazionale contro la guerra e la globalizzazione capitalista.

Davos
Il Forum Economico Mondiale (WEF) è un'istituzione privata con sede a Ginevra. I membri sono le 1000 più grandi società private dell'economia .La condizione per farne parte è di avere una cifra d'affari annuale di almeno un miliardo di dollari. Dai tempi della sua fondazione da parte di Klaus Schwab, che a quel tempo era appena stato nominato professore di economia a Losanna, nel 1971, il WEF è diventato da uno dei più importanti forum e appuntamenti per imporre a livello mondiale il sistema dominante dell'economia di libero mercato .Durante gli ultimi 5 anni, il WEF si è dovuto confrontare con l'aumentare delle critiche e delle resistenze sia in Svizzera che a livello internazionale. Le autorità hanno reagito vietando qualsiasi manifestazione durante il WEF e isolando completamente il villaggio montano di Davos. Nonostante questo la protesta contro il WEF ,in Svizzera ha continuato a crescere e a diventare sempre più grande. Per questo motivo Klaus Schwab ha dovuto trasferire in quattro e quattr'otto il WEF a New York nel 2002. Le autorità non avrebbero potuto organizzare uno spiegamento di forze dell'ordine tale da garantire la sicurezza dei partecipanti. L'alleanza di Olten, che raggruppa differenti gruppi svizzeri di sinistra, ha lanciato un appello per delle manifestazioni e delle azioni contro il WEF. La piattaforma comune dell'alleanza di Olten include, tra le altre cose, l'abolizione del WEF e rifiuta il dialogo con quest'ultimo, dialogo che servirebbe unicamente a migliorare l'immagine del WEF. L'alleanza di Olten mobilita per una grande manifestazione a Davos il 25 gennaio 2003.

München
Come ogni anno la conferenza sulla sicurezza di Monaco (chiamata precedentemente conferenza sulle possibilità di difesa) avrà luogo dal 7 al 9 febbraio 2003 un incontro di rappresentanti governativi degli stati della NATO e di circa 200 strateghi militari, generali ed esperti d'armi di grande importanza. I rappresentanti dell'Europa della NATO, i ministri della guerra ed i ministri degli esteri degli Stati Uniti, Germania, e degli altri stati europei vogliono far credere che questa conferenza servirebbe a proteggere la pace e la sicurezza internazionale. Ma è vero il contrario:stanno pianificando la prossima guerra! Dietro le porte chiuse del rinomato Hotel Bayerischer Hof, nascosti al pubblico, disegnano nuovi piani scenari di guerre in tutto il mondo. Nel febbraio 2003 tutte le forme di protesta sono state proibite ma oltre 10.000 persone sono scese in piazza comunque per manifestare contro la politica di guerra. La coalizione contro la conferenza della NATO sulla sicurezza si mobilita per una grande protesta a Monaco in febbraio 2003.

Questa sicurezza garantisce lo sfruttamento globale
Per lungo tempo, la realtà di molte persone,anche nei paesi dell'Europa occidentale è stata caratterizzata da massicce perdite di sicurezza sociale: tagli nella sanità pubblica, privatizzazioni delle cure mediche, delle pensioni, dei sistemi di educazione e privatizzazione di spazi pubblici. In questo modo tutta la vita sociale diventa una merce. Un'esistenza sicura e dignitosa è appannaggio di una parte sempre più piccola della popolazione, seguendo criteri d'esclusione razzisti e sessisti. La sicurezza materiale è sempre più privatizzata e riportata alla sfera della responsabilità individuale. Questo crea una desolidarizzazione e alienazione aumentando la competizione tra la gente e spesso porta ad una difesa razzista dei privilegi, sia a livello globale che locale. Anche l'agonia psicologica è in estremo aumento. Quelli che sono lasciati indietro sono stati "sfortunati". Ma questa logica di competizione e paralisi non è senza alternativa. La prospettiva di collettività, resistenza e solidarietà è aperta ad ognuno di noi.
In una situazione dove gli stati stanno distruggendo le sicurezze sociali su larga scala nel nome della globalizzazione capitalista, "la sicurezza" fatta di polizia e militarizzazione è la promessa data dall'élite della società ad ognuno. Questa promessa di sicurezza deve creare identità nella costruzione dell'immagine "del nemico", solidarietà con il sistema basato sul profitto e le sue classi dirigenti, un'accettazione incondizionata di guerre globali e di massicce limitazioni alla libertà personale.

Le politiche di costruzione sociale del nemico
L'attuale discorso sulla "sicurezza" divide le persone e definisce chi può partecipare alla vita sociale e chi invece no. Questo diventa estremamente ovvio nel caso delle politiche di immigrazione degli stati europei. Rifugiati ed immigrati sono usati per campagne elettorali razziste e presentati come gente "criminale", "illegale","spacciatori" o potenziali "terroristi". La "sicurezza" per l'Europa dovrebbe essere garantita dai nuovi campi di deportazione, dalla distruzione dei diritti d'asilo o dal SIS (sistema d'informazione di Schengen) fatti per una più rapida deportazione dei richiedenti l'asilo nella fame, sofferenza, tortura e persecuzione. Al summit europeo di Siviglia i governi europei hanno apertamente dichiarato guerra all'immigrazione illegale. Controllo militare e migrazione non possono più stare separati: da adesso in avanti molti stati europei useranno aeroplani militari per le deportazioni di massa; durante le guerre internazionali come quella in Kosovo ed Afghanistan, i rifugiati sono confinati in miseri campi profughi vicini alle proprie case, così da evitare la loro dipartita verso i paesi più ricchi. La mobilità dei rifugiati e dei migranti, le cui risorse sono state saccheggiate dal colonialismo e dallo sfruttamento capitalista, dovrebbe finalmente essere sotto controllo. Le migrazioni, che non possono essere fermate completamente, dovrebbero essere mantenute all'interno di confini cosi da risultare utili agli interessi economici. Migliaia di rifugiati hanno già perso la vita ai piedi dei muri della fortezza Europa. Ma la costruzione sociale di figure nemiche non riguarda solo i rifugiati e gli immigrati, ma tutti coloro per i quali non esiste spazio all'interno di un ordine sociale che divide le persone secondo i loro consumi economici: consumatori di droghe, senza tetto, piccoli criminali, giovani in resistenza e poveri in generale - tutte queste categorie sono dichiarate un rischio per la sicurezza. Grandi parti delle città sono oggi controllate da videocamere, esistono delle aree interdette a tutti.
La militarizzazione contro i cosiddetti nemici interni, è attuata a scopo repressivo e preventivo contro la protesta e la resistenza. Secondo il nuovo pacchetto di misure anti-terrrorismo degli stati europei, diverse forme di azione, che appartengono ai metodi di base dei movimenti sociali, sono criminalizzate come forme di terrorismo:occupazioni, blocchi, sabotaggi e boicottaggi. La lista europea delle organizzazioni terroristiche include anche sostenitori dei prigionieri politici nei paesi Baschi, organizzazioni di sinistra turche e curde, o i guerriglieri colombiani delle FARC. La brutalità della polizia a Göteborg e a Genova e le restrizioni della libertà di movimento e di manifestare a Davos e Monaco ci danno un'idea di come i poteri europei intendono trattare d'ora in avanti i movimenti di resistenza contro la globalizzazione capitalista.

L'insicurezza Planetaria
Risulta cinico o naïve dichiarare che l'economia capitalista renderà il mondo un posto sicuro. E'il contrario. Il mercato mondiale capitalista crea stabilità e sicurezza economica per coloro che, in questo sistema di crescenti profitti, diventa sempre più ricco. La maggior parte della gente è lasciata indietro. Nel 1989, il crollo dei paesi socialisti del blocco dell'est fu celebrato come la "fine della storia" e fu annunciato un periodo di pace perpetua e benessere- è stato creato l'opposto. Il nuovo ordine mondiale annunciato nel 1990 dai leaders del mondo occidentale ha portato di tutto alla specie umana, meno che pace e sicurezza- millioni di persone che potrebbero essere curate muoiono di fame e di malattie e su tutti i continenti infuria la guerra. La nuova equità globale annunciata dai predicatori del mercato libero oggi significa solo questo, esistono di nuovo sweatshops? A Londra e nello stesso tempo vi sono isole di ricchi protetti da guardie armate circondati da masse di poveri a Rio de Janeiro. Il barbaro sfruttamento dei lavoratori nelle infami Maquilladores delle zone di libero commercio non sono un fenomeno esclusivo del cosiddetto Terzo mondo. Anche all'interno dei paesi ricchi esistono dei piani per uno sfruttamento senza limite
Per noi non è niente di nuovo che i rimedi neoliberisti del FMI o della Banca Mondiale, come la privatizzazione dei servizi pubblici ( trasporti,educazione, acqua, poste, telecomunicazioni, etc.), i programmi di aggiustamento strutturale e l'orientamento all'esportazione porta il tutto alla distruzione della vita sociale. E il terrore del mercato mondiale tocca per lo più le donne, che per nutrire i propri figli e le proprie famiglie devono affrontare la diminuzione delle risorse vitali. Queste circostanze provocano spesso resistenze di massa e possono essere sedate solo con l'uso della forza e della violenza contro la gente che ne subisce le conseguenze. Anche in Europa, scioperi e lotte dei lavoratori sono sempre di più la risposta contro gli smantellamenti sociali. In Colombia, l'esercito paramilitare e forze armate private stanno combattendo una guerra sanguinosa contro il popolo e contro qualsiasi movimento sociale. In molti paesi africani, i precedenti poteri coloniali, anche se parlano di cambiamenti democratici, possono sempre contare su dittatori corrotti che garantiscano lo sfruttamento neo-liberista.

La guerra globale come mezzo di gestione internazionale della crisi.
Il paradigma della globalizzazione neo-liberista si è trasformato durante gli ultimi anni. Negli anni 80 nei primi 90 la strategia di base era deregolarizzare, processo che ha causato il collasso parziale delle strutture statali nei paesi del cosiddetto Terzo mondo e l'avanzamento del processo di abolizione dello stato sociale nei paesi ricchi. Ma questo processo di deregolarizzazione ha fatto emergere la necessità di nuove forme di regolarizzazione. Per alcuni anni la deregolarizzazione economica è stata supportata dagli interventi della polizia e dei militari. " La globalizzazione politica" non significa altro che la militarizzazione delle politiche sociali come gestione della crisi dello sfruttamento. La linea di demarcazione tra pace e guerra sta scomparendo: sotto lo slogan "guerra lunga e duratura al terrorismo", la presenza di polizia, militari e di interventi di guerra formano un sistema flessibile di controllo globale- lo stato eccezionale di guerra permanente diventa un illusione di pace perpetua. La creazione di protettorati militari come quelli del Kosovo o della Macedonia fanno parte di questo sistema flessibile di controllo così come l'espansione delle coalizioni di guerra. I piani di espansione ad est della NATO rappresentano la colonizzazione imperialista attuata tramite l'integrazione di un'intera regione nelle strutture militari esistenti.
La situazione politica interna dei paesi così detti dell "Eurasia balcanica", Afghanistan, Georgia, Kazachistan, dei paesi caucasici e di altri stati della precedente unione sovietica è considerata molto instabile. In questi paesi ci sono grosse riserve di petrolio, gas naturale e altre risorse: nello stesso tempo le vie di passaggio e trasporto futuro tra regioni orientali e occidentali dell'Eurasia passa attraverso questa zona. A causa degli interessi materiali e della necessità di sicurezza definita dagli stati della NATO, questa regione ha assunto una grande importanza economica. L'espansione ad est della NATO è un ulteriore passo verso degli interventi nell'Asia centrale. Tenendo in considerazione la possibilità che si creino nuove costellazioni e coalizioni di potere (per esempio l'asse Russia,Cina e India) e la posizione geostrategica, i paesi occidentali non vogliono perdere l'occasione di poter dominare l'Asia Centrale. Lo stato di miseria attuale dell'Afghanistan è il risultato di 20 anni di aiuti stranieri alle differenti forze di guerra favorevoli ai propri interessi. Le guerre combattute dagli stati della NATO e la logica di destabilizzazione si completano perfettamente. Secondo il cinico principio di "distruzione creativa", ogni guerra apre nuove possibilità di sfruttamento: ricostruzione dei paesi rasi al suolo, nuovi accessi a manodopera e risorse naturali e profitti per l'industria bellica. La fame di ulteriore sfruttamento non conosce limiti. La prossima aggressione è pianificata apertamente contro l'Iraq. Per più di 30 anni il Medio Oriente è stato nelle mire dell'aggressione imperialista a causa del suo petrolio e delle risorse di gas. Il prossimo passo della "guerra al terrorismo" avrà luogo in questa regione geostrategicamente importante: si sta preparando un attacco militare contro l'Iraq che coinvolge 150.000 soldati (forse utilizzando armi tattiche nucleari) e se ne sta dibattendo pubblicamente dalla fine del 2001- fino ad oggi, non c'è stata una rilevante resistenza contro questi piani.

Repressione e integrazione come gestione delle crisi interne
Strategie di integrazione e contenimento sono anche importanti per proteggere gli interessi dello sfruttamento capitalista nei paesi occidentali. Specialmente i socialdemocratici europei e altri riformisti di sinistra sono a loro volta parte dei partiti conservatori, e rinforzano la conversione delle società neo-liberiste o fanno nascere delle illusioni keynesiane. Usando politiche del tipo "siamo tutti cittadini" hanno da lungo tempo abbandonato la lotta per cambiare il sistema e tuttavia cercano di venderci le loro guerre e i loro tagli sociali come "captalismo dal volto umano". Non stiamo parlando solo di criticismo tattico contro la guerra in Iraq, e non stiamo facendo retorica ecologica o sociale, ma si tratta dell'attitudine di base nei confronti degli interventi militari, della guerra quotidiana contro i rifugiati, della crescente repressione contro la popolazione e il continuo sfruttamento. Da questo punto di vista, la socialdemocrazia è ancora una parte della guerra. Per questa ragione rifiutiamo comunque il concetto di un "Europa civile" come alternativa al presupposto imperialismo aggressivo degli USA.
Il concetto di "sviluppo sostenibile" che ha affascinato durante gli ultimi anni è mostrato come una sorta di capitalismo ragionevole e dolce. Dietro questo slogan populista, molte ONG che erano critiche stanno partecipando al rinnovamento della produzione capitalista. Ma qualsiasi condivisione della prospettiva di crescita porta alla catastrofe ecologica, qualsiasi ordine capitalista significa sfruttamento. Il concetto di "sviluppo sostenibile" non è una promessa per un futuro migliore, ma significa mantenimento di uno sfruttamento sostenibile. Contro qualsiasi promessa di sostenibilità, le cosiddette nuove tecnologie in settori come la biologia e la tecnologia nucleare e l'ingegneria genetica portano a sempre più insicurezza sulle conseguenze della loro crescita.
Dietro alle frasi accattivanti sulle novità, le scoperte spesso non vi è che il mantenimento delle relazioni di potere esistenti. La strategia di "abbracciare i movimenti sociali, l'integrazione delle ONG" in certe decisioni non sono in contraddizione con la crescità di politiche reazionarie riguardo altri aspetti. La funzione più importante di questa integrazione è la scomparsa di una aperta opposizione. Il "dialogo" propagandato dal WEF a Davos è un tentativo di nascondere i propri scandali creando un clima di fiducia non vincolante e che evita qualsiasi tipo di negoziazione sostanziale. Non seguiremo queste strategie di integrazione. Non esiste dialogo con il potere!

La competizione imperialista e le dinamiche di guerra
Come abbiamo visto durante la disputa precedente la guerra in Jugoslavia o la maniera in cui gli USA stanno preparando l'attacco contro l'Iraq secondo la propria autorità, gli stati potenti di questa terra non agiscono sempre uniti. Quando organizzano il controllo e lo sfruttamento. Le loro alleanze sono caratterizzate da profonde rotture e competizioni, che risaltano nelle guerre tra paesi rappresentanti (nelle guerre in Ruanda e in Congo, la competizione tra Francia e USA giocò un ruolo importante; un altro esempio è la guerra nei Balcani), nelle guerre per il commercio o nel presente conflitto riguardante la corte criminale internazionale (ICC).Il rifiuto dell'attacco contro l'Iraq da parte di alcuni stati europei non ha niente a che vedere con il loro amore per la pace, ma con diversi interessi economici e idee di ordine nel medio-oriente. Anche se gli USA dell'amministrazione Bush optano spesso per dei metodi duri (militari) per la sicurezza internazionale, mentre l'EU cerca di presentarsi come il difensore dei diritti umani, i loro scopi sono sempre gli stessi: conquistare i pezzi migliori nel regime globale di controllo dei mercati e delle risorse. Guardando i piani per una rapida costituzione di un intervento militare europeo, vediamo che queste differenze sono una conseguenza delle ancora limitate possibilità di azione militare europea piuttosto che la conseguenza di scrupoli morali: dal 2003 in avanti,60.000 soldati appartenenti alle truppe di intervento europe e dovrebbero essere pronte per agire in un raggio di 4.000 km attorno all'EU nel giro di 60 giorni. All'interno di questo intervento armato, le relazioni di potere sono chiare: un generale tedesco comanderà le truppe, il più grande contingente sarà costituito da soldati tedeschi. 13 anni dopo la soppressione della DDR, la Germania, all'interno dell'unione europea riceve i mezzi necessari per combattere per i propri interessi al fine di essere una grande potenza anche a livello militare.

Contro il patriarcato
e la militarizzazione della società
La militarizzazione della società è sempre legata all'aumento dell'oppressione patriarcale: in special modo le donne e i bambini sono toccati dalle strutture patriarcali delle guerre e delle società militarizzate. Così le nostre politiche contro la guerra devono evidenziare in maniera radicale le relazioni tra guerra e aumento della violenza maschile contro donne e bambini, le relazioni tra guerra e stupro, tra militari e prostituzione. In una società patriarcale, le relazioni umane e la divisione tra produzione e riproduzione sono caratterizzate da una gerarchia di genere. La più grande espressione di questo è la violenza sessuale commessa dagli uomini che usano i loro corpi come armi di oppressione. La storia degli stati nazionali, le loro conquiste coloniali sono legati inseparabilmente alla costruzione del uomo soldato.
Nell'era del patriarcato moderno, non c'è più bisogno di criteri biologici di esclusione. Sabotiamo le definizioni sessiste di genere, distruggiamo le diverse costruzioni di uomini soldato.

Senza giustizia nessuna pace!
La guerra è una situazione sociale permanente: quasi tutti gli aspetti della società sono soggetti alla logica di militarizzazione. La guerra non ha luogo solo alla televisione ma ai confini, nei campi profughi, nei campi minati e nelle regioni inquinate. La guerra permanente non conosce nessun limite di spazio e di tempo, solo dal nostro punto di vista privilegiato, la guerra è uno stato eccezionale di oppressione. Sia la globalizzazione capitalista e la guerra che ne consegue si devono confrontare con un aumento della resistenza. La popolazione boliviana contro la privatizzazione delle riserve di acqua potabile, gli argentini stanno combattendo contro la morsa strangolatrice del FMI, i contadini indiani contro il controllo delle semenze da parte delle multinazionali (patenti). Le lotte contro il summit di Seattle, Praga e Genova organizzate dai movimenti di base radicali mostrano che anche qui nei paesi ricchi la resistenza sta crescendo. Anche la mobilitazione contro il vertice del G8 nel giugno del 2003 che si svolgerà a Evian in Francia sul lago di Ginevra sta avanzando. È la diversità e la determinazione di queste lotte internazionaliste alle quali ci stiamo riferendo e dalle quali abbiamo imparato sia il fatto che oggi è fondamentale interpretare lo sfruttamento planetario e la sua protezione alle politiche guerrafondaie come due facce della stessa medaglia e sia la resistenza massiccia contro questo sistema. Diciamo anche: non è lo scopo di questo movimento di protesta compiacere le classi del potere dirigente di questa terra. Non accettiamo di essere divisi in buoni e cattivi ma scegliamo noi i nostri mezzi di resistenza. Loro stanno preparando le prossime guerre, la semplice protesta non sarà sufficiente se vogliano impedirle. Se vogliamo fermare la macchina di guerra dobbiamo denominare i responsabili, bloccare e smantellare le strutture e le loro logiche.

AG- Kultur und Kampf Herbrechtingen
AJaK - Anarchistische Jugend ausser Kontrolle
AK Internationalismus München
AL-Antifaschistische Linke/Österreich
antifa hg frankfurt
Antifa Lindau
Antifaschistische Aktion Hannover
Antifa Sofa Landshut
Anti-WTO Bündnis Basel
Anti-WTO-Koordination, Swiss
APR, Radio Student 89.3 Ljubljana
Autonome Antifa Eppelheim
Autonome Anti-Kriegs-Gruppen Berlin
Autonome KommunistInnen Berlin
Axis Of Evil Munich
Bundersweite Antimilitaristische Koordination “Krieg ist Frieden" (KiF), BRD
C.A.R.A. Stuttgart
c.s.a. malepasso (ital)
c.s.a.tonita chioggia (ital)
DADAvos - Globalisierungskritisches Forum Graubünden (CH)
DHKC International
emanzipationhumanum.de
fels (für eine linke Strömung)
FI Eierplätzchen Köln
Freitagscafe München
Front für Rechte und Freiheiten (HÖC), Türkei
Infogruppe Freising
Infoladen Grauzone (Innsbruck)
Informationsstelle Militarisierung
kaffee und kuchen (zuerich)
kulturförderverein wichtig e.v. münchen
kulturschock zelle Reutlingen
Libertad!
Linksruck
organisierte autonomie (oa) nürnberg
pat-ex München
Rote Aktion Kornstraße (RAK) Hannover
SDAJ Bundesvorstand
WiKoop [widerstandskooperative]

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