Senza Censura n. 9 -
3/2002
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Batasuna illegale?
Alcune riflessioni su come mettere fuori
legge un partito scomodo
Questi materiali dovevano essere di completamento
all'intervista ad un compagno basco, in programma per questo numero, che
per cause indipendenti dalla nostra volontà non ha potuto avere
luogo.
Vista l'importanza degli avvenimenti, abbiamo deciso di pubblicare lo
stesso i due interventi che seguono. Molti aggiornamenti sono stati poi
inseriti nella cronologia, in fondo al numero.
Il primo, cioè questo, è una scheda sulla legge spagnola
sui partiti, costruita con l'obiettivo specifico di illegalizzare Batasuna.
Il testo è tratto dalla rivista Euskal Herria PASO A PASO. Independentzia
eta sozialismoruntz, bollettino telematico, n. 60 di luglio, askapena1@euskalnet.net
Naturalmente ricordiamo che nel frattempo l'illegalizzazione di Batasuna
è diventata effettiva!
Inizia il conto alla rovescia della
messa al bando di Batasuna.
Venerdì 28 giugno la nuova legge sui partiti è stata pubblicata
sul Bollettino Ufficiale di Stato e con ciò, a partire da questo
momento, entra in vigore e può essere applicata.
Come riconoscono apertamente il PP e il PSOE, questa legge è stata
emanata con l'obiettivo di rendere illegale Batasuna e il suo progetto
politico, cioè con il fine di rendere illegale l'indipendentismo
basco e tutta la sinistra abertzale (indipendentista, ndr.). Da che il
Governo spagnolo si è rifiutato di precisare una data per la messa
al bando, alcuni "esperti" la indicano per metà luglio
facendola coincidere con il dibattito sulla "nazione" nel Parlamento
spagnolo.
In questo senso possono intendersi le dichiarazioni del segretario generale
del PP Javer Arenas il quale avvertì che, una volta approvata la
legge, "il conto alla rovescia è iniziato".
La messa fuori legge di Batasuna sembra imminente e va a determinare,
in conclusione, una serie di provvedimenti giudiziario-politici volti
alla repressione, criminalizzazione e infine messa al bando del progetto
indipendentista basco.
Secondo la nuova legge sono necessarie azioni "gravi e reiterate
di appoggio, sostegno o istigazione alla violenza" sebbene non si
specifichi né si regoli o determini in cosa consisterebbero queste
azioni.
Secondo l'opinione di alcuni giuristi la legge è illegittima giacché
da una parte attenta a numerosi principi democratici, come il diritto
alla libertà di associazione e di manifestazione del pensiero,
e, dall'altra parte, dal punto di vista tecnico-giuridico, oltre a non
garantire nessun diritto, è completamente ambigua e indeterminata
prestandosi a numerose interpretazioni.
La sua pretesa è, come viene riconosciuto apertamente, lasciare
mano libera al Governo spagnolo affinché porti avanti la sua particolare
crociata contro la sinistra abertzale.
Di fatto, secondo le pubbliche dichiarazioni di Mayor Oreja, basterebbe
che Batasuna non condannasse pubblicamente un atto di violenza perché
la messa fuori legge venga portata a termine.
Se ne deduce che la legge non regolamenta comportamenti delittuosi - che
in ogni caso dovrebbero imputarsi a singole persone e non ad organizzazioni
- ma che è semplicemente un supporto giuridico che può essere
utilizzato secondo la convenienza politica dal Governo spagnolo.
Dal punto di vista giuridico da quando è un crimine non condannare?
Siamo davanti ad una utilizzazione perversa della "legalità
vigente" da parte del Governo del PP che pretende di imporre la sua
volontà politica passando sopra le garanzie riconosciute, comprese
quelle della Costituzione spagnola. Le reazioni alla legge sui partiti
continuano ad assommare critiche. In recenti dichiarazioni, l'ex Ministro
inglese per l'Irlanda del Nord, Mo Mowland, ha rifiutato la teoria della
messa fuori legge di organizzazioni politiche come Batasuna qualificandola
come "controproducente" e non considerandola un passo avanti
verso la soluzione del conflitto politico che affligge Euskadi Herria:
"non si può porre fine alla violenza con la violenza".
Per Mo Mowland, sostenitrice dell'accordo del Venerdì Santo, che
ha posto le basi per la "pace" in Irlanda del Nord, la soluzione
del conflitto basco non si realizzerà con soluzioni poliziesche,
ma con "colloqui e trattative aperte a cui prendano parte tutti coloro
che hanno un ruolo". Ed ha aggiunto: "credo che la Spagna debba
riflettere molto sulla propria condotta futura e rendersi conto che nessuno
dei suoi sforzi può condurre alla sparizione di ETA".
Anche da Belfast, Irlanda del Nord, giungono critiche a questa legge da
parte del Sindaco e membro dello Sinn Féin Alex Maskey il quale,
in base all'esperienza irlandese, qualifica questa misura "un passo
nella direzione sbagliata", giacché "la repressione militare,
giudiziaria o istituzionale non risolve nessun problema".
Il Giudice Garzòn va a braccetto
con Aznar e mette fuorilegge
"di fatto" Batasuna.
Solo cinque giorni dopo l'entrata in vigore della Legge sui Partiti, e
in mezzo alla polemica generata da questa, un ordinanza firmata da Garzòn
mette praticamente fuori legge Batasuna.
Questa misura può essere iscritta in quella che potrebbe chiamarsi
"teoria dell'accerchiamento", a giudicare dalla strategia adottata
dal Governo spagnolo e appoggiata dalle diverse istituzioni giudiziarie
spagnole: teoria secondo la quale non basterebbe combattere ETA, ma si
dovrebbe attaccare tutta l'"intelaiatura" sociale e politica
esistente in Euskal Herria che si manifesta in maniera legale come indipendentista.
Si tratta di una misura giudiziaria: un'altra di quelle prese dalla Audencia
Nacional spagnola (erede dei Tribunales de Orden Pùblico franchisti)
contro la dissidenza basca e il cui obiettivo e quello di mettere al bando
ciò che chiamano "l'area ETA".
Nella citata ordinanza si considera Batasuna responsabile in via sussidiaria
e solidale degli atti di "Kale Borroka" e la si condanna a pagare
ventiquattro milioni di euro in ventiquattro ore con la minaccia di sequestro
dei suoi beni. Ciò realizza un nuovo attacco alla sinistra indipendentista
giacché sedi, locali, conti correnti e soldi di tutti i suoi Sindaci,
Consiglieri, deputati ecc. possono essere requisiti rendendo impossibile
l'esercizio dell'attività politica che la coalizione indipendentista
svolge pubblicamente.
Nelle dichiarazioni di Emilio Olabarria Munoz, parlamentare di EAJ-PNV
ex consigliere del Consejo General del Poder Judicial spagnolo, "siamo
di fronte ad una risoluzione giuridicamente stravagante" che si assume
in base alla "pretesa convinzione dell'esistenza di un vincolo tra
Batasuna, ETA e la Kale Borroka". Nell'opinione di questo giurista
questa misura si concretizza nell'"uso di scorciatoie antidemocratiche
e antigiuridiche per conseguire certi fini il che, nell'ambito di un'azione
giudiziale, costituisce una aberrazione che contribuisce a privare la
Stato della legittimazione ad esercitare una delle sue funzioni esclusive:
il regolare esercizio della lecita repressione penale". E aggiunge:
"imporre a Batasuna l'obbligo di risarcire attraverso il sequestro
dei suoi beni i danni e pregiudizi causati da determinati delitti di Kale
Borroka ... costituisce una decisione giudiziale priva di qualunque logica
giuridico-formale".
Nell'ordinanza emanata dal sig. Garzòn si attribuisce a Batasuna
una "responsabilità civile solidale" per le azioni di
Kale Borroka (azioni di sabotaggio presumibilmente realizzate da giovani
indipendentisti) in base a deduzioni difese precedentemente da questo
giudice e per le quali si da per dimostrato il "vincolo tra ETA-EKIN-JARRAI-HAIKA-SEGI-HB-BATASUNA-Herriko
Tabernas e altre strutture dell'area guidata dalla prima" estendendo
la responsabilità di Batasuna "a tutti i casi ed ipotesi in
cui si realizzi un'azione terroristica da cui derivino dei danni per la
vita, la libertà o il patrimonio pubblico e privato".
Di fronte a questo nuovo attacco della Magistratura spagnola la Mesa Nacional
di Batasuna, attraverso il proprio portavoce Arnaldo Otegi, riferendosi
al sequestro dei beni, ha dichiarato che "sono i diritti di Euskal
Herria quelli che vengono sequestrati da secoli dagli Stati spagnolo e
francese" ed ha rivolto un appello al popolo basco "risponda
con incisività davanti a questa aggressione" e per "fare
fronte alla strategia spagnola con una iniziativa che ci porti ad un quadro
nazionale democratico in cui saremo padroni dei nostri diritti".
E in ogni caso, ha aggiunto, "non riusciranno a neutralizzare l'attività
di Batasuna".
Euskal Herria PASO A PASO
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