Senza Censura n. 8/2002
[ ] Le liste nere dell'Unione Europea
Pubblichiamo alcuni comunicati a sostegno di diverse organizzazioni definite provocatoriamente
"terroristiche". L'unico terrorista, la storia lo dimostra, è l'imperialismo!
Palestina.
Ramallah.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha pubblicato una dichiarazione in cui esprime le sue valutazioni circa l'inclusione del Fronte Popolare e altre organizzazioni di base appartenenti all'Organizzazione per la Liberazione della Palestina nella lista delle organizzazioni "terroristiche" che vuol dire bandire la loro attività in Europa. Questa decisione arbitraria vorrebbe impedire ai palestinesi il diritto di resistere all'occupazione, agli insediamenti colonici e ai loro crimini. Il Fronte Popolare considera questa presa di posizione come un atto che sostiene lo stato di terrorismo portato avanti dal governo sionista nel suo tenere posizioni israelo americane.
La dichiarazione del Fronte Popolare dice: "Se l'Unione Europea considera 'Fatah', le brigate dei 'Martiri di al-Aqsa', 'Hamas', la 'Jihad Islamica' e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina come organizzazioni terroristiche, questo praticamente vuol dire considerare un intero popolo come terrorista e voler impedire il suo diritto alla lotta di liberazione."
La nota stampa aggiunge anche che l'Europa, che ha causato la tragedia del popolo palestinese con l'approvazione ufficiale della dichiarazione di Balfour con lo strumento del mandato presso La Lega delle Nazioni, ha prodotto la responsabilità storica del massacro del popolo palestinese che tutt'ora avviene quotidianamente.
La dichiarazione del Fronte Popolare valuta positivamente la posizione del popolo europeo in particolare quella del parlamento belga che prosegue nello sforzo di mettere alla prova il Governo Sharon. La nota prosegue invitando i diplomatici palestinesi e Arabi a intervenire e premere sull'Europa sottolineando che la legittimità della lotta intrapresa dalle forze della resistenza palestinese è derivata dal loro diritto storico (all'autodifesa ndt)e dalle masse che si raccolgono attorno a questa resistenza.
Press Office - Palestina
15 Giugno 2002.
Turchia.
L'Unione Europea è capitolata
di fronte alle pressioni
degli USA e dello stato turco.
Lo Stato della Turchia e gli USA fanno regnare il terrore. Un terrore che noi combattiamo. In questo conflitto, la nostra più grande arma è la denuncia massiccia della tortura, dei massacri, degli stupri, in breve dei crimini contro l'umanità perpetrati da questi regimi contro i popoli.
Se noi siamo stati inclusi nella lista delle organizzazioni terroriste, è perché abbiamo denunciato il terrore di Stato. Nessuno può dire che noi abbiamo assassinato ciecamente donne e bambini.
Ma noi possiamo dimostrare che loro, gli USA e la Turchia, commettono questi crimini quotidianamente.
Quello che succede in Afghanistan, in Palestina ed in Turchia ne è la prova. Ed è per aver pubblicato dei comunicati che facevano riferimento a queste atrocità in questi paesi che siamo, oggi, nel mirino. E si vuole legittimare gli attacchi contro di noi con la demagogia sul "terrorismo".
Gli USA dichiarano senza vergogna: "Tutto il mondo deve essermi fedele e deve piegarsi alla mia volontà". E' dovuta a questo, la decisione presa dalla UE. In apparenza, si potrebbe credere che si è dibattuto della nostra integrazione nella famigerata lista. In realtà, si sono solo interrogati sulla domanda: " saremo o no, completamente subordinati agli Stati Uniti? "
La nostra inclusione nella lista della UE potrebbe essere spiegata con questa argomentazione: "Fino ad oggi, avete sempre smascherato la tortura, i massacri e tutti i crimini contro l'umanità commessi in Turchia e nel mondo. Tuttavia, questa attività è ormai illecita e terrorista. E' per questo che noi vi puniremo".
E' palese che una tale conclusione significa un sostegno diretto ai torturatori ed agli assassini. Inoltre, noi non siamo i soli coinvolti in questa situazione: i dissidenti europei sono anche loro nel mirino. Anche le organizzazioni per le rivendicazioni più elementari saranno considerate come terroriste per gli stessi motivi. Le generazioni che hanno vissuto la barbarie fascista non sono completamente scomparse e conoscono questo processo di criminalizzazione: Hitler, Mussolini, Franco ed altri come Haider, Le Pen, così come i neo-nazisti che hanno appiccato il fuoco alle case degli immigrati ed hanno carbonizzato delle famiglie intere a Solingen, non sono caduti dal cielo. Il loro crescente successo è figlio delle decisioni liberticide come quella presa nei nostri confronti. Ma finché esisterà la tortura, noi continueremo a denunciare i crimini commessi contro i nostri popoli, anche se questo ci condurrà in prigione.
In Turchia, i nostri compagni si battono in maniera decisa pagando il prezzo della tortura, della vita e della prigione. Noi siamo quindi pronti a pagare questo prezzo anche qui, in Europa. Questa sarà la nostra più grande risposta alla nostra criminalizzazione da parte dell'Europa. Noi "offriremo" dei prigionieri per reati d'opinione. A sua volta, l'Europa dovrà dare delle spiegazioni alla sua opinione pubblica. Noi diremo la verità sul nostro paese, qualunque siano le condizioni.
E' il nostro diritto più legittimo, e noi non siamo tra quelli che rinuncerebbero mai ad usare la propria legittimità.
Che i dirigenti europei stiano tranquilli: noi non gli faremo un favore andando a rinchiuderci nella clandestinità. Non gli permetteremo di criminalizzarci. Ma questa volta, non mancheremo di spiegare che l'Unione Europea protegge i torturatori e gli assassini. L'Europa dovrà vivere con questo marchio sulla fronte in quanto "partner della tortura".
Fino ad oggi, molte istituzioni europee hanno parlato di torture, di stupri, di esili forzati perpetrati dal regime di Ankara. Più della metà dei giudizi trattati dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDH) riguardano la Turchia. Lo Stato turco è stato condannato centinaia di volte per questi crimini contro i diritti umani dall'Unione Europea.
Ed oggi, quando si dovrebbe perseguire e sanzionare la Turchia per il suo terrorismo di Stato, l'Europa dei Quindici accusa di "terrorismo" quelli che si battono contro questo regime. Si tratta di una evidente incongruenza.
Per molti gli USA sono dietro questo cambiamento di comportamento e, concretamente, dietro l'adozione di questa attitudine ambigua dell'Europa. Questa nuova lista delle organizzazioni terroriste è la prova della rinuncia dei paesi della UE alla propria sovranità nazionale e della svendita della dignità dei popoli dell'Europa alle pressioni del regime fascista della Turchia.
La nuova lista delle organizzazioni terroriste mostra che la tortura ed i massacri compiuti in Turchia sono ormai un problema interno all'Europa. Questo vuol dire che l'Unione Europea sarà la principale responsabile delle violazioni dei diritti umani nel nostro paese.
Maggio 2002
DHKP-C
(Ufficio d'informazione di Bruxelles)
Colombia.
L'Unione Europea sceglie la guerra
contro il popolo colombiano!
Dopo mesi di ambiguità, pomposi e fasulli "scacchi matti" diplomatici e pronunciamenti pieni di "buona volontà" nel tanto complesso quanto parziale ruolo di facilitazione del processo di pace, rotto unilateralmente dal presidente uscente Pastrana, l'Unione Europea ha calato la maschera in merito al conflitto sociale e armato colombiano. Il 12 giugno scorso, infatti, il COREPER (Comitato dei Rappresentanti Permanenti dell'Unione Europea) ha inserito nella lista "nera" dell'UE le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito del Popolo, FARC-EP, decisione ratificata in fretta e furia lunedì 18 giugno dai Ministri degli Esteri della stessa, riuniti in Lussemburgo.
Questa decisione, tanto meschina e grave quanto irresponsabile, dimostra in primo luogo la subordinazione politica e strategica dell'UE di fronte ai padroncini di Washington, e formalizza in seconda battuta (ma non in ordine d'importanza) la luna di miele tra l'UE e l'establishment colombiano, capeggiato da un'oligarchia sanguinaria e rappresentato da un neo-presidente fascista e psicopatico, Alvaro Uribe Vélez, i cui legami e simbiosi con i paramilitari di Stato sono cosa ben nota. I "campioni" dei diritti umani, delle missioni "umanitarie", della neutralità e della pace di Bruxelles (ma dovremmo dire di Madrid, Roma, Parigi, ecc.), hanno deciso di dare il loro modesto -e vergognoso- contributo al Pentagono, impegnato a minare le basi di un qualunque tentativo di giungere ad una soluzione politica del conflitto sociale e armato in Colombia. Soluzione politica, indirizzata ad evitare uno spargimento imprevedibile e doloroso del sangue del popolo colombiano, che le FARC-EP perseguono instancabilmente da oltre 38 anni, e che è stata massacrata per l'ennesima volta dal burattino Pastrana, come centinaia di migliaia di colombiani sfollati, sindacalisti, studenti, militanti dell'opposizione, difensori dei diritti umani, contadini ed indigeni.
Va detto, ad onor del vero e del buon senso (virtù inesistente nei governi europei), che il terrorismo in Colombia esiste, certo, e va combattuto, cosa che il popolo colombiano e le sue organizzazioni stanno generosamente ed eroicamente facendo: si tratta solo ed esclusivamente del terrorismo di Stato, sia esso praticato dai militari in uniforme ufficiale o dai "servitori dello Stato" in versione paramilitare. E va anche detto pure che l'appiattimento miope e dell'Unione Europea sui contenuti strategici del Plan Colombia, non può mettere in discussione, né filosoficamente né praticamente, il diritto alla resistenza ed alla ribellione di un popolo i cui diritti fondamentali, umani, sociali, politici ed economici sono violati e calpestati quotidianamente.
E siccome chi semina vento raccoglie tempesta, è bene che l'Unione Europea sappia, unitamente all'impero statunitense, che con la guerra, i piani di aggressione e le brame di conquista non solo non contribuirà in alcun modo alla costruzione di una pace con giustizia sociale in Colombia, ma non riuscirà nemmeno a piegare la lotta di liberazione del popolo colombiano, per una seconda e definitiva indipendenza!
Associazione Nazionale Nuova Colombia
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