Senza Censura n. 8/2002
[ ] Dichiarazione dei sindacati brasiliani contro la società civile
2 GENNAIO 2002.
Noi sottoscritti sindacalisti...non parteciperemo alle sessioni del Forum Sociale Mondiale. Noi non ci saremo perché siamo convinti che la difesa delle organizzazioni che i lavoratori hanno creato per combattere lo sfruttamento capitalista sia in contraddizione con la politica della "società civile", la quale cancella i confini tra le classi sociali. Lettera aperta ai sindacalisti e attivisti che partecipano al Forum Sociale Mondiale del 2002, a Porto Alegre, Brasile: è possibile dare un volto umano alla globalizzazione e alla guerra? Cari fratelli e sorelle, noi, i sottoscritti sindacalisti brasiliani, vogliamo aprire un dialogo con voi. Noi stiamo vivendo una situazione terribile in tutto il mondo. Il governo degli Stati Uniti, sotto la copertura delle Nazioni Unite, sta usando gli attacchi terroristici dell'11 settembre per intensificare un ordine del giorno politico di "guerra protratta, su ampia scala", come Bush stesso ha affermato. Essa è una guerra cominciata con il bombardamento dell'Afghanistan ed è lontana dal finire. Nella vicina Argentina il popolo (dopo anni di governi che si sono sottomessi ai dettami del F.M.I. e hanno applicato le politiche di privatizzazione, di distruzione dei diritti dei lavoratori, e portato alla rovina il paese per pagare il debito estero) è sceso in strada e ha buttato fuori il governo di "centro-sinistra" di Fernando De la Rua.
Hanno reso chiaro che vogliono la fine delle politiche che hanno spinto milioni di Argentini alla miseria e alla fame, tutto in nome della "modernizzazione", delle "esigenze della globalizzazione", dei "criteri" del patto regionale Mercosul di "libero scambio", e la preparazione del paese per l'FTAA! In questa nuova situazione, i "poteri che dominano il mondo"( ovvero le multinazionali, gli speculatori finanziari, le istituzioni finanziarie internazionali come il WTO, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, e tutti i governi al loro servizio) hanno dichiarato una guerra economica e politica contro i lavoratori, contro le organizzazioni, e contro i popoli. Il loro scopo è usare i tragici eventi dell'11 settembre per fare arretrare tutti i diritti e le conquiste fatte attraverso dure lotte dai popoli oppressi e dai lavoratori. Il loro scopo è distruggere tutte le barriere al loro saccheggio di risorse naturali e alla loro sfrenata ricerca di profitto e sfruttamento. Le lotte di resistenza contro queste tattiche della terra bruciata chiedono l'unità delle masse lavoratrici in tutto il mondo, dal nord al sud e dall'est all'ovest. Ciò richiede la lotta unita delle persone oppresse e sfruttate per fermare questa guerra offensiva e distruttiva, che sta portando il mondo alla barbarie.
Solo attraverso una lotta così unita in difesa dei diritti e dei miglioramenti per la classe lavoratrice sarà possibile pianificare un percorso per il futuro dell'umanità.
Da parte nostra, siamo certi che questa richiesta di unità nell'azione per difendere e far avanzare i diritti dei lavoratori è ciò che ha spinto migliaia di sindacalisti ed attivisti da tutto il mondo a partecipare al secondo Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre, Brasile. Ma la realtà di tale Forum corrisponde a queste aspettative? Offre una prospettiva a questa lotta? Noi vogliamo sollevare qui alcune problematiche ed invitare voi, nostri fratelli e sorelle, a trarre le vostre conclusioni.
Il Forum Sociale Mondiale ha presentato, fin dall'inizio, se stesso come forum per la "Società Civile". Il reale concetto di società civile , che è così popolare, cancella i confini fra classi sociali che esistono nella società. Come,ad esempio, è possibile includere nella stessa categoria di "società civile" sia sfruttati che sfruttatori, padroni e lavoratori, oppressori ed oppressi, per non menzionare le chiese, le organizzazioni non governative, e i rappresentanti di governo e dell'ONU? Il comitato organizzatore del FSM in Brasile include organizzazioni come l'Associazione Brasiliana degli imprenditori per i cittadini, e l'Associazione Brasiliana delle ONG (ABNGO). Esse vengono tenute insieme nel Comitato da altre entità, le quali, sono legate alle lotte degli sfruttati e gli oppressi, così come il CUT (Federazione Unificata dei Lavoratori) e il MST (Movimento dei Senza Terra). E' questo Comitato organizzatore stesso un'espressione delle politiche di "società civile", cioè del tentativo di unire insieme nello stesso campo di interessi che sono diametralmente opposti? Prendiamo l'esempio della campagna in difesa dei diritti dei lavoratori contenuta nel Codice Brasiliano del Lavoro che noi del movimento sindacalista stiamo portando avanti al momento.
Il CUT ha fatto un richiamo per preparare lo sciopero generale del marzo 2002 per impedire l'approvazione del PL 4583 del Ministro Dornelles. E' chiaro che il CUT è determinato a portare avanti questo sciopero. Che cosa pensano di questi diritti dei lavoratori i cosiddetti "padroni progressisti"? Che cosa pensano le ONG (che praticano e promuovono il "volontariato" e altre forme di lavoro precario e a nero) di questi diritti dei lavoratori?
I lavori creati dalle ONG, di fatto, non rimpiazzano i lavori nelle pubbliche imprese e nei servizi, in linea con le politiche applicate dal Presidente brasiliano Fernando Henrique Cardoso per ordine del FMI? Le politiche della società civile oggi sono ufficialmente le politiche della Banca Mondiale. Qual è il contenuto di queste politiche?
Giudicate voi. Il rapporto sullo sviluppo mondiale del 2000/2001 della Banca Mondiale la mette in questo modo:"E' appropriato per le istituzioni finanziarie usare i loro mezzi...per sviluppare un dialogo aperto e regolare con le organizzazioni della società civile, in particolare quelle che rappresentano i poveri...La frammentazione sociale può essere mitigata raggruppando insieme tutti in forum formali ed informali e incanalando le loro energie in processi politici invece che in aperti conflitti". Può essere una coincidenza che fra i finanziatori del FSM si trovi la Fondazione Ford, o che il sito web della Banca Mondiale promuova il Forum di Porto Alegre? Qual è il ruolo delle ONG? Centinaia, se non migliaia, di ONTG parteciperanno al Forum Economico Mondiale di Davos (che quest'anno si terrà a New York) così come hanno partecipato al FSM di Porto Alegre. Qual è il ruolo che coloro che controllano gli alti livelli dell'economia globale attribuiscono alle ONG?
Nel documento ufficiale della Banca Mondiale intitolato "La Banca Mondiale e la Società Civile" (settembre 2000), si può leggere quanto segue :"Più del 70% dei progetti sostenuti dalla B.M. che sono stati approvati nel 1999 hanno coinvolto ONG e la società civile in qualche maniera". C'è un proverbio popolare che afferma: "Chi paga il pifferaio sceglie la musica". La B.M., come sappiamo, è parte della santa trinità della globalizzazione capitalista, insieme al FMI e al WTO. Può essere che queste istituzioni siano "neutrali" e che esse non esprimano l'interesse del capitalismo globale? Guardiamo un esempio concreto: la Commissione Internazionale del FSM ha incontrato a Dacar, capitale del Senegal, il 31 ottobre e il 1 novembre 2001, ENDA-terzo mondo, che è una ONG che è stata attiva nel costruire il FSM da una parte all'altra dell'Africa, e che ha ospitato e organizzato questo incontro di pianificazione del FSM. Qual è la politica dell'ENDA'
Secondo i suoi documenti, l'ENDA crede che " proibire il lavoro minorile è privare i bambini e i loro familiari di un importante mezzo di sussistenza". L'ENDA afferma che " è necessario tenere conto della realtà socio-economica e , perciò, combattere per i diritti dei bambini lavoratori". Queste affermazioni dell' ENDA sono in aperta contraddizione con le posizioni del CUT e con il movimento internazionale dei lavoratori, di cui tutti chiedono l'abolizione del lavoro minorile e l'istruzione obbligatoria per tutti i bambini fino a 15 anni. Il posto dei bambini è a scuola!
Ma l'ENDA non solo difende il lavoro minorile, ma partecipa direttamente alla privatizzazione del sistema pubblico dell'acqua, costruendo cisterne e imponendo una tassa agli utenti per avere l'acqua. (Fonte: "ENDA: acqua e povertà urbana").
E cosa dire sulla Tobin Tax e ATTAC?? In nome di James Tobin, vincitore del premio Nobel per l'economia , ed ardente difensore del "libero commercio" corporativo, fu creata un'Associazione per la Tassazione delle Transazioni Finanziarie e per l'Assistenza dei Cittadini (ATTAC), prima in Francia (1998) e poi su scala internazionale. Fra i suoi scopi c'è la costituzione di una Tobin Tax, che dovrebbe creare una tassa tra lo 0.05% e lo 0.1% sulle transazioni internazionali finanziarie.
Il denaro raccolto servirebbe a creare un "fondo internazionale" per aiutare "lo sviluppo e la lotta alla povertà". Come è ben noto, ATTAC oggi è uno dei principali fondatori e organizzatori del FSM di Porto Alegre.
La Tobin Tax, da parte sua, ha ottenuto il sostegno di persone come il multi-miliardario e speculatore Gorge Soros, il Presidente brasiliano Cardoso, e altri. Ora, se esistesse una tassa per finanziare un "fondo" internazionale per aiutare i poveri, si potrebbe pensare ad esso come al più grande speculatore finanziario, perché un fondo di tal genere avrebbe molte risorse.
Questo ragionamento non è inverosimile. Sia come sia, oggi ATTAC è dedicato anche ad altre cose. Propone di "cambiare il mondo" sotto lo slogan "un altro mondo è possibile" attraverso "un miglior controllo sulla globalizzazione".
Ma è possibile cambiare il mondo senza indagare le connessioni della produzione, senza rifiutare la proprietà privata dei maggiori mezzi di produzione? E' possibile un altro mondo con una minima Tobin Tax ad aiutare il "controllo sulla globalizzazione"?
Bernard Cassen, presidente di ATTAC in Francia e direttore di Le Monde Diplomatique, una rivista controllata dal gruppo imprenditoriale del quotidiano Le Monde, ha dichiarato al congresso di fondazione di ATTAC in Germania (19-21 ottobre 2001) che, "il Presidente Bush ha fatto passi nella direzione delle proposte di ATTAC dall'11 settembre 2001. E' chiaro che avremo ancora molta strada da fare. Ma è necessario notare che ...Bush adesso è contro i rifugi delle tasse. Noi ne prendiamo atto. Bush si è avvicinato alle nostre posizioni per quanto riguarda il ruolo dello stato, investendo 120 miliardi di dollari nell'economia. .. Egli ha abbracciato le nostre posizioni sulla cancellazione del debito, sebbene egli lo stia facendo per i suoi motivi. Gli Sati Uniti, ad esempio, hanno già cancellato il debito del Pakistan, che prova che è possibile cancellare il debito".
Bush ha solo lanciato una delle maggiori offensive su larga scala contro i lavoratori, incluso il massiccio bombardamento dell' Afghanistan, e già, in accordo col presidente di ATTAC in Francia, Bush si sta avvicinando alle posizioni di ATTAC.
Ciò è molto interessante. "Un mondo senza guerra è possibile". Sotto questo titolo, una sessione speciale del FSM sarà dedicata ad un "mondo senza guerra". In accordo con la proposta degli organizzatori, questa sessione "mira a portare rappresentanti sociali e/o istituzionali delle regioni in cui stanno avvenendo le guerre, insieme ai destinatari del Premio Nobel per la Pace in uno sforzo unitario per riflettere sulla natura delle guerre e per identificare le possibilità di elaborare piani di pace. "Si discuterà delle seguenti "regioni": Palestina, Kashmire, Paese Basco, Colombia e Chiapas. Stranamente l'Afghanistan non sarà nell'ordine del giorno. Com'è possibile che la "guerra di lunga durata" lanciata da Bush, oggi in Afghanistan e domani forse in Iraq o Somalia, non faccia parte della discussione su questo punto!
Della Palestina, che attualmente sta affrontando una situazione drammatica, con lo stato di Israele che attacca su tutti i fronti in una guerra aperta, si discuterà, con l'obiettivo di "elaborare un piano di pace".
Ma qual è l'origine dell'attuale situazione in Palestina? Sono gli accordi di Oslo, sponsorizzati dagli Stati Uniti (sotto Clinton) e poi legittimati dalle Nazioni Unite come un "piano di pace".Questi accordi hanno creato uno pseudo-stato palestinese (l'Autorità Palestinese, il cui quartier generale è adesso sotto minaccia di bombardamento), che non è altro che un conglomerato di minuscoli territori cosiddetti palestinesi circondati dallo Stato di Israele.
Parlando di "premi Nobel per la pace", sono stati gli Accordi di Oslo a raccogliere quel premio per Arafat e per l'uomo di stato più importante di Israele a quel tempo: Shimon Peres. Fatto importante, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, è stato anch'egli insignito con il premio Nobel per la pace , probabilmente per riconoscimento del ruolo che le Nazioni Unite hanno avuto nel perpetrare il genocidio in Ruanda, o forse per l'embargo che hanno imposto sull'Iraq, o meglio ancora per la copertura data alla NATO per i bombardamenti in ex-Jugoslavia? "Democrazia partecipativa" e "budget partecipativo".
La Banca Mondiale ha creato un dipartimento internazionale incaricato della supervisione della realizzazione della "democrazia partecipativa" in 26 paesi. Essa ha inoltre tradotto, pubblicato e distribuito il libro "Il budget partecipativo: l'esperienza di Porto Alegre", scritto da Tarso Genro (sindaco di Porto Alegre) e da Ubirata de Souza. E' semplicemente propaganda disinteressata della Banca Mondiale? O, al contrario, i processi di "democrazia partecipativa" e "budget partecipativo" non concretizzano la suddetta strategia di "energie incanalate" per evitare il "conflitto aperto"?
Tutti i documenti usciti dal primo FSM a Porto Alegre discutono le esperienze "modello" della "democrazia partecipativa" che ci sono state nella capitale di Rio Grande do Sul. Il secondo FSM continua sulla stessa scia. Fra la lista dei gruppi di lavoro del FSM ce ne è uno intitolato "Budget partecipativo mondiale" (niente di più o di meno!), organizzato dal governatore di Rio Grande do Sul "con la partecipazione dei movimenti cittadini". Ma come funziona in realtà il "budget partecipativo"?
Nella insospettabile voce del suo coordinatore nella città di San Paolo, esso è inteso come un "filtro per le richieste popolari"! Solo una piccola parte del budget municipale (nel caso di Porto Alegre la somma ammonta al 17%) è destinata attraverso la discussione e la ripartizione dalle assemblee dei rappresentanti delle organizzazioni popolari (il consiglio del "budget partecipativo").
Queste assemblee definiscono quali priorità debbano essere date per la distribuzione di questi pochi fondi. (La maggior parte dei soldi del budget municipale è intoccabile, perché è stata assegnata per pagare il debito estero e altre spese). Come le risorse sono limitate, c'è una costante lotta interna fra i gruppi attivisti sulle priorità da dare. I consigli per il "budget partecipativo" sono forzati a scegliere cosa preferire: la creazione di una scuola o di una clinica, la pavimentazione delle strade, o asili nido, ecc.
Questo dimostra come la responsabilità di non venire incontro alle richieste della popolazione è addossata ai partecipanti! Ora, chi partecipa ai "budget partecipativi"? La risposta è "la società civile".
Nel caso di una assemblea sul "budget partecipativo" nella municipalità di Camacua, un uomo d'affari ha mandato i "suoi" rappresentanti e delegati ed ha vinto intorno al 70% dei voti per dare la priorità alla pavimentazione di una strada a danno di tutte le altre richieste!
E' questa , come la chiamano i suoi sostenitori, "una innovativa forma di democrazia"? O, al contrario, non è una trappola che cerca di far rientrare i movimenti popolari e le associazioni, nella realizzazione dei piani di austerità del governo cittadino, perciò rendendo loro responsabili per le "scelte" che inevitabilmente danneggiano altri movimenti ed associazioni popolari? E quale concezione di società sta dietro questo "budget partecipativo"? Quella di una società senza conflitti, senza contraddizioni, basata sul"consenso fra uguali".
Ma questo non è l'inverso della democrazia, che richiede il riconoscimento che esistono degli interessi contrastanti nella società, così come il riconoscimento del diritto degli sfruttati e degli oppressi ad organizzarsi indipendentemente rispetto allo stato e agli sfruttatori?
Cosa sarebbe, ad esempio, la partecipazione di un sindacato di lavoratori del pubblico servizio nel "budget partecipativo"?
Non mancano le voci che dicono che i sindacati "dovrebbero imparare a lavorare in comitati di cooperazione tra lavoratori e dirigenti" e perciò entrare in tali forum "partecipativi". E' ragionevole aspettarsi che i delegati sindacati cerchino di migliorare i salari e le condizioni, come priorità.
Ma l'associazione dei proprietari di case potrebbero volere la luce nei loro quartieri. Invece di indirizzare le loro richieste per il potere pubblico e mobilitarsi per realizzarle attraverso un'azione collettiva, essi saranno messi uno contro l'altro nelle assemblee del "budget". Molti di voi hanno partecipato a queste assemblee.
Quello che diciamo non è tutta la verità? Fratelli e sorelle: noi, i sottoscritti sindacalisti, parteciperemo all'assemblea sindacale e popolare che il CUT ha convocato a Porto Alegre il 1° febbraio per discutere e preparare lo sciopero generale del prossimo marzo. Ma non parteciperemo alle commissioni, alle discussioni e alle sessioni ufficiali del FSM.
Noi non ci saremo perché siamo convinti che la difesa delle organizzazioni che i lavoratori hanno creato contro lo sfruttamento capitalista è in contraddizione con la politica della "società civile", che annulla i confini fra classi sociali. Oltretutto è in contraddizione con la politica del "dare un volto umano alla globalizzazione", che, come noi sappiamo, non è un fenomeno naturale, ma piuttosto il prodotto del capitalismo globale.
La "globalizzazione" per definizione ha bisogno della distruzione dei nostri posti di lavoro, dei nostri lavori, dei nostri diritti. La globalizzazione capitalista ha distrutto nazioni, democrazia, e la sovranità dei poveri. Essa non può essere "umanizzata".
Noi, che affermiamo la necessità di difendere i sindacati come strumenti della classe lavoratrice in lotta, neghiamo ogni legittimità o autorità alle organizzazioni non governative a parlare in nome degli sfruttati e degli oppressi. Noi non affermiamo di essere gli unici depositari della verità. Semplicemente vogliamo metter in campo il nostro punto di vista, che è parte del processo democratico.
Noi sottoponiamo con rispetto queste considerazioni alla valutazione di voi fratelli e sorelle in lotta.
Potete contare su di noi nella lotta contro la guerra e lo sfruttamento; in difesa dei diritti sociali e del lavoro, contro la deregolamentazione; in difesa dell'indipendenza dei sindacati e della democrazia!
Potete contare su di noi nella lotta contro l'FTAA, e per il ritiro del Brasile dai negoziati per realizzarlo!
Potete contare su di noi nella lotta contro la privatizzazione e in difesa dei pubblici servizi!
Potete contare su di noi nella preparazione dello sciopero generale per fermare la distruzione dei nostri diritti sul lavoro e per sconfiggere i governi di FHC-FMI!
Saluti militanti
Julio Turra, Comitato Esecutivo Nazionale, Federazione sindacale CUT- Hlcia de Oliveira, vice presidente; CUT-DF - Josenildo Vieira, Comitato Esecutivo, CUT-PE - Maurcio Rosa, Comitato Esecutivo, CUT-SC - Monica Giovanetti, Comitato Esecutivo; CUT-PR - Gardenia Baima, Comitato Esecutivo, CUT-CE - Walter Matos, Comitato Esecutivo, CUT-AM - Marlia Penna, Comitato Esecutivo, CUT-SP - Luiz Gomes, Comitato Esecutivo, CUT-AL - Gilmar Gonalves, Comitato Esecutivo, CUT-MS - Claudio Santana, Comitato Esecutivo, CONDSEF - Jesualdo Campos, Comitato Esecutivo, CONTEE - Cely Taffarel, Comitato Esecutivo, ANDES-SN - Roque Ferriera, Comitato Esecutivo, FNITST(ferrovie) - Jaqueline Albuquerque, Comitato esecutivo, FENAJUFE - Joo Batista Gomes, Comitato Esecutivo, SINDSEP - Luis Bicalho, Comitato esecutivo, SINDSEP-DF - Verivaldo Mota, Comitato Esecutivo, Sindicato dos Vidreiros-SP - Niton de Martins, Comitato Esecutivo, Sindicato dos Radialistas-S - Roberto Luque, Comitato Esecutivo, SINTSEF-CE.
[ ] Close |