Quale sicurezza? Contro il terrore della guerra
e del capitalismo!
Quello che segue è il documento di convocazione delle
iniziative contro il WEF di Davos e contro la conferenza sulla sicurezza
di Monaco. Combattiamo uniti contro il WEF a Davos il 25 gennaio 2003
e contro la conferenza della NATO sulla sicurezza dal 7 al 9 febbraio
a Monaco.
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Negli ultimi anni il termine sicurezza è diventato
lo slogan centrale della propaganda politica, economica e mediatica. Dopo
gli attacchi dell'11 settembre 2001, il panico di massa, specialmente
nelle società occidentali, è stato usato per imporre nuove
guerre a livello internazionale e per aumentare la repressione all'interno
delle società. La guerra americana contro l'Afghanistan, l'escalation
della guerra civile in Colombia e della guerra d'occupazione a lungo termine
d'Israele contro la popolazione palestinese e la presenza militare di
truppe americane, europee e NATO su tutti i continenti rappresenta la
versione imperialista di sicurezza internazionale. Anche all'interno delle
società, la propaganda dopo l'11 settembre ha radicato nella mentalità
della gente la necessità della guerra da parte del cosiddetto mondo
civilizzato. Nuove leggi e autorità investigative dovrebbero garantire
maggiore sicurezza, quest'ultima dovrebbe esserlo anche grazie a nuove
pratiche di autocontrollo e denuncia considerate normali. La sicurezza
è la nuova grande promessa che i governi occidentali usano per
assicurarsi il sostegno della popolazione. Non importa se si creano nuove
leggi sull'immigrazione all'interno dell'UE o della Svizzera, se i partiti
stanno facendo campagna elettorale, se gli Stati progettano guerre o se
ai cittadini viene consigliato di aiutare la polizia, ovunque e in ogni
campo la parola d'ordine è sicurezza. Di conseguenza il nome della
conferenza di Monaco sulle possibilità di difesa (Wehrkundetagung)
è stato cambiato in conferenza sulla sicurezza. Quest'anno avrà
luogo dal 7 al 9 febbraio, due settimane dopo il forum economico mondiale
(WEF) che si terrà tra le alpi svizzere il 25 gennaio. Horst Teltschik,
l'organizzatore della conferenza militare di Monaco, a capo della fondazione
"Herbert Quandt" proprietà della BMW e consigliere del
precedente cancelliere tedesco, spiega il cambiamento in questo modo:"Quello
che il WEF di Davos è per i massimi rappresentanti dell'economia
internazionale, la conferenza sulla sicurezza è per i membri dell'alleanza
strategica.
La libertà e la sicurezza discusse in questa conferenza dai leaders
dell'economia, dai politici e dai generali significa guerra in tutto il
mondo, sfruttamento degli esseri umani e della natura, dominazione dell'uomo
sulla donna e oppressione razzista. A livello globale essi organizzano
la sicurezza dei loro siti di produzione, del traffico delle merci, del
flusso di capitali e dell'accesso alle risorse naturali e stanno pianificando
di continuare la lunga e duratura guerra al terrorismo. I piani militari
per un attacco contro l'Iraq sono discussi pubblicamente. Noi diciamo:
La conferenza militare di Monaco e l'incontro del WEF a Davos sono due
facce della stessa medaglia - così, a Monaco e a Davos, porteremo
insieme nelle strade la resistenza internazionale contro la guerra e la
globalizzazione capitalista.
Davos
Il Forum Economico Mondiale (WEF) è un'istituzione privata con
sede a Ginevra. I membri sono le 1000 più grandi società
private dell'economia .La condizione per farne parte è di avere
una cifra d'affari annuale di almeno un miliardo di dollari. Dai tempi
della sua fondazione da parte di Klaus Schwab, che a quel tempo era appena
stato nominato professore di economia a Losanna, nel 1971, il WEF è
diventato da uno dei più importanti forum e appuntamenti per imporre
a livello mondiale il sistema dominante dell'economia di libero mercato
.Durante gli ultimi 5 anni, il WEF si è dovuto confrontare con
l'aumentare delle critiche e delle resistenze sia in Svizzera che a livello
internazionale. Le autorità hanno reagito vietando qualsiasi manifestazione
durante il WEF e isolando completamente il villaggio montano di Davos.
Nonostante questo la protesta contro il WEF ,in Svizzera ha continuato
a crescere e a diventare sempre più grande. Per questo motivo Klaus
Schwab ha dovuto trasferire in quattro e quattr'otto il WEF a New York
nel 2002. Le autorità non avrebbero potuto organizzare uno spiegamento
di forze dell'ordine tale da garantire la sicurezza dei partecipanti.
L'alleanza di Olten, che raggruppa differenti gruppi svizzeri di sinistra,
ha lanciato un appello per delle manifestazioni e delle azioni contro
il WEF. La piattaforma comune dell'alleanza di Olten include, tra le altre
cose, l'abolizione del WEF e rifiuta il dialogo con quest'ultimo, dialogo
che servirebbe unicamente a migliorare l'immagine del WEF. L'alleanza
di Olten mobilita per una grande manifestazione a Davos il 25 gennaio
2003.
München
Come ogni anno la conferenza sulla sicurezza di Monaco (chiamata precedentemente
conferenza sulle possibilità di difesa) avrà luogo dal 7
al 9 febbraio 2003 un incontro di rappresentanti governativi degli stati
della NATO e di circa 200 strateghi militari, generali ed esperti d'armi
di grande importanza. I rappresentanti dell'Europa della NATO, i ministri
della guerra ed i ministri degli esteri degli Stati Uniti, Germania, e
degli altri stati europei vogliono far credere che questa conferenza servirebbe
a proteggere la pace e la sicurezza internazionale. Ma è vero il
contrario:stanno pianificando la prossima guerra! Dietro le porte chiuse
del rinomato Hotel Bayerischer Hof, nascosti al pubblico, disegnano nuovi
piani scenari di guerre in tutto il mondo. Nel febbraio 2003 tutte le
forme di protesta sono state proibite ma oltre 10.000 persone sono scese
in piazza comunque per manifestare contro la politica di guerra. La coalizione
contro la conferenza della NATO sulla sicurezza si mobilita per una grande
protesta a Monaco in febbraio 2003.
Questa sicurezza garantisce lo sfruttamento globale
Per lungo tempo, la realtà di molte persone,anche nei paesi dell'Europa
occidentale è stata caratterizzata da massicce perdite di sicurezza
sociale: tagli nella sanità pubblica, privatizzazioni delle cure
mediche, delle pensioni, dei sistemi di educazione e privatizzazione di
spazi pubblici. In questo modo tutta la vita sociale diventa una merce.
Un'esistenza sicura e dignitosa è appannaggio di una parte sempre
più piccola della popolazione, seguendo criteri d'esclusione razzisti
e sessisti. La sicurezza materiale è sempre più privatizzata
e riportata alla sfera della responsabilità individuale. Questo
crea una desolidarizzazione e alienazione aumentando la competizione tra
la gente e spesso porta ad una difesa razzista dei privilegi, sia a livello
globale che locale. Anche l'agonia psicologica è in estremo aumento.
Quelli che sono lasciati indietro sono stati "sfortunati". Ma
questa logica di competizione e paralisi non è senza alternativa.
La prospettiva di collettività, resistenza e solidarietà
è aperta ad ognuno di noi.
In una situazione dove gli stati stanno distruggendo le sicurezze sociali
su larga scala nel nome della globalizzazione capitalista, "la sicurezza"
fatta di polizia e militarizzazione è la promessa data dall'élite
della società ad ognuno. Questa promessa di sicurezza deve creare
identità nella costruzione dell'immagine "del nemico",
solidarietà con il sistema basato sul profitto e le sue classi
dirigenti, un'accettazione incondizionata di guerre globali e di massicce
limitazioni alla libertà personale.
Le politiche di costruzione sociale del nemico
L'attuale discorso sulla "sicurezza" divide le persone e definisce
chi può partecipare alla vita sociale e chi invece no. Questo diventa
estremamente ovvio nel caso delle politiche di immigrazione degli stati
europei. Rifugiati ed immigrati sono usati per campagne elettorali razziste
e presentati come gente "criminale", "illegale","spacciatori"
o potenziali "terroristi". La "sicurezza" per l'Europa
dovrebbe essere garantita dai nuovi campi di deportazione, dalla distruzione
dei diritti d'asilo o dal SIS (sistema d'informazione di Schengen) fatti
per una più rapida deportazione dei richiedenti l'asilo nella fame,
sofferenza, tortura e persecuzione. Al summit europeo di Siviglia i governi
europei hanno apertamente dichiarato guerra all'immigrazione illegale.
Controllo militare e migrazione non possono più stare separati:
da adesso in avanti molti stati europei useranno aeroplani militari per
le deportazioni di massa; durante le guerre internazionali come quella
in Kosovo ed Afghanistan, i rifugiati sono confinati in miseri campi profughi
vicini alle proprie case, così da evitare la loro dipartita verso
i paesi più ricchi. La mobilità dei rifugiati e dei migranti,
le cui risorse sono state saccheggiate dal colonialismo e dallo sfruttamento
capitalista, dovrebbe finalmente essere sotto controllo. Le migrazioni,
che non possono essere fermate completamente, dovrebbero essere mantenute
all'interno di confini cosi da risultare utili agli interessi economici.
Migliaia di rifugiati hanno già perso la vita ai piedi dei muri
della fortezza Europa. Ma la costruzione sociale di figure nemiche non
riguarda solo i rifugiati e gli immigrati, ma tutti coloro per i quali
non esiste spazio all'interno di un ordine sociale che divide le persone
secondo i loro consumi economici: consumatori di droghe, senza tetto,
piccoli criminali, giovani in resistenza e poveri in generale - tutte
queste categorie sono dichiarate un rischio per la sicurezza. Grandi parti
delle città sono oggi controllate da videocamere, esistono delle
aree interdette a tutti.
La militarizzazione contro i cosiddetti nemici interni, è attuata
a scopo repressivo e preventivo contro la protesta e la resistenza. Secondo
il nuovo pacchetto di misure anti-terrrorismo degli stati europei, diverse
forme di azione, che appartengono ai metodi di base dei movimenti sociali,
sono criminalizzate come forme di terrorismo:occupazioni, blocchi, sabotaggi
e boicottaggi. La lista europea delle organizzazioni terroristiche include
anche sostenitori dei prigionieri politici nei paesi Baschi, organizzazioni
di sinistra turche e curde, o i guerriglieri colombiani delle FARC. La
brutalità della polizia a Göteborg e a Genova e le restrizioni
della libertà di movimento e di manifestare a Davos e Monaco ci
danno un'idea di come i poteri europei intendono trattare d'ora in avanti
i movimenti di resistenza contro la globalizzazione capitalista.
L'insicurezza Planetaria
Risulta cinico o naïve dichiarare che l'economia capitalista renderà
il mondo un posto sicuro. E'il contrario. Il mercato mondiale capitalista
crea stabilità e sicurezza economica per coloro che, in questo
sistema di crescenti profitti, diventa sempre più ricco. La maggior
parte della gente è lasciata indietro. Nel 1989, il crollo dei
paesi socialisti del blocco dell'est fu celebrato come la "fine della
storia" e fu annunciato un periodo di pace perpetua e benessere-
è stato creato l'opposto. Il nuovo ordine mondiale annunciato nel
1990 dai leaders del mondo occidentale ha portato di tutto alla specie
umana, meno che pace e sicurezza- millioni di persone che potrebbero essere
curate muoiono di fame e di malattie e su tutti i continenti infuria la
guerra. La nuova equità globale annunciata dai predicatori del
mercato libero oggi significa solo questo, esistono di nuovo sweatshops?
A Londra e nello stesso tempo vi sono isole di ricchi protetti da guardie
armate circondati da masse di poveri a Rio de Janeiro. Il barbaro sfruttamento
dei lavoratori nelle infami Maquilladores delle zone di libero commercio
non sono un fenomeno esclusivo del cosiddetto Terzo mondo. Anche all'interno
dei paesi ricchi esistono dei piani per uno sfruttamento senza limite
Per noi non è niente di nuovo che i rimedi neoliberisti del FMI
o della Banca Mondiale, come la privatizzazione dei servizi pubblici (
trasporti,educazione, acqua, poste, telecomunicazioni, etc.), i programmi
di aggiustamento strutturale e l'orientamento all'esportazione porta il
tutto alla distruzione della vita sociale. E il terrore del mercato mondiale
tocca per lo più le donne, che per nutrire i propri figli e le
proprie famiglie devono affrontare la diminuzione delle risorse vitali.
Queste circostanze provocano spesso resistenze di massa e possono essere
sedate solo con l'uso della forza e della violenza contro la gente che
ne subisce le conseguenze. Anche in Europa, scioperi e lotte dei lavoratori
sono sempre di più la risposta contro gli smantellamenti sociali.
In Colombia, l'esercito paramilitare e forze armate private stanno combattendo
una guerra sanguinosa contro il popolo e contro qualsiasi movimento sociale.
In molti paesi africani, i precedenti poteri coloniali, anche se parlano
di cambiamenti democratici, possono sempre contare su dittatori corrotti
che garantiscano lo sfruttamento neo-liberista.
La guerra globale come mezzo di gestione internazionale
della crisi.
Il paradigma della globalizzazione neo-liberista si è trasformato
durante gli ultimi anni. Negli anni 80 nei primi 90 la strategia di base
era deregolarizzare, processo che ha causato il collasso parziale delle
strutture statali nei paesi del cosiddetto Terzo mondo e l'avanzamento
del processo di abolizione dello stato sociale nei paesi ricchi. Ma questo
processo di deregolarizzazione ha fatto emergere la necessità di
nuove forme di regolarizzazione. Per alcuni anni la deregolarizzazione
economica è stata supportata dagli interventi della polizia e dei
militari. " La globalizzazione politica" non significa altro
che la militarizzazione delle politiche sociali come gestione della crisi
dello sfruttamento. La linea di demarcazione tra pace e guerra sta scomparendo:
sotto lo slogan "guerra lunga e duratura al terrorismo", la
presenza di polizia, militari e di interventi di guerra formano un sistema
flessibile di controllo globale- lo stato eccezionale di guerra permanente
diventa un illusione di pace perpetua. La creazione di protettorati militari
come quelli del Kosovo o della Macedonia fanno parte di questo sistema
flessibile di controllo così come l'espansione delle coalizioni
di guerra. I piani di espansione ad est della NATO rappresentano la colonizzazione
imperialista attuata tramite l'integrazione di un'intera regione nelle
strutture militari esistenti.
La situazione politica interna dei paesi così detti dell "Eurasia
balcanica", Afghanistan, Georgia, Kazachistan, dei paesi caucasici
e di altri stati della precedente unione sovietica è considerata
molto instabile. In questi paesi ci sono grosse riserve di petrolio, gas
naturale e altre risorse: nello stesso tempo le vie di passaggio e trasporto
futuro tra regioni orientali e occidentali dell'Eurasia passa attraverso
questa zona. A causa degli interessi materiali e della necessità
di sicurezza definita dagli stati della NATO, questa regione ha assunto
una grande importanza economica. L'espansione ad est della NATO è
un ulteriore passo verso degli interventi nell'Asia centrale. Tenendo
in considerazione la possibilità che si creino nuove costellazioni
e coalizioni di potere (per esempio l'asse Russia,Cina e India) e la posizione
geostrategica, i paesi occidentali non vogliono perdere l'occasione di
poter dominare l'Asia Centrale. Lo stato di miseria attuale dell'Afghanistan
è il risultato di 20 anni di aiuti stranieri alle differenti forze
di guerra favorevoli ai propri interessi. Le guerre combattute dagli stati
della NATO e la logica di destabilizzazione si completano perfettamente.
Secondo il cinico principio di "distruzione creativa", ogni
guerra apre nuove possibilità di sfruttamento: ricostruzione dei
paesi rasi al suolo, nuovi accessi a manodopera e risorse naturali e profitti
per l'industria bellica. La fame di ulteriore sfruttamento non conosce
limiti. La prossima aggressione è pianificata apertamente contro
l'Iraq. Per più di 30 anni il Medio Oriente è stato nelle
mire dell'aggressione imperialista a causa del suo petrolio e delle risorse
di gas. Il prossimo passo della "guerra al terrorismo" avrà
luogo in questa regione geostrategicamente importante: si sta preparando
un attacco militare contro l'Iraq che coinvolge 150.000 soldati (forse
utilizzando armi tattiche nucleari) e se ne sta dibattendo pubblicamente
dalla fine del 2001- fino ad oggi, non c'è stata una rilevante
resistenza contro questi piani.
Repressione e integrazione come gestione delle
crisi interne
Strategie di integrazione e contenimento sono anche importanti per proteggere
gli interessi dello sfruttamento capitalista nei paesi occidentali. Specialmente
i socialdemocratici europei e altri riformisti di sinistra sono a loro
volta parte dei partiti conservatori, e rinforzano la conversione delle
società neo-liberiste o fanno nascere delle illusioni keynesiane.
Usando politiche del tipo "siamo tutti cittadini" hanno da lungo
tempo abbandonato la lotta per cambiare il sistema e tuttavia cercano
di venderci le loro guerre e i loro tagli sociali come "captalismo
dal volto umano". Non stiamo parlando solo di criticismo tattico
contro la guerra in Iraq, e non stiamo facendo retorica ecologica o sociale,
ma si tratta dell'attitudine di base nei confronti degli interventi militari,
della guerra quotidiana contro i rifugiati, della crescente repressione
contro la popolazione e il continuo sfruttamento. Da questo punto di vista,
la socialdemocrazia è ancora una parte della guerra. Per questa
ragione rifiutiamo comunque il concetto di un "Europa civile"
come alternativa al presupposto imperialismo aggressivo degli USA.
Il concetto di "sviluppo sostenibile" che ha affascinato durante
gli ultimi anni è mostrato come una sorta di capitalismo ragionevole
e dolce. Dietro questo slogan populista, molte ONG che erano critiche
stanno partecipando al rinnovamento della produzione capitalista. Ma qualsiasi
condivisione della prospettiva di crescita porta alla catastrofe ecologica,
qualsiasi ordine capitalista significa sfruttamento. Il concetto di "sviluppo
sostenibile" non è una promessa per un futuro migliore, ma
significa mantenimento di uno sfruttamento sostenibile. Contro qualsiasi
promessa di sostenibilità, le cosiddette nuove tecnologie in settori
come la biologia e la tecnologia nucleare e l'ingegneria genetica portano
a sempre più insicurezza sulle conseguenze della loro crescita.
Dietro alle frasi accattivanti sulle novità, le scoperte spesso
non vi è che il mantenimento delle relazioni di potere esistenti.
La strategia di "abbracciare i movimenti sociali, l'integrazione
delle ONG" in certe decisioni non sono in contraddizione con la crescità
di politiche reazionarie riguardo altri aspetti. La funzione più
importante di questa integrazione è la scomparsa di una aperta
opposizione. Il "dialogo" propagandato dal WEF a Davos è
un tentativo di nascondere i propri scandali creando un clima di fiducia
non vincolante e che evita qualsiasi tipo di negoziazione sostanziale.
Non seguiremo queste strategie di integrazione. Non esiste dialogo con
il potere!
La competizione imperialista e le dinamiche di
guerra
Come abbiamo visto durante la disputa precedente la guerra in Jugoslavia
o la maniera in cui gli USA stanno preparando l'attacco contro l'Iraq
secondo la propria autorità, gli stati potenti di questa terra
non agiscono sempre uniti. Quando organizzano il controllo e lo sfruttamento.
Le loro alleanze sono caratterizzate da profonde rotture e competizioni,
che risaltano nelle guerre tra paesi rappresentanti (nelle guerre in Ruanda
e in Congo, la competizione tra Francia e USA giocò un ruolo importante;
un altro esempio è la guerra nei Balcani), nelle guerre per il
commercio o nel presente conflitto riguardante la corte criminale internazionale
(ICC).Il rifiuto dell'attacco contro l'Iraq da parte di alcuni stati europei
non ha niente a che vedere con il loro amore per la pace, ma con diversi
interessi economici e idee di ordine nel medio-oriente. Anche se gli USA
dell'amministrazione Bush optano spesso per dei metodi duri (militari)
per la sicurezza internazionale, mentre l'EU cerca di presentarsi come
il difensore dei diritti umani, i loro scopi sono sempre gli stessi: conquistare
i pezzi migliori nel regime globale di controllo dei mercati e delle risorse.
Guardando i piani per una rapida costituzione di un intervento militare
europeo, vediamo che queste differenze sono una conseguenza delle ancora
limitate possibilità di azione militare europea piuttosto che la
conseguenza di scrupoli morali: dal 2003 in avanti,60.000 soldati appartenenti
alle truppe di intervento europe e dovrebbero essere pronte per agire
in un raggio di 4.000 km attorno all'EU nel giro di 60 giorni. All'interno
di questo intervento armato, le relazioni di potere sono chiare: un generale
tedesco comanderà le truppe, il più grande contingente sarà
costituito da soldati tedeschi. 13 anni dopo la soppressione della DDR,
la Germania, all'interno dell'unione europea riceve i mezzi necessari
per combattere per i propri interessi al fine di essere una grande potenza
anche a livello militare.
Contro il patriarcato
e la militarizzazione della società
La militarizzazione della società è sempre legata all'aumento
dell'oppressione patriarcale: in special modo le donne e i bambini sono
toccati dalle strutture patriarcali delle guerre e delle società
militarizzate. Così le nostre politiche contro la guerra devono
evidenziare in maniera radicale le relazioni tra guerra e aumento della
violenza maschile contro donne e bambini, le relazioni tra guerra e stupro,
tra militari e prostituzione. In una società patriarcale, le relazioni
umane e la divisione tra produzione e riproduzione sono caratterizzate
da una gerarchia di genere. La più grande espressione di questo
è la violenza sessuale commessa dagli uomini che usano i loro corpi
come armi di oppressione. La storia degli stati nazionali, le loro conquiste
coloniali sono legati inseparabilmente alla costruzione del uomo soldato.
Nell'era del patriarcato moderno, non c'è più bisogno di
criteri biologici di esclusione. Sabotiamo le definizioni sessiste di
genere, distruggiamo le diverse costruzioni di uomini soldato.
Senza giustizia nessuna pace!
La guerra è una situazione sociale permanente: quasi tutti gli
aspetti della società sono soggetti alla logica di militarizzazione.
La guerra non ha luogo solo alla televisione ma ai confini, nei campi
profughi, nei campi minati e nelle regioni inquinate. La guerra permanente
non conosce nessun limite di spazio e di tempo, solo dal nostro punto
di vista privilegiato, la guerra è uno stato eccezionale di oppressione.
Sia la globalizzazione capitalista e la guerra che ne consegue si devono
confrontare con un aumento della resistenza. La popolazione boliviana
contro la privatizzazione delle riserve di acqua potabile, gli argentini
stanno combattendo contro la morsa strangolatrice del FMI, i contadini
indiani contro il controllo delle semenze da parte delle multinazionali
(patenti). Le lotte contro il summit di Seattle, Praga e Genova organizzate
dai movimenti di base radicali mostrano che anche qui nei paesi ricchi
la resistenza sta crescendo. Anche la mobilitazione contro il vertice
del G8 nel giugno del 2003 che si svolgerà a Evian in Francia sul
lago di Ginevra sta avanzando. È la diversità e la determinazione
di queste lotte internazionaliste alle quali ci stiamo riferendo e dalle
quali abbiamo imparato sia il fatto che oggi è fondamentale interpretare
lo sfruttamento planetario e la sua protezione alle politiche guerrafondaie
come due facce della stessa medaglia e sia la resistenza massiccia contro
questo sistema. Diciamo anche: non è lo scopo di questo movimento
di protesta compiacere le classi del potere dirigente di questa terra.
Non accettiamo di essere divisi in buoni e cattivi ma scegliamo noi i
nostri mezzi di resistenza. Loro stanno preparando le prossime guerre,
la semplice protesta non sarà sufficiente se vogliano impedirle.
Se vogliamo fermare la macchina di guerra dobbiamo denominare i responsabili,
bloccare e smantellare le strutture e le loro logiche.
AG- Kultur und Kampf Herbrechtingen
AJaK - Anarchistische Jugend ausser Kontrolle
AK Internationalismus München
AL-Antifaschistische Linke/Österreich
antifa hg frankfurt
Antifa Lindau
Antifaschistische Aktion Hannover
Antifa Sofa Landshut
Anti-WTO Bündnis Basel
Anti-WTO-Koordination, Swiss
APR, Radio Student 89.3 Ljubljana
Autonome Antifa Eppelheim
Autonome Anti-Kriegs-Gruppen Berlin
Autonome KommunistInnen Berlin
Axis Of Evil Munich
Bundersweite Antimilitaristische Koordination “Krieg ist Frieden"
(KiF), BRD
C.A.R.A. Stuttgart
c.s.a. malepasso (ital)
c.s.a.tonita chioggia (ital)
DADAvos - Globalisierungskritisches Forum Graubünden (CH)
DHKC International
emanzipationhumanum.de
fels (für eine linke Strömung)
FI Eierplätzchen Köln
Freitagscafe München
Front für Rechte und Freiheiten (HÖC), Türkei
Infogruppe Freising
Infoladen Grauzone (Innsbruck)
Informationsstelle Militarisierung
kaffee und kuchen (zuerich)
kulturförderverein wichtig e.v. münchen
kulturschock zelle Reutlingen
Libertad!
Linksruck
organisierte autonomie (oa) nürnberg
pat-ex München
Rote Aktion Kornstraße (RAK) Hannover
SDAJ Bundesvorstand
WiKoop [widerstandskooperative]
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all'Indice di SC 10 (1/2003)
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