Senza
Censura n. 7/2002
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La chiamano correzione....
Alcune testimonianze su come si vive in galera negli Usa.
Ci siamo occupati diffusamente (e continueremo a farlo) del complesso
industriale carcerario made in Usa. Le righe che seguono sono solo una
breve testimonianza da dentro il ventre della bestia sulle
condizioni imposte ai prigionieri nei penitenziari nordamericani. Il cui
numero, ricordiamo, ha superato oltre un anno fa i 2 milioni (arriviamo
quasi a 6 milioni di sorvegliati se prendiamo in considerazione
tutti gli individui sottoposti al controllo della legge attraverso
pene alternative al carcere), e la cui composizione coinvolge
principalmente i proletari e i sottoproletari delle comunità di
colore.
Penitenziari USA:
Inferni ad alta tecnologia
Un gran numero di penitenziari USA offrono condizioni
di reclusione peggiori rispetto all condizioni a cui sono sottoposti i
prigionieri di Guantanamo Bay.
Preoccupante il commento del senatore californiano Diane Feinstein dopo
aver visto le prigioni allaperto di Guantanamo Bay, dove gli Stati
Uniti stanno illegalmente detenendo 158 detenuti appartenenti al regime
dei Talebani: le prigioni statunitensi sono peggiori !
Molti attivisti per i diritti civili affermano che, nonostante il clamore
e le critiche internazionali per il trattamento di questi prigionieri,
la senatrice ha perfettamente colto nel segno. Preferirei stare
a Guantanamo che in un penitenziario statale nellIllinois
ha affermato Doug Cassel, direttore del Centro Internazionale per i Diritti
Umani della Northwestern University.
Nelle prigioni statunitensi si corrono grossi rischi di stupro,
si deve necessariamente far parte di una gang o pagarsi la protezione
per evitare di esser ammazzati o brutalizzati. Cassel afferma di
non preoccuparsi minimamente dello status legale dei prigionieri né
del fatto che possano usufruire o meno dei diritti concessi dalla Convenzione
di Ginevra, ciò che intende denunciare sono le condizioni fisiche
estreme della loro prigionia.
Non sentire mai il sole!
Jamie Fellner - Human Right Watch - ha affermato che in alcuni dei penitenziari
denominati supermaximum security i detenuti possono trascorrere
anni di reclusione senza mai sentire la senzazione del sole sulla faccia.
La senatrice Feinstein, che ha potuto osservare penitenziari in numerosissimi
paesi, ha affermato che le condizioni di reclusione di Guantanamo sono
accettabili. Sarò franca con voi, preferirei stare qui in
una cella due metri e mezzo per due metri e mezzo con della brezza piuttosto
che rinchiusa nel penitenziario di Folsom in California. Quella ! non
è una situazione dignitosa.
Marc Mauer - Sentencing Project, gruppo di avvocati - ha affermato che
negli ultimi anni più di quaranta prigioni sono stati poste sotto
supervisione giudiziaria per problemi di sovrappopolamento, salute e malnutrimento.
Negli Stati Uniti sono più di ventimila i detenuti rinchiusi in
penitenziari Supermax, allinterno dei quali i reclusi
passano la maggior parte del loro tempo in isolamento prolungato con contatti
minimi con lesterno, ovvero le guardie.
Osservatori indipendenti confermano come molti di questi reclusi abbiano
disturbi mentali che non vengono curati in alcun modo; di più,
le condizioni di detenzione non fanno altro che acuire le condizioni di
instabilità mentale.
Sono reclusi in piccole celle spoglie per 23 ore al giorno. Il pasto è
passato attraverso una fessura nella porta di metallo. Non possono vedere
né parlare con nessuno. Non possono guardare dalla finestra e sono
soggetti a 24 ore di luce artificiale.
Non possono effettuare chiamate telefoniche né hanno alcuna visita
a contatto. Quando escono da queste bare è solo per la doccia o
per mezzora di attività fisica solitaria. Per poter uscire
dalla cella devono sottoporsi a perquisizioni corporali; braccia e gambe
incatenate accompagnati sempre da due guardie, una delle quali ha a disposizione
una pistola a scariche elettriche per segnalare al prigioniero la giusta
direzione da prendere.
Un rapporto da parte di Human Right Watch afferma: Le condizioni
di reclusione impongono sofferenze ed umiliazioni non giustificate né
giustificabili. Lassenza di interazione con altri individui, lassenza
di stimoli mentali, la mancanza di qualsiasi cosa possa rendere la vita
accettabile, sono fattori di distruzione fisica, psicologica ed emotiva.
Craig Haney, uno psicologo dellUniversità della California,
Santa Cruz, ha visitato numerosi penitenziari di massima sicurezza e ha
affermato in una corte di tribunale che visitando 3 penitenziari texani,
nel dicembre del 1998, riscontrò la presenza di detenuti sporchi
di feci, pozze di urina nelle celle e detenuti che, in preda ad evidenti
stati di confusione mentale, urlavano e sbattevano la testa contro muri
e porte.
Le condizione nel Braccio della Morte
Un nuovo trend è riscontrabile in questo senso: un ingente numero
di detenuti nel Braccio della Morte sta venendo trasferito in penitenziari
Supermax. Nel gennaio 2001, un gruppo di detenuti nel Braccio della Morte
in Mississippi ha iniziato uno sciopero della fame per attirare lattenzione
sulle condizioni della loro reclusione. Molte celle hanno perdite
mentre piove, perdite tali che raggiungono anche le celle di detenuti
alcuni livelli più in basso. Ciò costringe molti detenuti
a dormire per terra nel tentativo di rimanere asciutti. Ma in molti casi
ciò non è abbastanza - questo è uno stralcio
della lettera di denuncia dei prigionieri - nessun cesso funziona...quando
un vicino tira lacqua, ciò che egli tenta di eliminare compare
nella cella a fianco. Ledificio nel quale siamo reclusi è
infestato da topi, ragni ed insetti di ogni tipo.
Un portavoce del Dipartimento delle Prigioni ha affermato che lo sciopero
della fame è terminato dopo una settimana. Non ha fatto alcun commento
riguardo alle proteste dei detenuti ma ha affermato che lo stato ha la
responsabilità per legge di garantire reclusione, sanità
e supervisione.
Ad oggi le statistiche indicano una media di reclusione che raggiunge
i 690 individui ogni centomila considerati. Questa percentuale di incarcerazione
è la più alta al mondo - in Italia e Germania la media è
di 85 reclusi su centomila individui. Nel 1994 il professore di psicologia
delluniversità del South Dakota, Struckman-johnson, intervistando
1793 detenuti, rilevò che il 22% dei detenuti uomini ed il 7% dei
detenuti donne hanno sostenuto di aver subito violenze sessuali.
Nel 2000 Struckman-Johnson ha condotto una ricerca similare in sette prigioni:
il 12% dei detenuti uomini ha affermato di aver subito violenze sessuali,
ciò che è interessante sottolineare, è che 1/5 degli
intervistati sostiene di aver subito questi abusi da parte del personale
carcerario.
fonte:
Prison Activist Resource Center
www.prisonactivist.org
info@prisonactivist.org
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